marylene
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lunedì 18 marzo 2013
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piccoli uomini crescono....
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E’ la classica commedia all’italiana, primo tempo divertente, secondo zuccheroso per arrivare ad un happy end mielocaramelloso, passando per una spolverata di conflitto generazionale con nonni bizzarri ma fondamentalmente saggi, padri che “crescono”, scoprendo il valore e anche il piacere delle responsabilità genitoriali e figli che sopiscono la latente ribellione con un ritrovato affetto.
Buono il cast, a cominciare da Raoul Bova, che appare meno statico del solito, con qualche guizzo spiritoso e un discreto arricchimento espressivo e poi Giallini, ormai una garanzia e una serie di altri azzeccati caratteristi.
Brava come sempre Nicole Grimaudo
Edoardo Leo, qui nella doppia veste di attore e regista, interpreta con un certo brio il tenero eterno perdente e dirige con delicatezza e mano sufficientemente sicura un prodotto tipicamente made in Italy a cui bisogna riconoscere una comicità pulita e genuina.
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E’ la classica commedia all’italiana, primo tempo divertente, secondo zuccheroso per arrivare ad un happy end mielocaramelloso, passando per una spolverata di conflitto generazionale con nonni bizzarri ma fondamentalmente saggi, padri che “crescono”, scoprendo il valore e anche il piacere delle responsabilità genitoriali e figli che sopiscono la latente ribellione con un ritrovato affetto.
Buono il cast, a cominciare da Raoul Bova, che appare meno statico del solito, con qualche guizzo spiritoso e un discreto arricchimento espressivo e poi Giallini, ormai una garanzia e una serie di altri azzeccati caratteristi.
Brava come sempre Nicole Grimaudo
Edoardo Leo, qui nella doppia veste di attore e regista, interpreta con un certo brio il tenero eterno perdente e dirige con delicatezza e mano sufficientemente sicura un prodotto tipicamente made in Italy a cui bisogna riconoscere una comicità pulita e genuina.
Alla fine i buoni sentimenti del volemose bene trionfano, lasciando allo spettatore un retrogusto dolciastro ma non stomachevole e per questo decisamente perdonabile.
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ultimoboyscout
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domenica 19 maggio 2013
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la cosa più bella del mondo.
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Edoardo Leo dirige una sorprendente commedia sentimentale che ricorda da molto vicino la scuola british e un Raoul Bova in un ruolo alla Hugh Grant. E' la storia di Andrea, incallito sciupafemmine con un'ottima carriera all'interno di un'agenzia di product placement al quale tutto sembra andare per il verso giusto fino a quando non bussa alla sua porta Layla, una diciassettenne che dice di essere sua figlia, accompagnata da un improbabile nonno fricchettone ed ex rockettaro. Andrea, interpretato da Bova, è l'esasperazione dei nostri tempi e della nostra società: 40enne adolescente con la sindrome del tronista, gli fa da specchio il giovane nonno, interpretato da un Giallini sempre più padrone della scena, che gli insegna che nella vita si è veramente liberi solo se si ama e non scappando.
