Il padrino |
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Un film di Francis Ford Coppola.
Con Marlon Brando, James Caan, Al Pacino, Robert Duvall.
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Titolo originale The Godfather.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 175 min.
- USA 1972.
- Eagle Pictures
uscita lunedì 28 febbraio 2022.
MYMONETRO
Il padrino
valutazione media:
4,92
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La saga di >Michaeldi rockyFeedback: 0 |
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sabato 10 settembre 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film del 1972 che inaugura la saga dei Corleone di New York (seguiranno Il Padrino parte II e Parte III). Trama avvinghiata sulle storie personali dei componenti la famiglia, destinate a cedere dinanzi alla "Storia", alle scelte indiscutibili della Famiglia, alla saga dei Corleone che non può trovare contrattempi di alcun genere. I personaggi della vicenda, da Don Vito (Brando), boss ormai in fase calante, ai suoi tre figli, Michael (Pacino), Sonny (Caan), Fredo (Cazale), alla fine, quando il vecchio viene gravemente ferito in un attentato, diventeranno uno solo: Michael, eroe di guerra e avvocato, che il patriarca avrebbe voluto tener lontano dagli affari, che invece deciderà di prendere in mano le redini della famiglia. Da un quarto di film in poi, da quando cioè, anticipando e definendo i contorni della seconda parte della saga, il film si concentra pressochè interamente su Michael, dalla sua prima dimostrazione di coraggio nell'impedire un ulteriore agguato al padre in ospedale (prova che nasconde peraltro una personalità ancora in bilico, manifestazione più di amore verso il padre che di "arruolamento" già effettivo all'organizzazione), alla vendetta effettuata dall'ormai uomo d'onore in pectore verso gli attentatori del padre-Padrino (spietato duplice omicidio in un locale della Grande Mela), alla fuga, al ritorno definitivo dopo il massacro del fratello Sonny, erede designato da Don Corleone a governare la famiglia ed alla presa di possesso effettivo del comando, il magnifico film di Coppola diventa il ritratto del figlio minore che nessuno avrebbe mai vaticinato al comando della cupola. Da quì in poi emerge la "morale" di Michael, che non esiterà ad abbandonare una prevedibile brillanre carriera professionale, per esercitare professione di fede e sacrificio alla famiglia, pronto a puntellarla, a rafforzarla, riorganizzarla. L'antieroe del film e dunque vero eroe, realmente reale, che fissa sempre negli occhi i propri interlocutori per donare a ciascuno "la perla" più appropriata: siano auguri o condanne a morte. L'eroe negativo che in una memorabile scena del film, dopo avere ordinato l'uccisione del cognato-traditore e scardinato l'ennesimo complotto, dinanzi ai disperati pianti di accusa della sorella ed alla richiesta di chiarimenti della propria consorte, consente a quest'ultima di porre a se stesso la domanda sulla verità dell'assassinio, chiarendo che tale accesso "alle attività" della famiglia non verrà comunque mai più consentito a lei, moglie del boss. E dopo tale promessa di verità, la menzogna che "no, io non c'entro con l'assassinio di mio cognato". Anche in quella sola occasione, consentita da egli stesso, la verità non verrà dunque rivelata a chi non appartiene alla "famiglia", in un gioco di trame dove il segreto non rivelato può anche essere interpretato come tutela della famiglia stessa, paura di perdere la fiducia della propria donna, amante non amata, madre dei suoi figli. Film intenso e di forte emozioni, costruito su lunghi primi piani e piani ravvicinati, alla costante ricerca del non detto, presupposto e conseguenza insieme del detto. Film dove la sorpresa non è sorpresa ma rispetto delle regole, riaffermazione dell'onore violato. Film anche di grandi ricostruzioni sceniche (la Sicilia dell'immediato dopoguerra dove un Michael in fuga sposa una fanciulla di umili origini). Nell'opera nessuna scena sfora o trabocca: ciascuna di esse presupposto della successiva e logica conseguenza della precedente. Grande film, arrivato in Italia, non si scordi, in un'epoca (primi anni '70) dove la Mafia esisteva ma ancora non era di comune e facile conoscenza.
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