jackiechan90
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venerdì 17 ottobre 2014
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gli insegnamenti del maestro myiazaki
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"Il castello erante di Howl" è sicuramente, tra i lungometraggi del maestro giapponese Miyazaki, quello stilisticamente e tecnicamente più riuscito. I disegni realizzati in digitale non tolgono il fascino del dettaglio e della pastosità di quelli tradizionali ma l'arricchiscono ulteriormente e si uniscono ad essi nell'intento di far emozionare lo spettatore. La storia è ambientata in Europa, in un paese che sembra ricordare l'Alsazia di inizio Novecento, ma il bello delle storie di Miyazaki è il fatto diessere senza tempo, in universi paralleli dove la tecnologia futuristica si fonda con il gusto epr le ambientazioni storiche e i paesaggi naturali.
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"Il castello erante di Howl" è sicuramente, tra i lungometraggi del maestro giapponese Miyazaki, quello stilisticamente e tecnicamente più riuscito. I disegni realizzati in digitale non tolgono il fascino del dettaglio e della pastosità di quelli tradizionali ma l'arricchiscono ulteriormente e si uniscono ad essi nell'intento di far emozionare lo spettatore. La storia è ambientata in Europa, in un paese che sembra ricordare l'Alsazia di inizio Novecento, ma il bello delle storie di Miyazaki è il fatto diessere senza tempo, in universi paralleli dove la tecnologia futuristica si fonda con il gusto epr le ambientazioni storiche e i paesaggi naturali. La protagonista, Sophie, umile cappellaia del suo paese, viene colpita da una maledizione della terribile Strega delle Lande, a cusa della gelosia nei confronti del mago Howl, e trasformata in una vecchietta. è costretta perciò ad allontanarsi dal paese e a iniziare un percorso di formazione che la porterà a fare la conoscenza di stregoni, spiriti che provengono da delle stelle cadenti, buffi spaventapasseri animati, e, naturalmente, a fare la conoscenza del mago Howl e del suo particolarissimo castello errante. La storia del castello errante di Howl è tratta da un romanzo delal scrittrice inglese Diana Wynne Jones e conserva l'atmosfera delle storie fantasy cha nascondono un percorso di fromazione e servono a ricordarci valori troppo spesso dimenticati. Primo fra tutti il rispetto dei rapporti interpersonali: le maledizioni legano i vari personaggi fra di loro, come nel caso di Calcifer e Howl, e si sciolgono con atti d'amore che sono il risultato della fiducia incondizionata verso l'altro. Anche il rispetto dell'altro e del diverso emerge chiaramente tra le righe del racconto: i peronaggi del casello errante di Howl sono tutti esseri con dei problemi, ripudiati dai "normali", ognuno ha la sua storia e i suoi problemi ("Che famiglia complicata che è la nostra", afferma a un certo punto il mago Howl). Come tutti però chiedono solamente di essere amati per quello che sono e questo desiderio viene appagato dall'umiltà di Sophie, l'unica che riesce a spezzare tutte le maledizioni. Con questo film dunque Miyazaki ci spiega che solo con il rispetto dell'altro possiamo ottenere quello che vogliamo, questo tuttavia ha bisogno di un "sacrificio" da parte nostra (la treccia di capelli di Sophie) e di sapersi rendere disponibili nei confronti del prossimo (in questo senso l'errare continuo di Howl è anche dovuto al fatto che lui non vuole sentirsi legato a nessuno, solo quando capisce di essersi affezzionato a Sophie e decide di mettersi in gioco in questa relazione riesce a liberarsi dalla sua maledizione). Per ultimo, ancora una volta, il maestro giapponese inserisce nel suo film un chiaro messaggio antimilitarista mostrando la pazzia e l'orrore della guerra che distrugge villaggi innocenti. Per questo ritengo che il film andrebbe visto sia dai bambini che dagli adulti, perchè si può sempre imparare qualcosa da esso. Ad ogni età.
