Il tocco del peccato |
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Un film di Jia Zhangke.
Con Zhao Tao, Jiang Wu, Baoqiang Wang, Lanshan Luo
Titolo originale Tian Zhu Ding.
Thriller,
durata 131 min.
- Cina, Giappone 2013.
- Officine Ubu
uscita giovedì 21 novembre 2013.
MYMONETRO
Il tocco del peccato
valutazione media:
3,51
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La violenza imperante e sempre più dilagante delladi FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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mercoledì 27 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film in cui si raccontano quattro storie di diversi personaggi rappresentanti sotto molti aspetti la Cina dei nostri giorni. C'è il minatore che si ribella ai soprusi del proprio padrone e dei colleghi a lui affiliati eliminandoli a colpi di fucile, c'è un giovane che dopo essere ritornato a casa per il Capodanno cinese arrivato di nuovo nella città violente e frenetica comincia a sparare all'impazzata alle persone, derubandole, c'è poi una giovane receptionist di una centro massaggi che dopo essere stata pesantemente molestata da due clienti per difesa ne uccide uno finendo ovviamente in carcere ed infine c'è un giovane che, con la speranza di trovare un tipo di vita migliore, cambia spesso lavoro ma inutilmente perchè per lui il destino pare ormai segnato.Quest'opera di Jia Zhang-Ke rappresenta in maniera diretta e cruda la condizione della Cina contemporanea dove la violenza, i soprusi e la corruzione sembrano dominare sui valori e sugli onesti principi morali. Un mondo dove vige anche molta indifferenza e dove ognuno cerca di guadagnarsi, metaforicamente parlando, il proprio territorio a qualsiasi prezzo, se è il caso anche attraverso la violenza e la ribellione personale. Le creature più sensibili e dunque più deboli, quali in questo film sono rappresentate dalla receptionist ed dal giovane che cambia sempre lavoro, costituiscono proprio coloro che, non uniformandosi a questa legge di violenza e soprusi ormai vigente nella società, non sanno adattarvisi e pertanto sono destinati a soccombere miseramente od a vivere con un perenne senso di colpa. Al di là del fascino che il territorio cinese e dell'Oriente in generale possa esercitare sugli individui, in questa pellicola viene denunciata la reale situazione del paese e dei suoi abitanti soprattutto, ormai ridotti come belve. La visione del regista, forse, risulta alquanto pessimistica ma sicuramente non priva, purtroppo, di profonda verità. Per riflettere e comunque assaporare dell'ottimo cinema.
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