reservoir dogs
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lunedì 15 novembre 2010
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alienazione coniugale
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Il lento errare di una coppia di sposati: la visita ad un amico intelletuale all'ospedale, la presentazione del nuovo libro del marito, una serata al night-club e la visita alla casa di una industriale.
Storia di un'"alienazione coniugale", i due vivono in uno stato di "crisi" che varia da quella intelletuale che in certo senso affligge lui a quella esistenziale che invece colpisce entrambi.
Il ceto borghese in cui i due vivono non li aiuta certo ad uscire da questo stato, il lento modificarsi della città e della vita degli uomini che la abitano sconvolge la donna in una sola "passeggiata".
Quella città che noi stessi non riusciamo a capire, che forse "interferisce" con i suoi rumori (aerei) portando incomunicabilità nella vita degli uomini.
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Il lento errare di una coppia di sposati: la visita ad un amico intelletuale all'ospedale, la presentazione del nuovo libro del marito, una serata al night-club e la visita alla casa di una industriale.
Storia di un'"alienazione coniugale", i due vivono in uno stato di "crisi" che varia da quella intelletuale che in certo senso affligge lui a quella esistenziale che invece colpisce entrambi.
Il ceto borghese in cui i due vivono non li aiuta certo ad uscire da questo stato, il lento modificarsi della città e della vita degli uomini che la abitano sconvolge la donna in una sola "passeggiata".
Quella città che noi stessi non riusciamo a capire, che forse "interferisce" con i suoi rumori (aerei) portando incomunicabilità nella vita degli uomini...Il rimando al"La dolce vita" è inevitabile.
Secondo capitolo della trilogia dell"incomunicabilità" di Antonioni ed è proprio l'incomunicabilità che fa si che il rapporto tra i due si deteriori sempre di più.
In questo lento sfaldarsi la cinepresa rispetta a pieno il modo di vedere il cinema per Antonioni: il cinema come sguardo sul mondo.
E come accade nel"L'Avventura" i personaggi in molte occasioni sono rispersi da dietro come se la cinepresa li stesse spiando mentre in altre li troviamo dispersi nel paesaggio.
Come al solito è la donna che si rende conto del "problema" mentre l'uomo continua a sguazzarvi sino a quando non si ricorda neanche più di una lettera che le aveva scritto e che probabilmente l'aveva fatta innamorare.
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fedeleto
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mercoledì 8 maggio 2013
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la notte della crisi
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In una Milano silenziosa ma caotica,uno scrittore di nome Giovanni e sua moglie Linda,passano all'ospedale per trovare un amico moribondo.Il dolore e' molto,la donna vaghera' per Milano come una piccola Alice, mentre Il marito andra' alla presentazione del suo libro.Stanchi e tristi cercheranno entrambi di uscire la sera,passando per night Club e feste ,ove l'alta borghesia si diverte.A fine serata entrambi verrano attratti da un altra persona,ma poi nell'alba di un nuovo giorno riesce ad assurgere ancora una volta l'amore che sembrava essersi spento,grazie ad una lettera d'amore che ricorda il sentimento ancora vivo e non piu' agonizzante.Antonioni(l'avventura,il grido)dirige una pellicola straordinaria,senza precedenti,che affonda il suo tema nella crisi esistenziale.
