chriss
|
venerdì 6 agosto 2010
|
"tell the truth..."
|
|
|
|
"Tell the truth" è la frase scritta all' interno di un quadretto appeso fuori la porta dell' editore di un giornale di un piccolo paese americano. La segretaria gli ha fatto pure la cornicetta...Quando giunge in paese Charles Tatum, un giornalista di New York in cerca di un impiego ( gode di una pessima reputazione ), quella frase, che sembra tanto onesta perché scritta da persone oneste, verrà spazzata via da tanta disonestà. "Tell the truth", che tradotto in italiano significa "dì o dire la verità", ha un suo senso in ambito giornalistico solo se non cambia radicalmente la storia di un paese e di quelle persone che ci vivono.
[+]
"Tell the truth" è la frase scritta all' interno di un quadretto appeso fuori la porta dell' editore di un giornale di un piccolo paese americano. La segretaria gli ha fatto pure la cornicetta...Quando giunge in paese Charles Tatum, un giornalista di New York in cerca di un impiego ( gode di una pessima reputazione ), quella frase, che sembra tanto onesta perché scritta da persone oneste, verrà spazzata via da tanta disonestà. "Tell the truth", che tradotto in italiano significa "dì o dire la verità", ha un suo senso in ambito giornalistico solo se non cambia radicalmente la storia di un paese e di quelle persone che ci vivono. Ma, la meschina farsa che metterà in piedi il diabolico Tatum, sovvertirà quella frase...Una volta assunto sarà l' inizio di un incubo. Per tutti. Mandato in missione per una mostra di serpenti ( a sonagli credo ) con Herbie, un giovane ragazzo alle prime armi coi servizi giornalistici, gli si presenterà per caso lo scoop della vita: il suo asso nella manica. Ad Escudero, infatti, sotto la montagna dei 7 avvoltoi, Leo Minosa, appassionato della necropoli indiana, rimane intrappolato in una caverna mentre tirava fuori un vaso. Charles Tatum, che vuol vincere il premio Pulizer, cercherà di sfruttare al meglio la situazione a suo vantaggio. E ci riuscirà con tutte le forze, facendo ritardare i lavori di scavo...Il tutto con l' appoggio di uno squallido sceriffo che mira soltanto ad essere rieletto. Uno sceriffo così stupido che offre pezzi di gomma da masticare al suo serpentello...La loro idea è semplice, ma ingegnosa: non far puntellare le pareti della caverna! Anzi, occorre scavare da sopra per ritardare il salvataggio di Leo. Il suo fine è di poter creare lui stesso l' unico scoop e far diventare un eroe lo sceriffo. Un piano degno di una mente diabolica! Ma il suo asso nella manica si rivelerà soltanto un bluff...Scende nella caverna, fa amicizia con Leo: lo rassicura che presto sarà portato fuori sano e salvo. Un altro bluff. La moglie di Leo, che vorrebbe fuggire da quella miseria di posto, viene messa sotto pressione da Tatum, affinché rimanga e la gente veda la sua disperazione per il marito. Un altro bluff. Sul posto accorrono migliaia di persone, si montano tende e persino le giostre: una follia considerata la gravità della situazione. Tatum scrive i pezzi per il giornale locale, le cui copie vanno a ruba. La frase di quel piccolo editore,"Tell the truth", già qui comincia a crollare come la montagna in cui sta per essere seppellito Leo..."Ma è la vita di una persona da salvare, non quella di tanti", dirà Tatum. Ora tutta l' America si vuole occupare del caso che è nelle mani di un mostro: quel Charles Tatum, infatti, non assomiglia più, neanche lontanamente, ad un uomo...Leo, intanto, intrappolato da giorni e giorni, non cela fa più, è sfinito. E' in quel momento che si rivede un bagliore di umanità in Tatum. Dirà: "Quando hai colpito il pubblico a morte, devi poi svegliarlo dolcemente." Tenterà di tornare sui suoi passi, cercando di far puntellare la caverna, ma è troppo tardi. Non si può più! Arrivano a soli 3 metri da Leo: non sarà sufficiente per salvargli la pelle. Una vita è stata appena stroncata dal cinismo e dalla stupidità di un solo uomo. Forse due uomini...Tatum lo annuncerà a tutti, senza però fare il servizio per il giornale di New York con cui aveva precedentemente preso impegni. Dopo le giostre, gli spettacoli e le interviste alle persone ( il tutto per soli 25 cent nel cimitero indiano ), Tatum manderà tutti a casa. Lui, assieme ad Herbie, torneranno dal vecchio editore, quello che ha il quadretto con scritto