laurence316
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domenica 20 agosto 2017
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thriller dai risvolti satirici, buon esordio
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Ispirato da La fabbrica delle mogli, il regista costruisce un film che non è del tutto corretto definire un horror: si tratta più di un thriller psicologico dai contorni dark e splatter (ma solo nell'ultima parte) e di un'operazione di satira dell'ipocrisia di una parte di popolazione borghese "liberal" nei confronti dei neri, del loro atteggiamento un po' paternalistico un po' arrogante un po' indifferente (che nel film è portato alle estreme conseguenze, ma anche nella realtà porta raramente ad effetti positivi).
Parla, cosa non da poco, di razzismo, schiavitù e anche del fatto, come è stato giustamente notato, di come la scomparsa di un afroamericano non riceva lo stesso grado di attenzione da parte delle forze dell'ordine e dei media rispetto a quella di un bianco.
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Ispirato da La fabbrica delle mogli, il regista costruisce un film che non è del tutto corretto definire un horror: si tratta più di un thriller psicologico dai contorni dark e splatter (ma solo nell'ultima parte) e di un'operazione di satira dell'ipocrisia di una parte di popolazione borghese "liberal" nei confronti dei neri, del loro atteggiamento un po' paternalistico un po' arrogante un po' indifferente (che nel film è portato alle estreme conseguenze, ma anche nella realtà porta raramente ad effetti positivi).
Parla, cosa non da poco, di razzismo, schiavitù e anche del fatto, come è stato giustamente notato, di come la scomparsa di un afroamericano non riceva lo stesso grado di attenzione da parte delle forze dell'ordine e dei media rispetto a quella di un bianco.
Get Out è un bizzarro mix di commedia (Indovina chi viene a cena), paranoid film anni ‘70 (ipnosi, lavaggi del cervello, similitudini col già citato La fabbrica delle mogli) e horror estremo (Society – The Horror), che però non sempre riesce ad amalgamare al meglio tutte queste sue eterogenee componenti. In particolare, le parentesi comiche con protagonista principalmente l’amico Rod spesso hanno il solo effetto di smorzare la tensione (che, comunque, indubbiamente c’è e si fa sempre più opprimente man mano che il film procede, fino alla rivelazione finale).
E’ un film disturbante (dopotutto si tratta dell’America del 2017, non di quella degli anni ‘60 o del 1800), inquietante a tratti, ma non troppo innovativo nel meccanismo né sempre perfettamente bilanciato (come detto, in alcune occasioni si fa cadere un po’ troppo la suspense, finendo quasi per annoiare).
Ma, nonostante tutto, introduce spunti di riflessione non da poco e per nulla banali, che guardano con occhio non troppo entusiasta (giustamente) ai cambiamenti che la presidenza Obama avrebbe dovuto introdurre ma che invece ha mancato di fare, e in ultima istanza il film si fa riflessione su una società che di progressista o antirazzista pare avere ben poco, e non solo tra gli estremisti neo-nazisti rozzi, volgari ed ignoranti troppo facile oggetto di parodia, ma anche tra le cosiddette “persone per bene”.
Più che i modi o le tecniche con cui è realizzato, a fare la fortuna del film è insomma il suo concentrarsi su un tema mai così scottante ed attuale, che porta a chiedersi se certi cambiamenti nella società americana (ma non solo) sarà mai possibile attuarli. Un film interessante, ben recitato (dal protagonista Kaluuya certo, ma anche dagli altri, soprattutto Howery), sicuramente tra gli esordi più apprezzabili degli ultimi anni.
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vanessa zarastro
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sabato 20 maggio 2017
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indovina chi viene nel week-end?
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Cosa nasconde una bianca e borghese famiglia di medici obamiani, in una villa suburbana in Alabama, nel sud degli States?
Lo scoprirete solo vedendo questo film – una sorta di “Indovina chi viene a cena?” rivisitato da Pelle, un attore comico e imitatore cimentatosi alla regia.
