stefania callisto
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domenica 21 ottobre 2007
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quanto è stata donna elisabetta!
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Inghilterra 1554.Maria la cattolica, regna
disseminando il panico fra i protestanti.E' senza eredi, quindi la successione passerà alla giovane Elisabetta.Ma la principessa dovrà affrontare molte prove, prima di poter regnare.L'amore per il giovane Robert e la sua fede la sorreggono fino al giorno dell'incoronazione.A 25 anni Elisabetta eredita finalmente il suo regno.Ma è un regno povero,devastato, diviso tra cattolici e protestanti,minacciato dal potente Filippo II ,indebolito dalla politica bigotta di Maria.Elisabetta, però è giovane, ardimentosa,innamorata ed amante della pace.Nonostante le pressioni del re spagnolo, dei francesi,che le impongono un fidanzato, e della Chiesa, che la dichiara eretica,la giovane regina va avanti con coraggio,e moderna nelle idee e nei comportamenti, riesce a sgominare i suoi nemici.
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Inghilterra 1554.Maria la cattolica, regna
disseminando il panico fra i protestanti.E' senza eredi, quindi la successione passerà alla giovane Elisabetta.Ma la principessa dovrà affrontare molte prove, prima di poter regnare.L'amore per il giovane Robert e la sua fede la sorreggono fino al giorno dell'incoronazione.A 25 anni Elisabetta eredita finalmente il suo regno.Ma è un regno povero,devastato, diviso tra cattolici e protestanti,minacciato dal potente Filippo II ,indebolito dalla politica bigotta di Maria.Elisabetta, però è giovane, ardimentosa,innamorata ed amante della pace.Nonostante le pressioni del re spagnolo, dei francesi,che le impongono un fidanzato, e della Chiesa, che la dichiara eretica,la giovane regina va avanti con coraggio,e moderna nelle idee e nei comportamenti, riesce a sgominare i suoi nemici.Innamorata di sir Robert,rinuncia a lui,quando scopre che è sposato,e a poco a poco comprende che dovrà regnare da sola.Giovane ed ancora bella decide di dedicarsi alla sua Inghilterra,rinunciando al matrimonio,ma amando sempre l'amore.Sarà una grande regina.Film riuscitissimo del regista Kapur,con una Cate Blanchett dalla recitazione brillante ed intensa,perfettamente a suo agio nei panni della giovane regina inglese, e un Joseph Fiennes affascinante ed intrepido nel ruolo del giovane amante.Il film rigorosamente storico ,rende giustizia ad una regina voluta dalle cronache vecchia ed acida, senza cuore ,nè amore.Una regina che grazie al regista Kapur possiamo rivalutare ed ammirare nella sua giovinezza,splendente di bellezza ed intelligenza,moderna e colta,ma soprattutto ripiena di quel" buon senso", che è una virtù anche ai nostri giorni più che rara.Da vedere stefania.
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raffaella
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giovedì 9 aprile 2009
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god save the queen!
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“So di avere il corpo di una debole e fragile donna, ma ho il cuore e il fegato di un re, e per giunta di un re d’Inghilterra”.
Tali parole, proferite dalla regina Elisabetta I, racchiudono l’essenza del suo agire, del suo operato, del suo pensiero, delineando la figura della più grande monarca che l’Inghilterra abbia mai avuto. Non a caso, il periodo elisabettiano, nel quale si configura la nascita della nuova potenza mondiale, è una delle pagine più suggestive e affascinanti della storia inglese, celebrate dall’arte, dalla letteratura e, negli ultimi anni, anche dal cinema.
Il più recente adattamento cinematografico risale al 1998 con il film "Elizabeth" in cui a vestire i panni della superba regina è la bravissima Cate Blanchett che ci offre un’interpretazione indimenticabile.
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“So di avere il corpo di una debole e fragile donna, ma ho il cuore e il fegato di un re, e per giunta di un re d’Inghilterra”.
Tali parole, proferite dalla regina Elisabetta I, racchiudono l’essenza del suo agire, del suo operato, del suo pensiero, delineando la figura della più grande monarca che l’Inghilterra abbia mai avuto. Non a caso, il periodo elisabettiano, nel quale si configura la nascita della nuova potenza mondiale, è una delle pagine più suggestive e affascinanti della storia inglese, celebrate dall’arte, dalla letteratura e, negli ultimi anni, anche dal cinema.
Il più recente adattamento cinematografico risale al 1998 con il film "Elizabeth" in cui a vestire i panni della superba regina è la bravissima Cate Blanchett che ci offre un’interpretazione indimenticabile.
Il percorso storico delineato ha inizio nel 1554, durante il regno di Maria Tudor, che governa un Paese dilaniato dall’instabilità religiosa e finanziaria e minacciato da Francia e Spagna. La cattolica sovrana promuove una furiosa persecuzione di cui sono oggetto i protestanti e si accanisce contro la sorellastra, la principessa Elisabetta, con l’accusa di tradimento.
