arnaco
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lunedì 14 novembre 2016
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storicità
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Molto ben descritta l'atmosfera complottista tipica delle corti dell'epoca, ma sulla fedeltà storica nutro dei seri dubbi. Ci sono almeno tre avvenimenti del tutto falsi: a) Mary de Guise (reggente di Scozia e madre di Maria Stuarda) non fu uccisa da Francis Walsingham (il fidato protettore di Elizabeth) ma morì di idropisia; b) il Duca d'Angiò (il futuro re di Francia Enrico III) era tutt'altro che uno stupido gaudente, come nel film, e non fu respinto da Elizabeth per questo, ma fu lui a rifiutare il matrimonio (proposto dalla madre Caterina de' Medici) per motivi religiosi; c) Robert il bello scudiere e amante di Elizabeth non complottò mai contro di lei. Elizabeth lo allontanò non perchè era già sposato, ma perché la moglie Amy Robsart morì in circostanze misteriose che non escludevano un uxoricidio e la regina non voleva che la corona venisse infangata.
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Molto ben descritta l'atmosfera complottista tipica delle corti dell'epoca, ma sulla fedeltà storica nutro dei seri dubbi. Ci sono almeno tre avvenimenti del tutto falsi: a) Mary de Guise (reggente di Scozia e madre di Maria Stuarda) non fu uccisa da Francis Walsingham (il fidato protettore di Elizabeth) ma morì di idropisia; b) il Duca d'Angiò (il futuro re di Francia Enrico III) era tutt'altro che uno stupido gaudente, come nel film, e non fu respinto da Elizabeth per questo, ma fu lui a rifiutare il matrimonio (proposto dalla madre Caterina de' Medici) per motivi religiosi; c) Robert il bello scudiere e amante di Elizabeth non complottò mai contro di lei. Elizabeth lo allontanò non perchè era già sposato, ma perché la moglie Amy Robsart morì in circostanze misteriose che non escludevano un uxoricidio e la regina non voleva che la corona venisse infangata. Ci sarà un seguito (non amoroso) tra i due, ma non mi sembra che venga narrato nel sequel Elizabeth - The Golden Age.
Infine, manca qualsiasi riscontro storico, ma se è così, Walsingham è stato davvero geniale a suggerire a Elizabeth di costruirsi l'immagine di Regina Vergine perché la gente va matta per queste assurdità e ci crede.
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rikitikitawi
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venerdì 13 novembre 2015
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il solito capolavoro
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Riuscire a rendere coinvolgente ed affascinante una storia più da teatro che altro , girata in dieci ambienti forse e con un manipolo di attori , è qualcosa di geniale.
Il film è bellissimo: denso di atomosfere , penombre e colori : i pastelli sensuali , onirici e violenti dell'esistenza umana , che oltre i tempi della storia si ripete spesso.
Da rivedere e rivedere ancora .
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great steven
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lunedì 1 giugno 2015
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alcuni scompensi narrativi, ma giusto nell'insieme
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ELIZABETH (UK, 1998) diretto da SHEKHAR KAPUR. Interpretato da CATE BLANCHETT, JOSEPH FIENNES, FANNY ARDANT, ERIC CANTONA, GEOFFREY RUSH, RICHARD ATTENBOROUGH, CHRISTOPHER ECCLESTON, VINCENT CASSEL, KELLY MACDONALD, EMILY MORTIMER, JOHN GIELGUD, KATHY BURKE, EDWARD HARDWICKE, DANIEL CRAIG
Alla morte di Mary d’Inghilterra, figlia cattolica di Enrico VIII, la sorellastra protestante Elizabeth sale al trono e diventa regina in un paese dove i suoi nemici sono sostanzialmente il doppio degli amici, e nel quale si trama costantemente e senza sosta ai suoi danni. La nuova regina che, appena guadagnato il potere, ha ancora i tratti caratteriali di una ragazza ingenua e appassionata, è particolarmente malvista per il suo credo religioso e per le alleanze che intende stringere coi formidabili avversari del regno britannico: Scozia, Francia, Spagna.
