Secondo e meglio riuscito remake dell'immortale "I soliti ignoti" dopo "I soliti ignoti made in USA" di malle. Meglio riuscito perchè il primo remake è osceno, era difficile fare peggio e perchè questo film ricalca fedelmente, quasi fastidiosamente, la sceneggiatura di Monicelli. Nonostante un buon cast, il confronto con gli attori italiani è improponibile: Macy è Mastroianni, Jeter è Pisacane, Rockwell è Gassman, Davoli è Salvatori e Washington è Murgia. Clooney col suo cammeo impreziosisce il contesto nel ruolo del Dante Cruciani che fu di Totò. Il tocco di italianità è invece dato dal Cosimo interpretato da Guzman e dalla canzone ricorrente di Paolo Conte.
[+]
Secondo e meglio riuscito remake dell'immortale "I soliti ignoti" dopo "I soliti ignoti made in USA" di malle. Meglio riuscito perchè il primo remake è osceno, era difficile fare peggio e perchè questo film ricalca fedelmente, quasi fastidiosamente, la sceneggiatura di Monicelli. Nonostante un buon cast, il confronto con gli attori italiani è improponibile: Macy è Mastroianni, Jeter è Pisacane, Rockwell è Gassman, Davoli è Salvatori e Washington è Murgia. Clooney col suo cammeo impreziosisce il contesto nel ruolo del Dante Cruciani che fu di Totò. Il tocco di italianità è invece dato dal Cosimo interpretato da Guzman e dalla canzone ricorrente di Paolo Conte. Il colpo di grazia è il finale, inedito, che i fratelli registi hanno provato a riscrivere, ed è un colpo basso: riesce ad annullare il senso del film originale, cioè l'elogio del perdente, del fannullone e del pezzente, esaltando invece il moralismo di Hollywood in maniera esasperata. Producono lo stesso Clooney e Steven Soderbergh, non poteva funzionare ma gode di una certa delicatezza che non lo fa detestare nonostante una forzatissima demenzialità che nell'originale non c'era e i protagonisti ridotti a mere macchiette. Di certo va visto il capolavoro monicelliano che non va sminuito vedendo questo, senza fare paragoni ridicoli assolutamente inutili.
[-]
|
|