rosmersholm
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venerdì 3 marzo 2023
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senza parole
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Che dire? Solo a pensarci mi viene da ridere... Giù il cappello!
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pable1964
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sabato 5 dicembre 2020
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morire..dalle risate
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Insieme a A QUALCUNO PIACE CALDO la piu' grande commedia di sempre..parto + di wilder(toh..il cognome porta bene alle commedie)che di brooks,florilegio di battute entrate dritto nel lessico comune(impossibile non citare almeno POTREBBE ANDARE PEGGIO..POTREBBE PIOVERE)..attori strepitosi su cui spicca a mio avviso una kahn indiavolata(TUTTI UGUALI VOI UOMINI..SEI O SETTE IN TUTTA FRETTA POI DAGLI AMICI..A VANTARSI..OOOOHH AMO QUELL'UOMO).e la scena della partenza alla stazione in cui si profetizza il saluto coi gomiti purtroppo di attualita' oggi..TAFFETAAAA CAROOO..brooks mai piu' manco lontanamente si avvicinera'(con l'eccezione del piu' che discreto MEZZOGIORNO E MEZZO DI FUOCO)a queste vette.
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Insieme a A QUALCUNO PIACE CALDO la piu' grande commedia di sempre..parto + di wilder(toh..il cognome porta bene alle commedie)che di brooks,florilegio di battute entrate dritto nel lessico comune(impossibile non citare almeno POTREBBE ANDARE PEGGIO..POTREBBE PIOVERE)..attori strepitosi su cui spicca a mio avviso una kahn indiavolata(TUTTI UGUALI VOI UOMINI..SEI O SETTE IN TUTTA FRETTA POI DAGLI AMICI..A VANTARSI..OOOOHH AMO QUELL'UOMO).e la scena della partenza alla stazione in cui si profetizza il saluto coi gomiti purtroppo di attualita' oggi..TAFFETAAAA CAROOO..brooks mai piu' manco lontanamente si avvicinera'(con l'eccezione del piu' che discreto MEZZOGIORNO E MEZZO DI FUOCO)a queste vette..immenso cameo del grandissimo gene hackman..e poi frau blucher,lupo ululi',grossen schwanstucke,se negato ti e' il successo..
e altre MILLE gag spesso simpaticamente sporcaccione ma mai volgari..MA ALLORA,SE LA CREATURA SARA' TUTTA GIGANTESCA,AVRA' ANCHE UN ENORME SCHWANSTUCKE!!...naturale,frau Inge..e Igor:DIVENTERA' MOLTO POPOLARE...devastante!!!
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giulio larosa
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sabato 30 maggio 2020
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spirito di patate
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Allettato dalle recensioni e dalla fama del film ho iniziato a guardarlo. Ho resistito fino all' arrivo al castello. Spirito di patate, noia infernale. Un film pieno di pretese ma fondamentalmente un film stupido. Non riesco a capire la ragione del suo successo.
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alejazz
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martedì 23 aprile 2019
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la versione ironica di un celebre film e romanzo
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Il dottor Frankenstein junior (Gene Wilder) è un noto e stimato professore universitario e neurochirurgo che dedica la propria vita alla medicina e all’insegnamento allontanando tutto il suo passato, sopratutto quello legato a suo nonno e ai suoi esperimenti. Ma un giorno, costretto ad andare in Transilvania per ritirare il testamento del suo predecessore, il dottor Frankenstein si lascia attirare dal laboratorio segreto del nonno e quindi a valutare l’idea di riprovare gli esperimenti sulle creature morte. Tutto questo grazie alla complicità della signora Frau Blucher e dei suoi assistenti, il gobbo Igor (Marty Feldman) e Inga (Teri Garr).
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Il dottor Frankenstein junior (Gene Wilder) è un noto e stimato professore universitario e neurochirurgo che dedica la propria vita alla medicina e all’insegnamento allontanando tutto il suo passato, sopratutto quello legato a suo nonno e ai suoi esperimenti. Ma un giorno, costretto ad andare in Transilvania per ritirare il testamento del suo predecessore, il dottor Frankenstein si lascia attirare dal laboratorio segreto del nonno e quindi a valutare l’idea di riprovare gli esperimenti sulle creature morte. Tutto questo grazie alla complicità della signora Frau Blucher e dei suoi assistenti, il gobbo Igor (Marty Feldman) e Inga (Teri Garr).
Mel Brooks è un maestro delle parodie fatte da ironia e sarcasmo. “Frankenstein junior” ne è la prova; il successo del film sta proprio nel riprendere la trama originale e arricchirla di aspetti grotteschi che riescono a strappare più di un sorriso. Il regista si avvale anche di un cast valido capitanato dal bravo Gene Wilder che fa coppia con Feldman, l’uomo dagli occhi naturalmente storti. I due attori, per questa pellicola, interpretano i rispettivi personaggi che si completano a vicenda.