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ELIZABETH (UK, 1998) diretto da SHEKHAR KAPUR. Interpretato da CATE BLANCHETT, JOSEPH FIENNES, FANNY ARDANT, ERIC CANTONA, GEOFFREY RUSH, RICHARD ATTENBOROUGH, CHRISTOPHER ECCLESTON, VINCENT CASSEL, KELLY MACDONALD, EMILY MORTIMER, JOHN GIELGUD, KATHY BURKE, EDWARD HARDWICKE, DANIEL CRAIG
Alla morte di Mary d’Inghilterra, figlia cattolica di Enrico VIII, la sorellastra protestante Elizabeth sale al trono e diventa regina in un paese dove i suoi nemici sono sostanzialmente il doppio degli amici, e nel quale si trama costantemente e senza sosta ai suoi danni. La nuova regina che, appena guadagnato il potere, ha ancora i tratti caratteriali di una ragazza ingenua e appassionata, è particolarmente malvista per il suo credo religioso e per le alleanze che intende stringere coi formidabili avversari del regno britannico: Scozia, Francia, Spagna. Messa alle strette dalle necessità politiche, Elizabeth impara ad essere un’importante e abile stratega e, affidandosi all’appoggio dei suoi misteriosi consiglieri, riesce a fare piazza pulita dei combattenti, a tenere a bada i destabilizzanti intrighi di palazzo e, al termine di una colossale epurazione, a farsi passare col supremo soprannome di "Regina Vergine", titolo dietro cui si nasconde la sua imbattibilità di donna caparbia, tenace e vincitrice. È un film che presenta con un’evidenza quasi spontanea un certo numero di pregi e pecche, e queste ultime vengono maldestramente celate dietro un rigore stilistico che non disdegna pericolose prese di posizione: è infatti innegabile la simpatia della sceneggiatura per Sir Francis Walsingham (Rush), machiavellico capo della polizia reale e unico consigliere imperituro della figura della regina, il quale sottrae fin troppo spazio all’ignorato Sir William Cecil (Attenborough), troppo confinato nei bassifondi della storia, ed effettivamente un riequilibrio tra i due personaggi, entrambi ugualmente importanti anche sul piano storico per il trionfo della più famosa donna governante dell’Inghilterra, avrebbe giovato specialmente da un punto di vista narrativo. La carta vincente, comunque, è senza ombra di dubbio una straordinaria C. Blanchett nella prima parte veramente fondamentale della sua carriera: dipinge a tinte fosche e senza nulla concedere a facili moralismi una regnante di classe, con un carattere ben temprato dall’esperienza e un piglio autoritario che forgia sé stesso a forza di sopravvivere ad attentati sempre meglio organizzati e di conquistare il consenso tanto del clero quanto del popolo sacrificando i propri desideri personali in favore di bisogni comuni e collettivi. Un altro personaggio purtroppo scritto male e relegato in disparte è il duca d’Anjou (Cassel), fra l’altro inspiegabilmente descritto come un buontempone gaudente e incapace di quei comportamenti seri e impegnativi che si addicono ad un nobile con decisionalità politica. Dal lato positivo questo film, diretto da un regista indiano che sa amabilmente il fatto suo, presenta una fotografia e una scenografia che si includono l’una nell’altra donando agli spettatori un tripudio gioioso di colori che ritraggono con estrema fedeltà e verosimiglianza i luoghi nei quali la regina Elisabetta I del Regno Unito si muove con una maestosità che deve sicuramente più alla maestria nell’inganno che alla cattiveria spietata. La pellicola, penalizzata anche da una durata che sfiora l’eccesso, è però indebolita nel finale da una scelta di avvicinarsi alla Madonna che rasenta il ridicolo involontario e toglie al personaggio principale quel tocco di calore che invece avrebbe reso alla sua superba interprete un alone di soavità incredibilmente raggiante. Il regno di Elisabetta durò dal 1558 al 1603, e risultò come uno dei più longevi nella storia britannica. Tanto per riassumere, se da una parte la ricostruzione è meticolosa e azzeccata, dall’altro il gusto per l’esercizio cinematografico trapassa talvolta nell’assurdo e nell’autocompiacimento virtuosistico.
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renato c.
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venerdì 24 ottobre 2014
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ben fatto ma,...quanti delitti!!!
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Film sulla grande regina Elisabetta I^ d'Inghilerra, detta "La regina vergine", ma che in questo film non lo è poi tanto! Ban interpretata comunque da Cate Blanchett. Storicamente abbastanza fedele, la giovane regina si è dovuta difendere da vari cospirazioni, attentati ecc. facendo giustiziare un sacco di persone; l'unico che la scampa è il suo amante (poi ex-amante!) Conte di Leicester. Certo che questo film di produzione britannica è fortemente anticattolico: arriva perfino a far vedere il papa Pio VI° come mandante dell'assassinio della regina promettendo il paradiso a chi lo avrebbe commesso! Se ne incarica un prete interpretato da un giovane Daniel Craig che vorrebbe uccidere la regina addirittura tramite un vestito velenoso, solo che una sua ancella ha voluto prima provarlo lei e ma
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Film sulla grande regina Elisabetta I^ d'Inghilerra, detta "La regina vergine", ma che in questo film non lo è poi tanto! Ban interpretata comunque da Cate Blanchett. Storicamente abbastanza fedele, la giovane regina si è dovuta difendere da vari cospirazioni, attentati ecc. facendo giustiziare un sacco di persone; l'unico che la scampa è il suo amante (poi ex-amante!) Conte di Leicester. Certo che questo film di produzione britannica è fortemente anticattolico: arriva perfino a far vedere il papa Pio VI° come mandante dell'assassinio della regina promettendo il paradiso a chi lo avrebbe commesso! Se ne incarica un prete interpretato da un giovane Daniel Craig che vorrebbe uccidere la regina addirittura tramite un vestito velenoso, solo che una sua ancella ha voluto prima provarlo lei e mal glie ne incolse! Un po' pesante come film, comunque ben fatto e che non manca di scene macabre come quella delle teste dei cospiratori decapitati sulla punta di lance, e la tortura del prete (Daniel Craig) sicario mancato! Ha avuto comunque un sequel, ad esso il giudizio finale!