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Edoardo Leo dirige una sorprendente commedia sentimentale che ricorda da molto vicino la scuola british e un Raoul Bova in un ruolo alla Hugh Grant. E' la storia di Andrea, incallito sciupafemmine con un'ottima carriera all'interno di un'agenzia di product placement al quale tutto sembra andare per il verso giusto fino a quando non bussa alla sua porta Layla, una diciassettenne che dice di essere sua figlia, accompagnata da un improbabile nonno fricchettone ed ex rockettaro. Andrea, interpretato da Bova, è l'esasperazione dei nostri tempi e della nostra società: 40enne adolescente con la sindrome del tronista, gli fa da specchio il giovane nonno, interpretato da un Giallini sempre più padrone della scena, che gli insegna che nella vita si è veramente liberi solo se si ama e non scappando. Storia assolutamente emozionante, garbata e delicata ma buffa, con una parte romantica fortemente accentuata, dove emozioni e commoventi sentimenti si mescolano a ironia e comicità ma i banale. Il film insegna ad essere se stessi e non infallibili, ad essere sinceri e non perfetti e che anche Peter Pan può essere un buon capofamiglia, seppur improvvisato. Leo, dopoa ver diretto qualche anno fa "18 anni dopo", alza il tiro: cast d'eccezione, produzione Medusa e forti ambizioni per un film che può conquistare ben tre generazioni, figli, genitori e nonni. Inoltre, incredibile a dirsi, Bova mostra tempi comici insospettabili mentre Giallini, vestito e truccato come uno dei Kiss, con la chitarra elettrica in mano vale da solo il prezzo del biglietto! Senza dimentica Edoardo Leo, davvero maturo, che si divide tra set e regia giocando di sottrazione. I quattro personaggi, tutti diversi se non del tutto lontanissimi, alla fine trovano terreno comune complice l'intelligente struttura su più livelli su cui si regge l'intera pellicola. Film simpatico, godibile, riuscito, a tratti commovente nonostante qualche ingenuo difettuccio, tipo il lietissimo fine (non poteva finire diversamente comunque) e un certo rassicurante buonismo conformista di fondo. In Italia bravi attori e registi ci sarebbero pure, basterebbe iniziare ad utilizzarli a dovere con storie giuste che li esaltino. Potrebbe essere già un buon punto di (ri)partenza.
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trammina93
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venerdì 18 luglio 2014
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carino e gradevole
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Ho posticipato sempre la visione di questo film perché mi aspettavo un film piuttosto bruttino, poi ovviamente il fatto che ci fosse Raoul Bova, la cui recitazione il più delle volte non gradisco, non mi faceva venire affatto voglia di vederlo. Invece qualche giorno fa ho deciso di guardarlo e devo dire che non è stato male. Stima per Edoardo Leo, giovane talentuoso che dimostra di non essere un buono a nulla come tanti giovani di oggi ma riesce anche a fare un film, oltre a recitare piuttosto bene. Il team d Massimiliano Bruno, a cui si deve il soggetto del film, si rivela sempre più in gamba. Tendono a formare sempre un solito gruppetto di persone che però si dimostrano capaci: Massimiliano Bruno (qui non presente sullo schermo), Raoul Bova, Edoardo Leo, nei film di Bruno anche Papaleo.
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Ho posticipato sempre la visione di questo film perché mi aspettavo un film piuttosto bruttino, poi ovviamente il fatto che ci fosse Raoul Bova, la cui recitazione il più delle volte non gradisco, non mi faceva venire affatto voglia di vederlo. Invece qualche giorno fa ho deciso di guardarlo e devo dire che non è stato male. Stima per Edoardo Leo, giovane talentuoso che dimostra di non essere un buono a nulla come tanti giovani di oggi ma riesce anche a fare un film, oltre a recitare piuttosto bene. Il team d Massimiliano Bruno, a cui si deve il soggetto del film, si rivela sempre più in gamba. Tendono a formare sempre un solito gruppetto di persone che però si dimostrano capaci: Massimiliano Bruno (qui non presente sullo schermo), Raoul Bova, Edoardo Leo, nei film di Bruno anche Papaleo. Anche in questo film, dopo Nessuno mi può giudicare, ho trovato gradevole la recitazione di Bova; il ruolo del fighettino che a quarant'anni vive ancora di discoteca e storie lampo gli si addice, ho dedotto che mi sta antipatico col ruolo del buono dai sani valori. Il film merita di essere visto già solo per Marco Giallini che è a dir poco esilarante, il suo personaggio è veramente grottesco, la maggior parte delle volte che ho riso è stato per una sua battuta. Edoardo Leo mi è piaciuto molto, si è dato il