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In una Milano silenziosa ma caotica,uno scrittore di nome Giovanni e sua moglie Linda,passano all'ospedale per trovare un amico moribondo.Il dolore e' molto,la donna vaghera' per Milano come una piccola Alice, mentre Il marito andra' alla presentazione del suo libro.Stanchi e tristi cercheranno entrambi di uscire la sera,passando per night Club e feste ,ove l'alta borghesia si diverte.A fine serata entrambi verrano attratti da un altra persona,ma poi nell'alba di un nuovo giorno riesce ad assurgere ancora una volta l'amore che sembrava essersi spento,grazie ad una lettera d'amore che ricorda il sentimento ancora vivo e non piu' agonizzante.Antonioni(l'avventura,il grido)dirige una pellicola straordinaria,senza precedenti,che affonda il suo tema nella crisi esistenziale.Da un soggetto di Guerra,Flaiano e lo stesso Antonioni,nasce un film ove la crisi esistenziale e' mascherata dalla crisi coniugale.In primis il personaggio di Giovanni e' un intelletuale alla ricerca del contatto fisico,poiche' il suo pensare costantemente lo allontana dalla sua parte materiale,e questa dicotomia materia-anima o meglio corpo-spirito e' una delle tematiche molto in evidenza.La Milano in cui vivono e' trafficata,confusa,eppure spesso si trovano spazi vuoti,aree deserte e soprattutto muri(molto importante e' quest'ultimo elemento,Lidia si appoggia ad un muro dell'ospedale per piangere,tocca un muro e si sgretola,dietro un muro sente il rumore dei razzi,)il muro diventa la decomposizione della materia e dell'anima,un po' come nelle isole Eolie le rocce simboleggiavano l'aridita' di Anna,cosi i muri si riferiscono a tale questione.Il sesso in questa pellicola e' un perno molto interessante,e diventa il rimedio come si e' detto prima per ricollegare la materia con lo spirito,fin dall'inizio nella scena dell'ospedale,la ninfomane porta Giovanni a letto,e quest'ultimo non resiste alla tentazione,proprio perche' ritrova la sua identita'-materia,oramai in disconnessione con l'animo.Antonioni e' attento anche ad altri paticolari,ovvero ai paesaggi(gia' in precedenti film lo e' stato),predilgendo spesso e volentieri piani lunghi,ma stavolta i primi piani non mancano.Nella scena dell'ospedale,la finestra che affaccia sui palazzi e' un esempio di come la vista sia bloccata da questi ostacoli,infatti quasi tutto il film si svolge in luoghi chiusi,eccetto quando Lidia vaga per la citta',e trova qualcosa che e' fuori dalla routine,lei stessa dice non voglio che stasera rimaniamo a casa,invece Giovanni si trova a suo agio poiche' il luogo chiuso diventa spazio per meditazione.Antonioni dirige un vero capolavoro,dove la crisi esistenziale non porta a risultati drastici,ma anzi passa per la notte(dunque la sofferenza)per arrivare al giorno(la scena finale in cui i due fanno l'amore e' un chiaro segno di rinascita).Non mancano anche critiche al capitalismo,ogni miliardario vuole il suo intellettuale,l'offerta che propone il ricco industriale e il suo discorso.Ma un personaggio molto importante e' sicuramente anche Valntina(interpretata da una stupenda Monica Vitti) che senza dubbio gioca un ruolo non indifferente.Infatti ella anche e' un intellettuale che soffre dietro la maschera di borghese annoiata,e gioca sul pavimento a scacchi,un chiaro sinonimo di come vi sia anche il bianco e nero(in realta' sappiamo che questo episodio venne compiuto da Antonioni e Guerra),dunque ancora una volta il giorno e la notte,ma la festa borghese,il traffico della citta',sono chiari sintomi di come una societa' non mira all'introspezione e alla curiosita' ma al divertimento,alla spensieratezza,ai giochi semplici come accendere un razzo.Un capolavoro senza precedenti che difficilmente verra' mai superato da altri registi italiani che sicuramente ci si avvicinano ma non possono superarlo.L'incomunicabilita' della crisi esistenziale e' la chiave per comprendere tale grandezza.
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luca scial�
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martedì 19 novembre 2013
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la noia di una coppia borghese
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Giovanni Pontano è uno scrittore di successo, sposato con la ricca Lidia. Una coppia borghese, sprofondata nella noia del quotidiano, nella freddezza dei sentimenti, nella perdita degli stimoli. A Lidia non va di partecipare alla vita mondana, così falsa e paranoica, preferendogli momenti semplici tra la gente. In una delle tante feste tra i ricchi milanesi, Giovanni ha un flirt con la figlia del ricco padrone di casa ma lei ormai non prova neppure più gelosia nei suoi confronti. Il segno definitivo di un amore finito.
Antonioni si occupa ancora di borghesi insoddisfatti, con un film raffinato, che alterna silenzi, rumori della caotica Milano e dialoghi tra attori straordinari quali Mastroianni, la Moreau e la giovanissima Monica Vitti.
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Giovanni Pontano è uno scrittore di successo, sposato con la ricca Lidia. Una coppia borghese, sprofondata nella noia del quotidiano, nella freddezza dei sentimenti, nella perdita degli stimoli. A Lidia non va di partecipare alla vita mondana, così falsa e paranoica, preferendogli momenti semplici tra la gente. In una delle tante feste tra i ricchi milanesi, Giovanni ha un flirt con la figlia del ricco padrone di casa ma lei ormai non prova neppure più gelosia nei suoi confronti. Il segno definitivo di un amore finito.