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shiningeyes
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giovedì 21 marzo 2013
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fastoso ma un po' troppo stantio
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Grossa e luccicante produzione di un film storico abbastanza avvincente e interessante, che comunque soffre di qualche difetto.
La fastosità e bellezza delle scenografie, dei costumi, delle coreografie di danze rinascimentali e di una imponente fotografia sono da ammirare, però, a volte tendono un po' a saturare lo spettatore, tendono perlopiù a fargli inspirare un'aria vecchia e stantia, e ciò si riflette nella visione del film, facendoci tirare qualche sbadiglio ogni tanto.
Naturalmente sono da premiare l'accuratezza data e il notevole spessore degli apparati tecnici, che danno un tocco di regalità e potenza sugli sfondi inglesi. Ma ciò non basta, e pertanto il film può risultare freddo, senza una emozione o sbalzamento che può portarti una fascinosa pellicola storica di intrighi e complotti.
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Grossa e luccicante produzione di un film storico abbastanza avvincente e interessante, che comunque soffre di qualche difetto.
La fastosità e bellezza delle scenografie, dei costumi, delle coreografie di danze rinascimentali e di una imponente fotografia sono da ammirare, però, a volte tendono un po' a saturare lo spettatore, tendono perlopiù a fargli inspirare un'aria vecchia e stantia, e ciò si riflette nella visione del film, facendoci tirare qualche sbadiglio ogni tanto.
Naturalmente sono da premiare l'accuratezza data e il notevole spessore degli apparati tecnici, che danno un tocco di regalità e potenza sugli sfondi inglesi. Ma ciò non basta, e pertanto il film può risultare freddo, senza una emozione o sbalzamento che può portarti una fascinosa pellicola storica di intrighi e complotti.
La trama eccede nel romanzesco, ma comunque dà senso a ciò che è stata la storia di Elizabeth: una ragazza piena di vita e con delle passioni, che però ha dovuto mettere da parte per il durissimo compito di regnare quella che diventerà il più potente stato del seicento; il film riesce bene nel mostrarci la maturità acquisita dalla regnante, a discapito del suo cuore.
Cate Blanchett da qui comincerà a farsi conoscere come una delle migliori interpreti femminili di oggi, grazie ad una prova maiuscola. A dimostrare la qualità recitativa proveniente dall'Australia ci pensa anche un grandissimo Geoffrey Rush, nella parte del cinico protettore della regina; nel resto del cast (vasto) segnalo anche i bravissimi Attenbourgh ed Ecclestone; simpatici e scanzonati i francesi Cassel e Cantona.
E' buona anche la regia, anche se non buonissima, dato che in certi punti le scene sono troppo statiche e gli attori presenti sembrano un po' troppo infagottati, ma l'impegno di girare un'opera così magna non era facile, e ritengo quindi che si sia svolto un compito accettabile.
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paride86
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sabato 11 febbraio 2012
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buono
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Strano caso di film storico in cui l'estetica vince sulla sostanza.
Da segnalare soprattutto per i bellissimi costumi - premiati con l'Oscar - e per Cate Blanchett, perfetta nel ruolo.
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raffaella
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giovedì 9 aprile 2009
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god save the queen!
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“So di avere il corpo di una debole e fragile donna, ma ho il cuore e il fegato di un re, e per giunta di un re d’Inghilterra”.
Tali parole, proferite dalla regina Elisabetta I, racchiudono l’essenza del suo agire, del suo operato, del suo pensiero, delineando la figura della più grande monarca che l’Inghilterra abbia mai avuto. Non a caso, il periodo elisabettiano, nel quale si configura la nascita della nuova potenza mondiale, è una delle pagine più suggestive e affascinanti della storia inglese, celebrate dall’arte, dalla letteratura e, negli ultimi anni, anche dal cinema.
