felicity
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mercoledì 5 aprile 2023
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la classica fiaba di jack e dei fagioli magici
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Il Cacciatore di Giganti ha una narrazione a capitoli, fatta di compartimenti stagni che si inseguono, presentando molteplici autoconclusioni fini a se stesse che accompagnano lo spettatore verso il vissero felici e contenti. Quella che Bryan Singer si ritrova a dover gestire è una sequenzialità scomoda, malferma, che nuove gravemente al ritmo narrativo, rendendolo monotono e altisonante. E a peggiorare la situazione ci si mettono anche dialoghi che appaiono pericolosamente come scimmiottamenti delle grandi saghe che tutti ormai conosciamo a menadito, personaggi che non sono in grado di prendersi sul serio e una colonna sonora dalle risonanze quasi tolkeniane.
Il Cacciatore di Giganti sembra insomma un calderone nel quale qualcuno, forse un po’ distratto, ha buttato dentro pezzi sparsi di altri progetti, nemmeno troppo compiuti.
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Il Cacciatore di Giganti ha una narrazione a capitoli, fatta di compartimenti stagni che si inseguono, presentando molteplici autoconclusioni fini a se stesse che accompagnano lo spettatore verso il vissero felici e contenti. Quella che Bryan Singer si ritrova a dover gestire è una sequenzialità scomoda, malferma, che nuove gravemente al ritmo narrativo, rendendolo monotono e altisonante. E a peggiorare la situazione ci si mettono anche dialoghi che appaiono pericolosamente come scimmiottamenti delle grandi saghe che tutti ormai conosciamo a menadito, personaggi che non sono in grado di prendersi sul serio e una colonna sonora dalle risonanze quasi tolkeniane.
Il Cacciatore di Giganti sembra insomma un calderone nel quale qualcuno, forse un po’ distratto, ha buttato dentro pezzi sparsi di altri progetti, nemmeno troppo compiuti. Le naturali sezioni del progetto cinematografico non si incastrano, creando un collage bizzarro, uno stile che non si sa bene dove inserire. Un po’ come nei costumi, bloccati in un limbo temporale e di linguaggio che non appartiene ancora a nessuno, ma che non è abbastanza forte per autodefinirsi.
Se dovessimo cercare qualcosa da salvare ne Il Cacciatore di Giganti sarebbe forse il desiderio del regista di portare sullo schermo un suo sogno d’infanzia e di aver ingaggiato per esso un grande cast. Peccato che, mancando gli strumenti ottimali con i quali interagire, persino Ewan McGregor, Bill Nighy e Stanley Tucci appaiono macchiettistici. Per non parlare di Nicholas Hoult che dimostra di essersi allenato molto nella recitazione monoespressiva. Le basi di questo film crollano al suolo come i rami della pianta di fagioli tagliata dal Re per salvare il suo regno: fanno rumore, molta polvere, uccidono anche qualcuno nel loro incedere eppure non riescono a salvarci dal gigantesco senso di sgomento finale, quando fai fatica a mettere insieme i pezzi di quello che hai appena visto.
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jagofilm
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martedì 29 novembre 2022
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vedibile...
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... ma anche no. Voto: sei meno-meno.
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elgatoloco
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domenica 2 ottobre 2016
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riscoperta della fiaba
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"Jack the Giant Slayer"("Il Cacciatore di Giganti")di Bryan Singer, ispirato alla fiaba, stampata in epoca romantica(1800, inizio del secolo)"Jack and the Beanstalk"("Jack e la pianta di fagioli"), di autore quasi certamente ignoto, ma ambientata in epoca medievale, come poi il film, è un tentativo molto riuscito di modernizzare la fiaba(dato che il film è la fiaba trasposta al cinema), di adattarla al nostro tempo(i giganti e il loro"regno"realizzati con mezzi prettamente telematici, il che fino all'inizio degli anni Novanta del 1900 non sarebbe praticamente stato possibile). Molti temi nella fiaba e nel film: A)l'atavica paura dei"giganti", esseri"mostruosi"e iperdimensionati, che si trova nel"Kalevala"come nell'"Edda", nel"Mahabaratha"come nell'"Epos di Gilgamesh"come anche poi nella Bibbia("E i giganti conobbero le figlie degli uomini".
