elgatoloco
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lunedì 25 maggio 2020
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favola satirica, surreale, politica(poca)
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IN"Salmon Fishing in the Yemen"(2011, Lasse Hallstro"m, dal romanzo omonimo di Paul Torday), abbiamo a che fare con un'opera notevole, veramente). Si tratta, come dice bene il titol originale(quello italiano è allusivo, ma non descrive la"cosa")di pescare veramente il salmone nel paese dell'Africa settentrionale islamica, con un sheik "folle"o meglio pescatore fanatico, decisamente fedele islamico, ma per nulla integralista(anzi, ironico, a tratti anche scetticamente disincantato, per quanto gli concede la sua decisa fede religiosa), splendidamente caratterizzato da Amr Waked; naturalmente lo scienziato governativo specialista di ittica, avverte subito chi di dovere che il pregetto è quantomeno"utopico", ma dovrò ricredersi.
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IN"Salmon Fishing in the Yemen"(2011, Lasse Hallstro"m, dal romanzo omonimo di Paul Torday), abbiamo a che fare con un'opera notevole, veramente). Si tratta, come dice bene il titol originale(quello italiano è allusivo, ma non descrive la"cosa")di pescare veramente il salmone nel paese dell'Africa settentrionale islamica, con un sheik "folle"o meglio pescatore fanatico, decisamente fedele islamico, ma per nulla integralista(anzi, ironico, a tratti anche scetticamente disincantato, per quanto gli concede la sua decisa fede religiosa), splendidamente caratterizzato da Amr Waked; naturalmente lo scienziato governativo specialista di ittica, avverte subito chi di dovere che il pregetto è quantomeno"utopico", ma dovrò ricredersi. Al tutto si intreccia una love-story con una traduttrice e referente del progetto, dove entrambi i" contraenti"del pogetto sono già sentimentalmente impegnati... Ma non basta. lo sheik è considerato troppo filo-occidentale, troppo"americano"(anche se il tutto è anche troppo decisamente e marcatamente"british", ma ...fa lo stesso, per chi non vuol vedere -capire)da parte degli isilamsiti, ossia integralisti islamici, che lo sottopngo a vari attentati, cui scampa con una certa fatica e non senza l'aiuto deciso soprattutto da parte dlelo scienziato. . Film validissimo, che penetra persino nei misteri del"Foreign Office"(il sancta sanctorum britannico, of course!), sempre con quello humor, con quella ironia ampliata e più forte e corposa, pur nella levità(paradosso del tutto scusabile, spero)che è appunto british, mentre un"gringo"avrebbe vergato le cose con troppa"forza"e magari anche con violenza che non sarebbe assolutamente nelle cose, in un film come questo. Non vorrei inserire similutidini forzate, improprie, ma questo"Salmon Fishing"mi ha ricordato decisamente"Gandhi"di Attenborough, con cui è assolutamente imparagonabile sia a livello tematico sia anche dal punto di vista della levità, che là con può essere presnete se non in pochi, anzi pochissimi momenti, dato il carattere drammatico, a volte tragico della vicenda... Qui nula è forzato, nulla è pleonastico o pletorico e neppure "retorico"(se si intende la parola in accezione banale), anzi dal paradosso nasce, in certo qual modo, la "conoscenza del vero". Bravisismi sia Ewn McGregor, sia Emily Blunt, sia Krtistin Scott Thomas, in un ruolo spiacevole(quello della moglie supponente dello scienziato),ma praticamente anche tutti gli altri interpreti. El Gato
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luigi chierico
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venerdì 9 maggio 2014
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non e’ facile filmare un sogno
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Un film tra il serio ed il faceto,tra il reale e l’irreale,tra la scienza e la fede che,raccogliendo i sogni di tanti nomadi del deserto,racconta quello di uno sceicco dello Yemen.
Non si accontenta di portare l’acqua nelle sue terre aride piene di petrolio,ma addirittura i pesci. Ancora più ambizioso e“folle impresa”è portarci i salmoni che,com’è noto,sono soliti nuotare controcorrente per migliaia di miglia per andare a deporre le uova,là dove sono nati.Il richiamo della foresta, per così dire,è una costante nel mondo animale, come ad esempio in tanti uccelli migratori,ed a cui non si sottrae neanche l’uomo che anela tornare“al natio borgo selvaggio”.Sarà interessata la Gran Bretagna a progettare la realizzazione di questa storia“spaventosamente ridicola”,ma ci sono in gioco tanti interessi e l’Inghilterra non rinuncia alle Indie!Si passa quindi dall’aristocratico ambiente di Londra,tra ministeri,dalla Camera del tanto noto numero 10,ai ricchi e sfarzosi ambienti dello Sceicco,dal….
