mari666
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venerdì 28 giugno 2024
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non ho capito la fine
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Ma alla fine sono loro due? Non mi sembra Damien, i capelli sono troppo diversi...
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giuliog02
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mercoledì 1 marzo 2017
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fifty-fifty
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Un film ben costruito e girato in modo accurato per raggiungere l'obiettivo del regista relativamente alla formazione dell'identità personale e di genere, in questo caso di due ragazzi di provincia dell'area pirenaica nel Sud-Ovest francese.
La recitazione dei due giovani attori che interpretano le parti di Damien e Tom é assolutamente eccellente; scenografia e ambientazione di alto valore; fotografia splendida ( alla Olmi per quanto attiene le scene in natura, specie notturne ). Ma ci sono "pesantezze", a mio avviso, di non poco conto. In primo luogo la concentrazione del racconto su tre persone, i due ragazzi e la madre di uno di loro, praticamente riducendo al minimo i rapporti tra questa terna e la comunità in cui vivono: i compagni di scuola e le ragazze in particolare.
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Un film ben costruito e girato in modo accurato per raggiungere l'obiettivo del regista relativamente alla formazione dell'identità personale e di genere, in questo caso di due ragazzi di provincia dell'area pirenaica nel Sud-Ovest francese.
La recitazione dei due giovani attori che interpretano le parti di Damien e Tom é assolutamente eccellente; scenografia e ambientazione di alto valore; fotografia splendida ( alla Olmi per quanto attiene le scene in natura, specie notturne ). Ma ci sono "pesantezze", a mio avviso, di non poco conto. In primo luogo la concentrazione del racconto su tre persone, i due ragazzi e la madre di uno di loro, praticamente riducendo al minimo i rapporti tra questa terna e la comunità in cui vivono: i compagni di scuola e le ragazze in particolare. In secondo luogo la storia contiene in gran copia gli elementi deamicisiani presenti nei film per la televisione. Ci sono i personaggi, gli straniamenti di cuore e le differenze di status sociale che sono di norma presenti in tali polpettoni, manca solo il parroco. C.a.d. ci sono il dottore di buon senso e buoncuore, qui é la dottoressa madre di uno dei due ragazzi; la differenza sociale tra i due personaggi ( uno vive in città ed appartiene alla borghesia: madre medico e padre ufficiale pilota, l'altro é figlio adottivo di colore di una coppia di agricoltori, che vivono isolati in una casera in montagna e la madre é cagionevole di salute ); il ragazzo di colore va male a scuola e deve ogni giorno effettuare un faticoso viaggio di tre ore tra andata e ritorno per recarsi a scuola, sia percorrendo a piedi una mulattiera che in autobus, mentre l'altro vive in una casa accogliente nel capoluogo; l'ex-militare, amico di famiglia, che istruisce il ragazzo cittadino nell'arte del pugilato; il padre di Damien che muore in missione ( é pilota di elicotteri ) e, quindi, la cerimonia con gli onori militari per l'inumazione. Ditemi che non é un insieme di luoghi comuni strappalacrime deamiciasiano.con chiari intenti di captatio benevolentiae di determinati segmenti di mercato ( gay, classe medica, militari ). Il tutto girato con estrema sapienza tecnica. Alcune sequenze concernenti le montagne pirenaiche ed i boschi sono di notevole bellezza, poetiche ed ammalianti.
Confesso che in taluni punti mi sono quasi addormentato ed ho vivamente atteso la fine della proiezione.
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giuliog02
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mercoledì 1 marzo 2017
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Un film ben costruito e girato in modo accurato per raggiungere l'obiettivo del regista relativamente alla formazione dell'identità personale e di genere, in questo caso di due ragazzi di provincia dell'area pirenaica nel Sud-Ovest francese.
La recitazione dei due giovani attori che interpretano le parti di Damien e Tom é assolutamente eccellente; scenografia e ambientazione di alto valore; fotografia splendida ( alla Olmi per quanto attiene le scene in natura, specie notturne ). Ma ci sono "pesantezze", a mio avviso, di non poco conto. In primo luogo la concentrazione del racconto su tre persone, i due ragazzi e la madre di uno di loro, praticamente riducendo al minimo i rapporti tra questa terna e la comunità in cui vivono: i compagni di scuola e le ragazze in particolare.
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Un film ben costruito e girato in modo accurato per raggiungere l'obiettivo del regista relativamente alla formazione dell'identità personale e di genere, in questo caso di due ragazzi di provincia dell'area pirenaica nel Sud-Ovest francese.