ruolo più bello in tutto il film: l'amico che fa da spalla, considerato da tutti il buffone ma che in realtà soffre a non essere preso mai sul serio e che è molto più profondo di quello che credono, molto più con la testa a posto del suo miglior amico (Raoul Bova) però preso in considerazione da tutti. Per quanto il protagonista sia Bova, il film in realtà ruota su Edoardo Leo, (d'altronde essendo il regista non poteva darsi un ruolo da nulla), in base alle sue azioni cambia il tono del film; infatti la prima parte è più leggera e spassosa, mentre la seconda, dopo la ribellione del personaggio di Edoardo Leo, è molto più seria e profonda, persino il personaggio di Giallini è meno macchietta e più serio.Il film nel complesso è da guardare, anche solo per passare il tempo per un'ora e 40 minuti però ovviamente ha delle sue pecche, cioè non fa ridere così tanto come mi avevano detto (anche se non è proprio un male, mica una commedia deve farti ridere a crepapelle per tutto il tempo) e poi una trama banalotta: il padre che non è pronto ad esserlo però man mano si responsabilizza dovendo prendersi cura di questa figlia spuntata dal nulla, nonostante all'inizio tra i due ci siano solo problemi e lui faccia sempre danni; l'innamoramento tra Bova e l'insegnante della figlia (Nicole Grimaudo) è chiaro da subito, poi ovviamente l'happy ending però tutto sommato è giusto anche fare flm di questo tipo e soddisfare varie fasce del pubblico, non tutti vogliono cinema impegnato e considerando che gli Americani spesso fanno film molto più banali, non vedo perché anche noi non potremmo lanciarci in queste commediole all'americana, non abbiamo mica meno talento di loro.
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liuk!
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giovedì 9 gennaio 2014
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interessante
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Semplice commedia dai toni troppo buonisti dove spicca un ottimo Marco Giallini che riesce, quasi da solo, a far divertire il pubblico. Il resto è banale e spesso scontato ma di una linearità e chiarezza da farsi ben volere da tutti, grandi e piccoli.
Questo secondo lavoro di Edoardo Leo, miglior forse come regista che come attore, è promosso a pieni voti.
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alessandro vanin
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martedì 8 settembre 2015
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un film
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Buongorno papà è un film che poteva essere decisamente migliore. Purtroppo è molto scontato in particolare sono scontati: il soggetto (un single che si scopre improvvisamente genitore già visto in molti altri film, il peronaggio di Bova un single neoquarantenne eterno Peter Pan che non sa cosa fare una volta scopeertosi genitore, la figlia adolescente ribelle, il "nonno rock" interpretato e i genitori di Bova che cercano una seconda giovinezza e ovviamente è scontato il finale. Ed è un peccato perché in altre cose il film è stato più profondo Per esempio nel far apparire la Grimaudo senza trucco quasu acqyua e sapone per sottolineare le sua semplicità del suo persionaggio, nel sottolineare l'importanza del produci placement nel cinema, nel sottolineare l'immaturità delle ragazze di oggi che si sentono già adulte, ma sono immature e fragili sottolineato dal personaggio della compagna di classe già maggiorenne della figlia di Bova, l'importanza della profondità dei rapporti di qualsisi tipo tra uomo e donna amorosi, tra genitori figli, tra amici.
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eugen
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mercoledì 10 luglio 2024
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carino ma inutile
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Francamente questo"Buongiorno papa"(Edoardo Leo, che ha anche scritto il film con Massimiliano Bruno e Herbert Simone Paragnani, 2013)sarebbe piacevole se durasse 20 minuti/non dico 2 minuti, come proponeva anni fa Ken Russell...): la situazione del producer di cinema donnaiolo e incapace di pensare a una famiglia si trova"tra capo e collo"una figlia di quasi 18 anni, concepita durante un camping occasionale, senza madre(morta) e con il nonno rockettaro senza casa . Dovra' fare salti mortali per diventare padre e provvedere alla ragazza e al sostentamento del nonno di questa. il uttto si poteva risolvere il alcuni sketches, non in piu'di unpora e mezzo di film, comunque Raul Bova e'bravino, Marco Gialllini un eifficace nonno rock, Leo bravo come amico"finto scempo", Rosabelle Laurenti Sellers piovuta in Italiy from"Game of Thrones".
