figliounico
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mercoledì 14 febbraio 2024
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la noia
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La Notte o meglio la noia e non quella pur simile di Moravia, un film che nel ’61 sicuramente voleva dire tante cose: lo scontro titanico tra la classe intellettuale del Paese ed il potere economico pronto a fagocitarla o assoldarla per metterla a tacere, il malessere esistenziale delle nuove generazioni sia tra la povera gente delle periferie che tra i ricchi delle lussuose dimore, l’alienazione della vita nelle moderne metropoli etc etc, ma ora, a distanza di sessant’anni, decontestualizzato dalla società dell’epoca, di tutto quanto il costrutto pur notevole della sceneggiatura a cui collaborarono Flaiano e Guerra con il regista Antonioni rimane il racconto melanconico e angosciante di una triste storia d’amore tra due coniugi in crisi accompagnato da un terribile immanente commento sonoro di un’orchestrina jazz niente di meno che di Gaslini che si rivela nella scena finale all’alba nel grande prato della villa dove si svolge gran parte dell’azione.
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La Notte o meglio la noia e non quella pur simile di Moravia, un film che nel ’61 sicuramente voleva dire tante cose: lo scontro titanico tra la classe intellettuale del Paese ed il potere economico pronto a fagocitarla o assoldarla per metterla a tacere, il malessere esistenziale delle nuove generazioni sia tra la povera gente delle periferie che tra i ricchi delle lussuose dimore, l’alienazione della vita nelle moderne metropoli etc etc, ma ora, a distanza di sessant’anni, decontestualizzato dalla società dell’epoca, di tutto quanto il costrutto pur notevole della sceneggiatura a cui collaborarono Flaiano e Guerra con il regista Antonioni rimane il racconto melanconico e angosciante di una triste storia d’amore tra due coniugi in crisi accompagnato da un terribile immanente commento sonoro di un’orchestrina jazz niente di meno che di Gaslini che si rivela nella scena finale all’alba nel grande prato della villa dove si svolge gran parte dell’azione. Non si discute la prova attoriale della Moreau, come sempre eccellente quella del bel tenebroso Mastroianni, sorprendente per maturità artistica Monica Vitti, e tuttavia il film annoia fino alla morte. Finale aperto per questo polpettone esistenzialista ripreso da Lelouch cinque anni dopo con l’analogo ma più bello Un homme et une femme con l’imparagonabile memorabile colonna sonora.
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pigi51
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venerdì 15 luglio 2022
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incomunicabilità di coppia
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In estate, con l'ausilio dell'aria condizionata, c'è voglia di CULT.Siamo nel 1961 e Michelangelo Antonioni ricalca il solco della incomunicabilità, già tracciato con L'AVVENTURA e L'ECLISSE , stressando il tema della alienazione che , a ben vedere, è molto attuale, con tutti i robot armati di telefonino che ci circondano e, a malapena, ci parlano. In pieno boom economico, in una Milano in piena esplosione industriale Antonioni ci mostra degli individui soffocati in i rapporti umani superficiali e temporanei, scalatori sociali che cercano di infilarsi nei salotti meneghini più raffinati per ottenere favori da facoltosi industriali, donne dell'alta società spinte dalla noia a facili a rapporti occasionali , intellettuali che per opportunismo si mescolano ad agiati borghesi cristallizzati nella loro "sottocultura" da "gente che lavora".
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In estate, con l'ausilio dell'aria condizionata, c'è voglia di CULT.Siamo nel 1961 e Michelangelo Antonioni ricalca il solco della incomunicabilità, già tracciato con L'AVVENTURA e L'ECLISSE , stressando il tema della alienazione che , a ben vedere, è molto attuale, con tutti i robot armati di telefonino che ci circondano e, a malapena, ci parlano. In pieno boom economico, in una Milano in piena esplosione industriale Antonioni ci mostra degli individui soffocati in i rapporti umani superficiali e temporanei, scalatori sociali che cercano di infilarsi nei salotti meneghini più raffinati per ottenere favori da facoltosi industriali, donne dell'alta società spinte dalla noia a facili a rapporti occasionali , intellettuali che per opportunismo si mescolano ad agiati borghesi cristallizzati nella loro "sottocultura" da "gente che lavora". Per me incomprensibile resta la scelta della Moreau come protagonista (forse per giochi di produzione italo-francesi), sgradevole alla vista e simile alla Bellucci in quanto a carisma teatrale ; una (brutta) statuina errante che ogni tanto ammicca con qualche sorriso che sembra un ghigno. Più azzeccata in quel ruolo sarebbe stata la giovanissima Monica Vitti, relegata ad un ruolo di comprimaria ma sempre straordinaria in ogni entrata di scena. Mastroianni cambia personaggio ma resta sempre un cannibale della macchina da presa : ogni sguardo, ogni intenzione, ogni ricerca di novità nel ruolo di intellettuale annoiato è un lampo di luce nel buio.