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laurence316
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mercoledì 4 giugno 2014
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l'ascesa di testa di rapa
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Come se ce ne fosse ancora bisogno, dopo La citta incantata, che meriterebbe anche più di cinque stelle, e La Principessa Mononoke, ecco un'altra, straordinaria prova della grandezza del regista nipponico, che si conferma il più grande regista d'animazione e uno dei più grandi registi al mondo. Crea capolavori che sarebbe ingiusto relegare in un solo genere, tra l'altro troppo spesso sottovalutato come lo è l'animazione, che affrontano tematiche importanti senza rinunciare alla più pura qualità grafica: i suoi film sono opere d'arte, opere d'arte fatte a mano. Al contrario i film in computer-graphic sono capaci sì di regalarci autentici capolavori (Wall-E, Ratatouille e via così) ma nel complesso ci riservano per lo più titoli scadenti, che non possono e non potranno mai eguagliare la poetica bellezza di questi grandiosi sfondi a mano, veri dipinti, che acquistano anche maggior valore se consideriamo il fatto che sono realizzati da poche centinaia di persone, contro le migliaia delle grandi produzioni statunitensi.
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Come se ce ne fosse ancora bisogno, dopo La citta incantata, che meriterebbe anche più di cinque stelle, e La Principessa Mononoke, ecco un'altra, straordinaria prova della grandezza del regista nipponico, che si conferma il più grande regista d'animazione e uno dei più grandi registi al mondo. Crea capolavori che sarebbe ingiusto relegare in un solo genere, tra l'altro troppo spesso sottovalutato come lo è l'animazione, che affrontano tematiche importanti senza rinunciare alla più pura qualità grafica: i suoi film sono opere d'arte, opere d'arte fatte a mano. Al contrario i film in computer-graphic sono capaci sì di regalarci autentici capolavori (Wall-E, Ratatouille e via così) ma nel complesso ci riservano per lo più titoli scadenti, che non possono e non potranno mai eguagliare la poetica bellezza di questi grandiosi sfondi a mano, veri dipinti, che acquistano anche maggior valore se consideriamo il fatto che sono realizzati da poche centinaia di persone, contro le migliaia delle grandi produzioni statunitensi. Il castello errante di Howl non fa eccezione, e anzi in alcuni punti è difficile scegliere se sia meglio realizzato La città incantata o questo film, tanto è ammaliante e visivamente stupendo. Spesso ci si dimentica di star assistendo ad una proiezione di un film d'animazione, si viene catapultati in questo mondo fantastico da cui è difficile uscire e da cui probabilmente non si esce neanche a film finito. Queste sono opere che i ragazzi di oggi dovrebbero vedere e non le scadenti produzioni americane che si affidano totalmente solo al computer e che pensano di realizzare film migliori, anche se l'animazione giapponese, già dal grandissimo Akira di Katsuhiro Otomo dell'88, ha più volte dimostrato di essere spesso superiore. Fantastico, meraviglioso, abbaliante, poetico, romantico, avventuroso, appasionante... la lista potrebbe continuare a lungo, ha forse un respiro più largo rispetto all'opera precedente del regista, tratta di temi imporanti, come di consueto, e come di consueto non delude. E' un film antimilitarista e profondamente onesto, non contaminato da ridicole storiette pseudo sentimentali e assolutamente non creato ad arte solo per attirare i bambini, fastidiosa strategia a cui da sempre ricorre la Disney. Ricorre spesso a metafore e si affida molto alla dirompente fantasia della concezione del regista, capace come nessun'altro di rinnovare il genere d'animazione ma non solo. Gli spiriti, come sempre, fungono da ottimo espediente narrativo, sono come ulteriori metafore, di un mondo governato da avidità e violenza in cui l'uomo è spesso nel torto. Ultima nota di merito la colonna sonora, ottimo contrappunto musicale del genio di Hisaishi (compostiore anche per un'altro grande maestro del cinema giapponese, Takeshi Kitano) alle immagini del genio di Miyazaki, un connubio che non smetterà mai di funzionare. Epico e indimenticabile, è un film consigiabile a chiunque sia disposto a concedersi per due ore alla fantasia dei film di Miyazaki, adatto ad un pubblico di tutte le età, dai più piccoli ai più grandi. Il Maestro giustamente premiato con il Leone d'Oro alla carriera meritatissimo, e ci mancherebbe altro!
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andre91mortimer
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giovedì 15 maggio 2014
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un viaggio attraverso noi
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Io adoro Miyazaky, credo sia incredibile come lui riesca a fondere la spensieratezza con concetti davvero profondi ed intimi. Ogni immagine è identificativa di questa splendida pellicola, ogni fotogramma ha un suo perchè e una sua interpretazione. Sfido chiunque veda questo film a non intraprendere lo stesso viaggio interiore che fa la protagonista Sophie. La sua metamorfosi esteriore avviene solo al suo cambiamento interiore. La maledizione poteva non avere nessun effetto, se lei fosse stata una ragazza spensierata, invece lei si trasforma in una dolce vecchietta. Da qui il primo grande messaggio che ci manda il regista, bisogna sempre entrare in contatto con noi stessi, perchè solo in quel momento vivremo davvero quello che vogliamo e speriamo.