Entrando più nel vivo dell’analisi, non passa inosservata l’espressività adottata da Gene Wilder resa evidente grazie al buon doppiaggio italiano; ogni frase da lui pronunciata è scandita attentamente come se seguisse i rintocchi di una campana.
Infine, giudizio positivo anche per la fotografia: rigorosamente in bianco e nero senza mai trascurare ogni particolare di ciascuna scena.
Consigliato: Sì a tutti
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fabio
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venerdì 31 agosto 2018
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capolavoro. consigliato a tutti
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Il miglior film di Mel Brooks. Compreso pienamente il meccanismo sotteso al thriller lo rivolta in commedia con risultati straordinari.
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parsifal
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giovedì 7 dicembre 2017
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ironia ed eleganza
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Mel Brooks, giunto al suo quarto lungometraggio, dopo una serie di esperimenti non del tutto riusciti, coadiuvato dalla mente e dalla penna di Gene Wilder, uno degli interpreti principali, mette in scena una elegante parodia di Frankestein di Mary Shelley, ispirandosi , oltre che al romanzo ,alla celeberrima versione cinematografica di J.Whale del 1931. Stilisticamente , rende omaggio al famoso lungometraggio ,adottandone gli stilemi visivi, scenografici ed addirittura con le stesse transizioni da una scena all'altra. LA cura per simili dettagli è quasi maniacale , ma condurrà il regista a sicuro successo. Per quanto riguarda la sceneggiatura, è ispirata al celeberrimo romanzo , ma viene stravolto in chiave parodistica , con elegante sarcasmo, tanto da divenire uno film comici più famosi del dopoguerra.
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Mel Brooks, giunto al suo quarto lungometraggio, dopo una serie di esperimenti non del tutto riusciti, coadiuvato dalla mente e dalla penna di Gene Wilder, uno degli interpreti principali, mette in scena una elegante parodia di Frankestein di Mary Shelley, ispirandosi , oltre che al romanzo ,alla celeberrima versione cinematografica di J.Whale del 1931. Stilisticamente , rende omaggio al famoso lungometraggio ,adottandone gli stilemi visivi, scenografici ed addirittura con le stesse transizioni da una scena all'altra. LA cura per simili dettagli è quasi maniacale , ma condurrà il regista a sicuro successo. Per quanto riguarda la sceneggiatura, è ispirata al celeberrimo romanzo , ma viene stravolto in chiave parodistica , con elegante sarcasmo, tanto da divenire uno film comici più famosi del dopoguerra. IL dottor Fredrerick von Frankestein, erede suo malgrado del barone Victor, riceve la notizia di aver ereditato i beni di famiglia. Dopo aver manifestato una certa riluttanza ( che viene mostrata in una scena memorabile, inspiegabilmente tagliata) si decide a raggiungere la terra dei suoi avi. Lì lo attende Igor, uno strepitoso ed ineguagliato Marty Feldman, assistente " ereditario" insieme ad Inga ( Teri Garr) svampita ma non troppo. Giunto al castello, il dottore fa conoscenza con Frau Blucher (C. Lachman), terrore dei cavalli , algida ed autoritaria . Si susseguono d'ora in poi una serie memorabile di gag, magnificamente interpretate da Gene e Marty, che lasciano lo spettatore senza fiato. Fredrerick giungerà non casualmente , ma per volontà di frau Blucher, alla biblioteca di suo nonno, dove rinverrà i suoi appunti segreti riguardanti gli esperimenti che lo fecereo cacciare dalla comunità medica. D' improvviso , il dottore da pragmatico scienziato diventa un avventuroso visionario e decide di proseguire il solco tracciato dal suo avo. Si mettono alla ricerca di un cadavere, di grandi proporzioni e trovano Peter Boyle, che unisce nella sua interpretazione candore ed ironia in modo magistrale. Qualcosa va storto e le disavventure si sommano ed anche le risate a crepapelle. Tutto è bene quel che finisce bene, con un finale sottolineato da una lieve pruderie.Il finale originale ( tagliato) prevedeva la passerella di tuti glia ttori che scendono le scale del castello. Capovolavoro del cinema comico.
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francismetal
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sabato 5 agosto 2017
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non fa ridere!
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Il film è fatto bene, la storia non è un granché e NON FA RIDERE! A parte un paio di scene NON FA RIDERE! Mi prenderete per pazzo ma la penso così. Trovatemi delle scene comiche e ne discutiamo. Io ne ho trovate pochissime.