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giovedì 3 febbraio 2022
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omaggio a monica vitti
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Buongiorno, Vorrei fare un appunto a chi si occupa della programmazione dei film. Ieri e' venuta a mancare una grande attrice, Monica Vitti per la quale non e' stato trasmesso nessun film che la potesse ricordare e oggi noto che nella vostra programmazione e' previsto un suo film alle 23.30. Mi chiedo cosa e' piu' importante trasmettere in continuazione film western e di poco conto oppure film di un certo rilievo ma soprattutto e' corretto omaggiare una grande attrice trasmettendo un suo film a orari impossibile per la gente che fa una vita normale e che alle 23.30 deve dormire? Grazie. Vincenza
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martedì 21 dicembre 2021
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giovanni, lidia, l''alienazione...
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Forse il film più intimista di Antonioni, che mette a fuoco il disagio che si può insinuare in una giovane coppia che, di fatto, non sembra avere alcun problema. I due vivono a Milano. Giovanni è uno scrittore affermato e Lidia sua moglie, molto bella ma di poche parole e con lo sguardo spesso assente. Hanno una Giulietta come auto e nessun problema economico. Lui ha appena scritto l'ultimo libro: un sabato sera vanno a fare visita a Tommaso in ospedale, loro amico molto malato. In seguito si recano a promuovere il nuovo libro di Giovanni, dove c'è un cameo di Salvatore Quasimodo, indicato come "il nostro premio Nobel" e una fugace apparizione di Umberto Eco.
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Forse il film più intimista di Antonioni, che mette a fuoco il disagio che si può insinuare in una giovane coppia che, di fatto, non sembra avere alcun problema. I due vivono a Milano. Giovanni è uno scrittore affermato e Lidia sua moglie, molto bella ma di poche parole e con lo sguardo spesso assente. Hanno una Giulietta come auto e nessun problema economico. Lui ha appena scritto l'ultimo libro: un sabato sera vanno a fare visita a Tommaso in ospedale, loro amico molto malato. In seguito si recano a promuovere il nuovo libro di Giovanni, dove c'è un cameo di Salvatore Quasimodo, indicato come "il nostro premio Nobel" e una fugace apparizione di Umberto Eco. Lidia si annoia, prende un taxi e va a Sesto San Giovanni nei pressi della fabbrica Breda. Lì rimane affascinata da un gruppo di ragazzi che lanciano dei razzi artigianali. Poi telefona a Giovanni e i due si recano in un locale notturno dove assistono all'esibizione di una contorsionista che regge un calice di vino senza farlo mai cadere. Annoiati, vanno in Brianza, dove l'industriale Gherardini sta dando una festa nella sua enorme villa con piscina. La figlia dei Gherardini è molto frivola e fa subito gli occhi dolci a Giovanni, che nella notte avrà un breve flirt con lei. Anche Lidia si lascia andare all'invito di un bel giovanotto, ma alla fine decide di non andare oltre. La crisi arriva con la notizia della morte di Tommaso. Poi un temporale notturno stravolge la festa, l'alcool fa effetto e qualche partecipante passa la notte in piscina... Giovanni e Lidia entrano nella villa con gli sguardi cupi e assenti. Sembra quasi siano degli estranei in mezzo all'allegria che tuttavia regna ancora al party. Si guardano con intensità tentando un dialogo forzato, poi gli animi si rilassano e sul finire, verso l'alba, si intravede in loro uno spiraglio di comprensione reciproca. Mastroianni e Jeanne Moreau sono superlativi in una sceneggiatura perfetta, dove per tutto il film si avverte il senso di alienazione che attanaglia Lidia con Giovanni che, seppure dispiaciuto per lei, non si sente assolutamente in colpa. Lui è uno scrittore di successo e lei solo la moglie da mettere in mostra agli eventi mondani e letterari. Monica Vitti è brava anche se la sua parte di ragazza ricca e viziata non convince del tutto. Piuttosto Gitt Magrini, costumista di alto livello e qua attrice occasionale nella parte della signora Gherardini, sfodera un talento non comune ed è perfetta nel suo ruolo. Un film straordinario scritto con la collaborazione di Tonino Guerra: il centro di tutto è appunto la notte, con l'assenza di luce a fare uscire allo scoperto paure e angosce che regnano nell'animo delle persone. Per tutto il film si ascoltano musiche soffuse e ricercate che regalano ancora più spessore al tocco intimista di questo capolavoro di Antonioni. Curiosa Lidia quando, guardando l'orchestra che continua a suonare musica soft alla festa, esclama: "Ma perché continuano a suonare? Credono forse che così il giorno sarà diverso?". Un film perfetto, da guardare di notte... e senza interruzioni. - di "Joss" -