Rose e Chris (Allison Williams e Daniel Kaluuya) sono una coppia di innamorati che stanno insieme da qualche mese e vivono insieme con il loro cagnolino. Piccolo dettaglio che Rose è una ragazza W.A.S.P. e Chris è un cristone afroamericano. Rose gli propone un week-end dai suoi (Catherine Keener e Bradley Whitford), anche per farglieli conoscere, prospettando una buona accoglienza da parte del padre, un neuro-chirurgo fervente sostenitore di Obama.
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Cosa nasconde una bianca e borghese famiglia di medici obamiani, in una villa suburbana in Alabama, nel sud degli States?
Lo scoprirete solo vedendo questo film – una sorta di “Indovina chi viene a cena?” rivisitato da Pelle, un attore comico e imitatore cimentatosi alla regia.
Rose e Chris (Allison Williams e Daniel Kaluuya) sono una coppia di innamorati che stanno insieme da qualche mese e vivono insieme con il loro cagnolino. Piccolo dettaglio che Rose è una ragazza W.A.S.P. e Chris è un cristone afroamericano. Rose gli propone un week-end dai suoi (Catherine Keener e Bradley Whitford), anche per farglieli conoscere, prospettando una buona accoglienza da parte del padre, un neuro-chirurgo fervente sostenitore di Obama.
Quindi il film si svolgerà in questa villa con tutta una serie di persone, amici dei nonni, che una vota all’anno, si radunano per una festa, così come era l’abitudine instaurata dal nonno. La coppia di camerieri Giorgina e Walter – gli ex badanti dei nonni – è un po’ inquietante e Chris comincia ad avere dei sospetti. Del resto lavorando nella squadra investigativa, il sospetto è proprio il suo mestiere.
Il film, che ha un ritmo incalzante ed è ben girato, da commedia si trasgorma in un thriller/horror trovando i suoi modelli addirittura in Picnic a Hanging Rock di Peter Weir del 1975, o nella serie Twin Peaks di David Lynch del 1990. A me ha ricordato piuttosto La fabbrica delle mogli di Bryan Forbes del 1975 o il suo remake La donna perfetta di Frank Oz del 2004.
Scappa - Get out è stato presentato all’ultimo “Sundance Film Festival” riportando un buon successo di pubblico. Mi pare che la questione di un presunto post-razzismo sia un tema caldo nell’America di oggi. Del film hanno scritto parecchio, Lanre Bakare di The Guardian ha scritto: «I cattivi non sono i neo-nazisti del sud degli Stati Uniti o quelli della cosiddetta alt-right, sono bianchi borghesi e di sinistra». Roberto Nepoti su La Repubblica ha così commentato: «un geniale ibrido…[che] tratta apertamente di razzismo, anzi di una forma inedita di neoschiavismo…in maniera tutt’altro che semplificatoria».
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samanta
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domenica 28 maggio 2017
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l'apparenza inganna
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Alcuni dati su questo film: realizzato a basso costo 4 milioni e mezzo di dollari, al momento ne ha incassati più di 230 milioni di cui 173 in USA. E' la prima regia di Jordan Peel anche se nel cinema ha recitato, scritto sceneggiature e prodotto film, sia pure senza acquisire una particolare notorietà. Get out (Scappa) è un film intelligente e questo dimostra che il cinema può sopravvivere se ci sono idee ed esecuzioni intelligenti, l'ha dimostrato LA LA LAND che contro ogni previsione ha vinto premi e soprattutto vinto nel mercato, con un budget rilevante ma non eccessivo di 30 milioni di dollari (basti pensare che l'ultimo grande musical Nine con un cast stellare di premi Oscar, il regista di Chicago costò nel 2009 80 milioni e fu un flop commerciale).