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marychan
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martedì 14 febbraio 2017
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un film che dà dipendenza
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Quando si vede per la prima volta non si sa cosa aspettarsi da un film scritto da Gene Wilder e diretto da Mel Brooks... In bianco e nero a metà anni ottanta! Ma da lì si insinua nella mente dello spettatore, che in men che non si dica si ritrova a vederlo in un loop infinito, snocciolando e riscrivendo battute del film anche a casa e al lavoro, della serie "taffettà amore" oppure "si pronuncia Aigor". Alcune battute rendono meglio in inglese, come l'intraducibile "werewolf", lupo mannaro, bel gioco di parole con "where wolf", mentre nella versione italiana è diventato un meno incisivo "lupululà". Una comicità unica, con un incredibile self-control, che si mescola alla perfezione con l'atmosfera gotica degna di un film dell'orrore.
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Quando si vede per la prima volta non si sa cosa aspettarsi da un film scritto da Gene Wilder e diretto da Mel Brooks... In bianco e nero a metà anni ottanta! Ma da lì si insinua nella mente dello spettatore, che in men che non si dica si ritrova a vederlo in un loop infinito, snocciolando e riscrivendo battute del film anche a casa e al lavoro, della serie "taffettà amore" oppure "si pronuncia Aigor". Alcune battute rendono meglio in inglese, come l'intraducibile "werewolf", lupo mannaro, bel gioco di parole con "where wolf", mentre nella versione italiana è diventato un meno incisivo "lupululà". Una comicità unica, con un incredibile self-control, che si mescola alla perfezione con l'atmosfera gotica degna di un film dell'orrore. Incommensurabili Marty Feldman e Gene Wilder, non si può fare a meno di ridere solo a guardarli, senza dimenticare la geniale Madeleine Kahn( e, devo dire, tanto di cappello anche alla sua doppiatrice italiana). Una delle versioni di Frankenstein che rimarrà nella storia, anche la stessa Mary Shelley approverebbe. Ringraziamo i grandi Wilder e Brooks per questo dono all'umanità.
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alex62
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domenica 4 settembre 2016
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la commedia perfetta
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Mary Shelley scrisse Frankestein per una scommessa disputata in casa del poeta George Byron, sul Lago Lemano, a causa delle piogge insistenti e della noia. L'argomento della scommessa fu la scrittura di un romanzo nero. Quello fu l'atto di nascita della fantascienza e del romanzo “gotico”. Una donna, peraltro la moglie del celeberrimo poeta Percy Shelley, al quale si dichiarò non tributaria di alcun consiglio o contributo all'ideazione della storia, creò una leggenda che solletica le più recondite e oscure pretese di farsi Dio da parte dell'uomo: la riviviscenza. Riportare in vita ciò che è morto…e sepolto.
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Mary Shelley scrisse Frankestein per una scommessa disputata in casa del poeta George Byron, sul Lago Lemano, a causa delle piogge insistenti e della noia. L'argomento della scommessa fu la scrittura di un romanzo nero. Quello fu l'atto di nascita della fantascienza e del romanzo “gotico”. Una donna, peraltro la moglie del celeberrimo poeta Percy Shelley, al quale si dichiarò non tributaria di alcun consiglio o contributo all'ideazione della storia, creò una leggenda che solletica le più recondite e oscure pretese di farsi Dio da parte dell'uomo: la riviviscenza. Riportare in vita ciò che è morto…e sepolto. La sfida fu portata a termine solo dalla “madre di Frankestein” con un successo che non ha mai conosciuto oscurità.
Mel Brooks, regista yddish mediocre, che trovò con questo film il suo più grande (forse veramente unico) successo, insieme con la star Gene Wilder si accinsero a scrivere la più potente parodia che sia mai approdata al cinema. Probabilmente il grande merito di una sceneggiatura perfetta è da attribuire in gran parte a Gene Wilder. Ma questo non è l'unico aspetto sublime di questa commedia raffinatissima, dialoghi scoppiettanti, mai banali o volgari, una comicità di situazione alla Feydeau, un cast di attori inarrivabile: Gene Wilder in grande spolvero; Marty Feldman, lo sfortunato genio comico inglese; Teri Garr, assolutamente perfetta; Gene Hackman, cosa dire di questo pluripremiato, geniale attore americano? Semplicemente irripetibile nel ruolo dell'anacoreta cieco e nostalgico di compagnia…e tutti gli altri, nessuno escluso.
La vicenda è talmente nota che molti, ancora oggi, la ricordano praticamente a memoria, così come molte battute del film sono entrate nel gergo comune delle ultime tre generazioni…“rimetta a posto la candela”, “lupo ululì lupo ululà”, il nitrito dei cavalli ogni volta che viene pronunciato il nome della governante ed ex-amante del barone von Frankenstein, frau Blucher e tanti altri.
Se siete affranti, se avete avuto una giornata no, godetevi questo piccolo capolavoro in lingua originale e dimenticherete per incanto tutti i vostri dissapori, per regalarvi un'ora e quarantacinque minuti di ottimo buonuomore.
Il film uscì in sala nel 1974, con un budget di 3 milioni di dollari, incassandone nei soli USA 83.
Da allora in poi un successo senza tempo.
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