laurence316
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lunedì 23 gennaio 2017
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la crisi dei valori nell'america contemporanea
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Scritto da Taylor Sheridan (già dietro a Sicario), la cui sceneggiatura finisce nella Black List e viene giudicata la migliore del 2012, e diretto dallo scozzese D. McKenzie, Hell or High Water (il cui titolo si riferisce ad un modo di dire: "come hell or high water", che significa "qualunque cosa accada", ma anche "ad ogni costo") è un affascinante western postmoderno in cui al posto dei cavalli ci sono le auto e in cui è fortemente accentuata l'idea della fine di un'epoca (è il caso della scena della transumanza dei capi da bestiame da parte di cowboys che suonano quasi anacronistici), una tragica parabola sull'America, in cui a contare è solo il denaro, in tutte le sue declinazioni.
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Scritto da Taylor Sheridan (già dietro a Sicario), la cui sceneggiatura finisce nella Black List e viene giudicata la migliore del 2012, e diretto dallo scozzese D. McKenzie, Hell or High Water (il cui titolo si riferisce ad un modo di dire: "come hell or high water", che significa "qualunque cosa accada", ma anche "ad ogni costo") è un affascinante western postmoderno in cui al posto dei cavalli ci sono le auto e in cui è fortemente accentuata l'idea della fine di un'epoca (è il caso della scena della transumanza dei capi da bestiame da parte di cowboys che suonano quasi anacronistici), una tragica parabola sull'America, in cui a contare è solo il denaro, in tutte le sue declinazioni. Un film in cui si posa uno sguardo amaro su una società persa e sugli individui che la popolano, una società divisa, ferita, in cui la distinzione tra giustizia e vendetta sommaria è quanto mai labile (agli occhi di un europeo risulta sempre impressionate vedere il numero di persone armate e alcune di loro che, in una sequenza da vero western, si mettono ad inseguire i criminali organizzando una sorta di posse “indipendente” per farsi, per l'appunto, giustizia da soli). Ma non vi è solo questo: il motore di tutto, com’è reso palese ed evidente, ciò che sta dietro ad ogni cosa è l’avidità delle banche, che, costringendo gli individui a scelte disperate, è all’origine dell’escalation di sangue e violenza del film. Ci sono poi riflessioni non banali circa le contraddizioni di una nazione fondata sul sangue (al pari di molte altre), spazzando via intere popolazioni e specie. Nulla di nuovo, potrebbe dire qualcuno, ed è senz’altro vero. Ma Hell or High Water costruisce personaggi a tutto tondo (memorabile il Texas Ranger di Bridges) e, seppur non innovando profondamente il genere, rimane un buon film western contemporaneo, vivido e spietato, ben diretto e fotografato. Ed è anche capace di ironia, che non guasta mai. Ottime le interpretazioni di tutto il cast. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, ben accolto da critica e pubblico, in Italia salta però il passaggio per il grande schermo e viene direttamente reso disponibile sulla nota piattaforma on demand Netflix a partire dal novembre 2016.
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no_data
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giovedì 24 novembre 2016
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l'america oggi
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L'America che si svela in tutta la sua nudità di miseria (causa le banche), di prepotenza (causa l'uso e abuso delle armi) è il ritratto assolutamente realistico di un Paese che non può più fingere di sognare. Insomma, sono lontani i tempi di Arizona dream di Kusturica. Film stilisticamente perfetto, dove anche per i cosiddetti cattivi diventa impossibile non parteggiare. Ed è questo, forse, l'unico neo del film. Perché in un mondo in crisi di valori diventa decisamente diseducativo, presentare benevolmente un eroe comunque negativo. Anche se a fini di ruscatto sociale.
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gianleo67
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mercoledì 30 novembre 2016
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the place beyond the...pine
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Le scorribande criminali di due fratelli decisi a riscattare l'ipoteca sulla fattoria di famiglia grazie ad una implacabile sequenza di fulminee rapine alle banche locali, si interrompe quando trovano sulla propria strada un ranger prossimo alla pensione ed il suo vice di origini Comanche. Finale cruento.
