gianni lucini
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lunedì 26 settembre 2011
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la storia di una ragazza
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Dedicato alle vittime di mafia, il film inizia dove finisce la storia di Giovanni Falcone e racconta i cinquantasette giorni che separano la strage di Capaci da quella di via D'Amelio. Rocco Cesareo sceglie un punto di vista particolare per raccontare la storia di un pugno di ragazzi morti nella difficile lotta contro la mafia. Non c’è alcun afflato eroico nell’azione della Scorta “Quarto Sesto 21” e non c’è spazio neppure per le esagerazioni concitate tipiche degli impianti narrativi di stampo hollywoodiano. I poliziotti che accompagnano il magistrato appaiono uguali a tanti altri ragazzi della loro età, non sono eroi e non vorrebbero neppure diventarlo.
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Dedicato alle vittime di mafia, il film inizia dove finisce la storia di Giovanni Falcone e racconta i cinquantasette giorni che separano la strage di Capaci da quella di via D'Amelio. Rocco Cesareo sceglie un punto di vista particolare per raccontare la storia di un pugno di ragazzi morti nella difficile lotta contro la mafia. Non c’è alcun afflato eroico nell’azione della Scorta “Quarto Sesto 21” e non c’è spazio neppure per le esagerazioni concitate tipiche degli impianti narrativi di stampo hollywoodiano. I poliziotti che accompagnano il magistrato appaiono uguali a tanti altri ragazzi della loro età, non sono eroi e non vorrebbero neppure diventarlo. Gli angeli di Borsellino racconta le emozioni, le speranze e anche le contraddizioni di un gruppo di giovani alle prese con un compito difficile e rischioso. In particolare punta l’obiettivo sulla storia di Emanuela Loi, la prima donna poliziotto aggregata a una squadra che ha il compito di fare da scorta a un magistrato nel mirino della mafia. Per evitare di perdersi Cesareo tiene come bussola il libro “La ragazza poliziotto” di Francesco Massaro. Lo stile della narrazione è asciutto e privo di fronzoli con dialoghi che spesso entrano nel vivo dei concetti senza troppe parole («C’è l’agente Loi… un altro cadavere ambulante, vero?»). Nel film la giovane agente attraversa la sua breve storia con una grande voglia di vivere, talvolta con la speranza di mollare tutto e andarsene altrove ma con la consapevolezza di essere in balia di un destino che non è in grado di controllare. Fin dall’inizio bastano poche sequenze al regista per accompagnare lo spettatore in un clima più che in una storia. La tensione della QS21 in azione, la bomba che uccide Falcone e segna l’inizio della guerra aperta tra Stato e mafia vengono contrapposte alla sgomenta espressione di una ragazza in divisa che, mentre sta piantonando un pentito, ascolta le notizie alla radio ignara di essere sul punto di diventarne protagonista. Reagisce incredula quando le dicono che lo Stato ha bisogno anche di lei per una guerra aspra e feroce. Non si sente preparata e tenta di allontanarla da sé chiedendo un impossibile trasferimento. Conclude poi la prima vera operazione di scorta a Borsellino vomitando per la tensione.
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sabato 6 settembre 2008
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Gli angeli di Borsellino - Scorta QS21
Per non dimenticare
Il 19 luglio 1992 rappresenta per l'Italia uno dei momenti più drammatici della storia repubblicana: il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta vengono barbaramente uccisi in un agguato mafioso. Cronaca di una morte annunciata? Si potrebbe affermare di si, in quanto circa un mese prima veniva assassinato Giovanni Falcone magistrato impegnato nella lotta contro "cosa nostra" insieme a Borsellino. Questa tragedia servì a svegliare le coscienze assopite degli italiani e delle istituzioni politiche che attuarono dei piani operativi di intervento militare per smantellare la "cupola" mafiosa. A quei giorni nonché alla vittime di mafia è dedicato Gli angeli di Borsellino che come afferma il regista Rocco Cesareo "nasce dalla necessità di non dimenticare il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta nell'eroica lotta contro la mafia".
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Gli angeli di Borsellino - Scorta QS21
Per non dimenticare
Il 19 luglio 1992 rappresenta per l'Italia uno dei momenti più drammatici della storia repubblicana: il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta vengono barbaramente uccisi in un agguato mafioso. Cronaca di una morte annunciata? Si potrebbe affermare di si, in quanto circa un mese prima veniva assassinato Giovanni Falcone magistrato impegnato nella lotta contro "cosa nostra" insieme a Borsellino. Questa tragedia servì a svegliare le coscienze assopite degli italiani e delle istituzioni politiche che attuarono dei piani operativi di intervento militare per smantellare la "cupola" mafiosa. A quei giorni nonché alla vittime di mafia è dedicato Gli angeli di Borsellino che come afferma il regista Rocco Cesareo "nasce dalla necessità di non dimenticare il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta nell'eroica lotta contro la mafia". Il film, dunque, nasce da una chiara esigenza di testimoniare l'accaduto attraverso la ricostruzione dei cinquantasette giorni che intercorrono dalla strage di Capaci a quella di via D'Amelio attraverso le ansie, le angosce e le paure di un gruppo di giovani consapevoli di essere sei bersagli mobili nel mirino della strategia mafiosa. Il regista e gli sceneggiatori Ugo Barbara, Mirco Da Lio, Massimo Di Martino e Paolo Zucca sono partiti dall'istant-book La ragazza poliziotto scritto dal giornalista palermitano Francesco Massaro pochi mesi dopo la strage di Via D'Amelio, in cui veniva delineato il personaggio di Emanuela Loi, giovane poliziotta entrata a far parte della scorta di Borsellino solo trentasei ore prima dell'eccidio, e da lì hanno ricostruito gli avvenimenti innestando elementi di fiction necessari al plot del film. In questo modo sono riusciti a restituire allo spettatore l'atmosfera di sospetto della Procura di Palermo di quei giorni e il rapporto umano instauratosi tra i poliziotti della scorta e il magistrato palermitano senza mai scadere nel pathos, facile rischio nel raccontare una storia così drammatica e vicina ai nostri giorni. Degno di nota il bellissimo cammeo di Ernesto Mahieux che crea il personaggio di un mafioso affascinante nella sua terrificante logica di sopravvivenza nella lotta tra il bene e il male.
Natalia Sangiorgi
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valerio camerini
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lunedì 8 dicembre 2003
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vergogna
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Un'operazione vergognosa che con la scusa del nobile intento e della pietà della memoria ricicla mediocri attori di cabaret in interpretazioni improbabili e squallide. Lasciate in pace i morti e non li strumentalizzate per fare cassetta. E comunque ne dubito.
Regia da dimenticare
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(di poche chiacchiere)
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natalino
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giovedì 18 dicembre 2003
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che peccato
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Un'occasione persa per parlare della lotta ai giudici che insanguina il paese da anni. Retorico, a volte risibile, attori improbabili, regia dilettantesca.
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(di cinefilo)
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