Il più recente adattamento cinematografico risale al 1998 con il film "Elizabeth" in cui a vestire i panni della superba regina è la bravissima Cate Blanchett che ci offre un’interpretazione indimenticabile.
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“So di avere il corpo di una debole e fragile donna, ma ho il cuore e il fegato di un re, e per giunta di un re d’Inghilterra”.
Tali parole, proferite dalla regina Elisabetta I, racchiudono l’essenza del suo agire, del suo operato, del suo pensiero, delineando la figura della più grande monarca che l’Inghilterra abbia mai avuto. Non a caso, il periodo elisabettiano, nel quale si configura la nascita della nuova potenza mondiale, è una delle pagine più suggestive e affascinanti della storia inglese, celebrate dall’arte, dalla letteratura e, negli ultimi anni, anche dal cinema.
Il più recente adattamento cinematografico risale al 1998 con il film "Elizabeth" in cui a vestire i panni della superba regina è la bravissima Cate Blanchett che ci offre un’interpretazione indimenticabile.
Il percorso storico delineato ha inizio nel 1554, durante il regno di Maria Tudor, che governa un Paese dilaniato dall’instabilità religiosa e finanziaria e minacciato da Francia e Spagna. La cattolica sovrana promuove una furiosa persecuzione di cui sono oggetto i protestanti e si accanisce contro la sorellastra, la principessa Elisabetta, con l’accusa di tradimento.
Dopo la morte di Maria, Elisabetta sale al trono d’Inghilterra all’età di 25 anni e assicura al suo amante, Robert Dudley, la cessazione dell’esilio.
Elisabetta si mostra sin da subito una sovrana spregiudicata: favorisce i protestanti inimicandosi la Chiesa cattolica; rifiuta qualsiasi matrimonio d’interesse al fine di garantire l’autonomia dell’Inghilterra; è oggetto di numerose cospirazioni che, grazie al suo fidato Walsingham, vengono alla luce: quindi i nemici vengono ineluttabilmente eliminati.
Ora Elisabetta, la Regina Vergine, è la padrona assoluta del trono inglese e si dedica esclusivamente al potenziamento del suo Paese.
La ricostruzione storica è molto fedele e risulta sapientemente caratterizzata dalle magnifiche scenografie, dai sontuosi costumi, dal commento musicale che raggiunge l’apice della suggestione nella scena dell’investitura di Elisabetta. Il film, che ha ottenuto 7 nominations all’Oscar, splende anche per le brillanti performance del cast, soprattutto della protagonista.
Infatti, a rendere più coinvolgente la vicenda contribuisce la lettura moderna della figura di Elisabetta, che ci appare una donna molto vicina al nostro tempo, un’eroina determinata, dotata di una grande forza d’animo e intraprendenza, capace di far cadere qualsiasi pregiudizio e dimostrando che, nella sua vulnerabilità di donna, si nasconde invece una dignità ineguagliabile.
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ary
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lunedì 2 marzo 2009
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ciao
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alcinoo
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domenica 15 febbraio 2009
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La volontà di potere, seppure da sempre mascherata per fini alti e nobili, siano essi politici, religiosi e quant'altro, è sempre stata ed è un cancro dello spirito umano. Il film in questione indica molto bene cosa si cela dietro e al di sotto lo sfarzo delle corti europee: brutture d'ogni genere. Dopo avere visto questo film le opere di Skaskespeare sono sicuramente più comprensibili. L'aristocrazia inglese forse è quella che ne esce meno bene tra quelle europee. La violenza politica e morale non è certo mancata nè in Francia nè in Italia e in altre corti sparse in Europa. Per quanto ci riguarda più da vicino, l'aristocrazia italiana è brillata per la sua inconsistenza e ambiguità. Quella tedesca si è dimostrata un caso psichiatrico.
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La volontà di potere, seppure da sempre mascherata per fini alti e nobili, siano essi politici, religiosi e quant'altro, è sempre stata ed è un cancro dello spirito umano. Il film in questione indica molto bene cosa si cela dietro e al di sotto lo sfarzo delle corti europee: brutture d'ogni genere. Dopo avere visto questo film le opere di Skaskespeare sono sicuramente più comprensibili. L'aristocrazia inglese forse è quella che ne esce meno bene tra quelle europee. La violenza politica e morale non è certo mancata nè in Francia nè in Italia e in altre corti sparse in Europa. Per quanto ci riguarda più da vicino, l'aristocrazia italiana è brillata per la sua inconsistenza e ambiguità. Quella tedesca si è dimostrata un caso psichiatrico.
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massimo94
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venerdì 29 agosto 2008
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elizabeth
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Ti consiglio allora di non guardare il secondo, é molto più noioso del primo,che in realtà secondo me è fatto molto bene.
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