quella frase che sembrava tanto, tanto onesta. Ma, ora tanto onesta non lo è più. Charles Tatum morirà sotto i loro occhi ( aveva preso una forbiciata dalla moglie di Leo )...Dopo aver visto questo magnifico film, che conclusioni posso fare? Forse nessuna sarebbe quella più giusta. Però, devo farla, anche se brevemente. L' asso nella manica è un' opera unica e straordinaria, con un attore protagonista, Kirk Douglas, di una bravura fuori dal comune. Persino ogni sua piccola smorfia è significativa. Se non avesse parlato, ci avrebbero pensato le sue più piccole espressioni facciali. Mi permetto, molto umilmente, di dire che questo film sia un capolavoro assoluto del cinema di quegli anni. Per due o tre motivi almeno. Denuncia alla grande i mezzi di comunicazione, l' indifferenza e la superficialità delle persone e di una in particolare: si rimane sbigottiti nel vedere un giornalista ancor più cinico dei suoi colleghi, che sfrutta la tragedia per la sua misera gloria. Il cinismo di questi personaggi dà forza e linfa all' opera stupenda di Billy Wilder. Ed è assurdo vedere le altre persone, lì intorno al cimitero, più preoccupate di stare insieme, di divertirsi, di andare sulle giostre. Tutto ciò indigna puro lo spettatore che lo guarda ( e che lo ammira ). E per fortuna se ne accorge in tempo anche Charles Tatum che, perlomeno, morirà con un briciolo di dignità. Un anti-eroe che muore da essere umano. Almeno questo glielo devo! "Tell the truth" ora ha una sua logica, una sua più umana verità, un suo più giusto valore...Christian Palmieri.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a chriss »
[ - ] lascia un commento a chriss »
|
|
d'accordo? |
|
g. romagna
|
lunedì 4 gennaio 2010
|
asso nella manica
|
|
|
|
Crudo, cinico, spietato, semplice, coraggioso ed illuminante. Probabilmente il miglior film di Wilder, per conto mio ancor più bello di Viale del Tramonto. Bravissimo Kirk Douglas e di grande respiro tutta l'evoluzione della vicenda, che fortunatamente rifugge ogni tentazione edulcorativa con conseguente lieto fine raffazzonato -come invece, ahimè, lo stesso regista aveva fatto in Giorni Perduti, storpiando un film altrimenti magistrale.
Capisco, dopo aver visionato il lavoro in questione, perchè Wilder si sia tirato addosso tante critiche dalle associazioni dei giornalisti -fattore che non sminuisce la sua opera ma, anzi, ne accresce la portata rivelatrice e di denuncia sociale- e capisco, allo stesso modo, da pellicole del genere, come mai sia anche annoverato -a buon diritto- nell'Olimpo dei più grandi di sempre del cinema.
[+]
Crudo, cinico, spietato, semplice, coraggioso ed illuminante. Probabilmente il miglior film di Wilder, per conto mio ancor più bello di Viale del Tramonto. Bravissimo Kirk Douglas e di grande respiro tutta l'evoluzione della vicenda, che fortunatamente rifugge ogni tentazione edulcorativa con conseguente lieto fine raffazzonato -come invece, ahimè, lo stesso regista aveva fatto in Giorni Perduti, storpiando un film altrimenti magistrale.
Capisco, dopo aver visionato il lavoro in questione, perchè Wilder si sia tirato addosso tante critiche dalle associazioni dei giornalisti -fattore che non sminuisce la sua opera ma, anzi, ne accresce la portata rivelatrice e di denuncia sociale- e capisco, allo stesso modo, da pellicole del genere, come mai sia anche annoverato -a buon diritto- nell'Olimpo dei più grandi di sempre del cinema. Da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a g. romagna »
[ - ] lascia un commento a g. romagna »
|
|
d'accordo? |
|
chriss
|
lunedì 30 agosto 2010
|
un film che anticipa i tempi...
|
|
|
|
L' Asso nella manica è un film che anticipa i tempi. Forse sarebbe il caso di dire che anticipò i tempi, ma va bene lo stesso: resta comunque il fatto che difficilmente sarà dimenticato dai mass-media e dal sottoscritto. Anche la triste storia di Alfredino Rampi, seppur lontana di quasi trent' anni fa, è ancora viva negli occhi di tutti, specialmente di chi provò a salvarlo calandosi nel pozzo. Io me la ricordo vagamente, ma se chiedessi ad uno dei miei genitori, forse saprebbe raccontarmi ancora qualcosa di quella spiacevolissima vicenda. Quello fu il primo fatto di morte in Italia ad andare in diretta. Tenne incollati, per tre o quattro giorni, milioni d' italiani davanti al televisore.