Sulle note di una travolgente colonna sonora country ed il montaggio serrato di una ballata western tra i polverosi sterrati e le brulle pianure del Texas, il britannico MacKenzie si lancia Fino all'ultimo respiro in una storia di riscatto e dannazione che attraversa le contraddizioni di un'America che non c'è più, tra un terra dei padri conquistata dall'uomo bianco, fattorie dove crescono i pozzi di petrolio e transumanze di solitari cowboy che attraversano per l'ultima volta un fiume destinato a prosciugarsi e scomparire.
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Le scorribande criminali di due fratelli decisi a riscattare l'ipoteca sulla fattoria di famiglia grazie ad una implacabile sequenza di fulminee rapine alle banche locali, si interrompe quando trovano sulla propria strada un ranger prossimo alla pensione ed il suo vice di origini Comanche. Finale cruento.
Sulle note di una travolgente colonna sonora country ed il montaggio serrato di una ballata western tra i polverosi sterrati e le brulle pianure del Texas, il britannico MacKenzie si lancia Fino all'ultimo respiro in una storia di riscatto e dannazione che attraversa le contraddizioni di un'America che non c'è più, tra un terra dei padri conquistata dall'uomo bianco, fattorie dove crescono i pozzi di petrolio e transumanze di solitari cowboy che attraversano per l'ultima volta un fiume destinato a prosciugarsi e scomparire.
Se le vicissitudini criminali di due fratelli belli e dannati ricalca la migliore tradizione del cinema di genere americano recentemente esaltata dall'ottima prova dell'autoctono Derek Cianfrance, questo The place beyond the...Pine (nel senso di Chris) in salsa texana, si fa apprezzare oltre che per l'ottima scrittura dei caratteri e della storia, soprattutto per l'abilità tecnica di una messa in scena in grado di cogliere tutti gli elementi significativi di quelle contraddizioni sociali; da un incipit che ricapitola in un mirabolante piano sequenza la simbologia del terzetto Dio, Patria, Famiglia che non sembrano molto andare d'accordo tra loro al montaggio alternato che conduce due coppie di caratteri antitetici e complementari insieme, verso il rendez-vous di un inesorabile Vanishing Point in mezzo al deserto. Attraversato dall'ironia sottile e amara di un conflitto sociale (famiglia contro banche) ed etico (giustizia contro crimine) che si gioca il tutto per tutto sulle scadenze di un imminente pensionamento (The Pledge - 2001) piuttosto che su quelle di un mutuo che rischia di ipotecare il futuro dei propri figli e cancellare la memoria dei genitori, questa crime story on the road coniuga con leggerezza e solidità la sua doppia anima di film d'azione e dramma di riflessione, percorrendo una strada lastricata di dollari facili ed alimentando la tensione nel rimandare fino alla fine la sua resa dei conti ad un epilogo cruento e beffardo che reclama una vendetta destinata a non consumarsi mai.
Accorto nel bilanciare il respiro degli spazi aperti della sconfinata steppa americana con lo stringente determinismo di un circle rouge che attende al varco i suoi concitati antagonisti, finisce per cedere alla tentazione di abbandonarsi ad un finale irrisolto e consolatorio che pareggi i conti del destino e confermi la tempra dei suoi caratteri dominanti.
Da antologia la prova di uno spassoso Jeff Bridges, texas ranger dalla pronuncia biascicante e dalla lingua sferzante, e promossi a pari merito i fratelli criminali (e diversi) dei dioscuri biondi Chris Pine e Ben Foster, degni figli di una Bloody Mama prematuramente abbandonata sul letto di morte.
Presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2016, esce il Italia solo on demand sulla nota piattaforma di cui sapete il nome.
"Tu dove vai fratello?
Sei partito che era ancora notte,
e adesso già l'asfalto sotto ai tuoi piedi si sta squagliando...
Tu da che parte stai?
Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati?
O di chi li ha costruiti? Rubando?"
