La casa |
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Un film di Sam Raimi.
Con Bruce Campbell, Sarah York, Betsy Baker, Ellen Sandweiss, Richard DeManincor.
continua»
Titolo originale Evil Dead.
Horror,
durata 85 min.
- USA 1981.
MYMONETRO
La casa
valutazione media:
2,77
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Capolavoro horror a 360 gradi...di chrissFeedback: 41524 | altri commenti e recensioni di chriss |
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lunedì 23 agosto 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La Casa (The evil dead), di Sam Raimi, è un capolavoro horror a 360 gradi. Protagonisti indiscussi di questo magnifico esempio di cinema trash, diventato cult, sono: il buio, una casa sperduta, il bosco, la telecamera, il sangue, i demoni e la mano attenta del regista. Con pochi spicci, ( il budget era meno di 400 mila dollari), qualche mezzo di fortuna e con l' ausilio di attori sconosciuti (amici di Raimi) o alle prime armi, il film ha incassato sei volte tanto di quello che era effettivamente costato. Non molto, ma sufficiente alla produzione per sviluppare la seconda vicenda. Avatar, per esempio, ha incassato solo tre o quattro volte il denaro investito. Se togliamo, per un attimo, di mezzo i demoni, che sono effettivamente un pò ridicoli (anche per mancanza di mezzi), dopo la visione del film ci possiamo rendere conto che il resto c' è e fa pure paura. Sam Raimi ha utilizzato una casa isolata nel bosco animandola con una forza occulta e demoniaca. Il bosco, di notte, fa paura a tutti. Lo stesso dicasi per la casa stessa: isolata dal resto del mondo, riesce a creare, per forza di causa, un senso di solitudine. Il punto forte del film, a mio avviso, è la particolare composizione dello chalet. Le finestre, per esempio, sono raccapriccianti: esse sono così basse che permettono una macabra ripresa (quasi a filo) dal terreno. Il regista, con tali finestre, ha potuto "spiare" i protagonisti del film. La casa di legno è vecchia, spersonalizzata e soprattutto poco accogliente (forse pure poco igienica). Nessuno andrebbe mai in un posto così! In più e' arredata con strani oggetti: orologi a pendolo, corna e teste di animali morti o imbalsamati, pesci finti, vecchie panche di legno logorate e così via. I mobili sono pochi e malamente piazzati. Il sofà è sbiadito ed il salone ridotto ai minimi termini. La mia sensazione è che nello chalet ci sia l' arredamento minimo indispensabile. La casa "prende vita" grazie al regista che anima alcuni oggetti: il giradischi, il pendolo, il proiettore, la finestra, lo specchio, il libro maledetto e, soprattutto, la botola. Anche il bosco prende vita: le radici che sbucano da sotto terra si avvinghiano alla prima malcapitata uscita fuori: addirittura viene violentata dall' ultima radice! Qualcosa di arcano ha preso il sopravvento sulla casa e sul bosco. La telecamera (in funzione soggettiva) che, si sposta dal bosco alla casa, è un' altra magnifica particolarità del film. Una nebbia ficcante, "che avvolge casa e bosco", non fa che rendere la pellicola ancora più tetra. Anche la botola ha la sua bella funzione: si apre, inizialmente da sola, invitando i protagonisti a scendere giù! Ma, onestamente, chi scenderebbe in un posto così? La cantina è buia, profonda ed i tubi perdono acqua. Anche il macabro coltello e l' accetta fanno il loro effetto, specie se dilaniano i corpi. Ci sono alcuni ottimi effetti speciali: il piede ferito di Linda che si "crina come uno specchio", il sangue che esce dalle prese di corrente, dai muri e dalla lampadine, le finestre che sbattono, la mano di Ash che sprofonda nello specchio e per finire "una colossale, ironica, mattanza finale". Quest' ultima, in particolare, merita di essere vista. In tutto ciò, si vede chiaramente che dietro c' è stata una mano attenta, anche ai minimi particolari. Questo film ha fatto da spartiacque tra il vecchio cinema horror e quello moderno. In pratica ha fatto tesoro del vecchio racchiudendonone i contenuti (in linea generale), ma aprendo al nuovo con tutti i suoi effetti splatter. Per me, così concepito, è stilisticamente un capolavoro, considerando i pochi mezzi di allora, gli attori principianti ed il basso costo con cui è stato possibile girarlo. Cinque stelle al film, a Sam Raimi e soci, pur lavorando in condizioni disperate. Un anno e mezzo circa di fatiche hanno fruttato tanto per tutti: di ciò ne ha beneficiato anche il cinema horror. Complimenti a tutti! Firmato Christian Palmieri...
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