Antonioni si occupa ancora di borghesi insoddisfatti, con un film raffinato, che alterna silenzi, rumori della caotica Milano e dialoghi tra attori straordinari quali Mastroianni, la Moreau e la giovanissima Monica Vitti. Emblematica la scena finale, nella quale lei gli legge una lettera che lui le aveva scritto anni prima. Parole che ormai aveva pure dimenticato, al punto da chiederle chi era l'autore.
Vinse tre nastri d'argento e un Orso d'oro al Cinema di Berlino.
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stefano capasso
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lunedì 18 maggio 2015
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affrontare la crisi per darsi una possibilità
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Giovanni e Lidia sono una coppia in crisi. Lui è un intellettuale inquieto, siamo nella Milano degli anni 60 e la loro relazione che ormai vede difficili le comunicazioni entra definitivamente in crisi durante una lunga notte passata ad un party di un industriale. Dopo aver provato a cercare altri incontri, all’alba i due finalmente affrontano le difficolta che tengono nascoste
Un film di Michelangelo Antonioni molto bello, asciutto e dai dialoghi scarni e incisivi. Raccontando gli eventi di un solo giorno, il regista grazie ad un linguaggio filmico fatto di immagini significative, descrive con grande efficacia la difficolta di comunicazione di una coppia che ha smesso di confidarsi da tempo.
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Giovanni e Lidia sono una coppia in crisi. Lui è un intellettuale inquieto, siamo nella Milano degli anni 60 e la loro relazione che ormai vede difficili le comunicazioni entra definitivamente in crisi durante una lunga notte passata ad un party di un industriale. Dopo aver provato a cercare altri incontri, all’alba i due finalmente affrontano le difficolta che tengono nascoste
Un film di Michelangelo Antonioni molto bello, asciutto e dai dialoghi scarni e incisivi. Raccontando gli eventi di un solo giorno, il regista grazie ad un linguaggio filmico fatto di immagini significative, descrive con grande efficacia la difficolta di comunicazione di una coppia che ha smesso di confidarsi da tempo. Quando al culmine del disagio i due trovano la forza di dirsi tutto affrontando le paure reciproche, possono finalmente dare una nuova possibilità al loro rapporto.
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martedì 21 dicembre 2021
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giovanni, lidia, l''alienazione...
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Forse il film più intimista di Antonioni, che mette a fuoco il disagio che si può insinuare in una giovane coppia che, di fatto, non sembra avere alcun problema. I due vivono a Milano. Giovanni è uno scrittore affermato e Lidia sua moglie, molto bella ma di poche parole e con lo sguardo spesso assente. Hanno una Giulietta come auto e nessun problema economico. Lui ha appena scritto l'ultimo libro: un sabato sera vanno a fare visita a Tommaso in ospedale, loro amico molto malato. In seguito si recano a promuovere il nuovo libro di Giovanni, dove c'è un cameo di Salvatore Quasimodo, indicato come "il nostro premio Nobel" e una fugace apparizione di Umberto Eco.
