Strings |
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Un film di Anders Rønnow-Klarlund.
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 85 min.
- Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia, Gran Bretagna 2004.
MYMONETRO
Strings
valutazione media:
4,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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SIamo tutti legati da un Cordone Ombelicaledi LisariMuricevFeedback: 0 | altri commenti e recensioni di LisariMuricev |
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sabato 24 ottobre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tuoni che rimbombano ovunque, nubi fitte miste a nebbia che erigono muri invalicabili, saette che devastano un cielo plumbeo come il calcio di un revolver pronto a sparare, tutto a Strings sembra morto, vacuo. La vita invece regna sovrana. Ogni singola marionetta che abita questo mondo fiabesco è connessa a delle corde (strings appunto) che, manovrate da una forza superiore, dona a questi ciocchi di legno ben lavorato l’alito della vita. Se una parte della marionetta dovesse staccarsi dal resto del corpo, quell’arto muore, ma può essere sostituito. Solo se viene recisa la corda principale l’intero individuo perde ogni speranza e muore. Le prigioni sovraffollate non sono altro che le buie e anguste alcove di tanti ignari “donatori” di parti di ricambio. Ebbene si, quando una marionetta di alto lignaggio perde un arto, un “forzato” viene scelto e dissociato dalla parte che andrà a sostituire la mancante nel più nobile e importante pupazzo. In barba a qualsiasi legge e diritto umano, i prigionieri scontano le loro colpe con una lenta ed inesorabile atrocissima morte. Man mano che perdono parti del corpo, anche la vita sembra abbandonarli. Fra stenti e infiniti dolori, i prigionieri si vedono strappata la dignità di una serena morte. In un panorama costellato di corde che corrono via verso l’infinito del cielo, mostrando la posizione di ogni singola marionetta esistente e in vita, il film Strings non soccombe alla “semplicità” della tecnica, ma bensì rilancia con una trama di altissimo livello oltre che ad una forma estetica di assoluto rilievo, che nulla ha da invidiare all’animazione al computer. Grazie al lavoro del capo marionettista, il grande maestro Bernd Ogodnik, aiuta notevolmente il lavoro al regista, Anders Rønnow-Klarlund, regalandogli un movimento, una teatralità e una capacità recitativa che surclassa quella di tantissimi e premiatissimi attori affermati. In un mondo sempre più rigido, ferreo, apatico e sordo, un film visionario e realista narra di crudeltà, di morte e di amore come nessun altro (sembra) riuscire a fare. (di Silvia Mercuri per www.periodicoitaliano.info)
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