[+]
L' Asso nella manica è un film che anticipa i tempi. Forse sarebbe il caso di dire che anticipò i tempi, ma va bene lo stesso: resta comunque il fatto che difficilmente sarà dimenticato dai mass-media e dal sottoscritto. Anche la triste storia di Alfredino Rampi, seppur lontana di quasi trent' anni fa, è ancora viva negli occhi di tutti, specialmente di chi provò a salvarlo calandosi nel pozzo. Io me la ricordo vagamente, ma se chiedessi ad uno dei miei genitori, forse saprebbe raccontarmi ancora qualcosa di quella spiacevolissima vicenda. Quello fu il primo fatto di morte in Italia ad andare in diretta. Tenne incollati, per tre o quattro giorni, milioni d' italiani davanti al televisore. Anche in America accaddero due storie simili: la bambina di quattro anni morì, mentre l' altra, di soli diciotto mesi, riuscirono a salvarla. In Italia ci furono delle indagini (non portarono a nulla) sul presunto dolo, ma nulla a che vedere con il diabolico Ace in the hole. Ma, il famoso asso, è stato un vero fallimento per Charles Tatum. Anche chi sostava intorno alla famigerata montagna dei sette avvoltoi ha le sue belle colpe. L' opera di Billy Wilder, quasi sessant' anni fa, fece molto scalpore. Quello che mi interessava sottolineare è che nel film non ci sono né vincitori, né eroi: tutti, chi più, chi meno, sono responsabili della morte di Leo Minosa. Quindi, tutti perdenti! Tatum è il primo mostro, in quanto fa appositamente ritardare i lavori di scavo con l' appoggio di uno sceriffo che si cura soltanto di essere eletto nuovamente a quel mandato. Tatum mostrerà un minimo di umanità solo dopo esser stato colpito a morte dalla moglie di Leo. Proprio Lorraine Minosa è un altro mostro, stavolta al femminile. Non ama il marito e se non fosse per Tatum non se ne curerebbe affatto. Anche l' editore (quello della frase "tell the truth") del piccolo paese, dove inizialmente lavora Tatum, si sente in colpa. Gli altri inviati delle varie testate giornalistiche, che non ci stanno a vedere Tatum scendere nel cuore della montagna, fanno a gara tra loro per avere una qualche misera notizia di Leo. Tutto questo è squallido. La cosa che, forse più di tutte mi ha colpito di tale film, è stato vedere le persone venire da tutte le parti e pagare una somma per vivere le cronache di Leo in diretta. Mai avrebbero immaginato che, di lì a poco, avrebbero smontato baracche e burattini a causa della morte del tombarolo. Tale scena mi fa pensare, solo in parte naturalmente, alla poesia di uno dei più grandi poeti in vernacolo romanesco: "Er giorno der giudizzio" di G.G.Belli. Questa poesia termina così: "Smorzeranno li lumi e bona sera". Nell' Asso nella manica i lumi (le luci) non li spengono, ma è come se qualcuno li spegnesse. E' come quando finisce una festa: si smorzano le luci e buona notte al secchio! L' aver piantato le giostre in quel cimitero è una profonda mancanza di rispetto per tutti: e per i morti e per Leo che stà vivendo la sua tragedia. In questo film di Wilder non c' è un personaggio positivo: forse il solo capo-cantiere, addetto personalmente con i suoi operai al salvataggio di Leo, ha tentato di procedere nel modo più semplice per abbreviare il tempo di recupero. Tutti gli altri è come se fossero "gli assassini, i giustizieri di Leo". L' Asso nella manica avrebbe certamente meritato qualche Oscar: al miglior attore e regista ed alla sceneggiatura. Anche se ha vinto solo il Festival di Venezia confermo le mie cinque stelle d' oro. Buona visione a tutti. CP...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a chriss »
[ - ] lascia un commento a chriss »
|
|
d'accordo? |
|
andrea alesci
|
domenica 17 maggio 2015
|
l'accecante spettacolo delle verità di cartapesta
|
|
|
|
Ha i penetranti lineamenti di Kirk Douglas il volto della società spettacolarizzata, che tutto è disposta a fare per guadagnarsi quei “15 minuti di celebrità” decantati da Andy Warhol e poi divenuti paradigma di un mondo che si rimira nello specchio del successo. Preveggente Billy Wilder, tanto da non incontrare allora i favori della critica, proprio per la sfacciata esibizione di un mondo araldo della mistificazione: quello del giornalismo.
