samuele siani
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sabato 7 luglio 2007
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"il" testimone
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Ieri sera ho visto "I testimoni" (Les Témoines) del francese André Téchiné.
Nonostante il tema difficile, la sieropositività e la malattia di un giovane ventenne, è un film paradossalmente vitale.
Téchiné indaga un'epoca drammatica della seconda metà del Novecento: gli anni '80, quando fa la comparsa l'AIDS: sono anni questi in cui era considerata la peste dei gay, in cui non si sapeva che fare (e molte, e molto dicretamente, sono le riflessioni su queste tematiche nel film). E' in qualche modo la fine di quella generazione che pareva, fino a quell'evento, non avere paura di nulla e quasi rimpianta da Téchiné.
L'AIDS ha dunque segnato la storia. Uno spartiacque nei rapporti umani (non solo sessuali), che molti conosciamo solo come adulti "post-anni'80".
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Ieri sera ho visto "I testimoni" (Les Témoines) del francese André Téchiné.
Nonostante il tema difficile, la sieropositività e la malattia di un giovane ventenne, è un film paradossalmente vitale.
Téchiné indaga un'epoca drammatica della seconda metà del Novecento: gli anni '80, quando fa la comparsa l'AIDS: sono anni questi in cui era considerata la peste dei gay, in cui non si sapeva che fare (e molte, e molto dicretamente, sono le riflessioni su queste tematiche nel film). E' in qualche modo la fine di quella generazione che pareva, fino a quell'evento, non avere paura di nulla e quasi rimpianta da Téchiné.
L'AIDS ha dunque segnato la storia. Uno spartiacque nei rapporti umani (non solo sessuali), che molti conosciamo solo come adulti "post-anni'80".
Un segno, dunque, che si ripropone nella suddivisione del film in tre capitoli, che si legano, simbolicamente e sentimentalmente, a due stagioni contrapposte: Estate, Inverno e ancora Estate.
Un film che non ti lascia distrutto. Forse perché "I testimoni" del titolo non sono solo quelli che si limitano a testimoniare del passaggio sul mondo di una giovane vita spezzata troppo presto. Quel titolo ha significato per me, l'oggetto che si passano gli atleti in alcuni sport. In questo senso, ogni esperienza umana è, nella mia visione totalmente svicolata da fedi, un passaggio di testimone.
Che può essere veloce, ma condurre incredibilmente lontano.
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angelica fioroni
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venerdì 13 luglio 2007
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"i testimoni" ovvero: la furbizia di techinè.
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"I Testimoni" di Techinè è un film piuttosto ruffiano e ipocrita. Il regista rimpiange un periodo (quello dei primi anni '80)apparentemente (o superficialmente))libero e felice. Quando i gay si incontravano fra i cespugli e, anche senza dirsi il nome, consumavano i loro incontri sessuali. Le prostitute erano felici di essere usate e le coppie "aperte" si tradivano senza problemi. Non solo,le neomamme rifiutavano apertamente i loro pargoli perchè ne impedivano, con i loro pianti, la creatività (la Beart nel film è una intellettuale/scrittrice che non sopporta il figlioletto e se ne libera appena può). Un periodo però luminoso per il regista francese, anni liberi e totalmente privi di ipocrisie.
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"I Testimoni" di Techinè è un film piuttosto ruffiano e ipocrita. Il regista rimpiange un periodo (quello dei primi anni '80)apparentemente (o superficialmente))libero e felice. Quando i gay si incontravano fra i cespugli e, anche senza dirsi il nome, consumavano i loro incontri sessuali. Le prostitute erano felici di essere usate e le coppie "aperte" si tradivano senza problemi. Non solo,le neomamme rifiutavano apertamente i loro pargoli perchè ne impedivano, con i loro pianti, la creatività (la Beart nel film è una intellettuale/scrittrice che non sopporta il figlioletto e se ne libera appena può). Un periodo però luminoso per il regista francese, anni liberi e totalmente privi di ipocrisie. La Beart ad un certo punto dice "Che mio marito mi tradisca non mi importa e se lo fa con un uomo per me non fa differenza". E il fatto di non conoscere intimamente il marito sembra non preoccuparla affatto. Un periodo però, sottolinea il regista, oramai, purtroppo, perduto. L'AIDS ha tolto freschezza, vitalità, amori ed incontri. Ma i sentimenti dove sono stati parcheggiati in questo film? I rapporti di coppia costruiti giorno dopo giorno fra difficoltà e slanci dove sono finiti? Il desiderio di conoscere profondamente la persona con cui condividi la vita? Eppure Techinè è furbo. Ha realizzato un film "politicamente corretto". Oggi l'omosessualità va accettata e condivisa sotto ogni aspetto. Anche in quello più deteriore. Affermare il contrario ti pone nell'ambito dei bacchettoni, antichi e puritani. Anche se hai solo venti anni.
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