Realizzato da uno sconosciuto regista di film commerciali a basso costo "Keoma" sembra proprio anticipare la fine di un genere di film che fece la fortuna di molte maestranze di Cinecittà, quello del cosidetto "spaghetti western". Franco Nero assomiglia più a un santone hippies che non a un pistolero solitario, l'ambientazione é a dir poco desolante i personaggi sono tristi e penosi, le musiche atroci (una voce femminile stridula e il verso di un ubriaco). La storia: Dopo la guerra civile il pistolero torna nella città natia si mette contro i cattivi di turno (compresi i suoi tre odiosi fratellastri) e diventa il paladino di una comunità di oppressi e perdipiù appestati... Almeno "Django" era a suo modo originale mentre questo sembra la sua brutta copia, ma ormai non avevano più idee nuove per un film del genere. Solo per amanti del trash.
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western junior
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sabato 26 aprile 2008
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riguardalo!
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Anch'io, ad una prima visione, avevo ricavato un'impressione non dissimile da quella di Scatarrango... eppure, la vaga sensazione di inquietudine e disagio lasciatami dal film mi ha spinto successivamente a rivederlo... e devo dire che è davvero un film estremo, incredibilmente coraggioso e di smoderati riferimenti simbolici. In tutta onestà l'ho rivalutato: e devo dire che elementi che riuscirebbero ridicoli in qualsiasi altra pellicola (a partire dalla colonna sonora!) qui sono perfettamenete fusi con lo stile complessivo del film, facendone un'opera a suo modo imperdibile ed indimenticabile.
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starbuck
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venerdì 13 luglio 2012
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ooooh.....keoma
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Mi rendo conto che "Keoma" può risultare indigesto, eppure quel suo essere eccessivo lo rende a mio avviso affascinante e per me il cinema è sopratutto qualcosa che mi deve rapire anche oltre ogni schema. "keoma" ci è riuscito: mi ha rapito, forse mio malgrado. Il macilento Keoma che galoppa all'impazzata nella prateria sul suo cavallo bianco trasmette un senso di libertà assoluto; quando lo rivedo, o solo ci penso, stento a non commuovermi.
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starbuck
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venerdì 13 luglio 2012
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ooooh.....keoma
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Mi rendo conto che "Keoma" può risultare indigesto, eppure quel suo essere eccessivo lo rende a mio avviso affascinante e per me il cinema è sopratutto qualcosa che mi deve rapire anche oltre ogni schema. "keoma" ci è riuscito: mi ha rapito, forse mio malgrado. Il macilento Keoma che galoppa all'impazzata nella prateria sul suo cavallo bianco trasmette un senso di libertà assoluto; quando lo rivedo, o solo ci penso, stento a non commuovermi.
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lionel92
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giovedì 16 gennaio 2014
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mancanza di cultura
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definire Castellari "un regista sconosciuto" significa avere una scarsa conoscenza del cinema di genere italiano dato che si tratta di uno dei registi più apprezzati in Italia e all'estero
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