Ed è l’arrogante viso del giornalista Charles Tatum (Kirk Douglas) a saturare le scene in bianco e nero di questo eccelso quadro tratteggiato nel 1951 dal cineasta americano, il quale porta in primo piano l’anima nera del cronista scaricato da tutti i grandi giornali, allontanato per le sue devianze professionali (intransigenza, falsità) e personali (bevitore, donnaiolo), e ora costretto a mendicare un lavoro presso il periferico quotidiano di Albuquerque.
[+]
Ha i penetranti lineamenti di Kirk Douglas il volto della società spettacolarizzata, che tutto è disposta a fare per guadagnarsi quei “15 minuti di celebrità” decantati da Andy Warhol e poi divenuti paradigma di un mondo che si rimira nello specchio del successo. Preveggente Billy Wilder, tanto da non incontrare allora i favori della critica, proprio per la sfacciata esibizione di un mondo araldo della mistificazione: quello del giornalismo.
Ed è l’arrogante viso del giornalista Charles Tatum (Kirk Douglas) a saturare le scene in bianco e nero di questo eccelso quadro tratteggiato nel 1951 dal cineasta americano, il quale porta in primo piano l’anima nera del cronista scaricato da tutti i grandi giornali, allontanato per le sue devianze professionali (intransigenza, falsità) e personali (bevitore, donnaiolo), e ora costretto a mendicare un lavoro presso il periferico quotidiano di Albuquerque.
L’orgoglio di chi ha conosciuto le luci della ribalta e non accetta la penombra delle quinte, il desiderio di rivincita che assume i violenti connotati della vendetta fanno del Chuck Tatum di Wilder uno dei più vili personaggi della storia del cinema: prepotente, egoista, spietato. Giornalista che sa profittare di un incidentale caso (il saccheggiatore di tombe indiane Leo Minosa rimasto intrappolato dentro una caverna) e sa volgerlo nella sua occasione di riscatto per tornare al tavolo della stampa che conta, sotto i riflettori del mondo intero.
Come uno scafato giocatore di poker, Tatum cava l’asso dalla sua manica: il caso diventa storia, la storia diventa scoop, lo scoop diventa colpo vincente. E lui è il factotum dell’intera partita, il mangiafuoco che tiene i fili dello spettacolo messo in scena nell’arido centro di Escudero, potendo contare anche sulla complicità di uno sceriffo arrivista e di una donna insoddisfatta (la moglie di Leo). Così, là dove c’era soltanto una misera locanda nel bel mezzo del nulla, sorge in breve tempo un Luna Park di gente che da ogni parte accorre per assistere al salvataggio di Leo Minosa; un intervento di soccorso surrettiziamente protratto da Tatum per aumentare il volume di una storia sulla quale ha posto il marchio della sua esclusiva.
Le scure musiche di Hugo Friedhofer non fanno che acuire l’eco di soverchiante oppressione che il reporter esercita su tutti, sino a piegare la volontà di fuga della moglie di Leo (Jan Starling) e costringerla nel suo finto marchingegno di cartapesta, salvo però da questa essere ferito prima del tragico epilogo. Infatti, non tutto va secondo i suoi piani, perché Leo (Richard Benedict), nella polvere della frana che lo imprigiona, agonizza per la sopraggiunta polmonite; la perforatrice cerca di raggiungerlo, il tempo fugge via veloce e con esso anche la sua vita. L’uomo che doveva essere salvato è morto: “Leo Minosa è morto”, grida Chuck Tatum dall’alto della montagna: lo grida al pubblico assiepato nella distesa polverosa, lo urla ai giornalisti venuti da tutto il Paese per seguire la storia, lo fa rimbombare dentro se stesso come a pentirsi in extremis della sua meschina architettura.