La recitazione dei due giovani attori che interpretano le parti di Damien e Tom é assolutamente eccellente; scenografia e ambientazione di alto valore; fotografia splendida ( alla Olmi per quanto attiene le scene in natura, specie notturne ). Ma ci sono "pesantezze", a mio avviso, di non poco conto. In primo luogo la concentrazione del racconto su tre persone, i due ragazzi e la madre di uno di loro, praticamente riducendo al minimo i rapporti tra questa terna e la comunità in cui vivono: i compagni di scuola e le ragazze in particolare. In secondo luogo la storia contiene in gran copia gli elementi deamicisiani presenti nei film per la televisione. Ci sono i personaggi, gli straniamenti di cuore e le differenze di status sociale che sono di norma presenti in tali polpettoni, manca solo il parroco. C.a.d. ci sono il dottore di buon senso e buoncuore, qui é la dottoressa madre di uno dei due ragazzi; la differenza sociale tra i due personaggi ( uno vive in città ed appartiene alla borghesia: madre medico e padre ufficiale pilota, l'altro é figlio adottivo di colore di una coppia di agricoltori, che vivono isolati in una casera in montagna e la madre é cagionevole di salute ); il ragazzo di colore va male a scuola e deve ogni giorno effettuare un faticoso viaggio di tre ore tra andata e ritorno per recarsi a scuola, sia percorrendo a piedi una mulattiera che in autobus, mentre l'altro vive in una casa accogliente nel capoluogo; l'ex-militare, amico di famiglia, che istruisce il ragazzo cittadino nell'arte del pugilato; il padre di Damien che muore in missione ( é pilota di elicotteri ) e, quindi, la cerimonia con gli onori militari per l'inumazione. Ditemi che non é un insieme di luoghi comuni strappalacrime deamiciasiano.con chiari intenti di captatio benevolentiae di determinati segmenti di mercato ( gay, classe medica, militari ). Il tutto girato con estrema sapienza tecnica. Alcune sequenze concernenti le montagne pirenaiche ed i boschi sono di notevole bellezza, poetiche ed ammalianti.
Confesso che in taluni punti mi sono quasi addormentato ed ho vivamente atteso la fine della proiezione.
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beghella
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martedì 22 novembre 2016
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tra bisogno e desiderio
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Mi è piaciuto perché ci sta dentro tanta roba.
E' uno sfiorare senza restare in superficie.
Un documentario emotivo dove la sceneggiatura è volutamente scarna ma è anche migliore perché te la crei mentre torni a casa.
Dopo,e più tardi ancora.
Diventa solo tua ,ad abbellirti i pensieri.
E' un film sugli opposti,abitanti del senso d'estraneità che passa tra la ricerca e la scoperta di sè.
Sopra tutto ci sta il Desiderio
Nel gesto di chi afferra e poi rilascia trattenendo,di chi fa a pugni e poi accudisce,di chi respinge ma al contempo attira ,di chi si arrabbia ma ha solo paura.
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Mi è piaciuto perché ci sta dentro tanta roba.
E' uno sfiorare senza restare in superficie.
Un documentario emotivo dove la sceneggiatura è volutamente scarna ma è anche migliore perché te la crei mentre torni a casa.
Dopo,e più tardi ancora.
Diventa solo tua ,ad abbellirti i pensieri.
E' un film sugli opposti,abitanti del senso d'estraneità che passa tra la ricerca e la scoperta di sè.
Sopra tutto ci sta il Desiderio
Nel gesto di chi afferra e poi rilascia trattenendo,di chi fa a pugni e poi accudisce,di chi respinge ma al contempo attira ,di chi si arrabbia ma ha solo paura.
Non ho mai empatizzato così tanto con il Desiderio in una storia di vita e di passione.
Omosessuale per giunta.
Là dove il bisogno è naturale e il desiderio è artificiale solo perché fa i conti con il senso di colpa.
Un film che racconta di bullismo,di omofobia,di disagio,di riscatto sociale e di amore.Senza retorica e con rara bellezza.
I versi di Rimbaut, preludio al viaggio dei protagonisti e di chi li sente addosso perché cuciti dal regista e dagli autori con una tensione alla fisicità che ha del magico.
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beghella
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martedì 22 novembre 2016
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tra bisogno e desiderio
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Mi è piaciuto perché ci sta dentro tanta roba.
E' uno sfiorare senza restare in superficie.
Un documentario emotivo dove la sceneggiatura è volutamente scarna ma è anche migliore perché te la crei mentre torni a casa.
Dopo,e più tardi ancora.
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E' un film sugli opposti,abitanti del senso d'estraneità che passa tra la ricerca e la scoperta di sè.
Sopra tutto ci sta il Desiderio
Nel gesto di chi afferra e poi rilascia trattenendo,di chi fa a pugni e poi accudisce,di chi respinge ma al contempo attira ,di chi si arrabbia ma ha solo paura.
Non ho mai empatizzato così tanto con il Desiderio in una storia di vita e di passione.
Omosessuale per giunta.
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Mi è piaciuto perché ci sta dentro tanta roba.
E' uno sfiorare senza restare in superficie.
Un documentario emotivo dove la sceneggiatura è volutamente scarna ma è anche migliore perché te la crei mentre torni a casa.
Dopo,e più tardi ancora.
Diventa solo tua ,ad abbellirti i pensieri.
E' un film sugli opposti,abitanti del senso d'estraneità che passa tra la ricerca e la scoperta di sè.