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Alcuni dati su questo film: realizzato a basso costo 4 milioni e mezzo di dollari, al momento ne ha incassati più di 230 milioni di cui 173 in USA. E' la prima regia di Jordan Peel anche se nel cinema ha recitato, scritto sceneggiature e prodotto film, sia pure senza acquisire una particolare notorietà. Get out (Scappa) è un film intelligente e questo dimostra che il cinema può sopravvivere se ci sono idee ed esecuzioni intelligenti, l'ha dimostrato LA LA LAND che contro ogni previsione ha vinto premi e soprattutto vinto nel mercato, con un budget rilevante ma non eccessivo di 30 milioni di dollari (basti pensare che l'ultimo grande musical Nine con un cast stellare di premi Oscar, il regista di Chicago costò nel 2009 80 milioni e fu un flop commerciale). Vediamo il nostro film innanzitutto gli interpreti poco conosciuti, almeno per me, sono bravi in specie il protagonista Chris (Daniel Kaluuya inglese) e la fidanzata Rose (Allison Williams). E' un film che inizia con lievità: Rose bianca presenta ai suoi (padre madre e fratello) che vivono in una casa isolata vicino a un lago il fidanzato nero, che viene accolto con grande (almeno apparentemente) affetto da persone che si dichiarano e sono progressisti, sostenitori di Obama, ma si rivelano strani nei modi, ancora più strani gli amici che vengono a trovarli e la servitù composta da una donna e da un uomo di colore. Ci sono segnali inquietanti nel comportamento dei parenti finché un giovane di colore che ha sposato un'amica di famiglia più vecchia di 30 anni e che si comporta anche lui stranamente risvegliato da un flash del cellulare di Chris gli grida "Scappa". Da questo momento incomincia la fase del film Horror con l'inevitabile finale tragico . Non rivelo il finale basti sapere che i neri sono usati per esperimenti genetici. A mio parere il film è una colossale presa in giro del polyticalli correct, i protagonisti bianchi non sono razzisti sono appartenenti all'élite bianca progressista della costa atlantica, alla domanda perché fate questo ai neri la risposta è "Perché gli afro americani sono di moda!". Queste persone non odiano i neri anzi li amano, ancor di più li ammirano e se fosse possibile voterebbero per Obama per la terza volta! E' un razzismo alla rovescia per inclusione e non per esclusione, che ha i suoi progentiori dimenticati in figure come Voltaire che investiva i suoi soldi nella tratta degli schiavi dell'Africa e fantasticava sulle civiltà extraeuropee o Cesare Lombroso che alla fine del '800 osava dire che i neri erano l'anello di congiunzione tra le scimmie e i bianchi. Per concludere un film intelligente che si vede senza un attimo di rallentamento dall'inizio alla fine, che dimostra una regia sicura anche se di un principiante (Chazelle insegna), una buona fotografia e alcune scene comiche veramente esilaranti.
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ilcritico89
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mercoledì 10 maggio 2017
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divertente e inquietante allo stesso tempo
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In una marea di film ormai banali,prevedibili e tutti uguali spunta finalmente un film diverso quasi innovativo per le tematiche trattate in un contesto come quello del cinema horror.
Ho potuto vederlo in anteprima al cinema e per alcuni aspetti mi ha subito ricordato The Visit,altro film dove era presente la componente humor qui ancora più accentuata grazie ad alcune scene ma soprattutto dialoghi veramente esilaranti tra alcuni protagonisti.
Ma un film horror che si rispetti deve trasmettere paura allo spettatore e questo Get Out riesce nell'intento addirittura senza l'ultilizzo di mostruosità,jump scare o sangue ma grazie a inquadrature e espressioni facciali davvero inquietanti in grado di tenere sempre in allerta lo spettatore.
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In una marea di film ormai banali,prevedibili e tutti uguali spunta finalmente un film diverso quasi innovativo per le tematiche trattate in un contesto come quello del cinema horror.
Ho potuto vederlo in anteprima al cinema e per alcuni aspetti mi ha subito ricordato The Visit,altro film dove era presente la componente humor qui ancora più accentuata grazie ad alcune scene ma soprattutto dialoghi veramente esilaranti tra alcuni protagonisti.
