fabiant.
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lunedì 24 luglio 2017
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thriller semplice, efficace e sorprendente
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Banderas ritorna in gran forma in un film diretto con mano sicura da Brian Goodman. Sostenuto dall'incredibile prova recitativa di Jonathan Rhys Meyers, "Black Butterfly" si muove si binari narrativi sicuri e rodati eppure mai banali o prevedibili. Regia e sceneggiatura giocano anzi proprio su questo, lasciando credere - fin dal trailer - che il film non sia altro che un'opera di intrattenimento sulla mera falsariga di "Secret Window" o di "Misery non deve morire", entrambi tratti da opere di Stephen King. Nulla di più fuorviante. Nella sua semplicità, la storia riesce a nascondere la sorpresa finale e a regalare allo spettatore una trama coinvolgente ed efficace, senza alcuna inverosimile spettacolarizzazione né tantomeno il ricorso al sovrannaturale.
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Banderas ritorna in gran forma in un film diretto con mano sicura da Brian Goodman. Sostenuto dall'incredibile prova recitativa di Jonathan Rhys Meyers, "Black Butterfly" si muove si binari narrativi sicuri e rodati eppure mai banali o prevedibili. Regia e sceneggiatura giocano anzi proprio su questo, lasciando credere - fin dal trailer - che il film non sia altro che un'opera di intrattenimento sulla mera falsariga di "Secret Window" o di "Misery non deve morire", entrambi tratti da opere di Stephen King. Nulla di più fuorviante. Nella sua semplicità, la storia riesce a nascondere la sorpresa finale e a regalare allo spettatore una trama coinvolgente ed efficace, senza alcuna inverosimile spettacolarizzazione né tantomeno il ricorso al sovrannaturale. Un film, dunque, ben inserito nei canoni del genere, meritevole di essere gustato fino alla fine.
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felicity
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lunedì 20 luglio 2020
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fiacco e noioso thriller, girato senza nerbo
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In questo fiacco thriller si possono leggere echi di Misery non deve morire, ma sono echi che arrivano al regista in maniera scomposta e superficiale, dove ad esempio quel che dovrebbe tenere insieme a doppio filo i due protagonisti – l’ossessione per la scrittura e l’ossessione per l’ossessione fine a se stessa – non prende mai corpo, riducendo il tutto a scaramucce casalinghe tra lo scrittore e il giovane vagabondo suo ospite, tra fucili, ubriacature e tentativi di fuga. Tutto poi converge verso la presunta apoteosi finale, inducendo a sospettare sin dall’inizio che vi sia qualcosa sotto nella scrittura del film e facendo sì che si svilisca la maggior parte dello svolgimento.
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In questo fiacco thriller si possono leggere echi di Misery non deve morire, ma sono echi che arrivano al regista in maniera scomposta e superficiale, dove ad esempio quel che dovrebbe tenere insieme a doppio filo i due protagonisti – l’ossessione per la scrittura e l’ossessione per l’ossessione fine a se stessa – non prende mai corpo, riducendo il tutto a scaramucce casalinghe tra lo scrittore e il giovane vagabondo suo ospite, tra fucili, ubriacature e tentativi di fuga. Tutto poi converge verso la presunta apoteosi finale, inducendo a sospettare sin dall’inizio che vi sia qualcosa sotto nella scrittura del film e facendo sì che si svilisca la maggior parte dello svolgimento.
Girato senza nerbo, privo di qualsiasi riflessione sull’idea di messa in scena e sulla recitazione, Black Butterfly si condanna a un grigio anonimato.
E la carriera di Banderas sembra ormai aver preso, un po’ come lo sceneggiatore che interpreta, una brutta china.
Nella sua mediocrità Black Butterfly riesce tuttavia a conservare una sua armonia interna, una delicatezza di maniera che lo eleva al limbo delle pellicole da serata di pioggia.
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fasiam
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domenica 16 agosto 2020
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e invece, a me è piaciuto
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Cosa dire, dopo aver visto il film non mi sarei mai aspettato così tanti commenti negativi, ma come dicevano i latini "De gustibus".Per prima cosa ho apprezzato decisamente il lavoro svolto dai due protagonisti che si sono dimostrati in ottima forma e si sono confermati in grado di svolgere ruoli così complicati ( non una sorpresa). Inoltre ho apprezzato molto, anzi moltissimo, la parte iniziale e centrale del fim che non si è perso in scene noiose, ma che tiene sempre sulle spine. La parte forte dello sceneggiato è sicuramente il ruolo svolto dal co-protagonista Jack, che offre agli spettatori un personaggio imprevedibile ma allo stesso tempo autore di un cambiamento del carattere graduale e ben bilanciato.
