massimiliano di fede
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sabato 19 luglio 2008
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i poveri registi emigranti italiani: dario piana
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Atteso con trepidazione il nuovo film di Dario Piana, regista Milanese autore di più di 450 spot pubblicitari tutti conosciutissimi e videoclip musicali, non ha dato sicuramente quello slancio che ci si attendeva da una produzione tutta Made in U.S.A.(il film è girato interamente a Londra), ma a tratti ha annoiato lo spettatore per una sequela di morti e di rinascite con l'orda di terribili "mietitori" all'inseguimento del poveo Ian Stone. Apprezziamo tantissimo Dario Piana per il fatto che è un regista molto quotato a livello pubblicitario e si è comportato egregiamente anche questa volta dietro la macchina da presa. Sceneggiatura che poteva essere curata meglio ed effetti speciali davvero notevoli, specialmente per la rappresentanza dei terribili mietitori.
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Atteso con trepidazione il nuovo film di Dario Piana, regista Milanese autore di più di 450 spot pubblicitari tutti conosciutissimi e videoclip musicali, non ha dato sicuramente quello slancio che ci si attendeva da una produzione tutta Made in U.S.A.(il film è girato interamente a Londra), ma a tratti ha annoiato lo spettatore per una sequela di morti e di rinascite con l'orda di terribili "mietitori" all'inseguimento del poveo Ian Stone. Apprezziamo tantissimo Dario Piana per il fatto che è un regista molto quotato a livello pubblicitario e si è comportato egregiamente anche questa volta dietro la macchina da presa. Sceneggiatura che poteva essere curata meglio ed effetti speciali davvero notevoli, specialmente per la rappresentanza dei terribili mietitori. Ci si aspettava un finale a sorpresa, ma siamo rimasti un pò delusi. Il povero Ian Stone interpretato da Mike Vogel, ogni giorno muore di morte violenta , per poi risvegliarsi in altre situazioni di vita, diverse dalle precedenti. Il montaggio è abbastanza incalzante e tiene inchiodato lo spettatore durante dutta la durata del film, dove dopo ogni morte scopre un tassello che lo porterà alla conclusione finale. ,Forza e coraggio Dario Piana, sei un'ottima regista e risalirai ben presto la china.
Massimiliano Di Fede (info@fmfilm.it - www.fmfilm.it)
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dario carta
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lunedì 25 maggio 2009
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un regista milanese a hollywood
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"Le morti di Ian Stone", film prodotto da Stan Winston,("Terminator","Predator","Jurassic Park","A.I. - Intelligenza artificiale"),vede il ritorno alla regia sul grande schermo del milanese Dario Piana,19 anni dopo "Sotto il vestito niente 2",caparbio regista pubblicitario con una trascorsa carriera nel mondo dei comics.
A suo stesso dire,con un background di questo tipo,non sono mancate le ispirazioni per dirigere una pellicola di questo genere,non propriamente un film gore,quanto piuttosto una storia di amore,co - protagonisti mostri di natura vampiresca,solo di contorno ad una trama tessuta più sull'interazione fra pochi personaggi,che sull'impatto degli SFX.
Non è facile produrre e dirigere un film americano,in particolare se non si è americani,ma Dario Piana qui,lavora con cauta ed equilibrata regia,a stento riconducibile ai lineamenti del cinema italiano,mescolando con sapienza tiepidi aspetti horror,con dosi di tragedia noir e creando un prodotto drammaticamente limpido ed apprezzabile.
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"Le morti di Ian Stone", film prodotto da Stan Winston,("Terminator","Predator","Jurassic Park","A.I. - Intelligenza artificiale"),vede il ritorno alla regia sul grande schermo del milanese Dario Piana,19 anni dopo "Sotto il vestito niente 2",caparbio regista pubblicitario con una trascorsa carriera nel mondo dei comics.
A suo stesso dire,con un background di questo tipo,non sono mancate le ispirazioni per dirigere una pellicola di questo genere,non propriamente un film gore,quanto piuttosto una storia di amore,co - protagonisti mostri di natura vampiresca,solo di contorno ad una trama tessuta più sull'interazione fra pochi personaggi,che sull'impatto degli SFX.
Non è facile produrre e dirigere un film americano,in particolare se non si è americani,ma Dario Piana qui,lavora con cauta ed equilibrata regia,a stento riconducibile ai lineamenti del cinema italiano,mescolando con sapienza tiepidi aspetti horror,con dosi di tragedia noir e creando un prodotto drammaticamente limpido ed apprezzabile.
La storia si costruisce su visioni di scadenze incombenti,che gravano su un'esistenza sfuggente e complessa,articolata da eventi non retti da canoni di natura umana.
I frammenti di visioni vissuti da Ian,offrono l'illusione di un parto della mente del protagonista,degenerante nell'incubo di una metempsicosi senza fine,rinchiusa a forza in una esistenza interrotta da morti reiterative,che non lasciano spazio al fluire naturale della vita.
Il film è costruito sul rapporto fra i pochi personaggi,che si muovono su un palcoscenico costituito da 5 differenti vite vissute dal protagonista,in un forte crescendo emozionale e alla fine,si riconduce a focalizzare quanto sia difficile liberarsi da una schiavitù,se non si è accompagnati da una dimensione emotiva,che solo l'amore e il sentimento possono offrire.
Ma la noia,al voto finale,resta straniera e non danneggia l'attenzione rivolta a questo film,realizzato a basso
costo,stilizzato,anomalo ed elegantemente inquietante.
Dario Carta
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