luca scialò
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mercoledì 14 luglio 2010
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uno squarcio straordinario di napoli
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Tratto da 6 racconti di Giuseppe Marotta, e trasposto su grande schermo da Vittorio De Sica (che appare anche in un episodio) coadiuvato dallo stesso Marotta e Zavattini, offre uno squarcio della Napoli del dopoguerra, attraverso dei personaggi tipici del luogo, con i loro vizi e le loro virtù: ne "Il guappo", una famiglia di ceto-medio basso vive sotto la pressione soggiacente di un guappo del quartiere, da loro ospitati quando divenne vedovo per non lasciarlo solo; in "Pizze a credito", protagonista è una coppia di pizzaioli tra loro molto diversa, uno introverso e devoto al lavoro, l'altra avvenente e socievole; ne "I giocatori" protagonista è un marchese che cerca di riscattarsi dalla ricca moglie anziana che lo tiene a stecchetto, giocando a carte con un ragazzino nullatenente; in "Teresa" protagonista è una prostituta che cerca di cambiare vita ma gli altri le fanno sempre pesare il suo passato; ne "Il professore", un anziano signore dispensa saggi consigli alle persone del quartiere; ne "Il funeralino", viene ritratto il triste funerale di un ragazzino, svolto sulla splendida via Caracciolo.
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Tratto da 6 racconti di Giuseppe Marotta, e trasposto su grande schermo da Vittorio De Sica (che appare anche in un episodio) coadiuvato dallo stesso Marotta e Zavattini, offre uno squarcio della Napoli del dopoguerra, attraverso dei personaggi tipici del luogo, con i loro vizi e le loro virtù: ne "Il guappo", una famiglia di ceto-medio basso vive sotto la pressione soggiacente di un guappo del quartiere, da loro ospitati quando divenne vedovo per non lasciarlo solo; in "Pizze a credito", protagonista è una coppia di pizzaioli tra loro molto diversa, uno introverso e devoto al lavoro, l'altra avvenente e socievole; ne "I giocatori" protagonista è un marchese che cerca di riscattarsi dalla ricca moglie anziana che lo tiene a stecchetto, giocando a carte con un ragazzino nullatenente; in "Teresa" protagonista è una prostituta che cerca di cambiare vita ma gli altri le fanno sempre pesare il suo passato; ne "Il professore", un anziano signore dispensa saggi consigli alle persone del quartiere; ne "Il funeralino", viene ritratto il triste funerale di un ragazzino, svolto sulla splendida via Caracciolo. Quest'ultimo episodio, forse per la sua vena struggente, è stato eliminato dalla versione commerciale.
Alternando momenti di comicità, mai esuberante, a momenti di riflessione e malinconia, il fim bene riesce nel suo intento; complici anche i tanti grandi attori che ne fanno parte: De filippo, Totò, De Sica, Stoppa, Loren, Mangano...più personaggi che gli ruotano intorno con spontaneità e genuinità.
In fondo, Napoli è già di per sè un teatro vivente, dove si ride o si piange. E dove tutti sono genuini e spotanei.
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claude aulas
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sabato 11 agosto 2007
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l'oro di napoli: una purea di sentimenti
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Al di là di una lettura superficiale che potrebbe erroneamente ostentare un bozzettismo esasperato, una scialba ilarità, il film presenta una miscellanea di episodi che rimandano alla Napoli dei vicoli, alla Napoli dei bassi...insomma alla vera Napoli. Impreziosito peraltro da un Totò nell'acmè della sua carriera televisiva che veste i panni di un pazzariello vessato dal solito prepotente; addolcito dalla figura di una Sophia Loren che si cimenta in uno di quei ruoli (in questo caso quello della pizzaiola affascinante) che poi la renderanno indiscussa regina delle borgate partenopee e non solo quelle; da sottolineare, peraltro, l'indubbio apporto del De Sica migliore e come attore e come ideatore di tale capolavoro.