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Io adoro Miyazaky, credo sia incredibile come lui riesca a fondere la spensieratezza con concetti davvero profondi ed intimi. Ogni immagine è identificativa di questa splendida pellicola, ogni fotogramma ha un suo perchè e una sua interpretazione. Sfido chiunque veda questo film a non intraprendere lo stesso viaggio interiore che fa la protagonista Sophie. La sua metamorfosi esteriore avviene solo al suo cambiamento interiore. La maledizione poteva non avere nessun effetto, se lei fosse stata una ragazza spensierata, invece lei si trasforma in una dolce vecchietta. Da qui il primo grande messaggio che ci manda il regista, bisogna sempre entrare in contatto con noi stessi, perchè solo in quel momento vivremo davvero quello che vogliamo e speriamo. Una ragazza rinchiusa per dovere in una bottega di cappelli, si troverà alla fine ad intraprendere un viaggio unico nel suo genere. Sophie non crede in se, lo capiamo subito, nelle prime immagini infatti lei usa un capello molto semplice per nascondersi agli altri e a se stessa. Perchè non usare uno dei cappelli che fabbricava? Perchè sarebbe stato troppo appariscente e soprattutto lei crede di non meritarselo a causa della sua "bruttezza", che poi diventerà reale. Poi c'è Howl, un mago molto potente, che da il suo cuore (simbolo della propria anima) al demone Calcifer. Tutti hanno paura di questo stregone, che viene presentato come uno dei più potenti e pericolosi, perchè rapiva l'anima delle piccole fanciulle. Nonostante la grandissima bellezza anche lui è una persona profondamente insicura, tanto che cade in disperazione solo per un cambio del colore dei capelli. Howl rappresenta l'apparire, Shopie l'interiorità. Due opposti che prima o poi si dovranno incontrare, scontrare, unire... Nonostante la sua enorme potenza, Howl fugge da ogni pericolo, infatti viene conosciuto con molti nomi, e vive nella paura che lo incatena in una stanza piena di amuleti di protezione. Troverà il coraggio di uscire allo scoperto solo quando avrà qualcuno da difendere, Shopie, ma non solo lei,deve proteggere tutta la piacevole realtà che si è venuta a creare, una famiglia. Infatti nel momento in cui ha iniziato ad aprire il suo cuore, Howl proverà affetto anche per gli altri personaggi di questa stravagante compagnia, i suoi atteggiamente si faranno sempre più dolci ed accomodanti. Riuscirà ad amare anche senza cuore, la forza di questo sentimento, proveniente da due persone estremamente solitarie ed uniche, riuscirà a far capire a Sophie come spezzare la maledizione di Howl.
Qui i cattivi non sono cattivi e i buoni non sono buoni, non c'è distinzione, una persona può essere buona o cattiva, ma innanzitutto è una persona. Calcifer un demone cattivo, che si nasconde dietro ad una corazza di insensibilità e di superiorità, rischierà la vita per i suoi compagni e una volta libero sceglierà di rimanere con loro. La strega delle Ande, cattiva fino al midollo, diventerà una docile vecchietta a momenti dolce e capricciosa come una bambina, che però non dimentica la sua ossessione per Howl. Non tutti viaggiano in un binario positivo, infatti la sorella Sophie, per denaro è pronta a sacrificare la libertà e forse la vita della sorella.
Tutti i personaggi in questa pellicola affrontano un viaggio unico in loro stessi, vi consiglio la visione di questo capolavoro, per avere anche voi un'avventura unica!
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_oldboy_
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domenica 22 settembre 2013
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una delle vette più alte del animazione mondiale
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Film da standing ovation. Il castello errante di howl è, semplicemente, un film praticamente irraggiungibile in fatto a valori proposti e visionarietà. Quasi una summa di tutto il cinema di Miyazaki. C'è la distruzione dell'ambiente (princess mononke, totoro) Il viaggio in un mondo fantastico dove spesso sono proprio animali o altre creature a insegnare all'uomo come vivere (la città incantata,totoro), l'antimilitarismo e il pericolo della guerra (laputa e l'imminente kaze tachinu), la tecnologia usata in modo sbagliato (laputa, princess mononoke). Insomma, un incredibile quantità di messaggi e temi importanti e articolati proposti in modo semplice e fantasioso, immediato anche per i più piccoli.
