Demoni |
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Un film di Lamberto Bava.
Con Natasha Hovey, Urbano Barberini, Fiore Argento, Nicoletta Elmi, Stelio Candelli.
continua»
Horror,
durata 104 min.
- Italia 1985.
- VM 18 -
MYMONETRO
Demoni
valutazione media:
2,31
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dèmonidi NicolòMattaFeedback: 4285 | altri commenti e recensioni di NicolòMatta |
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domenica 2 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il cinema italiano pullula di figli d'arte che spesso stanno dietro l'ombra del padre: il fato ha voluto anche per Lamberto Bava, figlio del più celebre Mario, un futuro da cineasta relegato però solo al campo dell'horror e del fantastico. L'esordio con Macabro, scritto con i fratelli Avati, non nascondeva una certa accuratezza per i particolari raccapriccianti, con tanto di teste mozzate nel frigorifero, ma al tempo stesso anche un buon mestiere e una certa sagacia nel puntare più sull'atmosfera che sullo splatter per la ricerca della suspense. Dopo tre film poco memorabili (il film per la TV La casa con la scala nel buio, il fantascientifico Blastfighter e Shark: Rosso nell'oceano dove i richiami a Spielberg sono evidenti), è la volta di Dèmoni in cui può contare, sotto l'ala protettiva di Dario Argento produttore e cosceneggiatore, su una squadra di prim'ordine con in testa il mago dei trucchi Sergio Stivaletti e il compositore Claudio Simonetti. Il soggetto, vagamente ispirato a Zombi di George A. Romero, vede un gruppo di spettatori che, durante la visione di un film dell'orrore in una sala cinematografica di Berlino, vengono contagiati tramite una maschera maligna (la stessa del film che stanno guardando) da un virus micidiale che li trasforma in demoni orripilanti. Da notare il presunto moralismo: il male (nel contagio del morbo) arriva da una prostituta che s'è ferita con la maschera, esposta all'ingresso del cinema Metropol. Nonostante l'idea di base del copione (che Argento e il regista firmarono con Franco Ferrini e Dardano Sacchetti) funzioni, il film avanza a colpi di macelleria truculenta non lasciando niente di efferato all'immaginazione - con l'apice nel pus che scoppia e nel demone che esce dalla schiena - per un excursus nell'orrore in cui il contributo della squadra di Stivaletti è un'arma a doppio taglio: da un lato sfama i più assetati di gore tra gli spettatori, dall'altro penalizza il lavoro di Bava junior che, comunque, schiaccia troppo sul pedale dell'eccesso. E alla fine anche i trucchi per quanto efficaci stuccano e rivelano la piattezza di un film privo di suspense e spessore psicologico, con un cast di attori tanto giovani quanto incapaci (il fin troppo espressivo Barberini ricorda i marmi greci) con qualche vecchia conoscenza del cinema di Dario Argento: la figlia Fiore (la prima vittima di Phenomena) e Nicoletta Elmi, la bambina che torturava gli insetti in Profondo rosso. "Il sonno della ragione genera mostri", dice una voce fuori campo citando Goya. Quel che è certo è che Bava la sua ragione non l'ha mai avuta.
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