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Al di là di una lettura superficiale che potrebbe erroneamente ostentare un bozzettismo esasperato, una scialba ilarità, il film presenta una miscellanea di episodi che rimandano alla Napoli dei vicoli, alla Napoli dei bassi...insomma alla vera Napoli. Impreziosito peraltro da un Totò nell'acmè della sua carriera televisiva che veste i panni di un pazzariello vessato dal solito prepotente; addolcito dalla figura di una Sophia Loren che si cimenta in uno di quei ruoli (in questo caso quello della pizzaiola affascinante) che poi la renderanno indiscussa regina delle borgate partenopee e non solo quelle; da sottolineare, peraltro, l'indubbio apporto del De Sica migliore e come attore e come ideatore di tale capolavoro.Ed infine dulcis in fundo il grande Eduardo De Filippo nel ruolo del dispensatore di pillole di saggezza che giganteggia all'interno del film con una performance a dir poco realistica e veritiera; è l'Eduardo dei tempi migliori, colui che ha codificato un nuovo linguaggio teatrale e non solo( vedi suddetto film), anche se qui viene meno l'amarezza di Napoli milionaria, ma surrogata da altrettanta maestria.Insomma l'Oro di Napoli può essere considerato il film della gente
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fedeleto
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mercoledì 6 aprile 2016
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l'oro del cinema italiano
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Dopo capolavori indiscussi come Ladri di Biciclette,Umberto D.,e Miracolo a Milano,Vittorio De Sica dirige una pellicola tratta dal libro di Giuseppe Marotta e sceneggiata da quest'ultimo con De Sica e Zavattini.Nel primo episodio (il guappo) Don Saverio non trova pace a casa sua poiché ha un ospite guappo da dieci anni che ha preso il dominio del luogo.Saprà farsi valere.Nel secondo episodio(pizze a credito) una sensuale pizzettaia perde l'abello con lo smeraldo regalatogli dal marito.Insieme lo ritroveranno,e non si era certo perso nella pizza,ma nelle grinfie di un suo ammiratore.Nel terzo episodio(funeralino)una donna è attenta al corteo della morte del figlio a tutti i preparativi,ma la disperazione prende il sopravvento.
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Dopo capolavori indiscussi come Ladri di Biciclette,Umberto D.,e Miracolo a Milano,Vittorio De Sica dirige una pellicola tratta dal libro di Giuseppe Marotta e sceneggiata da quest'ultimo con De Sica e Zavattini.Nel primo episodio (il guappo) Don Saverio non trova pace a casa sua poiché ha un ospite guappo da dieci anni che ha preso il dominio del luogo.Saprà farsi valere.Nel secondo episodio(pizze a credito) una sensuale pizzettaia perde l'abello con lo smeraldo regalatogli dal marito.Insieme lo ritroveranno,e non si era certo perso nella pizza,ma nelle grinfie di un suo ammiratore.Nel terzo episodio(funeralino)una donna è attenta al corteo della morte del figlio a tutti i preparativi,ma la disperazione prende il sopravvento.Nel quarto episodio (i giocatori)un conte decaduto è vittima del gioco e perde sempre a carte con il figlio del suo portiere,nel quinto episodio (Teresa)una prostitute è vittima di un falso matrimonio come copertura di un uomo che ha perso una sua conoscente. Nell'ultimo episodio (il professore),Un saggio del paese da buoni consigli a tutti e risolve le situazioni anche più difficili.Il film di De Sica è un espressionismo napoletano puro,dove l'aria che si respira non è più la guerra,ma una vita che va avanti inciampando ma mai cadendo.Analizzando il film del regista di Sora,si possono notare aspetti non molto lontani dai suoi precedenti film.Nel primo episodio essendoci una situazione di sopruso,Don Saverio insieme alla forza della famiglia trova il coraggio e la forza di cacciare il tiranno,un esempio della forza unione che rise a scacciare l'ingiustizia.Nel