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Film da standing ovation. Il castello errante di howl è, semplicemente, un film praticamente irraggiungibile in fatto a valori proposti e visionarietà. Quasi una summa di tutto il cinema di Miyazaki. C'è la distruzione dell'ambiente (princess mononke, totoro) Il viaggio in un mondo fantastico dove spesso sono proprio animali o altre creature a insegnare all'uomo come vivere (la città incantata,totoro), l'antimilitarismo e il pericolo della guerra (laputa e l'imminente kaze tachinu), la tecnologia usata in modo sbagliato (laputa, princess mononoke). Insomma, un incredibile quantità di messaggi e temi importanti e articolati proposti in modo semplice e fantasioso, immediato anche per i più piccoli. Il film riesce a tessere con una poesia delicatissima una serie infinita di trame in un universo colorato e popolato da personaggi indimenticabili e divertenti, riuscendo a commuovere e divertire, e, talvolta, entrambe le cose allo stesso tempo. Colpisce la colonna sonora e la perizia tecnica con cui è realizzato il film (specialmente trattandosi di animazione tradizionale e non realizzata al computer). Una bellissima avventura poetica e fantasiosa e uno dei migliori film del maestro giapponese. Regia maestosa.
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byrne
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venerdì 23 agosto 2013
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ha fatto anche di meglio...pensate un po'!
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Howl e il suo rugginoso maniero in perenne movimento hanno rappresentato per il buon Miyazaki il consolidamento di quel successo occidentale che già gli aveva arriso all'inizio del decennio con La città incantata. Ed in entrambi i casi questo successo, con la portentosa affluenza nelle sale europee e statunitensi, è per lo meno doveroso, visto il livello delle due opere in questione. Nel caso di Howl abbiamo ancora una volta una disperata analisi (non Freudiana, semmai idealista ma con qualcosa di meno ingenuo) della dimensione onirica, del mistero (mai come in questo caso spaventoso) dell'amore e di un altro tema ben meno convenzionale nel pantheon del cinema d'animazione: una stranissima tipologia di avidità infantile, con esiti differenti.
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Howl e il suo rugginoso maniero in perenne movimento hanno rappresentato per il buon Miyazaki il consolidamento di quel successo occidentale che già gli aveva arriso all'inizio del decennio con La città incantata. Ed in entrambi i casi questo successo, con la portentosa affluenza nelle sale europee e statunitensi, è per lo meno doveroso, visto il livello delle due opere in questione. Nel caso di Howl abbiamo ancora una volta una disperata analisi (non Freudiana, semmai idealista ma con qualcosa di meno ingenuo) della dimensione onirica, del mistero (mai come in questo caso spaventoso) dell'amore e di un altro tema ben meno convenzionale nel pantheon del cinema d'animazione: una stranissima tipologia di avidità infantile, con esiti differenti. Più spesso autodistruttiva (la strega delle lande), a volte catartica e quindi senza giusta punizione in quanto autopurificante (la morbosa curiosità della protagonista, ne è un esempio in sordina ma calzante). Quasi come se il tutto fosse un'incubo infantile/adolescenziale che si crede tremendo fino ad un lieto fine davvero lieto. Ma con molte facce in ombra. Innestata in questo contesto già di per se' poco accessibile sta la critica, onnipresente nella filmografia dell'anziano maestro dell'animazione, alla conflittualità esteriore, guerra, odio, distruzione, intrighi di potere. La poesia delle immagini, come al solito in tecnica mista, colpisce con devastante potenza, e i personaggi sono spesso indimenticabili. Il tutto però non raggiunge (a mio parere) i livelli di dissacrante visionarietà della pellicola precedente, e non è altrettanto perentorio nella critica se messo a confronto con La Principessa Mononoke. Si aggiungano eccessive lungaggini, un ritmo più lento del solito (e non è che il solito abbia un montaggio kalashnikov, intendiamoci) e qualche caduta nel melenso e si capirà, o almeno si avranno ragioni plausibili per giustificare il mio voto. Rimane un grande film d'animazione, che nella filmografia di qualsiasi registucolo nipponico svetterebbe come un obelisco nel deserto. In quella di Miyazaki brilla, ma credo si possa definire una stella minore. Nonostante il (meritatissimo) successo internazionale.