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joecondor
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lunedì 28 novembre 2016
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gran bel film..foster bridges pine oscar
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Bellissimo film,amaro spaccato di una America in crisi con 2 fratelli alla deriva ed alla ricerca di un'ancora di salvezza dalle Banche...la vera colpevole in un dramma che sfocia nella violenza quotidiana.Girato molto bene,dialoghi impeccabili e le interpretazione formidabili ma con Jeff Bridges veramente da Oscar nel solido ruolo di uno sceriffo sulla soglia della pensione che vuole vederci chiaro in una verità che lascia morti per strada e , giustamente da uomo di legge tenacemente la scopre...ma come Maigret al di là delle circostanze di legge negli animi umani....perchè la legge è senza speranza in quanto lascia tutto appeso alle circostanze e,purtroppo si ferma lì.Bello finale...Bridges e Foster da incorniciare
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fede17
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giovedì 9 febbraio 2017
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un mondo privo di valori
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Ho visto Hell or High water prima delle attesissime nomination agli Oscar, e pensavo si fermasse a una semplice nomination ai Golden globes. Immaginate il mio stupore quando ho visto la pellicola di David Meckeinze affianco a film di alto livello come Arrival e La la Land... Con questo non voglio dire che sia solo un film mediocre pompato dalla critica, anzi, è una pellicola ben fatta che tratta tematiche molto attuali, soprattutto nel mondo privo di valori in cui viviamo. La regia "oscarizzata" di David Meckeinze, accompagnata da un emblematica colonna sonora, dà risalto ai singolari personaggi di Jeff Bridges, Ben Foster e Chris Pine, tutti e tre molto bravi, anche se il buon vecchio Jeff spicca fra tutti.
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Ho visto Hell or High water prima delle attesissime nomination agli Oscar, e pensavo si fermasse a una semplice nomination ai Golden globes. Immaginate il mio stupore quando ho visto la pellicola di David Meckeinze affianco a film di alto livello come Arrival e La la Land... Con questo non voglio dire che sia solo un film mediocre pompato dalla critica, anzi, è una pellicola ben fatta che tratta tematiche molto attuali, soprattutto nel mondo privo di valori in cui viviamo. La regia "oscarizzata" di David Meckeinze, accompagnata da un emblematica colonna sonora, dà risalto ai singolari personaggi di Jeff Bridges, Ben Foster e Chris Pine, tutti e tre molto bravi, anche se il buon vecchio Jeff spicca fra tutti. Hell or high water, seppur risulti essere un film ben fatto, non esce dallo schermo e non penetra nei sentimenti dello spettatore, limitandosi a una buona storia di vita attuale, ma niente di più.
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liuk!
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mercoledì 5 aprile 2017
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western moderno
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Un western moderno con bandini, banche, indiani, rangers, prostitute, sparatorie, il tutto ambientato ai giorni d'oggi ma con realizzazione classica.
Il trio di attori è buono, la performance complessiva lascia il segno e la regia è attenta.
La storia, ovviamente, non può essere particolarmente innovativa e nemmeno troppo sviluppata, ma riesce comunque ad intrattenere dall'inizio alla fine.
Film consigliato soprattutto agli amanti del genere.
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luca scialo
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martedì 24 novembre 2020
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un road movie dove i rapporti tra due fratelli si rinsaldano
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Texas. Due fratelli rapinano banche di primo mattino, dandosi a fughe sgangherate e con non poca disorganizzazione. Il fine ultimo è di porre fine ad una vita di privazioni e finalmente dare un futuro dignitoso ai propri figli. O, almeno, questo è il progetto di uno di loro: Toby. Mentre l'altro, Tanner, si ritiene già sconfitto dalla vita e vuole aiutarlo a perseguire il suo obiettivo. Anche dando la vita. Sulla loro strada, però, troveranno un vecchio ranger e una popolazione texana ben armata. Bonnie & Clyde? Butch Cassidy & the Sundance Kid? Certo, questa è lontana anni luce da loro, ma ha un suo perché di interessante. Uno guascone e istintivo, l'altro sognatore e razionale. Un road movie, che parte in stile poliziesco e poi sfocia nella riflessione.