secondo episodio forse il più semplice di tutti gli altri,ci si trova su un equivoco,su un bene matrimoniale che ha l'amante della bella pizzaiola (Una sensualissima Sofia Loren),una Napoli con contraddizioni,e segreti,ma alla fine godibile e simpatica.Nel terzo episodio si tocca la tragedia è il tono del film si fa decisamente più oscuro.Primi piani che inquadrano una donna perduta,e inquadrature in alto (come se fosse lo spirito del bambino che guarda),generano il dolore a cui Napoli non è indifferente,e partecipa con lo sguardo distogliendo l'attenzione su tutte le altre cose.Nel quarto episodio invece troviamo il De Sica attore che apparirebbe come un giocatore doestoevskijiano,pronto e deciso a giocarsi tutto per perdere con un bambino,chiara metafora di come l'innocenza vinca sull'avidità e il materialismo adulto.Nel quinto episodio,forse il migliore,troviamo invece una prostitute vittima di un inganno,ma ella non cede a ciò poiché può vendere il suo corpo e non la sua anima.Torna dall'uomo che vive nel passato e che l'ha sposata solo per non pensare alla ragazza che si suicido',forse vuole aiutarlo,forse ha capito che tutto non è perduto (la carrozza che vede metaforizza l'aver capito la direzione),e Silvana Mangano regala un'ottima interpretazione.Nell'ultimo episodio non si trascura un particolare,il professore è un dispensatore di soluzioni,un santone,che trova rimedio anche alla pernacchia che minimizza il duca,quasi fosse un atto di disprezzo del popolo verso il potere.Un film ottimo con attori bravissimi,a partire da un Totò sempre maestro,ad una Sofia Loren sempre sensuale,ad un De Sica teatrale e magistrale,passando per una Silvana Mangano bravissima che si aggiudica un nastro d'argento come migliore attrice protagonista insieme a Paolo Stoppa come attore non protagonista,è un De Filippo maschera del cinema napoletano.Un De Sica cantore di vita, di una Napoli che erutta la felicità e il dolore da un Vesuvio costantemente in guardia.Questo è l'oro del cinema italiano.
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fabio57
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mercoledì 16 settembre 2015
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memorabile
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Film a episodi di De Sica, che adatta con grande maestria alla produzione cinematografica,un grande libro di Marotta.L'episodio della pizzaiola fedigrafa ,probabilmente il più riuscito,è un cult della cinematografia nostrana.La Loren mai così conturbante, è bravissima e calata egregiamente nel suo ruolo,Furia grandissimo nel correrle dietro affannosamente,Paolo Stoppa perfetto nella parte del vedovo inconsolabile, ma con l'inclinazione alla sceneggiata,Tecla Scarano immensa nel ruolo di chi, recitando a soggetto,illustra il cordoglio a tutti coloro che incontra.
L'episodio di Totò anche se bello, è malinconico e poco adatto alle sue corde.
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Film a episodi di De Sica, che adatta con grande maestria alla produzione cinematografica,un grande libro di Marotta.L'episodio della pizzaiola fedigrafa ,probabilmente il più riuscito,è un cult della cinematografia nostrana.La Loren mai così conturbante, è bravissima e calata egregiamente nel suo ruolo,Furia grandissimo nel correrle dietro affannosamente,Paolo Stoppa perfetto nella parte del vedovo inconsolabile, ma con l'inclinazione alla sceneggiata,Tecla Scarano immensa nel ruolo di chi, recitando a soggetto,illustra il cordoglio a tutti coloro che incontra.
L'episodio di Totò anche se bello, è malinconico e poco adatto alle sue corde.Quello di De Filippo indimenticabile,la descrizione della tecnica della pernacchia è veramente deliziosa e consente all'attore di asprimere al meglio anche la sua verce comica,di solito in ombra..
Meno interessanti gli altri episodi.
Film memorabile
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