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giorg99
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mercoledì 10 luglio 2013
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grande miyazaki.
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Grande Miyazaki... le favole, le grandi favole, sono fatte di magia. Il film è magico,commovente e divertente allo stesso tempo,mi è piaciuto molto di più de "La città incantata" forse perché questo ha una morale più profonda e istruttiva.
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leo 1993
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martedì 29 gennaio 2013
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capolavoro per intensità e per i valori proposti
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VOTO: 8.5/10
Film sofisticato, avventuroso, intrigante e affascinante. I disegni a mano curati in ogni particolare e la colonna sonora che abbraccia e lega ogni scena fanno di questo film uno dei migliore del genio nipponico (per me solo "La città incantata" è superiore).
Le tematiche affrontate da Miyazaki sono filtrate da metafore più o meno evidenti, rendendolo adatto soprattutto agli adulti, ma anche ai più piccoli che si potranno appassionare all'avvincente storia (perdendosi però il vero significato del film). I più importanti messaggi riguardano:
1)IL VALORE DELLA VECCHIAIA: Sophie prima della maledizione è timida e remissiva; quando invece viene trasformata in una vecchietta si rimbocca le manica, senza piangersi addosso, e diventa più coraggiosa, indomita e scaltra (in poco tempo si impone su Calcifer che prende ordini solo da Howl) mantendo la sua solita gentilezza e cordialità (si prende cura della Strega delle Lande anche se gli ha inflitto la maledizione).
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VOTO: 8.5/10
Film sofisticato, avventuroso, intrigante e affascinante. I disegni a mano curati in ogni particolare e la colonna sonora che abbraccia e lega ogni scena fanno di questo film uno dei migliore del genio nipponico (per me solo "La città incantata" è superiore).
Le tematiche affrontate da Miyazaki sono filtrate da metafore più o meno evidenti, rendendolo adatto soprattutto agli adulti, ma anche ai più piccoli che si potranno appassionare all'avvincente storia (perdendosi però il vero significato del film). I più importanti messaggi riguardano:
1)IL VALORE DELLA VECCHIAIA: Sophie prima della maledizione è timida e remissiva; quando invece viene trasformata in una vecchietta si rimbocca le manica, senza piangersi addosso, e diventa più coraggiosa, indomita e scaltra (in poco tempo si impone su Calcifer che prende ordini solo da Howl) mantendo la sua solita gentilezza e cordialità (si prende cura della Strega delle Lande anche se gli ha inflitto la maledizione). Se giovinezza sapesse, se vecchiaia potesse....(come diceva Henri Estienne)
2)ESTETISMO: Howl come Dorian Grey? Le somiglianze sono molte, sicuramente una è la loro filosofia estetica. La bellezza per Howl è tutto, basti pensare al piccolo incendente che causa il cambio di colore dei capelli del mago: egli si dispera a tal punto da evocare spiriti oscuri attraendo su di sé un'aria cupa, buia e tetra tanto che per un momento si pensa alla sua morte. Le reazioni dei due protagonisti quando cambiano aspetto (una diventa vecchia, l'altro da biondo diventa moro) sono agli antipodi, lei tira fuori la determinazione che non pensava di avere, lui invece si rivela debole, vulnerabile: la sua bellezza non è che una maschera per coprire il suo carattare codardo e per nascondere tutte le sue paure e i suoi turbamenti. Per questo si dispera quando cambia il suo aspetto: "senza bellezza non c'è ragione di vivere".
3)ANTIMILITARISMO: Howl si tramuta in mostro alato per osservare dall'alto gli orrori della guerra, però se rimane a lungo trasformato lui non potrà più tornare umano(a causa di una maledizione da cui è afflitto): questa è una raffinata metafora per far capire che la guerra lascia il segno a vita in colui che la combatte e chi riesce a tornare vivo non sarà mai più lo stesso di prima ("Si ritroveranno a piangere dopo" "non avranno problemi, dimenticheranno anche cosa sia il pianto" riferito agli aggressori di Howl). Howl:"Una corazzata! andrà a bruciare persone e città" Sophie:"Amici o nemici?" Howl:"Gli uni o gli altri è la stessa cosa". Con questo scambio di battute si riassume l'insensatezza della guerra che spezza milioni di vite e rade al suolo città, chi porta morte e distruzione non può essere considerato amico (come dice appunto Howl). Per questa sua visione il mago ha sempre rifiutato di schierarsi e di combattere.