Dopo la morte di Maria, Elisabetta sale al trono d’Inghilterra all’età di 25 anni e assicura al suo amante, Robert Dudley, la cessazione dell’esilio.
Elisabetta si mostra sin da subito una sovrana spregiudicata: favorisce i protestanti inimicandosi la Chiesa cattolica; rifiuta qualsiasi matrimonio d’interesse al fine di garantire l’autonomia dell’Inghilterra; è oggetto di numerose cospirazioni che, grazie al suo fidato Walsingham, vengono alla luce: quindi i nemici vengono ineluttabilmente eliminati.
Ora Elisabetta, la Regina Vergine, è la padrona assoluta del trono inglese e si dedica esclusivamente al potenziamento del suo Paese.
La ricostruzione storica è molto fedele e risulta sapientemente caratterizzata dalle magnifiche scenografie, dai sontuosi costumi, dal commento musicale che raggiunge l’apice della suggestione nella scena dell’investitura di Elisabetta. Il film, che ha ottenuto 7 nominations all’Oscar, splende anche per le brillanti performance del cast, soprattutto della protagonista.
Infatti, a rendere più coinvolgente la vicenda contribuisce la lettura moderna della figura di Elisabetta, che ci appare una donna molto vicina al nostro tempo, un’eroina determinata, dotata di una grande forza d’animo e intraprendenza, capace di far cadere qualsiasi pregiudizio e dimostrando che, nella sua vulnerabilità di donna, si nasconde invece una dignità ineguagliabile.
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shiningeyes
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giovedì 21 marzo 2013
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fastoso ma un po' troppo stantio
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Grossa e luccicante produzione di un film storico abbastanza avvincente e interessante, che comunque soffre di qualche difetto.
La fastosità e bellezza delle scenografie, dei costumi, delle coreografie di danze rinascimentali e di una imponente fotografia sono da ammirare, però, a volte tendono un po' a saturare lo spettatore, tendono perlopiù a fargli inspirare un'aria vecchia e stantia, e ciò si riflette nella visione del film, facendoci tirare qualche sbadiglio ogni tanto.
Naturalmente sono da premiare l'accuratezza data e il notevole spessore degli apparati tecnici, che danno un tocco di regalità e potenza sugli sfondi inglesi. Ma ciò non basta, e pertanto il film può risultare freddo, senza una emozione o sbalzamento che può portarti una fascinosa pellicola storica di intrighi e complotti.
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Grossa e luccicante produzione di un film storico abbastanza avvincente e interessante, che comunque soffre di qualche difetto.
La fastosità e bellezza delle scenografie, dei costumi, delle coreografie di danze rinascimentali e di una imponente fotografia sono da ammirare, però, a volte tendono un po' a saturare lo spettatore, tendono perlopiù a fargli inspirare un'aria vecchia e stantia, e ciò si riflette nella visione del film, facendoci tirare qualche sbadiglio ogni tanto.
Naturalmente sono da premiare l'accuratezza data e il notevole spessore degli apparati tecnici, che danno un tocco di regalità e potenza sugli sfondi inglesi. Ma ciò non basta, e pertanto il film può risultare freddo, senza una emozione o sbalzamento che può portarti una fascinosa pellicola storica di intrighi e complotti.
La trama eccede nel romanzesco, ma comunque dà senso a ciò che è stata la storia di Elizabeth: una ragazza piena di vita e con delle passioni, che però ha dovuto mettere da parte per il durissimo compito di regnare quella che diventerà il più potente stato del seicento; il film riesce bene nel mostrarci la maturità acquisita dalla regnante, a discapito del suo cuore.
Cate Blanchett da qui comincerà a farsi conoscere come una delle migliori interpreti femminili di oggi, grazie ad una prova maiuscola. A dimostrare la qualità recitativa proveniente dall'Australia ci pensa anche un grandissimo Geoffrey Rush, nella parte del cinico protettore della regina; nel resto del cast (vasto) segnalo anche i bravissimi Attenbourgh ed Ecclestone; simpatici e scanzonati i francesi Cassel e Cantona.
E' buona anche la regia, anche se non buonissima, dato che in certi punti le scene sono troppo statiche e gli attori presenti sembrano un po' troppo infagottati, ma l'impegno di girare un'opera così magna non era facile, e ritengo quindi che si sia svolto un compito accettabile.