Ma un film horror che si rispetti deve trasmettere paura allo spettatore e questo Get Out riesce nell'intento addirittura senza l'ultilizzo di mostruosità,jump scare o sangue ma grazie a inquadrature e espressioni facciali davvero inquietanti in grado di tenere sempre in allerta lo spettatore.
Insomma se siete anche voi come me stufi dei soliti film horror dalle tematiche trite e ritrite questo film non vi deluderà pur essendo inferiore sull'aspetto puramente horror ad altri film del genere.
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loland10
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mercoledì 24 maggio 2017
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invito a cena...con sorpresa
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“Get out. Scappa” (Get out, 2017) è il primo lungometraggio dell’attore- regista Jordan Peele.
Opera prima e dai produttori de ‘The Visit’ e ‘La notte del giudizio’. E questo indica già un percorso: dissacrante quanto basta, schema di genere quanto serve, livore sociale per partire. Ecco servito un film a basso budget (meno di 5 milioni di dollari) e un incasso (ancora in crescita) di oltre duecento milioni di dollari.
Scappa, scappa, scappa. “Te l’avevo detto di non andare..” dice l’amico a Chris.
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“Get out. Scappa” (Get out, 2017) è il primo lungometraggio dell’attore- regista Jordan Peele.
Opera prima e dai produttori de ‘The Visit’ e ‘La notte del giudizio’. E questo indica già un percorso: dissacrante quanto basta, schema di genere quanto serve, livore sociale per partire. Ecco servito un film a basso budget (meno di 5 milioni di dollari) e un incasso (ancora in crescita) di oltre duecento milioni di dollari.
Scappa, scappa, scappa. “Te l’avevo detto di non andare..” dice l’amico a Chris. Sembra rimproverare anche il pubblico per aver scelto il film. Un ghigno ristretto e un sorriso a bocca stretta prima di ripartire con l’auto di ordinanza con lampeggianti e lasciare il set intriso di sangue e orribili ricordi.
Il film schiamazza e scandaglia il retrò post-modernizzato di generi mescolati e di un horror che cita altro in modo (abbastanza) congruo intelligente parafrasando il mondo odierno e la politica sociale che è rimasta ancora ai muri contro muri.Nel paese a stelle e strisce c'è stata una 'sfornata' di storie (anche tratte da fatti veri) su argomenti riguardanti il colore della pelle, il razzismo e le leggi che operano solo per una parte del mondo. Certo la svolta politica americana (nel senso del nuovo presidente eletto) ha portato a tutti a leggere queste produzioni contro il nuovo orientamento (politico): certo che viene fuori il senso (auto)critico della società in cui si vive e la forza di smuovere ogni cosa.
Rose eChris. Lei bianca, lui nero si amano. C’è l’invito ufficiale a casa dei genitori di lei. Un posto isolato in mezzo al verde e ai boschi. Si mangia, si parla e il fratello di Rose, Armitage si pone in modo scorbutico, un fuori pieno di se, poi c’è il giardiniere che corre come un pazzo di notte (e tra l’altro dice a Chris ‘di non farsela scappare’ riferendosi a Rose con un viso che è tutto un programma e infine c’è la governante, strana nel sorriso e nello sguardo. I genitori di Rose da amici del nuovo arrivato nascondono segreti demoniaci. Ed ecco che nell’ultimi venti minuti il piatto horror è servito.
L'orrore è un genere da prendere con le pinze perché alla fine si ha la sensazione di sapere l'accaduto e anche eventuali svolte, sia sanguinolenti che splatter, sia di voci che di musiche, sia di volti che di rughe allentate sanno di visto e/o di gioco virtuoso per avere un certo epilogo (degno e alquanto logico). Ad un certo punto i colpi (non di scena) sono tanti e i mezzi per far fuori i vari componenti (la famiglia) interagiscono con battute, antefatti e battute (già dette). Non si va tanto per il sottile e tra tagli di crani, cervelli aperti (che uno si aspetta, senza logica, l’arrivo di Hannibal Lecter), colpi i canna, chiavi che non si trovano, sedia-galera, corna di cervo, zombie che rivivono si ha la sensazione che si vuole strafare. Si passa e si ripassa più di un genere come di pellicole già designate (lo stesso regista menziona i suoi preferiti).