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francesco
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domenica 14 marzo 2021
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sopravvalutato ma bello
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È un film molto significativo, fatto benissimo che tratta molto bene l'incomunicabilità e tutto ciò che proviene ed è vicino a quel concetto, tuttavia il film è estremamente didascalico e sinceramente alcune scene non fanno che ripetere concetti già espressi.
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no_data
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martedì 5 gennaio 2016
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la notte (dell'anima)
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La notte, il tempo per concedersi avventure, per lasciarsi ad una esistenza estatica di piaceri ed esperienze che però non potranno far altro che perire sotto le luci di un'alba che porta Morte e rende tutto ingiustificato. Si può riassumere con questa frase il nervo pulsante che causa la crisi esistenziale che è tema principe e portante del film: i personaggi si muovono alienati e disorientati nell'ambiente che li circonda, gli incontri e gli amori non sembrano che essere illusioni per sfuggire alla propria solitudine e alla paura. E neppure quell'abbraccio finale forzato e dolente sembra poter dare capacità di una vera salvezza che possa superare lo stato di illusione.
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stefano capasso
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lunedì 18 maggio 2015
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affrontare la crisi per darsi una possibilità
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Giovanni e Lidia sono una coppia in crisi. Lui è un intellettuale inquieto, siamo nella Milano degli anni 60 e la loro relazione che ormai vede difficili le comunicazioni entra definitivamente in crisi durante una lunga notte passata ad un party di un industriale. Dopo aver provato a cercare altri incontri, all’alba i due finalmente affrontano le difficolta che tengono nascoste
Un film di Michelangelo Antonioni molto bello, asciutto e dai dialoghi scarni e incisivi. Raccontando gli eventi di un solo giorno, il regista grazie ad un linguaggio filmico fatto di immagini significative, descrive con grande efficacia la difficolta di comunicazione di una coppia che ha smesso di confidarsi da tempo.
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Giovanni e Lidia sono una coppia in crisi. Lui è un intellettuale inquieto, siamo nella Milano degli anni 60 e la loro relazione che ormai vede difficili le comunicazioni entra definitivamente in crisi durante una lunga notte passata ad un party di un industriale. Dopo aver provato a cercare altri incontri, all’alba i due finalmente affrontano le difficolta che tengono nascoste
Un film di Michelangelo Antonioni molto bello, asciutto e dai dialoghi scarni e incisivi. Raccontando gli eventi di un solo giorno, il regista grazie ad un linguaggio filmico fatto di immagini significative, descrive con grande efficacia la difficolta di comunicazione di una coppia che ha smesso di confidarsi da tempo. Quando al culmine del disagio i due trovano la forza di dirsi tutto affrontando le paure reciproche, possono finalmente dare una nuova possibilità al loro rapporto.
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luca scial�
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martedì 19 novembre 2013
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la noia di una coppia borghese
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Giovanni Pontano è uno scrittore di successo, sposato con la ricca Lidia. Una coppia borghese, sprofondata nella noia del quotidiano, nella freddezza dei sentimenti, nella perdita degli stimoli. A Lidia non va di partecipare alla vita mondana, così falsa e paranoica, preferendogli momenti semplici tra la gente. In una delle tante feste tra i ricchi milanesi, Giovanni ha un flirt con la figlia del ricco padrone di casa ma lei ormai non prova neppure più gelosia nei suoi confronti. Il segno definitivo di un amore finito.
