Mario Luzi
Rosa Moline è una provinciale americana, insoddisfatta, inquieta, volgare. Poiché è stata richiamata per accostamento la Bovary, sarà bene precisare che tale accostamento non regge; nessuna complessità, nessuna “songerie” in questa donna smaniosa, violenta, criminale. Essa desidera l’evasione, è vero, ma nella ricchezza, sull’ambizione banale di un lusso grossolano, non certo nell’amore e nel romanticismo così tipicamente deformati dall’immaginazione della eroina flaubertiana. [...]
di Mario Luzi, articolo completo (1647 caratteri spazi inclusi) su 1995