Tonio, un bambino pugliese che vive in un ambiente degradato dalle ciminiere delle industrie, viene investito da una ragazza che, invece di soccorrerlo, fugge dalle proprie responsabilità (come poi farà lungo tutto il corso del film). Il bambino finisce in coma. Nel coma vede una luce. Quando si risveglia, guarisce un anziano il cui cuore si era fermato. Il miracolo diventerà di pubblico dominio. Tonio cercherà di compiere una serie di miracoli, ma i miracoli nei quali spera la gente non vanno mai a buon fine: il padre di Tonio non riesce a liberarsi dai debiti; la madre non riesce ad ottenere l’attenzione che desidera attraverso l’esibizione del figlio in televisione; un compagno di classe non riuscirà a far guarire il nonno dal cancro tramite il miracoloso "tocco" di Tonio; Cinzia, l’investitrice, non riuscirà né a ricostruire il proprio nucleo familiare, speranza sulla quale ha proiettato il senso della propria esistenza, né a togliersi la vita come desidererebbe fare dopo aver fallito il proprio tentativo.
L’illusione del miracolo coinvolge tutta una comunità, perché il bisogno di un miracolo condiziona la loro esistenza più di quanto mai possa fare la volontà. Ma le vite dei personaggi non cambiano, non riescono a cambiare, né può un miracolo cambiarle. Né può Tonio, che assiste impotente allo svolgersi degli eventi.
Sembra desolante questo film di Winspeare, ma è condotto con tocco leggero, e se ci mostra il dramma lo fa senza mai scadere nel patetismo, mostrandoci una realtà senza speranza ma densa di speranze. Non un film di denuncia, ma un film che sa denunciare senza diventare didascalico o ricattatorio.
Un film ben recitato, ben diretto, ben fotografato; con qualche caduta di tono nella recitazione, ma elegantemente confezionato.
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sangiorgina
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sabato 28 febbraio 2009
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il salento martoriato
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Da notare inoltre e' pure un aspetto simbolico presente, a mio parere, nel film.I luoghi sono quelli di un Salento (rappresentato dalla citta' di Taranto,all'estremo nord del Salento ma sempre Salento),martoriato e degradato dalle ciminiere delle industrie pesanti.Cinzia simboleggia il dolore e il disagio di questa terra abusata, impoverita interiormente e disorientata, che tuttavia cerca disperatamente di mantenersi aggrappata alla vita,alla sua identita', di non soccombere.Il miracolo non e' stato l'uomo che Tonio credeva di aver guarito in ospedale.Il miracolo in questa storia compare proprio alla fine del film,quando Tonio distoglie Cinzia dal tentativo di suicidio. Tonio incarna la speranza per un Salento che possa un giorno guarire le sue piaghe, superare il proprio dolore e riprendere in mano la sua meravigliosa terra,la sua unica e ricca identita'.
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Da notare inoltre e' pure un aspetto simbolico presente, a mio parere, nel film.I luoghi sono quelli di un Salento (rappresentato dalla citta' di Taranto,all'estremo nord del Salento ma sempre Salento),martoriato e degradato dalle ciminiere delle industrie pesanti.Cinzia simboleggia il dolore e il disagio di questa terra abusata, impoverita interiormente e disorientata, che tuttavia cerca disperatamente di mantenersi aggrappata alla vita,alla sua identita', di non soccombere.Il miracolo non e' stato l'uomo che Tonio credeva di aver guarito in ospedale.Il miracolo in questa storia compare proprio alla fine del film,quando Tonio distoglie Cinzia dal tentativo di suicidio. Tonio incarna la speranza per un Salento che possa un giorno guarire le sue piaghe, superare il proprio dolore e riprendere in mano la sua meravigliosa terra,la sua unica e ricca identita'.
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matteo78
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sabato 23 maggio 2009
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bella recensione
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bella la tua recensione sul film,complimenti.
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