Ma ormai è troppo tardi: la tragedia s’è compiuta. E il suo volto deformato dall’alcool nell’ultima inquadratura, riverso a terra nella redazione del piccolo quotidiano locale, è il lato oscuro dello spettacolo. Il deserto emotivo di uno spettacolo voluto a tutti i costi e di una società abbagliata dall’effimero, che rincorre gli sfavillii del superfluo e non sa più riconoscere la bontà del vero.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea alesci »
[ - ] lascia un commento a andrea alesci »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
martedì 28 aprile 2020
|
la vita per uno scoop
|
|
|
|
Esiste una cesura nella vita cinematografica di Billy Wilder, gran regista della Hollywood dei tempi d'oro (3 Oscar per la regia: Viale del tramonto, L'appartamento, Tempi perduti, oltre a 3 Oscar per la sceneggiatura) che passò dalla commedia drammatica a quella brillanto e/o comica con venature sempre amare (per tutte: Sabrina e Prima pagina).
L'asso nella manica segna in un certo senso la fine del primo Wilder: Charles Tatum (Kirk Douglas) è un giornalista bravo ma con un pessimo carattere, è divorato dal desiderio di raggiungere senza scrupoli il successo con una notizia importante. Cacciato da vari giornali importanti.
[+]
Esiste una cesura nella vita cinematografica di Billy Wilder, gran regista della Hollywood dei tempi d'oro (3 Oscar per la regia: Viale del tramonto, L'appartamento, Tempi perduti, oltre a 3 Oscar per la sceneggiatura) che passò dalla commedia drammatica a quella brillanto e/o comica con venature sempre amare (per tutte: Sabrina e Prima pagina).
L'asso nella manica segna in un certo senso la fine del primo Wilder: Charles Tatum (Kirk Douglas) è un giornalista bravo ma con un pessimo carattere, è divorato dal desiderio di raggiungere senza scrupoli il successo con una notizia importante. Cacciato da vari giornali importanti. capita in una Città del Nuovo Messico dove con astuzia riesce a farsi assumenre dal giornale locale, ma dopo un anno non ha trovato una notizia che lo possa fare diventare celebre. Finalmente in una montagna che cela una necropoli degli Indiani Navajo, rimane intrappolato un uomo: Leo Mimosa (Richard Benedict) proprietario del terreno circostante (un deserto incolto) e una modesta stazione di servizio con annessi caffetteria e negozio di souvenir ben poco frequentati. Leo è sposato con una donna giovane e bella Lorraine (Jan Sterling, attrice che ebbe un modesto successo negli anni '50: Il Colosso d'argilla, La primula rossa del Sud) inquieta e che non vede l'ora di scappare da quel buco. Tatum fiuta la notizia, fotografa Leo incastrato nel cunicolo e l'articolo fa il giro dei mass media attirando l'attenzione di migliaia di persone che accorrono per curiosare. Lorraine fa affari d'oro facendo pagare il biglietto d'ingresso nella proprietà mentre la caffetteria e il negozio sono affollati. e cerca di scappare con i soldi, ma Tatum lo impedisce. Poi con cinismo convince lo sceriffo (che cerca la rielezione) a costringere l'appaltatore a non liberare in un giorno Leo ma a fare un percorso più lungo che duri una settimana dandogli l'esclusiva come portavoce, emarginando i giornalisti piombati da tutta l'America. Tatum quando vede che Leo sta morendo si pente, ma ormai è troppo tardi e il poveretto muore, perde il posto che gli era stato promesso da un grande giornale e quanto a Lorraine scappa con il denaro incassato.
Kirk Douglas interpreta il giornalista cinico con una notevole drammaticità, mostra con efficacia l'uomo che per uno scoop calpesta tutto quello che lo ostacola, circondato da uomini meschini e cinici lo sceriffo (Ray Real) e l'appaltore che prolunga i lavori per mantenere gli appalti della città, anche Lorraine è spregevole in fin dei conti non ha un minimo di pietà per un uomo che l'aveva tolta da una vita di vagabondaggi e che l'amava.
Wilder critica ferocemente una stampa cinica e lo ripeterà in una pellicola comica come Prima Pagina. D'altra parte in questo lungo lasso di tempo i mass media sono peggiorati continuano a metter il mostro in prima pagina (Tortora docet) e poi magari quando viene assolto ne viene dato un ridotto riscontro, basta una fuga di notizie dalla Procura e certe persone poi riconosciute innocenti sono marchiate per sempre. Un film che rimane nella storia del cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
il cinefilo
|
domenica 17 ottobre 2010
|
un atroce parabola sulla crudeltà umana
|
|
|
|
TRAMA:Un giornalista vile,ambizioso e privo di scrupoli prolunga deliberatamente l'agonia di un minatore rimasto sepolto vivo allo scopo di fare uno"scoop"sensazionale...COMMENTO:Si tratta dell'ultimo film drammatico di Billy Wilder prima del periodo delle commedie e si può considerare,senza dubbio,uno dei vertici del suo cinema.