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Cosa dire, dopo aver visto il film non mi sarei mai aspettato così tanti commenti negativi, ma come dicevano i latini "De gustibus".Per prima cosa ho apprezzato decisamente il lavoro svolto dai due protagonisti che si sono dimostrati in ottima forma e si sono confermati in grado di svolgere ruoli così complicati ( non una sorpresa). Inoltre ho apprezzato molto, anzi moltissimo, la parte iniziale e centrale del fim che non si è perso in scene noiose, ma che tiene sempre sulle spine. La parte forte dello sceneggiato è sicuramente il ruolo svolto dal co-protagonista Jack, che offre agli spettatori un personaggio imprevedibile ma allo stesso tempo autore di un cambiamento del carattere graduale e ben bilanciato. Passando alla parte finale ho apprezzato il primo capovolgimento, anche se alcune battute di Banderas non sono molto lineari e chiare, e un po' meno il secondo perché qui gli autori hanno "scopiazzato" da alcuni capolavori di Stephen King. In generale il fim mi ha fatto passare una serata piacevole.
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eugen
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domenica 21 maggio 2023
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la vida es sueno, l''enigma esiste
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"Black Butterfly"(Paul Goodman, sceneggiatura di Justin Stanley, 2017)vede uno scrittore in crisi, a quanto pare abitante in un paese di montagna(anzi il paese e'lontano da dove abita), abbandonato dalla moglie, a quanto pare, che, dopo un diverbio con un cambinonista per questioni di ciroclazione stradale, viene aiutato e soccorso da un uomo che inizia ad aiutarlo anche in caa, venendo ospitato e assumendosi l'incarico di aiutarlo in alcune questioni, Sara'pero' anche colui che vuole inteferirre nella sua vita e nella sua scrittura, quasi indirizzandolo verso una nuova forma di impostare il racconto, fino a scoprirsi e dimostrarsi quasi un tirnano. Decisamente una sorpresa, per lo scittore e per il pubblico, dove anche una donna, che era stata amikca dllo scritotre, tornata a fargli visita, si trova a un certo punto imprigionata insieme allo scrittore.
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"Black Butterfly"(Paul Goodman, sceneggiatura di Justin Stanley, 2017)vede uno scrittore in crisi, a quanto pare abitante in un paese di montagna(anzi il paese e'lontano da dove abita), abbandonato dalla moglie, a quanto pare, che, dopo un diverbio con un cambinonista per questioni di ciroclazione stradale, viene aiutato e soccorso da un uomo che inizia ad aiutarlo anche in caa, venendo ospitato e assumendosi l'incarico di aiutarlo in alcune questioni, Sara'pero' anche colui che vuole inteferirre nella sua vita e nella sua scrittura, quasi indirizzandolo verso una nuova forma di impostare il racconto, fino a scoprirsi e dimostrarsi quasi un tirnano. Decisamente una sorpresa, per lo scittore e per il pubblico, dove anche una donna, che era stata amikca dllo scritotre, tornata a fargli visita, si trova a un certo punto imprigionata insieme allo scrittore. Decisamente una sorpresa, fino al colpo di scena, dove l'"intruso"sembra essere un agente dellFBI che ha architettato un piano molto complicato e dettagliato per incastrare un serial killer, che sarebbe lo stesso scittore... Salvo che alla fine tutto sembra essere stato un sogno dello scirttore, da tempo alcolizzato... Gioco del gatto con il topo dove i protagonisti invertono continamente le loro parti,, oppure sogno(?)di uno scirttore in cerca di nuovi spunti letterari e creatici? Il dubbio rimane alla fine delfilm, con un rovescimaneto di piani che sconcerta uno spettatore non abituato a un certo tipo di cinema, diverso dalla piatta rappresentazione del"reale"(che non e', certo, ne'il "realismo" ne'il"neorealismo,", ovviamente), ma che dal cinema "gotico "e dalll'espresisonismo tedesco degli anni Venti del Novecento, al surrrealismo bunuelinao poi, alle riprese"neosurrealiste"di Arrabal e Jodorowsky, ocn qualhce testimonianza anche nel cinema USA realtaivamente recente, "scompagina le carte", I protagonisti Antonio Banderas e JOnathan Rys Myers stanno al gioco anzi lo"creano"in modo impeccabile, dove forse qualche (invero breve")intermezzo"si sarebbe potuto sacrificare, in vista di una sorta di"rasoio di Ockham"filmico, ma che in complesso rimane deicsmanete valido. Eugen
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