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Un film tra il serio ed il faceto,tra il reale e l’irreale,tra la scienza e la fede che,raccogliendo i sogni di tanti nomadi del deserto,racconta quello di uno sceicco dello Yemen.
Non si accontenta di portare l’acqua nelle sue terre aride piene di petrolio,ma addirittura i pesci. Ancora più ambizioso e“folle impresa”è portarci i salmoni che,com’è noto,sono soliti nuotare controcorrente per migliaia di miglia per andare a deporre le uova,là dove sono nati.Il richiamo della foresta, per così dire,è una costante nel mondo animale, come ad esempio in tanti uccelli migratori,ed a cui non si sottrae neanche l’uomo che anela tornare“al natio borgo selvaggio”.Sarà interessata la Gran Bretagna a progettare la realizzazione di questa storia“spaventosamente ridicola”,ma ci sono in gioco tanti interessi e l’Inghilterra non rinuncia alle Indie!Si passa quindi dall’aristocratico ambiente di Londra,tra ministeri,dalla Camera del tanto noto numero 10,ai ricchi e sfarzosi ambienti dello Sceicco,dal….poco comune nome di Muhammed (Amr Waked).Quello che domina è tuttavia lo scenario di immensi deserti, spazi vuoti colmi di sabbia, la sete,la miseria di popoli a cui uno o pochi hanno portato via tutto, anche la libertà.Ed è in questi luoghi tanto aridi che lo Sceicco Muhammed vuole realizzare il sogno del pescatore.Il progetto,su impulso di Patricia Maxwell(Kristin Scott Thomas),portavoce del primo ministro,è affidato ad uno studioso di scienze della pesca,Alfred Jones (Ewan McGregor) e ad Harriet Chetwode-Talbot (Emily Blunt).Lo scienziato e collaboratrice non credono in quel che devono fare,lo Sceicco dirà“lei mi crede un pazzo sarebbe un miracolo se accadesse”ed ancora“se non farà questa cosa senza metterci il cuore non ci si arriverà a niente,deve avere fede dott. Alfred”.Lo Sceicco si misurerà nella pesca e vedrà coronare con successo il suo tentativo, sebbene Alfred gli avesse detto che non si può pescare un pesce con la fede. Ma, al contrario, si sentirà dire che è proprio la fede che fa credere al pescatore di poter prendere un pesce.
Ricorda che la pesca è degli uomini pazienti che credono in quel che fanno, sospinti dalla fede.
Mi fa ricordare che la figura e parola del pesce è anche presente nella Cristianità (ICTUS è l’acronimo di Gesù Figlio di Dio).
Come solitamente accade si continuerà a dire alla propria moglie, della compagna di lavoro: “E’solo un’amica”, ma, come scrive P. Coelho in Lo Zahir, ”L’amore è una forza selvaggia. Quando cerchiamo di soffocarlo, ci distrugge. Quando cerchiamo di imprigionarlo, ci rende schiavi. Quando cerchiamo di capirlo, ci lascia smarriti e confusi.”
E così quando Harriet , sentendosi dire da Alfred: “Comincio a credere che questa folle impresa potrebbe anche riuscire”, gli risponderà: ” Non credi che sta andando molto bene? è una esperienza straordinaria, non sto parlando del progetto “ si sentirà precisare :”No nemmeno io”.
E quando tutto sembra fallito la Fede premia lo Sceicco Muhammed. Con una bellissima pagina di D.Grossman in Vedi alla voce Amore, si potrebbe dire:”Guardò verso la parte del mare e vide che tutto il branco era confuso come lui, e che mille e mille pesci si strappavano e si riunivano insieme paurosamente e selvaggiamente, e gli occhi di tutti sporgevano e le sagome luccicavano. Un pesce molto grosso era volato via dalla punta davanti del branco,e si era messo dalla parte del mare”andando controcorrente.
Sebbene la vicenda sia valida, il film nell’insieme lascia molto a desiderare.
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gufetta76
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giovedì 1 agosto 2013
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una diga di banalità
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Un film abbastanza scontato. Una favola
moderna con una storia d'amore prevedibile.
