mael
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lunedì 9 febbraio 2009
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e'giunta la fine
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Il peggiore della serie in assoluto, le uniche parti che fanno piu "ridere" sono scopiazzature degli altri capitoli che danno uno strano senso di deja vu, mentre quelle piu originali non riescono a sfondare. Ormai anche il mitico Villaggio, a parere mio il migliore attore comico italiano, sente sopra di se il peso degli anni e "regala" un'interpretazione fiacca, che delude, ma pur sempre che riesce a strappare un sorriso con qualche storica battutina ironica.
La signorina silvani in una performance da buttare (a livello recitativo e di sceneggiatura) della irraggiungibile amante di fantozzi che è stata ripetuta ormai in tutte le salse. Ma il vero oltraggio e la nuova Ughina! (non nel senso di bruttezza.
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Il peggiore della serie in assoluto, le uniche parti che fanno piu "ridere" sono scopiazzature degli altri capitoli che danno uno strano senso di deja vu, mentre quelle piu originali non riescono a sfondare. Ormai anche il mitico Villaggio, a parere mio il migliore attore comico italiano, sente sopra di se il peso degli anni e "regala" un'interpretazione fiacca, che delude, ma pur sempre che riesce a strappare un sorriso con qualche storica battutina ironica.
La signorina silvani in una performance da buttare (a livello recitativo e di sceneggiatura) della irraggiungibile amante di fantozzi che è stata ripetuta ormai in tutte le salse. Ma il vero oltraggio e la nuova Ughina! (non nel senso di bruttezza...) Mediocre recitazione e un'aspetto che non coincide minimamente con quello del mitico attore precedente (potevano farla benissimo assomigliare a quella di Fantozzi il ritorno!) La regia di Saverni pessimissima e che non convince rispetto a Parenti e Salce. Ma nel complesso passabile, se non si confronta con i precedenti.
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greatsteven
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giovedì 16 agosto 2018
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un addio misero in cui ci si diverte molto meno.
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FANTOZZI 2000 – LA CLONAZIONE (IT, 1999) diretto da DOMENICO SAVERNI. Interpretato da PAOLO VILLAGGIO, MILENA VUKOTIC, ANNA MAZZAMAURO, STEFANO MASCIARELLI, PAOLO PAOLONI, DODI CONTI, GUERRINO CRIVELLO, IRMA CAPACE MINUTOLO, GUIDO NICHELI, EVELINA GORI
Dedicato a Gigi Reder (1928-1998), che interpretò i primi nove della serie cinematografica nel ruolo del simpatico e pasticcione geometra Filini. Qui siamo al decimo e ultimo capitolo della saga, che vede Villaggio al suo terzultimo film come protagonista, clonato dagli scienziati della Megaditta perché il Megapresidente galattico e il Gran Consiglio dei Dieci Assenti possano continuare a sfruttarlo facendo leva sul suo incrollabile servilismo, fonte per loro di assiduo godimento.