Glamour di accoglienza, abbracci e convenevoli: la famiglia Armitage ospitale e aperta;
Esempio di virtuosismo umano con convenevoli costruiti e leccornie viziose;
Tutti pronto per (non) indovinare chi viene a cena perché… ogni gioco si rivela solo mortale;
Occhi discreti e malvagi sul Bingo che scruta il vincitore per un colore della pelle superfluo;
Ulula il lupo mannaro dell’ingordigia umana e senza spese comprare l’in-acquistabile (giovane in un corpo quasi esamine);
Trucco medico e operazioni(genetiche) per vivere bene e non guardare mai l’altrui bisogno.
Oltre il colore della pelle, il film ripiega il passato, annulla il presente e pensa di prendere il futuro con cervelli sempre freschi e forze fisiche giovani (e virili). Alla fine chi ti vuole troppo bene ti sfruttoa oltre all’inverosimile.
Due immagini (tra le tante): il volto, in primo piano di Dean Armitage (raccapricciante e agghiacciante) mentre si prepara a prendere i ‘ferri’ del mestiere e la postura di Jeremy Armitage (a suo agio nei modi orribili) mentre trasporta le sue vittime. Lezione di altre lezioni.
Convincente il cast; la scrittura langue per i risvolti sanguinolenti che (in fondo) ti aspetti. E il Bingo si è capito da subito….che. Poi mentre guarti ti chiedi come mai l’adunata di festa (tutti bianchi…a parte uno…) ha una età media di….molti anta. I vecchietti vogliono divertirsi….
Voto: 6½/10.
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pedro
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venerdì 6 aprile 2018
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uno dei film recenti più sopravvalutati
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Giudizio non uniforme.
Anticipo: poche volte ho visto un fim cosi sopravvalutato, nei giudizi, nelle nomination Oscar e negli incassi.
Già detto: non è un horror, ma un trhiller psicologico.
Detto questo il film si fa guardare, ma quasi esclusivamente nella prima parte (diciamo fino al flash al collega “sex slave”).
La seconda lascia (molto) perplessi.
Faccio solo alcuni esempi di contraddizioni o incongrunze poco accettabili e che rendono inverosimile anche trame fantasiose: Anche ammettendo che le altre vittime “degli ipnotici” siano andate a casa dei suoceri senza avvisare nessuno, è difficile credere che la scomparsa del protagonista sarebbe passata inosservata da suoi, e loro amici (cioè della coppia).
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Giudizio non uniforme.
Anticipo: poche volte ho visto un fim cosi sopravvalutato, nei giudizi, nelle nomination Oscar e negli incassi.
Già detto: non è un horror, ma un trhiller psicologico.
Detto questo il film si fa guardare, ma quasi esclusivamente nella prima parte (diciamo fino al flash al collega “sex slave”).
La seconda lascia (molto) perplessi.
Faccio solo alcuni esempi di contraddizioni o incongrunze poco accettabili e che rendono inverosimile anche trame fantasiose: Anche ammettendo che le altre vittime “degli ipnotici” siano andate a casa dei suoceri senza avvisare nessuno, è difficile credere che la scomparsa del protagonista sarebbe passata inosservata da suoi, e loro amici (cioè della coppia). Ma che aveva un solo amico? Non frequentavano nessuno?
Fa gioco al film (anzi: direi che sono tra i migliori momenti del film) il pacioccone agente della sicurezza aeroporti, ma non contribuisce alla coerenza della storia. Perchè quel dettaglio non richiesto “è andato via in taxi” detto dalla fidanzata psicopatica?
