Wendy and Lucy |
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Un film di Kelly Reichardt.
Con Michelle Williams, Will Patton, Will Oldham, John Robinson, Wally Dalton.
continua»
Drammatico,
durata 80 min.
- USA 2008.
MYMONETRO
Wendy and Lucy
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'Odissea Chapleriana di una donna e il suo canedi gianleo67Feedback: 61482 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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lunedì 9 novembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Di passaggio in una piccola cittadina dell'Oregon e diretta in Alaska in cerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita, la giovane Wendy viaggia su di una vecchia utilitaria male in arnese insieme all'inseparabile cagnolina Lucy. Con l'auto in panne e pochi soldi in tasca il suo viaggio la costringe ad una tappa obbligata quando si smarrisce la sua inseparabile amica a quattro zampe.
Dal racconto 'Train choir' di Jon Raymond, sceneggiato insieme all'autore, il secondo lungometraggio della giovane autrice statunitense Kelly Reichardt è ancora una volta (dopo 'River of Grass' e prima di 'Meek's Cutoff') il ritratto minimalista e sensibile di una solidutide femminile in fuga da un presente mediocre ed alla ricerca di un futuro migliore, attraverso un'America di provincia in cui il sogno americano sembra infrangersi contro la disillusione della crisi economica ed il frammentarsi di una solidarietà umana che solo fra ultimi, magari solo tra l'uomo e il cane, può trovare il suo piccolo riscatto senimentale.
Certo meno estremista dello slapstick-adventure di ambientazione ferroviaria durante la Grande Depressione secondo Robert Aldrich (L'imperatore del nord - 1973) e meno disilluso dell'epica beat non andata a buon fine dei centauri di Dennis Hopper e Peter Fonda (Easy Rider 1969), il film della Reichardt vive nel falso movimento di un road-movie dove il Grande Paese si riduce alla scala di un minimalismo periferico e marginale che ne riassume tutte le miserie e le contraddizioni (perfino lo spiacevole incontro con un balordo alcolizzato che rassomiglia tanto all'avvocato fuori di testa di Jack Nicholson), ricostruendo sulle macerie di una democrazia fondata solo sulle illusioni di un benessere economico a corrente alternata un neo-umanesimo di solidarietà spicciola fatta di gesti concreti e di una dolente lotta per la propria dignità. Accompagnato dalla delicata melanconia di un commento sonoro scritto per l'occasione da Will Oldham, questa piccola odissea chapleriana di una donna ed il suo cane ci dice qualcosa sullo stato dell'arte di un cinema indipendente che cerca la sua strada nella poesia e nell'umanità di caratteri semplici, muovendosi al di fuori dalla retorica spettacolare di un cinema hollywoodiano fatto di melodrammi strappalacrime ed eroi a tutti i costi, pur non rinunciando a tratteggiare con i toni pastello di una sensibilità al femminile le amare disillusioni delle sue notazioni realistiche (vedi alla voce Larry Clarck). Splendida e misurata l'interpretazione di una incantevole Michelle Williams che proprio con un cane (Lassie 1994) aveva cominciato la propria carriera, accompagnata dalla buona prova di due caratteristi di razza come Walter Dalton e Will Patton. Presentato nella sezione Un Certain Regard del 61º Festival di Cannes dove ha ricevuto la Palm Dog per l'ottima presenza scenica del cane Lucy.
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