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Texas. Due fratelli rapinano banche di primo mattino, dandosi a fughe sgangherate e con non poca disorganizzazione. Il fine ultimo è di porre fine ad una vita di privazioni e finalmente dare un futuro dignitoso ai propri figli. O, almeno, questo è il progetto di uno di loro: Toby. Mentre l'altro, Tanner, si ritiene già sconfitto dalla vita e vuole aiutarlo a perseguire il suo obiettivo. Anche dando la vita. Sulla loro strada, però, troveranno un vecchio ranger e una popolazione texana ben armata. Bonnie & Clyde? Butch Cassidy & the Sundance Kid? Certo, questa è lontana anni luce da loro, ma ha un suo perché di interessante. Uno guascone e istintivo, l'altro sognatore e razionale. Un road movie, che parte in stile poliziesco e poi sfocia nella riflessione. Facendo anche ricordare, in tema di grandi del passato, Il gigante con James Dean. Che visse il proprio riscatto sociale grazie al petrolio. Paragoni azzardati ed eccessivi, sicuramente. Ma qualche spunto interessante qua e là non manca.
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andrea giostra
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sabato 26 novembre 2016
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i figli innanzitutto!
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“Hell or high water”è un Film molto interessante perché tratta un tema che quasi mai il cinema contemporaneo ha voglia di prendere in considerazione, se non in generi cartoon, fantastici, ovvero, dove la finzione narrativa è evidente ed esplicita!
Il Film è ambientato in un Texas ottimamente fotografato dal bravissimo Giles Nuttgens; la scenografia di Tom Duffielde di Wilhelm Pfauè scorrevole, coinvolgente ed empatica; la regia di David Mackenzie è ottima; il Cast di attori è molto azzeccato e tutti recitano il loro ruolo con maestria ed ottima identificazione della parte: non è un caso se al Festival del Cinema di Cannes 2016, dove il Film è stato presentato in anteprima mondiale, ha avuto gli onori della critica e del pubblico!
Il genere è certamente un western-thriller-contemporaneo molto efficace, che affronta e tratta i problemi che ogni uomo nel periodo storico che stiamo vivendo, quella della crisi economica internazionale del XXI Secolo, deve affrontare quotidianamente e risolvere per rimanere a galla e non cadere per non rialzarsi mai più!
“Qualunque cosa accada, a qualunque costo!” (significato reale dello slang statunitense “Hell or high water”), bisogna risolvere il problema, soprattutto se il problema da risolvere coinvolge i figli e il loro futuro.
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“Hell or high water”è un Film molto interessante perché tratta un tema che quasi mai il cinema contemporaneo ha voglia di prendere in considerazione, se non in generi cartoon, fantastici, ovvero, dove la finzione narrativa è evidente ed esplicita!
Il Film è ambientato in un Texas ottimamente fotografato dal bravissimo Giles Nuttgens; la scenografia di Tom Duffielde di Wilhelm Pfauè scorrevole, coinvolgente ed empatica; la regia di David Mackenzie è ottima; il Cast di attori è molto azzeccato e tutti recitano il loro ruolo con maestria ed ottima identificazione della parte: non è un caso se al Festival del Cinema di Cannes 2016, dove il Film è stato presentato in anteprima mondiale, ha avuto gli onori della critica e del pubblico!
Il genere è certamente un western-thriller-contemporaneo molto efficace, che affronta e tratta i problemi che ogni uomo nel periodo storico che stiamo vivendo, quella della crisi economica internazionale del XXI Secolo, deve affrontare quotidianamente e risolvere per rimanere a galla e non cadere per non rialzarsi mai più!
“Qualunque cosa accada, a qualunque costo!” (significato reale dello slang statunitense “Hell or high water”), bisogna risolvere il problema, soprattutto se il problema da risolvere coinvolge i figli e il loro futuro. Allora il messaggio del Film di David Mackenzieè molto chiaro e diretto: i figli vengono prima di tutto, prima della propria morale, prima della propria etica, prima della propria stessa vita!