Antonioni si occupa ancora di borghesi insoddisfatti, con un film raffinato, che alterna silenzi, rumori della caotica Milano e dialoghi tra attori straordinari quali Mastroianni, la Moreau e la giovanissima Monica Vitti.
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Giovanni Pontano è uno scrittore di successo, sposato con la ricca Lidia. Una coppia borghese, sprofondata nella noia del quotidiano, nella freddezza dei sentimenti, nella perdita degli stimoli. A Lidia non va di partecipare alla vita mondana, così falsa e paranoica, preferendogli momenti semplici tra la gente. In una delle tante feste tra i ricchi milanesi, Giovanni ha un flirt con la figlia del ricco padrone di casa ma lei ormai non prova neppure più gelosia nei suoi confronti. Il segno definitivo di un amore finito.
Antonioni si occupa ancora di borghesi insoddisfatti, con un film raffinato, che alterna silenzi, rumori della caotica Milano e dialoghi tra attori straordinari quali Mastroianni, la Moreau e la giovanissima Monica Vitti. Emblematica la scena finale, nella quale lei gli legge una lettera che lui le aveva scritto anni prima. Parole che ormai aveva pure dimenticato, al punto da chiederle chi era l'autore.
Vinse tre nastri d'argento e un Orso d'oro al Cinema di Berlino.
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fedeleto
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mercoledì 8 maggio 2013
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la notte della crisi
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In una Milano silenziosa ma caotica,uno scrittore di nome Giovanni e sua moglie Linda,passano all'ospedale per trovare un amico moribondo.Il dolore e' molto,la donna vaghera' per Milano come una piccola Alice, mentre Il marito andra' alla presentazione del suo libro.Stanchi e tristi cercheranno entrambi di uscire la sera,passando per night Club e feste ,ove l'alta borghesia si diverte.A fine serata entrambi verrano attratti da un altra persona,ma poi nell'alba di un nuovo giorno riesce ad assurgere ancora una volta l'amore che sembrava essersi spento,grazie ad una lettera d'amore che ricorda il sentimento ancora vivo e non piu' agonizzante.Antonioni(l'avventura,il grido)dirige una pellicola straordinaria,senza precedenti,che affonda il suo tema nella crisi esistenziale.
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In una Milano silenziosa ma caotica,uno scrittore di nome Giovanni e sua moglie Linda,passano all'ospedale per trovare un amico moribondo.Il dolore e' molto,la donna vaghera' per Milano come una piccola Alice, mentre Il marito andra' alla presentazione del suo libro.Stanchi e tristi cercheranno entrambi di uscire la sera,passando per night Club e feste ,ove l'alta borghesia si diverte.A fine serata entrambi verrano attratti da un altra persona,ma poi nell'alba di un nuovo giorno riesce ad assurgere ancora una volta l'amore che sembrava essersi spento,grazie ad una lettera d'amore che ricorda il sentimento ancora vivo e non piu' agonizzante.Antonioni(l'avventura,il grido)dirige una pellicola straordinaria,senza precedenti,che affonda il suo tema nella crisi esistenziale.Da un soggetto di Guerra,Flaiano e lo stesso Antonioni,nasce un film ove la crisi esistenziale e' mascherata dalla crisi coniugale.In primis il personaggio di Giovanni e' un intelletuale alla ricerca del contatto fisico,poiche' il suo pensare costantemente lo allontana dalla sua parte materiale,e questa dicotomia materia-anima o meglio corpo-spirito e' una delle tematiche molto in evidenza.La Milano in cui vivono e' trafficata,confusa,eppure spesso si trovano spazi vuoti,aree deserte e soprattutto muri(molto importante e' quest'ultimo elemento,Lidia si appoggia ad un muro dell'ospedale per piangere,tocca un muro e si sgretola,dietro un muro sente il rumore dei razzi,)il muro diventa la decomposizione della materia e dell'anima,un po' come nelle isole Eolie le rocce simboleggiavano l'aridita' di Anna,cosi i muri si riferiscono a tale questione.Il sesso in questa pellicola e' un perno molto interessante,e diventa il rimedio come si e' detto prima per ricollegare la materia con lo spirito,fin dall'inizio nella scena dell'ospedale,la ninfomane porta Giovanni a