Sopra tutto ci sta il Desiderio
Nel gesto di chi afferra e poi rilascia trattenendo,di chi fa a pugni e poi accudisce,di chi respinge ma al contempo attira ,di chi si arrabbia ma ha solo paura.
Non ho mai empatizzato così tanto con il Desiderio in una storia di vita e di passione.
Omosessuale per giunta.
Là dove il bisogno è naturale e il desiderio è artificiale solo perché fa i conti con il senso di colpa.
Un film che racconta di bullismo,di omofobia,di disagio,di riscatto sociale e di amore.Senza retorica e con rara bellezza.
L'incipit del film sono
I versi di Rimbaut, preludio al viaggio dei protagonisti e di chi li sente addosso perché cuciti dal regista e dagli autori con una tensione alla fisicità che ha del magico.
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ralphscott
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martedì 18 ottobre 2016
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il piccolo,grande cinema francese.
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Una storia semplice con protagonisti i sentimenti adolescenziali,resi veri ed emozionanti da un regista che da anni li racconta con passione e forte resa. La faccia di Damien,il ragazzo rossiccio,buca lo schermo:scommetto che la rivedremo a presto. Suggestive ambientazioni sui Pirenei.
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lbavassano
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domenica 16 ottobre 2016
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nuoce l'eccesso di buonismo
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Inizia molto bene, anche per merito di una splendida fotografia di spazi sconfinati, fino a quando lascia intendere molto più di quanto non spieghi. Ma poi diviene troppo esplicito, in tutti i sensi, e soprattutto naufraga in un mare di buoni sentimenti, di personaggi a proprio modo tutti troppo perfetti (insopportabilmente stucchevole e falso il buonismo della madre dottoressa). A 25 anni di distanza da "Niente baci sulla bocca" ha perso molto di mordente il cinema di Téchiné, e di ispirazione.
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andrea giostra
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domenica 16 ottobre 2016
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on n'est pas sérieux, quand on a dix-sept ans!
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L'ultimo film di André Téchiné, presentato in concorso al “Festival del Cinema di Berlino” 2016, "Quando hai 17 anni", è in proiezione nelle Sale Cinematografiche italiane da Giovedì 6 ottobre 2016.
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L'ultimo film di André Téchiné, presentato in concorso al “Festival del Cinema di Berlino” 2016, "Quando hai 17 anni", è in proiezione nelle Sale Cinematografiche italiane da Giovedì 6 ottobre 2016.
Scritto da André Téchiné con Céline Sciamma, vede un ottimo cast di attori: Sandrine Kiberlain, Kacey Mottet Klein, Corentin Fila, Alexis Loret.
Il Film è distribuito da “Cinema” di Valerio de Paolis.
“Quando hai 17 anni” è una storia d’amore e di scoperta. In un aspro villaggio tra le montagne della Francia sud-occidentale due diciassettenni si fronteggiano. Damien e Tom frequentano la stessa scuola. Potrebbero essere amici, ma non si sopportano. Si insultano, e quando le parole non sono abbastanza si picchiano.
Il Film è duro e vero, realista, se non neo-realista, e racconta con sagacia cinematografica, nello stile marcatamente francese, la storia d'amore di due adolescenti omosessuali che mettono in atto un modo molto particolare per scoprire e far sbocciare il loro amore: lo sgambetto iniziale in classe, sguardi in cagnesco, zuffe, spintoni, sfide, cazzotti, scontri, ed un'infinità di agìti che apparentemente sembrano di competizione e di dissonanza relazionale, ma che invece nascondo qualcos'altro di ingenuo, puro, prepotente e molto forte!
Il Film è pieno di relazioni intrecciate, di personaggi e di storie, ma i protagonisti sono Damien e Thomas, insieme alle rispettive famiglie.
Il Film tratta in modo interessante il tema della vita e della morte, dell'amore e della speranza: è la traccia che la narrazione filmica di André Téchiné lascia prepotente allo spettatore che vedrà un film coraggioso e colmo di vita. "On n'est pas sérieux, quand on a dix-sept ans" è la frase del grande poeta francese Rimbaud, tratta dal poema “Roman”, che Damien recita di fronte alla sua classe della piccola cittadina dei Pirenei dove è ambientato il Film; frase che segna la matrice del film, della sceneggiatura e dei dialoghi: ironici ma mai sarcastici, leggeri e veri, come la vita e l'amore dirompente dei due giovani protagonisti diciassettenni.
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no_data
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venerdì 14 ottobre 2016
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perché raccontare tutto il film?
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Credo che lo spettatore abbia il diritto di scoprirlo da solo!
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no_data
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venerdì 14 ottobre 2016
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un film da non perdere
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Due compagni di scuola che durante l'ultimo anno di liceo scoprono la propria omosessualità. Mentre il primo la accetta senza troppi problemi l'altro cerca di opporvisi fino a quando, dopo varie vicissitudini, si lascerà sopraffare dai sentimenti. Parallelamente assistiamo alla vita quotidiana ed ai problemi delle rispettive famiglie. Un film molto bello, pieno di umanità e di passione con attori bravissimi e una fotografia eccezionale!
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