La storia narrata è quella di un padre separato, che ha sempre vissuto in povertà, come tutte le generazioni della sua famiglia che lo hanno preceduto. «Una povertà che è come un virus che non si è mai staccata di dosso dalla famiglia in nessun modo, e che si tramanda di generazione in generazione!». E dove alberga il bisogno e la povertà, si sa, quello è terreno fertile per il cinismo delle multinazionali e dalle potenti lobby di banche internazionali!
Toby – Chris Pine – scopre che la tenuta dove è nato e cresciuto col fratello Tanner – Ben Foster – e la madre, vedova di un padre violento e sanguinario ucciso dal fratello Tanner in una battuta di caccia, è ricca di petrolio; ma al contempo, alla morte della madre, Toby scopre insieme che la tenuta è stata ipotecata dalla madre per dare da mangiare ai figli.
La narrazione filmica si sviluppa nel raccontare le dinamiche umane, sociali, criminali, di amicizia, di amore fraterno e filiale, di solidarietà, di comprensione umana e sociale tra classi sociali di pari livello, attraverso una serie di rapine in banche di periferia del Texas Midlans; rapine improvvisate il cui buon esito è affidato semplicemente al caso! È questo l’elemento cinematografico, messo ben in evidenza da David Mackenzie, che genera nello spettatore quella componente essenziale e penetrante di thriller che cattura l’attenzione con eleganza e purezza disarmante.
L’unico scopo di Toby è quello di raccogliere i soldi sufficienti da restituire alla banca che possiede l’ipoteca della madre; banca che non aspetta altro che pignorare il ranch, impossessarsene con le sue terre e l’immenso tesoro di oro nero da trivellare con facilità!
Il finale è sorprendente e per certi versi impreziosisce il Film che viene sorretto dalla brillante interpretazione del sempre più bravo Jeff Bridges, l’intelligente Detective-Ranger che prima di andare in pensione vuole lasciare una taccia professionale della sua bravura di investigatore e di poliziotto che ha saputo lottare contro il crimine di quelle terre desolate, desertiche, affascinanti, crude, brulle, ma altrettanto belle e affascinanti: come il Film, come il racconto, come la storia, per certi versi neo-realista e assai contemporanea.
Insomma, il Film è da vedere e certamente non deluderà.
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fede17
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giovedì 9 febbraio 2017
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un mondo privo di valori
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Ho visto Hell or High water qualche mese fa, prima delle attesissime nomination agli Oscar, e pensavo che si fermasse a una semplice nomination ai Golden Globe, mentre dopo qualche settimana alle candidature dei miglior film intravedo "Hell or high water". Non ci credo.
Con questo non voglio dire sia un brutto film sopravvalutato, anzi, è molto interessante e tratta tematiche che,(sebbene non mi stiano molto a cuore),sono molto attuali, soprattutto nel mondo privo di valori in cui ci troviamo. La regia è "oscarizzata", ben fatta, e dà risalto ai singolari personaggi di Jeff Bridges, Chris Pine e Ben Foster, tutti molto bravi, ma è il buon vecchio Jeff che spicca fra tutti.
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Ho visto Hell or High water qualche mese fa, prima delle attesissime nomination agli Oscar, e pensavo che si fermasse a una semplice nomination ai Golden Globe, mentre dopo qualche settimana alle candidature dei miglior film intravedo "Hell or high water". Non ci credo.
Con questo non voglio dire sia un brutto film sopravvalutato, anzi, è molto interessante e tratta tematiche che,(sebbene non mi stiano molto a cuore),sono molto attuali, soprattutto nel mondo privo di valori in cui ci troviamo. La regia è "oscarizzata", ben fatta, e dà risalto ai singolari personaggi di Jeff Bridges, Chris Pine e Ben Foster, tutti molto bravi, ma è il buon vecchio Jeff che spicca fra tutti. Tuttavia, seppur Hell or high water risulti una pellicola ben fatta, la storia non mi coinvolge e rimane distaccata, non penetrando nei sentimenti dello spettatore. È proprio questo il motivo per cui sono rimasto più che sorpreso di aver visto Hell or high water affianco a pellicole di grande livello come Arrival e La la Land.
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