Questo film può essere analizzato sia come uno spietato atto d'accusa nei confronti di un certo tipo di giornalismo(quello che sfrutta,a scopo di notorietà,la sofferenza e le miserie altrui)sia come,in chiave universale,una terribile e magistrale"parabola"sulla crudeltà e sulla meschinità di cui sono capaci gli uomini.
[+]
TRAMA:Un giornalista vile,ambizioso e privo di scrupoli prolunga deliberatamente l'agonia di un minatore rimasto sepolto vivo allo scopo di fare uno"scoop"sensazionale...COMMENTO:Si tratta dell'ultimo film drammatico di Billy Wilder prima del periodo delle commedie e si può considerare,senza dubbio,uno dei vertici del suo cinema.
Questo film può essere analizzato sia come uno spietato atto d'accusa nei confronti di un certo tipo di giornalismo(quello che sfrutta,a scopo di notorietà,la sofferenza e le miserie altrui)sia come,in chiave universale,una terribile e magistrale"parabola"sulla crudeltà e sulla meschinità di cui sono capaci gli uomini.
Spiccano,per cinismo e menefreghismo,il personaggio interpretato(magnificamente)da Kirk Douglas e quello di Jan Sterling(nel ruolo della moglie disgustosamente disinteressata della sorte del marito)ma anche il resto del cast è notevole in termini di bravura.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il cinefilo »
[ - ] lascia un commento a il cinefilo »
|
|
d'accordo? |
|
luca scialò
|
martedì 29 marzo 2011
|
il cinismo dei mass-media
|
|
|
|
Charles 'Chuck' Tatum è un giornalista di talento, ritrovatosi disoccupato e squattrinato dopo essere stato cacciato da più giornali, per il suo comportamento poco professionale sul lavoro. Riesce a trovare occupazione in un quotidiano locale, a bassa tiratura, ma dopo un anno si sente annoiato e stretto in un mondo così piccolo, statico e poco stimolante. La redazione lo manda così in Messico per scrivere un articolo su una stramba caccia ai serpenti, ma si ferma vicino a una cava dove è seppellito un minatore, Leo Minosa. Ha fiutato infatti l'occasione e sente che ne può uscire un ottimo pezzo che può ridargli la fama che spera e ambisce.
[+]
Charles 'Chuck' Tatum è un giornalista di talento, ritrovatosi disoccupato e squattrinato dopo essere stato cacciato da più giornali, per il suo comportamento poco professionale sul lavoro. Riesce a trovare occupazione in un quotidiano locale, a bassa tiratura, ma dopo un anno si sente annoiato e stretto in un mondo così piccolo, statico e poco stimolante. La redazione lo manda così in Messico per scrivere un articolo su una stramba caccia ai serpenti, ma si ferma vicino a una cava dove è seppellito un minatore, Leo Minosa. Ha fiutato infatti l'occasione e sente che ne può uscire un ottimo pezzo che può ridargli la fama che spera e ambisce. Ma per il povero Leo, non solo Chuck fiuterà l'affare, bensì tutti, perfino la moglie che gestisce un motel sempre vuoto, e ora riempito di curiosi. Il cinismo dei media e della società contemporanea trasformerà il dramma del minatore in un grande occasione per arricchirsi. Non a caso il titolo originale del film è proprio Il grande carnevale.
Gli anni '50 si aprono per Billy Wilder nel migliore dei modi, con ottimi film e capolavori uno dietro l'altro. Ad aprire le fortunate danze proprio L'asso nella manica, con cui il regista tratta con agghiacciante lungimiranza ciò che poi sono diventati successivamente i media con l'avvento della Tv. Cinici, pronti a tutto per avere uno scoop che attiri spettatori, anche se la notizia poggia su un dramma umano. Ma non solo i media sono sanguisuga senza scrupoli. Anche la società contemporanea non perde tempo per arricchirsi, anche quando un dramma riguarda un loro vicino parente o caro amico. E Billy Wilder mette in luce tutto ciò, con la solita brillante maestria. Per loro però, riserva anche una beffarda legge del contrappasso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca scialò »
[ - ] lascia un commento a luca scialò »
|
|
d'accordo? |
|
|