4)LIBERTA': "Quanti nomi usi Howl" "quanti me ne servono per vivere libero" si ripropone il tema nome=libertà affrontato, molto più intensamente, ne "La città incantata".
Howl con tutti i suoi turbamenti e tutte le sue ossessioni è una persona corretta che vuole soltanto la libertà, non vuole sottostare a nessuno nemmeno alla corona reale che gli impone di entrare in guerra (parafrasando il discorso che fa Sophie alla maga Saliman). Il trasloco rappresenta la fuga per la libertà di scelta di non combattere.
5)ASSENZA DI ANTAGONISTI: la grandezza del regista nipponico è creare una pellicola avventurosa, mai noiosa anche senza un antagonista a cui si contrappongono gli eroi: la strega delle Lande si rivela essere una tenera vecchietta che ha trasformato Sophie in una anziana signora solo perché gelosa di Howl del quale è innamorata.
6)AMORE: Sophie ormai dichiarata ad Howl riesce a spezzare la maledizione da cui era attanagliata grazie al forte sentimento che prova. La ragazza poi rivela al mago che anche se lui dovesse tramutarsi per sempre nel mostro alato, a lei non farebbe differenza perché l'amore che prova nei suoi confronti va al di là delle apparenze fisiche: le tesi dell'estetismo su cui si era basato Howl vengono così distrutte: l'aspetto esteriore non conta niente rispetto al sentimento. Howl si trasforma, stavolta però non esteriormente, e matura: non fugge più : "Sono fuggito a sufficienza, finalmente ho incontrato una persona che sento di dover proteggere, sei tu" così spicca il volo per proteggere Sophie dagli attacchi aereie dagli emissari della corona alla ricerca del castello errante.
Nel FINALE (spoiler) grazie alla tenacia, alla bontà e alla forza dell'amore, Sophie riesce a spezzare anche le maledizioni di Howl e del buon vecchio Rapa che metterà fine alla guerra.
Lo Studio Ghibli così sottolinea quanto siano importanti le relazioni interpersonali, capaci anche di imporsi anche sulla guerra.
Un capolavoro di intensità unico! 8.5
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edmondo donato manganelli
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mercoledì 2 gennaio 2013
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é una caratteristica delle anime dare romanticismo
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Ottimo film, ottima sceneggiatura, caratteristica delle Anime che imprimono romanticismo anche a soggetti complessi, e di un soggetto difficile parliamo ... Secondo me non indicato ai bambini perchè nell' interpretazione dei mondi (paesaggio fine '700, robotica futuristica, magìa medioevale) si va definendo molto complessa e potrebbe distrarre dal soggetto principale... Comunque per gli adulti un ottimo intrattenimento.
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ctizen k
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martedì 1 gennaio 2013
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l'erede diretto di federico fellini
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Capolavoro sublime del maestro Miyazaki. Il film è pieno di allegria e divertimento che lascia lo spettatore incollato allo schermo per tutta la durata del film. Sembra di vedere Amarcord e Il Casanova di Fellini insieme, due capolavori in uno solo. Non solo, il film è una metafora sulla vecchiaia e sulla voglia di inseguire i sogni, sulla speranza e sulla vecchiaia. Un film intenso, posato, emozionante... Un film da vedere assolutamente sia per i grandi che soprattutto per i piccoli. Un vero e proprio capolavoro firmato Hayao Miyazaki (erede diretto a mio parere di Fellini) di cui sono un ammiratore
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stevensen
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lunedì 12 novembre 2012
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semplicemente stupendo
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Indefinibile. Come si può non emozionarsi di fronte a tale bellezza? È inesprimibile. Il mero desiderio di possederla, di poterla delimitare con una parola che ne racchiuda l'essenza, è vano. Ogni esempio è inutile: questo film è inafferrabile, più spirituale dello spirito, più vasto dell'universo infinitivamente spazioso. Come si può definire l'ideale di bellezza con un aggettivo appropriato? Non si può. Dunque,ricorrerò al solito aggettivo legato alla realtà: "breathtaking". Tutto il resto è superfluo.
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