Ombre e nebbia |
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Un film di Woody Allen.
Con Jodie Foster, Madonna, Mia Farrow, Woody Allen, Kathy Bates.
continua»
Titolo originale Shadows and Fog.
Drammatico,
durata 86 min.
- USA 1991.
MYMONETRO
Ombre e nebbia
valutazione media:
3,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'impiegato e il circo: Allen tra Kafka e Fellinidi SamueleMeiFeedback: 1225 | altri commenti e recensioni di SamueleMei |
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domenica 10 marzo 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Ombre e nebbia” non è certo il film più riuscito della lunga carriera di Woody Allen: tuttavia, nel suo piccolo, può essere considerato uno stravagante “gioiellino” scritto e diretto dal regista newyorkese. Il film racconta una spaventosa notte di nebbia in una città claustrofobica e senza nome: Kleinman (Allen) è un impiegatuccio debole e codardo, dapprima costretto a dare la caccia a uno spietato strangolatore seriale, poi obbligato a fuggire per sottrarsi ai giustizieri che, per un equivoco, lo scambiano per l'assassino. A un certo punto il suo destino si incrocia con quello di Irmy (Mia Farrow), una mangiatrice di spade che abbandona il marito, clown infedele (John Malkovich), trova rifugio in un bordello e viene arrestata dalla polizia. La vicenda si conclude emblematicamente nel circo, luogo in cui il mistero si dissolve nell'ambiguità dell'illusionismo. “Ombre e nebbia” è soprattutto un film “atmosferico”: sia dal punto di vista fotografico (un bianco e nero perfettamente espressionista); sia dal punto di vista intertestuale. La pellicola infatti è costruita intorno a una costellazione citazionistica molto ricca: a prima vista il film sembra nascere dalla fusione di “M: il mostro di Düsseldorf” di Lang e de “Il circo” di Chaplin. La scena d'apertura ricalca poi l'incipit de “Il processo” di Kafka, mentre lo snodarsi della trama rivela sfumature brechtiane e bergmaniane. D'altra parte la rappresentazione del circo sembra alludere da un lato a “Freaks” di Browning, dall'altro a “La strada” di Fellini. Tutte queste suggestioni sono cementate da un pessimismo filosofico di fondo, squisitamente di matrice ebraica, che ritrae un'esistenza umana precaria e gravata da un destino ingiusto e incomprensibile. All'uomo infelice non resta che rifugiarsi nel mondo delle illusioni, che sono “per l'uomo come l'aria da respirare”, come recita l'ultima battuta del film. Nel complesso l'architettura di “Ombre e nebbia” si costruisce su due pilastri: l'alone letterario che innerva una trama altrimenti fin troppo essenziale; la presenza di un cast eccezionale che annovera, oltre ad Allen e alla Farrow, personalità come John Malkovich, Kathy Bates, John Cusack, Jodie Foster e Madonna.
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