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great steven
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lunedì 1 giugno 2015
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alcuni scompensi narrativi, ma giusto nell'insieme
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ELIZABETH (UK, 1998) diretto da SHEKHAR KAPUR. Interpretato da CATE BLANCHETT, JOSEPH FIENNES, FANNY ARDANT, ERIC CANTONA, GEOFFREY RUSH, RICHARD ATTENBOROUGH, CHRISTOPHER ECCLESTON, VINCENT CASSEL, KELLY MACDONALD, EMILY MORTIMER, JOHN GIELGUD, KATHY BURKE, EDWARD HARDWICKE, DANIEL CRAIG
Alla morte di Mary d’Inghilterra, figlia cattolica di Enrico VIII, la sorellastra protestante Elizabeth sale al trono e diventa regina in un paese dove i suoi nemici sono sostanzialmente il doppio degli amici, e nel quale si trama costantemente e senza sosta ai suoi danni. La nuova regina che, appena guadagnato il potere, ha ancora i tratti caratteriali di una ragazza ingenua e appassionata, è particolarmente malvista per il suo credo religioso e per le alleanze che intende stringere coi formidabili avversari del regno britannico: Scozia, Francia, Spagna.
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ELIZABETH (UK, 1998) diretto da SHEKHAR KAPUR. Interpretato da CATE BLANCHETT, JOSEPH FIENNES, FANNY ARDANT, ERIC CANTONA, GEOFFREY RUSH, RICHARD ATTENBOROUGH, CHRISTOPHER ECCLESTON, VINCENT CASSEL, KELLY MACDONALD, EMILY MORTIMER, JOHN GIELGUD, KATHY BURKE, EDWARD HARDWICKE, DANIEL CRAIG
Alla morte di Mary d’Inghilterra, figlia cattolica di Enrico VIII, la sorellastra protestante Elizabeth sale al trono e diventa regina in un paese dove i suoi nemici sono sostanzialmente il doppio degli amici, e nel quale si trama costantemente e senza sosta ai suoi danni. La nuova regina che, appena guadagnato il potere, ha ancora i tratti caratteriali di una ragazza ingenua e appassionata, è particolarmente malvista per il suo credo religioso e per le alleanze che intende stringere coi formidabili avversari del regno britannico: Scozia, Francia, Spagna. Messa alle strette dalle necessità politiche, Elizabeth impara ad essere un’importante e abile stratega e, affidandosi all’appoggio dei suoi misteriosi consiglieri, riesce a fare piazza pulita dei combattenti, a tenere a bada i destabilizzanti intrighi di palazzo e, al termine di una colossale epurazione, a farsi passare col supremo soprannome di "Regina Vergine", titolo dietro cui si nasconde la sua imbattibilità di donna caparbia, tenace e vincitrice. È un film che presenta con un’evidenza quasi spontanea un certo numero di pregi e pecche, e queste ultime vengono maldestramente celate dietro un rigore stilistico che non disdegna pericolose prese di posizione: è infatti innegabile la simpatia della sceneggiatura per Sir Francis Walsingham (Rush), machiavellico capo della polizia reale e unico consigliere imperituro della figura della regina, il quale sottrae fin troppo spazio all’ignorato Sir William Cecil (Attenborough), troppo confinato nei bassifondi della storia, ed effettivamente un riequilibrio tra i due personaggi, entrambi ugualmente importanti anche sul piano storico per il trionfo della più famosa donna governante dell’Inghilterra, avrebbe giovato specialmente da un punto di vista narrativo. La carta vincente, comunque, è senza ombra di dubbio una straordinaria C. Blanchett nella prima parte veramente fondamentale della sua carriera: dipinge a tinte fosche e senza nulla concedere a facili moralismi una regnante di classe, con un carattere ben temprato dall’esperienza e un piglio autoritario che forgia sé stesso a forza di sopravvivere ad attentati sempre meglio organizzati e di conquistare il consenso tanto del clero quanto del popolo sacrificando i propri desideri personali in favore di bisogni comuni e collettivi. Un altro personaggio purtroppo scritto male e relegato in disparte è il duca d’Anjou (Cassel), fra l’altro inspiegabilmente descritto come un buontempone gaudente e incapace di quei comportamenti seri e impegnativi che si addicono ad un nobile con decisionalità politica. Dal lato positivo questo film, diretto da un regista indiano che sa amabilmente il fatto suo, presenta una fotografia e una scenografia che si includono l’una nell’altra donando agli spettatori un tripudio gioioso di colori che ritraggono con estrema fedeltà e verosimiglianza i luoghi nei quali la regina Elisabetta I del Regno Unito si muove con una maestosità che deve sicuramente più alla maestria nell’inganno che alla cattiveria spietata. La pellicola, penalizzata anche da una durata che sfiora l’eccesso, è però indebolita nel finale da una scelta di avvicinarsi alla Madonna che rasenta il ridicolo involontario e toglie al personaggio principale quel tocco di calore che invece avrebbe reso alla sua superba interprete un alone di soavità incredibilmente raggiante. Il regno di Elisabetta durò dal 1558 al 1603, e risultò come uno dei più longevi nella storia britannica. Tanto per riassumere, se da una parte la ricostruzione è meticolosa e azzeccata, dall’altro il gusto per l’esercizio cinematografico trapassa talvolta nell’assurdo e nell’autocompiacimento virtuosistico.
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