Credo che non si possa parlare dei film di Ciprì e Maresco prescindendo così radicalmente dalla cultura che li informa.
voglio dire cioè che se non si coglie il dato di profondo legame con la Sicilia e il suo malessere di popolo, non si può neanche notare la trasfigurazione certamente grottesca, debordante quanto si vuole, ma dolente, avvilita nel ridere di se stessi, nel farsi una caricatura pesante ma efficace e se vogliamo a suo modo tenera.
Io ammiro sinceramente il coraggio di questo folle duo di registi che affronta sia il pubblico che la mafia con lo stesso spirito di ribellione.
Per quanto riguarda il "ritorno di Cagliostro", vorrei sottolineare che Ed Wood
era inconsapevolmente farsesco.
Non si può perciò dire altrettanto dei film di Ciprì e Maresco i quali usano il dato farsesco come una lama di coltello che colpisce e fà male giù nei nostri buoni e perbenisti sentimenti.
Luca Minguzzi
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