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FANTOZZI 2000 – LA CLONAZIONE (IT, 1999) diretto da DOMENICO SAVERNI. Interpretato da PAOLO VILLAGGIO, MILENA VUKOTIC, ANNA MAZZAMAURO, STEFANO MASCIARELLI, PAOLO PAOLONI, DODI CONTI, GUERRINO CRIVELLO, IRMA CAPACE MINUTOLO, GUIDO NICHELI, EVELINA GORI
Dedicato a Gigi Reder (1928-1998), che interpretò i primi nove della serie cinematografica nel ruolo del simpatico e pasticcione geometra Filini. Qui siamo al decimo e ultimo capitolo della saga, che vede Villaggio al suo terzultimo film come protagonista, clonato dagli scienziati della Megaditta perché il Megapresidente galattico e il Gran Consiglio dei Dieci Assenti possano continuare a sfruttarlo facendo leva sul suo incrollabile servilismo, fonte per loro di assiduo godimento. Fantozzi ha come compito quello di sorvegliare perpetuamente l’ultimogenito del duca conte Balabam, il generoso Adalberto Maria, rinchiuso in un collegio dal regime severissimo insieme ad altri tre bambini che, come lui, la pensano diversamente dai padri straricchi e ottusi. Fantozzi li aiuta a fuggire e li porta a divertirsi allo zoo, ma per aver infranto le regole impostegli dal superiore riceve come punizione trentanove frustate. Poco dopo crede di aver vinto al Superenalotto una somma favolosa, ma sua moglie Pina non ha giocato la schedina, e questo il ragioniere in pensione lo viene a sapere soltanto dopo aver condotto qualche settimana da nababbo con la signorina Silvani nel castello-residenza estiva di papa Bonifacio VIII e scoperto che la donna dei suoi sogni non è così servizievole e amorevole come Pina, dalla quale ritorna, avendo compreso che gli affetti valgono ben più del danaro. Arriva in casa Fantozzi l’ormai maggiorenne nipote Uga, innamorata pazza di uno spogliarellista il cui show intende andare a vedere ad ogni costo, col parere contrario dei nonni, i quali però la salveranno da un triste inconveniente. Infine, causa un equivoco, Fantozzi viene invitato al gran galà di fine anno della 144enne contessa madre Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare, dove, insieme alla consorte, ne passa di tutti i colori, fra lenticchie bollenti e fuochi artificiali, fino a far innamorare di sé la contessa medesima ed essere costretto a fuggire a bordo d’una barca con Pina per poi raggiungere una spiaggia sulla quale incontrano un marziano appena atterrato per sbaglio sul nostro pianeta con la sua astronave. Lo schema è identico in tutto e per tutto agli episodi precedenti: trama spezzettata, voce narrante di Villaggio che commenta i passi salienti col consueto tono esaltante ed enfatico, gag riciclate senza aggiornamenti, alcuni personaggi riconfermati, comicità di grana grossa, recitazione paradossale del protagonista. Risultato: un prodotto mediocre, scritto per soggetto e sceneggiatura dal regista con Alessandro Bencivenni, spesso volgare anche se in modo pressoché involontario, che sfiora il ridicolo, scade in un’indecente banalità e non tocca nessuna vetta ragguardevole di divertimento. Sarà stato forse per colpa dell’abbandono della maggior parte della squadra che precedentemente aveva decretato l’immenso successo della serie, fra cui il regista Neri Parenti, il montatore Sergio Montanari (qui sostituito da Raimondo Crociani) e gli sceneggiatori Piero De Bernardi e Leo Benvenuti, i quali, fin dal primo script, con la collaborazione di Villaggio stesso, avevano saputo imbastire un’impalcatura dalla robusta spassosità che ben di rado perdeva colpi? È probabile. Nemmeno il ritorno del compositore Fabio Frizzi (1951), presente già nel primissimo Fantozzi (1975), aiuta ad alzare la media. Non a caso gli incassi ne han risentito: a malapena poco più di 500 milioni di lire, il che ha convinto i distributori a ritirare la pellicola dalle sale dopo poco tempo e ad accantonare altri possibili progetti filmici tratti dalle avventure letterarie del mitico travet il cui nome resta legato al suo inventore ed interprete, che anche in quest’occasione rimane il migliore in assoluto e non si smentisce nella sua veste, che da sempre ha indossato con onore e fierezza, di intellettuale votato alla commedia. Ma Villaggio, personalità indimenticabile, a partire dalla fine del secolo scorso, s’è sempre sentito più a suo agio nella redazione di libri che non nella recitazione cinematografica, ottenendo esiti nettamente più soddisfacenti. Al suo fianco, Vukotic e Mazzamauro sono le due presenze femminili immancabili più concrete e solide che possano tenergli testa nelle tragicomiche peripezie che costituiscono il suo denominatore comune, al quale, come d’abitudine, non impone la minima reazione.
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