Infine si poteva fare molto meglio nel meccanismo della fuga: come abbia fatto a mettersi quella fibra sulle orecchie non è informazione nota. Sul perchè si trapanesse il cervello del ricevente, mentre l’altro stava ancora in camera, difficilmente compatibile con i tempi e modi del trapianto. Ma soprattutto risulta inverosimile che il prigioniero donante, infomato da un obseoleto TV su cosa lo attende, non abbia nessuna videocamera di sicurezza che lo sorvegli (pareva esserlo quel grande trofeo di cervo inquadrato sovente, ma solo perchè futura arma di offesa).
Insomma. Dopo la prima parte ci si aspettava qualcosa di (molto) meglio.
Alla fine lascia quasi interdetti, sconcertati nella mediocre soluzione finale. Non resta nulla.
Visti gli anteriori commenti, capisco che molti non saranno daccordo, ma per me merita 1 e mezzo (media tra io 3 della prima parte e l’uno della seconda). Alla fine proponedo per 2.
NB visto in lingua originale.
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luca scialo
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domenica 22 novembre 2020
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un thriller tra politica, splatter ed ironia
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Il Cinema hollywoodiano ci ha spesso regalato dei film che trattano tematiche sociali attraverso una chiave alternativa. Mediante dei generi che poco si confanno allo scopo. Nonché film che trattano quel che Luis Bunuel chiamava già 50 anni fa: il fascino discreto della Borghesia. Si ascrive a questo filone questa pellicola, che segna l'esordio di Jordan Peele. Ci troviamo un po' di tutto: dal classico thriller che si svela a poco a poco, tra suspance e colpi di scena, alle tematiche razziali, fino ai momenti ironici che spezzano il tutto. Chirs e Rose sono una coppia moderna. Lui ragazzo di colore che viene dal nulla. Lei figlia di una famiglia borghese, radical chic. Un giorno lei decide di farlo conoscere ai suoi.
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Il Cinema hollywoodiano ci ha spesso regalato dei film che trattano tematiche sociali attraverso una chiave alternativa. Mediante dei generi che poco si confanno allo scopo. Nonché film che trattano quel che Luis Bunuel chiamava già 50 anni fa: il fascino discreto della Borghesia. Si ascrive a questo filone questa pellicola, che segna l'esordio di Jordan Peele. Ci troviamo un po' di tutto: dal classico thriller che si svela a poco a poco, tra suspance e colpi di scena, alle tematiche razziali, fino ai momenti ironici che spezzano il tutto. Chirs e Rose sono una coppia moderna. Lui ragazzo di colore che viene dal nulla. Lei figlia di una famiglia borghese, radical chic. Un giorno lei decide di farlo conoscere ai suoi. E quella casa, così apparentemente borghese e tranquilla, si svela a poco a poco ricca di misteri inquietanti. Tra qualche debolezza e qualche trovata interessante, il film si pone a metà tra il thriller riuscito e la solita esagerazione del cinema commerciale.
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dandy
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venerdì 29 gennaio 2021
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"il nero oggi va di moda"
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L'esordio del regista è un riuscito ed originale incrocio tra "Indovina chi viene a cena" e "Society-The horror" rivisitati in chiave thriller-horrorifica(ma a detta di qualcuno c'è anche una vaga rilettura di "La notte dei morti viventi").Una riflessione inedita sul razzismo negli USA,che non ha trovato una soluzione nemeno durante la presidenza Obama(puntualmente citato) e sull'esasperante buonismo di chi da bianco(e ricco) vuole a tutti i costi mostrare la propria apertura e tolleranza.Il dramma viene reso chiaro dall'inizio con la sequenza nel quartiere deserto,ma nonostante questo tensione e inquietudine sono costanti e l'angoscia sempre più crescente del protagonista è ben trasmessa allo spettatore,facendo il minimo ricorso al sangue(concentrato nel finale).