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Francamente questo"Buongiorno papa"(Edoardo Leo, che ha anche scritto il film con Massimiliano Bruno e Herbert Simone Paragnani, 2013)sarebbe piacevole se durasse 20 minuti/non dico 2 minuti, come proponeva anni fa Ken Russell...): la situazione del producer di cinema donnaiolo e incapace di pensare a una famiglia si trova"tra capo e collo"una figlia di quasi 18 anni, concepita durante un camping occasionale, senza madre(morta) e con il nonno rockettaro senza casa . Dovra' fare salti mortali per diventare padre e provvedere alla ragazza e al sostentamento del nonno di questa. il uttto si poteva risolvere il alcuni sketches, non in piu'di unpora e mezzo di film, comunque Raul Bova e'bravino, Marco Gialllini un eifficace nonno rock, Leo bravo come amico"finto scempo", Rosabelle Laurenti Sellers piovuta in Italiy from"Game of Thrones"... Eugen
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renato volpone
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domenica 17 marzo 2013
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generazioni a confronto
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Edoardo Leo torna alla regia dopo il bel "diciotto anni dopo" e una serie di film come attore nei quali non ha espresso il suo miglior talento. Torna con questo film di cui ha scritto la sceneggiatura con Massimiliano Bruno. Se si supera indenni la parte iniziale del film, dove troviamo un Roul Bova poco credibile nei panni del quarantenne rampante e di successo nel mondo del cinema e della pubblicità, ci si trova di fronte ad un altro buon prodotto. Ritorna la tematica del "sociale" tanto cara ai due autori e, da una storia apparentemente leggera, piano piano emergono tutte le problematiche relative alle diverse generazioni nel mondo di oggi. Troviamo la ragazzina con la madre morta che cerca e rintraccia il suo padre naturale, con lei la compagna di scuola un po' troppo spinta per la sua età, con una madre golosa di successo e di "velineria".
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Edoardo Leo torna alla regia dopo il bel "diciotto anni dopo" e una serie di film come attore nei quali non ha espresso il suo miglior talento. Torna con questo film di cui ha scritto la sceneggiatura con Massimiliano Bruno. Se si supera indenni la parte iniziale del film, dove troviamo un Roul Bova poco credibile nei panni del quarantenne rampante e di successo nel mondo del cinema e della pubblicità, ci si trova di fronte ad un altro buon prodotto. Ritorna la tematica del "sociale" tanto cara ai due autori e, da una storia apparentemente leggera, piano piano emergono tutte le problematiche relative alle diverse generazioni nel mondo di oggi. Troviamo la ragazzina con la madre morta che cerca e rintraccia il suo padre naturale, con lei la compagna di scuola un po' troppo spinta per la sua età, con una madre golosa di successo e di "velineria". Una generazione incerta, insicura, arrabbiata, cupa. Troviamo i quarantenni che si portano sulle spalle un mondo senza valori: quello che vuole sembrare per forza più giovane e gioca a fare il ragazzo e ama farsi accudire dalla madre (Bova), quello un po' svampito, irrisolto nei sentimenti e nel lavoro (Leo), simbolo di una generazione fallita per la paura di osare. Troviamo i genitori, i nonni ormai, stanchi, ma ancora con la voglia di fare, di cambiare, di trovare soluzioni, con quell'energia della saggezza che fa trainare il mondo. E poi, dietro, una società fatti di falsi miti, dove la cultura affoga per far spazio nei film alla pubblicità dell'orologio o dell'apparecchio acustico: una constatazione più che un'accusa, o peggio ancora una giustificazione, ma il risultato è quello rappresentato dal racconto, una società che si regge su fragili equilibri. E, come dicevo, se si supera il Bova troppo buono e dolce per essere un carrierista rampante, si entra in un mondo dove Leo riesce a muovere le corde delle emozioni, gioca sui facili sentimenti e trova terreno fertile. Non si ride di gusto, ma qualche sorriso scappa, anche per la crescente simpatia di Marco Giallini e per la bellezza di Rosabell Laurenti Sellers. Forse un po' troppo chiusa nelle spalle la Grimaudo. Edoardo Leo si esprime meglio come regista che come attore, anche nella scelta delle musica e nella cura delle immagini. Un film che si lascia guardare e che commuove.
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