letto,e quest'ultimo non resiste alla tentazione,proprio perche' ritrova la sua identita'-materia,oramai in disconnessione con l'animo.Antonioni e' attento anche ad altri paticolari,ovvero ai paesaggi(gia' in precedenti film lo e' stato),predilgendo spesso e volentieri piani lunghi,ma stavolta i primi piani non mancano.Nella scena dell'ospedale,la finestra che affaccia sui palazzi e' un esempio di come la vista sia bloccata da questi ostacoli,infatti quasi tutto il film si svolge in luoghi chiusi,eccetto quando Lidia vaga per la citta',e trova qualcosa che e' fuori dalla routine,lei stessa dice non voglio che stasera rimaniamo a casa,invece Giovanni si trova a suo agio poiche' il luogo chiuso diventa spazio per meditazione.Antonioni dirige un vero capolavoro,dove la crisi esistenziale non porta a risultati drastici,ma anzi passa per la notte(dunque la sofferenza)per arrivare al giorno(la scena finale in cui i due fanno l'amore e' un chiaro segno di rinascita).Non mancano anche critiche al capitalismo,ogni miliardario vuole il suo intellettuale,l'offerta che propone il ricco industriale e il suo discorso.Ma un personaggio molto importante e' sicuramente anche Valntina(interpretata da una stupenda Monica Vitti) che senza dubbio gioca un ruolo non indifferente.Infatti ella anche e' un intellettuale che soffre dietro la maschera di borghese annoiata,e gioca sul pavimento a scacchi,un chiaro sinonimo di come vi sia anche il bianco e nero(in realta' sappiamo che questo episodio venne compiuto da Antonioni e Guerra),dunque ancora una volta il giorno e la notte,ma la festa borghese,il traffico della citta',sono chiari sintomi di come una societa' non mira all'introspezione e alla curiosita' ma al divertimento,alla spensieratezza,ai giochi semplici come accendere un razzo.Un capolavoro senza precedenti che difficilmente verra' mai superato da altri registi italiani che sicuramente ci si avvicinano ma non possono superarlo.L'incomunicabilita' della crisi esistenziale e' la chiave per comprendere tale grandezza.
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g. romagna
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martedì 4 gennaio 2011
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la notte
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Giovanni Pontano, scrittore di successo ma senza più idee, è ritratto dal pomeriggio sino all'alba del giorno dopo mentre, sempre accompagnato dalla moglie, passa dalla clinica in cui è ricoverato un amico ad una festa a casa di un ricco industriale essendosi prima recato, nell'ordine, alla conferenza di presentazione del proprio nuovo libro e ad una serata di cabaret. In poche ore è messo in luce tutto il disfacimento del suo legame coniugale che diviene anche sintomo di un malessere più vasto, sociale, coinvolgente in un completo vuoto di prospettive l'intera classe della borghesia agiata. Nella festa serale, tra dialoghi vacui e gesti irrazionali si consuma il tentativo di tradimento, che non si consuma ma che è accolto dapprima dalla moglie con innata freddezza e lucidità, come se fosse un fatto ineluttabile.
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Giovanni Pontano, scrittore di successo ma senza più idee, è ritratto dal pomeriggio sino all'alba del giorno dopo mentre, sempre accompagnato dalla moglie, passa dalla clinica in cui è ricoverato un amico ad una festa a casa di un ricco industriale essendosi prima recato, nell'ordine, alla conferenza di presentazione del proprio nuovo libro e ad una serata di cabaret. In poche ore è messo in luce tutto il disfacimento del suo legame coniugale che diviene anche sintomo di un malessere più vasto, sociale, coinvolgente in un completo vuoto di prospettive l'intera classe della borghesia agiata. Nella festa serale, tra dialoghi vacui e gesti irrazionali si consuma il tentativo di tradimento, che non si consuma ma che è accolto dapprima dalla moglie con innata freddezza e lucidità, come se fosse un fatto ineluttabile. L'accuratezza della significanza delle immagini è quella del miglior Antonioni. La scena del dialogo finale mentre albeggia è di una bellezza e di una esemplificatività disarmante.
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