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L'esordio del regista è un riuscito ed originale incrocio tra "Indovina chi viene a cena" e "Society-The horror" rivisitati in chiave thriller-horrorifica(ma a detta di qualcuno c'è anche una vaga rilettura di "La notte dei morti viventi").Una riflessione inedita sul razzismo negli USA,che non ha trovato una soluzione nemeno durante la presidenza Obama(puntualmente citato) e sull'esasperante buonismo di chi da bianco(e ricco) vuole a tutti i costi mostrare la propria apertura e tolleranza.Il dramma viene reso chiaro dall'inizio con la sequenza nel quartiere deserto,ma nonostante questo tensione e inquietudine sono costanti e l'angoscia sempre più crescente del protagonista è ben trasmessa allo spettatore,facendo il minimo ricorso al sangue(concentrato nel finale).Il disagio è palpabile(si veda la scena della foto "scatenante" o la conversazione con la cameriera tentennante)e le uniche concezioni all'umorismo sono affidate all'amico del protagonista Rod,guardia sospettosa che cerca invano aiuto(presso ufficiali afroamericani).Intelligentemente evitati certi clichè(qui il cellulare funziona e il doppiogiochismo del personaggio-chiave è rimandato all'ultimo).Suggestive le sequenze dell'ipnosi e della corsa nottura del servo Walter.Ottimi sia il protagonista che il resto del cast.Belle musiche di Michael Abels.Qualche cedimento giusto nell'ultima parte,un pò sbrigativa,ma perdonabile.Grandissimi il successo e la pubblicità in patria.Il regista co-produce con la Blumhouse.Oscr alla sceneggiatura originale,su 4 nominations.
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wolvie
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lunedì 5 aprile 2021
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new horror black
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Il genere horror/distopico della Blumhouse nasce con la saga filmica " The Purge" e da questo " Get Out", sotto l' egida di Jason Blum e Jordan Peele. Molto si è detto sul tentativo di proporsi come lettura "afro" di critica socio-politica, infatti, la sceneggiatura originale nel 2018 ha vinto l' Oscar ed altri prestigiosi premi, anche grazie all' epoca storica, dove il movimento sociale Blake Lives Matter, creatosi dopo l' omicidio, da parte delle forze dell' ordine, dell' afroamericano Eric Garner, che pronunciò la frase " I can t breathe", ripetuta anche da altri, fino all' ultimo omicidio di George Floyd, é riuscito a scuotere l' opinione pubblica e quindi anche il mondo hollywoodiano e la sua visione filmica.
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Il genere horror/distopico della Blumhouse nasce con la saga filmica " The Purge" e da questo " Get Out", sotto l' egida di Jason Blum e Jordan Peele. Molto si è detto sul tentativo di proporsi come lettura "afro" di critica socio-politica, infatti, la sceneggiatura originale nel 2018 ha vinto l' Oscar ed altri prestigiosi premi, anche grazie all' epoca storica, dove il movimento sociale Blake Lives Matter, creatosi dopo l' omicidio, da parte delle forze dell' ordine, dell' afroamericano Eric Garner, che pronunciò la frase " I can t breathe", ripetuta anche da altri, fino all' ultimo omicidio di George Floyd, é riuscito a scuotere l' opinione pubblica e quindi anche il mondo hollywoodiano e la sua visione filmica.
Devo dire, però, che a distanza di qualche anno, la Blumhouse ha sfornato poi diversi prodotti di altalenante risultato: pollice su per " Noi", meno per altri prodotti piu' labili, ad esempio i film tv realizzati per la piattaforma Prime Video durante Halloween 2020; oppure pollice su per la miniserie western Sky su John Brown, meno per " Ma"..
Chris ( afro fisicato), si fa convincere da Rose (wasp white), sua fidanzata, ad andare a fare visita alla famiglia di lei in Alabama. Ma i suoi parenti, all' apparenza "aperti" e progressisti pro Obama, nascondono un terribile segreto. Guarda caso, i neri presenti sono molto pochi e hanno comportamenti ben strani. La schiavitù forse non é stata abolita del tutto?
Fortuna per Chris,che il suo strambo amico Rod, addetto alla sorveglianza in aeroporto, non demorda nel suo intento di dimostrare che Chris sia stato rapito a scopi sessuali !!!