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Forse il film più intimista di Antonioni, che mette a fuoco il disagio che si può insinuare in una giovane coppia che, di fatto, non sembra avere alcun problema. I due vivono a Milano. Giovanni è uno scrittore affermato e Lidia sua moglie, molto bella ma di poche parole e con lo sguardo spesso assente. Hanno una Giulietta come auto e nessun problema economico. Lui ha appena scritto l'ultimo libro: un sabato sera vanno a fare visita a Tommaso in ospedale, loro amico molto malato. In seguito si recano a promuovere il nuovo libro di Giovanni, dove c'è un cameo di Salvatore Quasimodo, indicato come "il nostro premio Nobel" e una fugace apparizione di Umberto Eco. Lidia si annoia, prende un taxi e va a Sesto San Giovanni nei pressi della fabbrica Breda. Lì rimane affascinata da un gruppo di ragazzi che lanciano dei razzi artigianali. Poi telefona a Giovanni e i due si recano in un locale notturno dove assistono all'esibizione di una contorsionista che regge un calice di vino senza farlo mai cadere. Annoiati, vanno in Brianza, dove l'industriale Gherardini sta dando una festa nella sua enorme villa con piscina. La figlia dei Gherardini è molto frivola e fa subito gli occhi dolci a Giovanni, che nella notte avrà un breve flirt con lei. Anche Lidia si lascia andare all'invito di un bel giovanotto, ma alla fine decide di non andare oltre. La crisi arriva con la notizia della morte di Tommaso. Poi un temporale notturno stravolge la festa, l'alcool fa effetto e qualche partecipante passa la notte in piscina... Giovanni e Lidia entrano nella villa con gli sguardi cupi e assenti. Sembra quasi siano degli estranei in mezzo all'allegria che tuttavia regna ancora al party. Si guardano con intensità tentando un dialogo forzato, poi gli animi si rilassano e sul finire, verso l'alba, si intravede in loro uno spiraglio di comprensione reciproca. Mastroianni e Jeanne Moreau sono superlativi in una sceneggiatura perfetta, dove per tutto il film si avverte il senso di alienazione che attanaglia Lidia con Giovanni che, seppure dispiaciuto per lei, non si sente assolutamente in colpa. Lui è uno scrittore di successo e lei solo la moglie da mettere in mostra agli eventi mondani e letterari. Monica Vitti è brava anche se la sua parte di ragazza ricca e viziata non convince del tutto. Piuttosto Gitt Magrini, costumista di alto livello e qua attrice occasionale nella parte della signora Gherardini, sfodera un talento non comune ed è perfetta nel suo ruolo. Un film straordinario scritto con la collaborazione di Tonino Guerra: il centro di tutto è appunto la notte, con l'assenza di luce a fare uscire allo scoperto paure e angosce che regnano nell'animo delle persone. Per tutto il film si ascoltano musiche soffuse e ricercate che regalano ancora più spessore al tocco intimista di questo capolavoro di Antonioni. Curiosa Lidia quando, guardando l'orchestra che continua a suonare musica soft alla festa, esclama: "Ma perché continuano a suonare? Credono forse che così il giorno sarà diverso?". Un film perfetto, da guardare di notte... e senza interruzioni. - di "Joss" -
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figliounico
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mercoledì 14 febbraio 2024
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la noia
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La Notte o meglio la noia e non quella pur simile di Moravia, un film che nel ’61 sicuramente voleva dire tante cose: lo scontro titanico tra la classe intellettuale del Paese ed il potere economico pronto a fagocitarla o assoldarla per metterla a tacere, il malessere esistenziale delle nuove generazioni sia tra la povera gente delle periferie che tra i ricchi delle lussuose dimore, l’alienazione della vita nelle moderne metropoli etc etc, ma ora, a distanza di sessant’anni, decontestualizzato dalla società dell’epoca, di tutto quanto il costrutto pur notevole della sceneggiatura a cui collaborarono Flaiano e Guerra con il regista Antonioni rimane il racconto melanconico e angosciante di una triste storia d’amore tra due coniugi in crisi accompagnato da un terribile immanente commento sonoro di un’orchestrina jazz niente di meno che di Gaslini che si rivela nella scena finale all’alba nel grande prato della villa dove si svolge gran parte dell’azione.
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La Notte o meglio la noia e non quella pur simile di Moravia, un film che nel ’61 sicuramente voleva dire tante cose: lo scontro titanico tra la classe intellettuale del Paese ed il potere economico pronto a fagocitarla o assoldarla per metterla a tacere, il malessere esistenziale delle nuove generazioni sia tra la povera gente delle periferie che tra i ricchi delle lussuose dimore, l’alienazione della vita nelle moderne metropoli etc etc, ma ora, a distanza di sessant’anni, decontestualizzato dalla società dell’epoca, di tutto quanto il costrutto pur notevole della sceneggiatura a cui collaborarono Flaiano e Guerra con il regista Antonioni rimane il racconto melanconico e angosciante di una triste storia d’amore tra due coniugi in crisi accompagnato da un terribile immanente commento sonoro di un’orchestrina jazz niente di meno che di Gaslini che si rivela nella scena finale all’alba nel grande prato della villa dove si svolge gran parte dell’azione. Non si discute la prova attoriale della Moreau, come sempre eccellente quella del bel tenebroso Mastroianni, sorprendente per maturità artistica Monica Vitti, e tuttavia il film annoia fino alla morte. Finale aperto per questo polpettone esistenzialista ripreso da Lelouch cinque anni dopo con l’analogo ma più bello Un homme et une femme con l’imparagonabile memorabile colonna sonora.
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