I vinti

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Un film di Michelangelo Antonioni. Con Franco Interlenghi, Patrick Barr, Eduardo Ciannelli, Anna Maria Ferrero, Peter Reynolds.
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Drammatico, b/n durata 110 min. - Italia 1952.
   
   
   

I VINTI DALLA VITA Valutazione 4 stelle su cinque

di fedeleto


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lunedì 11 marzo 2013

Dopo l'ottimo esordio di Cronaca di un Amore,Antonioni dirige la sua seconda opera,incentrata su un film denuncia riguardo la delinquenza giovanile nell'immediato dopoguerra.Dviso in 3 episodi e 3 nazioni differenti,la storia e' tratta dal soggetto di Antonioni,Vasile,Fabbri e Cecchi D'amico,e la sceneggiatura di Antonioni,Vasile,Cecchi D'amico,Fabbri,Bassani,Nimier.La storia si apre con una sorta di cinegiornale,ove un cronista parla della delinquenza giovanile,e nel frattempo scorrono immagini della guerra e degli articoli di criminalita' giovanile presenti nei titoli dei giornali e nelle riviste,questi personaggi pertanto non sono solo vittime e dunque vinti,ma anche persone spinte da qualcosa di diverso poiche' sono tutti borghesi,e il male sta nell'imitarli.Si inizia pertanto con l'episodio francese ove un gruppo di ragazzi passa una gita in campagna,li' un ragazzo spinto dal fratello uccide un loro compagno che credono sia ricco,ma invece e' solo un ragazzo come tutti che per conquistare le ragazze dice di essere ricco.Nel secondo episodio siamo invece in Italia dove un ragazzo figlio di buona famiglia traffica per il contrabbando di sigarette.Scappato dalla finanza,uccide un uomo che gli sbarra la strada.Una brutta caduta gli procurera' un'emorragia interna e morira' la sera dopo,non prima di aver passato una notte con la persona che ama.Nell'ultimo episodio invece siamo in Inghilterra dove un ragazzo chiama un giornalista di cronaca nera per dargli la notizia del ritrovamento di un corpo ove vi e' una donna strangolata.Gradualmente il ragazzo chiedera' che venga ricompensato con la possibilita' di scrivere l'articolo per quel giornale,e poco dopo aver raggiunto il successo confessera' di essere stato lui ad ucciderla per avere la notorieta'.Antonioni dirige abilmente un piccolo capolavoro che si incentra su un tema evidente che ricollega tutti e tre gli episodi,ovvero la violenza.Nel primo episodio ,vediamo un gruppo di ragazzi mirato ad uccidere il povero Pierre,ovvero il ragazzo che si spaccia per aristocratico,il tutto avviene in una cornice naturalista come appunto la campagna,e quello sparo interrompe quel senso di tranquillita' e pace(una metafora individuabile nello straniero di Camus,artista prediletto da Antonioni),il ragazzo che commette il delitto si sente spaesato ora,diverso,ecco che capisce di essere un vinto.Nel secondo episodio invece andrebbero precisate parecchie cose,inizialmente l'episodio raccontava di un giovane con tendenze politiche evidenti,che bruciava una fabbrica e trovava rifugio dalla donna che ama,anche se i postumi lo porteranno alla morte.Invece la versione piu' trasmessa appunto racconta di questo ragazzo contrabbandiere di sigarette che uccide un uomo su un ponte(metafora del passaggio da un posto ad un altro,e quindi da contrabbandiere ad assassino),e la sua discesa nel canale fognario e' l'esempio di come adesso il povero ragazzo sia caduto in basso,la caduta inoltre che gli provoca questa emorragia lo portera' alla morte.Gli rimane solo la sua donna e la famiglia preoccupata che non lo vede tornare,buono il discorso che fa alla sua donna,ove la liberta' lo ha portato a svolgere questa vita,e lui e' pronto a fare qualunque cosa per essa.Ebbene anche lui si scopre essere un vinto quando la sua morte arriva e lo punisce ancor prima di un processo.Nell'ultimo episodio,considerato da molti il migliore,vi e' ancora una volta l'atto di violenza,ma non spinto da presupposti romantici(l'episodio francese,ove il ragazzo poco prima di uccidere gli viene chiesto dalla ragazza- lo fai per me?) oppure per motivi idealistici(la liberta' ,monologo che fa il protagonista del secondo episodio),ma dalla banalita' di voler diventare qualcuno attraverso l'omicidio,la ricerca del successo e quindi dell'avere viene portata da un uccisione della moralita' e della vita umana,e dunque dell'essere.Antonioni ha fatto un ottimo lavoro stilistico e tecnico,predilige i campi lunghi,ove non sembrano esserci veri e propri protagonisti,ogni personaggio e' principale e svolge un piccolo ruolo che e' indispensabile per completare e rifinire l'opera.La censura francese lo ha proibito in patria.Rimane un piccolo capolavoro che solo nel finale dove il cronista iniziale riprende e moralizza il film dicendo che se anche solo uno di questi episodi ha disgustato lo spettatore allora il lavoro fatto non e' stato vano.

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