Interessante, intrigante, un pregio della Blumhouse è quello che una volta scoperti i "cattivi", non ci sono più ambiguità e la lotta per la sopravvivenza finisce sempre in maniera didascalica, per intenderci, siamo lontani anni luce dall ambiguità dialettica della saga di " Saw "".
Godibile, ma date le alte aspettative, mi aspettavo un prodotto più durevole nel tempo.
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elgatoloco
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venerdì 3 giugno 2022
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grotteso-satirico, thriller/hortor
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Questo"Get up"(Jordan Peele, anche autore si soggetto e sceneggiaqtura, 2017), film thriller.horror o con venature horror(che poi e'lo stesso o quasi)parla di una coppia dove lui, noto fotografo afroamericano, ariva con la fidanzata Wasp alla casa dei suoi(di lei)e incontra subito uno strano mondo: lui, neurochiriurgo. si dice subito elettetore di Obama("l'avrei votato anche per il terzo mandato, se si potresse", afferma)e la moglie, psichiatra(negli States le titoalrita' in campo "psico"sono altre da quelle europee), che si rivela curiosissima, lo ipnotizza e gli fa rivivere momenti darammatici della sua esistenza()da bambino ha perso la madre in modo tragico), ma anche tutto l'ambiente si rivela"strano": due domestici di colore, il resto bianchi strani(anche un gallerista che il protagonista conosce, avendo esposto nella sua galleria), finche', anche con l'aiuto di un amico, agente TSA, scopre che molte cose"non vanno"in quel posto.
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Questo"Get up"(Jordan Peele, anche autore si soggetto e sceneggiaqtura, 2017), film thriller.horror o con venature horror(che poi e'lo stesso o quasi)parla di una coppia dove lui, noto fotografo afroamericano, ariva con la fidanzata Wasp alla casa dei suoi(di lei)e incontra subito uno strano mondo: lui, neurochiriurgo. si dice subito elettetore di Obama("l'avrei votato anche per il terzo mandato, se si potresse", afferma)e la moglie, psichiatra(negli States le titoalrita' in campo "psico"sono altre da quelle europee), che si rivela curiosissima, lo ipnotizza e gli fa rivivere momenti darammatici della sua esistenza()da bambino ha perso la madre in modo tragico), ma anche tutto l'ambiente si rivela"strano": due domestici di colore, il resto bianchi strani(anche un gallerista che il protagonista conosce, avendo esposto nella sua galleria), finche', anche con l'aiuto di un amico, agente TSA, scopre che molte cose"non vanno"in quel posto. Vi si praticano esperimenti e trapianti di cranio, usando quasi s empre afroamericani giovnai, a vantaggio di persone bianche e anziane. Rimane quasi coinvolto nella"cosa"(anchee la sua fidanzata si rivela curiosamnte "embadded"nella questione, oltre qualche possibile supposizione in merito), decide di andarsene8cfr, il titolo, gia'esplicito e d'altronde la frase gli era stata proposta gridando quando si era imbattuto in una persona che effettivamente conosceva, ma che aveva trovato molto cambiato), e il fiale si rivela salvifico per lui(che viene salvato dall'amico agente)ma tragico per la sua(ormai possiamo dire"ex"girl.friend"). Film dalla solida strutturaa, pur nella inserzione di elementi progressivamente aggiunti, anzi proprio per questo, "Get Up"e'uno dei film piu'interessanti di questo scorcio di tardi anni 2010, ormai passato da un lustro ma comunque sempre"aggettante"sulll'estetica e poetica filmica attuale: c'e'il tema razziale, comunque ancora vivo in questi States nel quale il problema sembrava totalmente assopito.-superato, la cmmistione tra tratti gortico.fantastici e "realte?"convince, tutto sembra(ed e') perferrtamente strutturato, appunto. Notevoli i protaognisti Daniel Kaluuya e Allison WIlliams, Bradley Whitford e Katherine Keener nella parte dei genitori di lei, Li Rel Howery l'agente amico del protagonista, ma in complesso tutti/e)sono pienamente"In parte". El Gato
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