In un villaggio russo immerso nel bosco, dove i colori primaverili si affacciano timidamente per dare il cambio ad un inverno tipicamente lungo e rigido, un figlio cerca di alleviare l'agonia di una madre morente. Parlano dell'esistenza, dei dubbi e della paure umane. Solo loro due, si sfiorano con delicatezza, utilizzando l'unico senso che ormai la madre percepisce: il tatto. Quella barca che si allontana è la metafora di una madre che sta lasciando la vita terrena. Ma il figlio sa che si ritroveranno, dovrà solo aspettarlo pazientemente.
Un film particolare, delicato, struggente, la cui unica musica di sottofondo è la voce dei due protagonisti; una voce soave, sussurata, come le circostanze impongono. I paesaggi si susseguono come quadri, dove sovente sono immersi gli stessi protagonisti. Dura solo un'ora, ma il suo ricordo dura una vita.
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