Bella la fotografia, interpreti sprecati,
trama strerile. Si poteva approfondire
la tematica sull'incontro delle
diversità, sul senso della vita come
distacco dalla sterile
quotidianità,sfruttando la figura
affascinante dello sceicco, invece nulla di
tutto questo e il risultato è la solita
storiella banale all'americana.
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kyotrix
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domenica 21 ottobre 2012
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favola carina...
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..ma nulla di speciale. Bei paesaggi, buoni sentimenti e morale, ma un po' lento, scontato, con diverse scene e situazioni al limite del credibile e possibile. Guardabile.
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g_andrini
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martedì 16 ottobre 2012
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"ipnotico"
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E' quasi una favola, che parla del salmone, cioè della vita. Ovviamente richiama la guerra in atto, ma lo fa dolcemente, raccontandola come una poesia, con i necessari alti e bassi. Buona regia, bella fotografia, si lascia guardare con piacere.
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hal 9mila54
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giovedì 31 maggio 2012
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la fede sposta le montagne
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Uno dei più belli dell'anno.
Un pizzico di ironia e un sogno per i bimbi del futuro.
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rolando7
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giovedì 31 maggio 2012
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salmoni e salami
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Il è film stucchevole, e la storia risibile.
La metafora (uomini che vanno controcorrente come salmoni) è fin troppo scontata, e si dimentica di dire che i salmoni finiscono spesso affumicati o al forno.
Certo, la fotografia è di alto livello e i paesaggi molto belli.
E c'è la Scott Thomas che è sempre un piacere veder recitare.
Se vi accontentate...
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thebride
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mercoledì 23 maggio 2012
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tra fede, scienza e sogno.
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Da una presupposto strano, quasi ridicolo, portare salmoni nello Yemen per accontentare uno sceicco, si arriva a parlare di fede e scienza, di sogno e realtà e anche del vero e del falso. Alfed Jones rappresenta la scienza, l'integrità sul lavoro e lo stupore svanito in un matrimonio freddo, ghiacciato e scaduto nell'abitudine; Harriett Chatwode-Talbod è la frenesia del momento, il consumare l'attimo, rappresenta coloro che sperano e credono nel lieto fine. Poi abbiamo lo sceicco che incarna la fede e l'onirico. Inifine Patricia Maxwell, capo dell'ufficio stampa del governo britannico, è la caustica verità di oggi: coprire notizie scomode con altre patinate e dorate per calmare l'opinione pubblica.
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Da una presupposto strano, quasi ridicolo, portare salmoni nello Yemen per accontentare uno sceicco, si arriva a parlare di fede e scienza, di sogno e realtà e anche del vero e del falso. Alfed Jones rappresenta la scienza, l'integrità sul lavoro e lo stupore svanito in un matrimonio freddo, ghiacciato e scaduto nell'abitudine; Harriett Chatwode-Talbod è la frenesia del momento, il consumare l'attimo, rappresenta coloro che sperano e credono nel lieto fine. Poi abbiamo lo sceicco che incarna la fede e l'onirico. Inifine Patricia Maxwell, capo dell'ufficio stampa del governo britannico, è la caustica verità di oggi: coprire notizie scomode con altre patinate e dorate per calmare l'opinione pubblica. Questi quattro personaggi si snodano durante tutto l'arco del film e tessono una trama gradevole, senza abavature che comincia con la perplessità, continua nello stupore e si chiude con un sorriso. Il bello del film è nell'evoluzione dei personaggi (dai principali ai minori, ad esempio Robert), come cambiano le loro idee e il modo di vedere il modo; emblematica la scena in cui Alfred, che cammina insieme ad altri volti anonimi, cambia direzione e va controcorrente. I personaggi prendono corpo grazie alle buone interpretazioni di Emily Blunt e di uno Ewan McGregor eccezionale nella parte di un impacciato, rigido e anche un po' buffo esperto di pesca. Ottima l'interpretazione di Kristin Scott Thomas che regala dei momenti di risate a denti stretti.
Per finire, altra nota positiva del film è la scenografia: paesaggi stupendi e inquadrature mozzafiato tra la brughiera inglese e il deserto yemenita.
