p.n.
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sabato 2 aprile 2005
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eccellente
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Nel sud Africa dell'apartheid viene brutalmente ucciso un giardiniere nero che lavorava in una tenuta di bianchi benestanti: l'uomo voleva saperne di più sulla morte del figlio, trucidato e ucciso dalle autorità locali che lo avevano arrestato durante una manifestazione per i diritti civili. Il suo padrone, un professore di storia, comincia ad indagare ma si metterà contro tutto e tutti perdendo piano piano il lavoro, la famiglia (tranne il figlio che gli rimane coraggiosamente accanto), e anche la vita. Il film è un po' sottovalutato, ma in realtà è un lucido e veritiero affresco su ciò che avveniva nel sud Africa fino a non più tardi di quindici anni fa, e si avvale di alcuni momenti che non possono non rimanere impressi, come la scena iniziale dove i poliziotti bianchi sparano a raffica sulla folla,il riconoscimento del cadavere, la tortura del giardiniere, il processo.
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Nel sud Africa dell'apartheid viene brutalmente ucciso un giardiniere nero che lavorava in una tenuta di bianchi benestanti: l'uomo voleva saperne di più sulla morte del figlio, trucidato e ucciso dalle autorità locali che lo avevano arrestato durante una manifestazione per i diritti civili. Il suo padrone, un professore di storia, comincia ad indagare ma si metterà contro tutto e tutti perdendo piano piano il lavoro, la famiglia (tranne il figlio che gli rimane coraggiosamente accanto), e anche la vita. Il film è un po' sottovalutato, ma in realtà è un lucido e veritiero affresco su ciò che avveniva nel sud Africa fino a non più tardi di quindici anni fa, e si avvale di alcuni momenti che non possono non rimanere impressi, come la scena iniziale dove i poliziotti bianchi sparano a raffica sulla folla,il riconoscimento del cadavere, la tortura del giardiniere, il processo. E poi ci sono dieci minuti esagerati in cui appare l'avvocato Marlon Brando, il più grande attore del cinema di tutti i tempi.
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luca scialò
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giovedì 25 agosto 2011
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film crudo, come la realtà dell'apartheid
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Sud Africa, in pieno Apartheid. I bianchi rendevano impossibile la vita dei neri, ghettizzandoli e relegandoli a lavori umili, benché questi ultimi fossero proprietari naturali di quelle terre. I giovanissimi però non ci stanno e a partire dagli anni '70 organizzano manifestazioni pacifiche di dissenso, che i bianchi soffocano nel sangue, senza distinzione di donne e bambini. Tra questi viene ucciso il figlio di un giardiniere che lavora presso la casa di un insegnante, il signor Ben Du Toit. Quest'ultimo prende a cuore la sua causa, ancor di più quando scopre che anche il suo dipendente è stato brutalmente ucciso dalla polizia. Anche la sua vita si complica ma ormai è deciso a continuare la sua battaglia.
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Sud Africa, in pieno Apartheid. I bianchi rendevano impossibile la vita dei neri, ghettizzandoli e relegandoli a lavori umili, benché questi ultimi fossero proprietari naturali di quelle terre. I giovanissimi però non ci stanno e a partire dagli anni '70 organizzano manifestazioni pacifiche di dissenso, che i bianchi soffocano nel sangue, senza distinzione di donne e bambini. Tra questi viene ucciso il figlio di un giardiniere che lavora presso la casa di un insegnante, il signor Ben Du Toit. Quest'ultimo prende a cuore la sua causa, ancor di più quando scopre che anche il suo dipendente è stato brutalmente ucciso dalla polizia. Anche la sua vita si complica ma ormai è deciso a continuare la sua battaglia.
Tratto da un romanzo del 1966 di André Brink, è un film duro e crudo, che non risparmia lo spettatore e non gli fa sconti nel mostrargli la realtà. Incide probabilmente anche il fatto che sia stato diretto da una regista nera, Euzhan Palcy.
Qualche smagliatura nei dialoghi e nell'interpretazione di alcuni protagonisti è comunque più che compensata dalle caratteristiche di cui sopra, oltre che dalla presenza, seppur breve, di Marlon Brando come avvocato della causa del signor Du Toit. Vinse, meritatamente, un Golden Globes.
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