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donni romani
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mercoledì 23 maggio 2012
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mc gregor risale il fiume della vita
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Lasse Hallstrom , fin dal suo debutto con "La mia vita a quattro zampe" ci ha abituato ad un registro leggero e acquarellato, che nasconde tuttavia sacche di stagnante infelicità e amarezze irrisolte. E anche stavolta la favola lieve, vagamente surreale e a tratti onirica del "Pescatore di Sogni", nasconde un'inquietudine dei personaggi e una metafora del mondo moderno che traspaiono in più occasioni. Lo scienziato Alfred Jones, esperto di pesca e impiegato del Ministero dell'Agricoltura, riceve una proposta al limite del folle: esportare la pesca al salmone niente meno che nello Yemen.
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Lasse Hallstrom , fin dal suo debutto con "La mia vita a quattro zampe" ci ha abituato ad un registro leggero e acquarellato, che nasconde tuttavia sacche di stagnante infelicità e amarezze irrisolte. E anche stavolta la favola lieve, vagamente surreale e a tratti onirica del "Pescatore di Sogni", nasconde un'inquietudine dei personaggi e una metafora del mondo moderno che traspaiono in più occasioni. Lo scienziato Alfred Jones, esperto di pesca e impiegato del Ministero dell'Agricoltura, riceve una proposta al limite del folle: esportare la pesca al salmone niente meno che nello Yemen. La proposta viene da un principe yemenita disposto ad impiegare cinquanta milioni di sterline pur di realizzare il suo sogno, e gli viene commissionata da Herriet Chetwode-Talbot, nome impronunciabile ed entusiasmo da vendere. Ovviamente la reazione di Jones, un professore ingessato tendente all'autistico tanto è il suo distacco dagli umani entusiasmi (ha lo stesso - scarso - slancio emotivo sia nel fare l'amore con la moglie che nel suonare il violino nell'orchestra di cui entrambi fanno parte) è totalmente negativa, ma ci penserà una vulcanica, cinica e pragmatica responsabile delle pubbliche relazioni del Primo Ministro Britannico, alla ricerca di qualche notizia "leggera" dal Medio Oriente per contrastare la notizia delll'uccisione dei soldati inglesi in Afghanistan, a motivarlo. Inutile dire che le disavventure saranno molteplici, ma che alla fine i salmoni - di allevamento, e quindi docili e non abituati a risalire il fiume - salteranno felici anche nello Yemen superando perplessità, attentati di integralisti musulmani e ogni altra avversità. E così farà Jones, che imparerà a risalire il suo fiume, quel fiume della vita che aveva percorso fino ad allora fin troppo stancamente, trovando il coraggio di lasciare la moglie per unirsi alla "eccessiva" - parole sue, Herriet, capace di slanci, entusiasmi e scenate che inizialmente turbano l'impassibile Jones ma che poi finiscono per conquistarlo. Tutto questo affidato alla vena espressiva di Ewan Mc Gregor, sornione e trattenuto nella prima parte, sorriso contagioso e pieno di fiducia nel futuro alla fine, agli occhioni di Emily Blunt, perfetta contraltare alla algida moglie di Jones, e alle battute fulminanti di una Kristine Scott Thomas in stato di grazia, divertente e caustica, feroce nei confronti del Primo Ministro e sicuramente personaggio più riuscito del film. Che non decolla a vertici di originalità registica o stilistica, ma neanche vola basso, perchè è vero che talvolta risulta un po' stereotipato e didascalico nel rappresentare i caratteri e soprattutto il mondo arabo, ma ha una grazia tutta sua nel portare avanti la trama, nel farci credere all'evoluzione del professor Jones (dopo Indy un altro professor Jones alla conquista del mondo!) da timido e frustrato impiegato del Ministero a visionario e sognatore, capace di rivoluzionare la propria vita una volta scopertosi capace di farlo, e di farci divertire con la satira pungente del mondo mediatico che gira intorno alla politica, alla società, a tutto. La figura dello sceicco resta purtroppo sullo sfondo, ma a ben vedere è lui, con le sue idee innovatrici, il motore del cambiamento, e l'idea che, se si crede fortemente in qualcosa, si può con tenacia e un pizzico di incoscienza realizzarla, non è certo nuova, ma fa sempre piacere vederla avverarsi.
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spike
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lunedì 21 maggio 2012
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si lascia vedere
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Commedia sentimental-avventurosa (ma neanche più di tanto). Il cast fa la sua parte: Emily Blunt è bellissima, la Thomas molto brava, Ewan è simpatico. La storia scorre agile tra paesaggi affascinanti ed uffici londinesi. Consigliato al pubblico appassionato del genere.
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