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"Jack the Giant Slayer"("Il Cacciatore di Giganti")di Bryan Singer, ispirato alla fiaba, stampata in epoca romantica(1800, inizio del secolo)"Jack and the Beanstalk"("Jack e la pianta di fagioli"), di autore quasi certamente ignoto, ma ambientata in epoca medievale, come poi il film, è un tentativo molto riuscito di modernizzare la fiaba(dato che il film è la fiaba trasposta al cinema), di adattarla al nostro tempo(i giganti e il loro"regno"realizzati con mezzi prettamente telematici, il che fino all'inizio degli anni Novanta del 1900 non sarebbe praticamente stato possibile). Molti temi nella fiaba e nel film: A)l'atavica paura dei"giganti", esseri"mostruosi"e iperdimensionati, che si trova nel"Kalevala"come nell'"Edda", nel"Mahabaratha"come nell'"Epos di Gilgamesh"come anche poi nella Bibbia("E i giganti conobbero le figlie degli uomini"., Genesi 6, 2)e comunque in tutto Il patrimonio mitico-leggendario; B)il tema della conquista , allora riferita ai >Vikinghi, ma in generale radicata nel mondo antico, in quello medievale e nella conseguente ripresa da parte della cultura romantica. Oggi magari parleremmo, giustamente, di"Imperialismo", che però alll'epoca era connaturaro alle culture europee senza alcuna esclusione. Dapprima in forma imperiale-sovranazionale(1500-1600 Carlos V, "l'impero su cui non tramonta mai il sole", poi in forma nazionale-imperialistica(1800, appunto "romantico"), il tutto si radica in una dimensione molto positiva per i"dominanti", ignorando le istanze dei dominati. Il che implica un colonialismo, realizzato, paradossalmente, anche "in buona fede"... ;C)quello della regalità, che deriva dalla saggezza, emblematizzata dalla corona, che poi può essere attribuita non solo a un aristocratico, ma estesa, per meriti particolari(eroismo)anche a un esponente delle classi popolari, come nel caso di Jack, appunto.La regalità, peraltro, ancorata a Dio e alla trascendenza. Anche qui "religio ut instrumentum regni"ma, per qualcuno, in buona fede... Tematiche che, con pochi"slittamenti"semantici e "spostamenti", però inessenziali, si ripropongono sempre, senza grandi e comunque senza sostanziali mutamenti. L'uso della tecnologia qui riesce perché rinuncia ad effetti bombastici e comunque ridondanti, perché Singer sa riportare il tutto alla "semplicità" relativa delle tematiche fiabesche, senza forzature di sorta. Gli(le)interpreti sono assolutamente confacenti ai rispettivi ruoli, per cui il film non solo"si lascia vedere", ma riesce a fare ciò , come si suol dire, "piacendo", il che non è sempre scontato, in operazioni simili. El Gato
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the thin red line
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venerdì 7 marzo 2014
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un'overdose di eroismo e basta...
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Quando ho visto questo film ho pensato subito si potesse fare meglio con il materiale a disposizione. D'accordo è una fiaba con il suo lieto fine ma così proprio non ci siamo. Sono rimasto deluso. Non mi dilunghero sulla trama visto che la storia dei fagioli magici la conosciamo un pò tutti però poteva essere riscritta in modo migliore e più adatta al cinema del terzo millennio. Diciamoci la verità, questo lungo e appassionante viaggio nel mondo dei giganti dura pure troppo. Quasi due ore di film in cui il giovane protagonista non riesce a uscire dal suo involucro e non convince per niente. Ma la cosa che più mi ha lasciato perplesso è aver letto il nome del regista: un "certo" Brian Singer autore di cult movie come "I soliti Sospetti" che resterà vivo per sempre nei nostri cuori oltre ad altri ottimi prodotti come X men e via dicendo.
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Quando ho visto questo film ho pensato subito si potesse fare meglio con il materiale a disposizione. D'accordo è una fiaba con il suo lieto fine ma così proprio non ci siamo. Sono rimasto deluso. Non mi dilunghero sulla trama visto che la storia dei fagioli magici la conosciamo un pò tutti però poteva essere riscritta in modo migliore e più adatta al cinema del terzo millennio. Diciamoci la verità, questo lungo e appassionante viaggio nel mondo dei giganti dura pure troppo. Quasi due ore di film in cui il giovane protagonista non riesce a uscire dal suo involucro e non convince per niente. Ma la cosa che più mi ha lasciato perplesso è aver letto il nome del regista: un "certo" Brian Singer autore di cult movie come "I soliti Sospetti" che resterà vivo per sempre nei nostri cuori oltre ad altri ottimi prodotti come X men e via dicendo. Ho trovato fin troppo fastidioso come Singer abbia descritto i Giganti, veri protagonisti della storia, attenendosi troppo al racconto fiabesco che però è esclusivamente per bambini. La stupidità e l'inettitudine del mondo dei giganti ne destabilizza la figura terrorifica e ne toglie interesse. Francamente per tutta la durata della pellicola la regia sembra confusa su quale strada percorrere: quella fiabesca oppure ( e forse sarebbe stato meglio) una rilettura più dark e quindi più adatta ad un pubblico meno selezionato. Il cast ci prova in tutte le maniere ma sembra imbarazzato e, come già detto, serviva un protagonista con attributi migliori e magari qualche anno in più sulle spalle. La storia del cinema insegna quanto sia difficile riportare sullo schermo avventure fiabesche e renderle visibili ad un pubblico anche adulto. Ma francamente Singer poteva fare molto meglio e riscrivendo la sceneggiatura a livello più cinematografico avrebbe potuto confezionare un buon prodotto. A mio avviso "Il cacciatore di giganti" è finito ben presto nel dimenticatoio e non lascia altro che una buona favoletta prima della nanna. Ma non bastava già il libro per questo?
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onufrio
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martedì 1 ottobre 2013
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i fagioli magici
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Numerose critiche negative hanno stroncato questo film che tutto sommato nel suo genere non ha deluso affatto, anzi, rispetto alle recenti uscite di film dal genere fantasy/avventura, questo sembra il migliore dell'ultimo lustro quantomeno. La rivisitazione dei fagioli magici ancora mancava all'appello, le enormi creature coi loro mostruosi eccessi, e i dialoghi molti dei quali alla leggera danno spensieratezza ad un film che pur presentando mostri e battaglie è pur sempre un fantasy; a deludere forse è l'attore principale, un pò spaesato nel ruolo di protagonista.
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tim_darkshadows
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martedì 6 agosto 2013
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medriocre rivisitazione di una favola classica
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Poche favole classiche non sono state ancora sfruttate da questo filone che rilegge le classiche favole in chiave gotica e moderna, “Jack e il Fagiolo Magico” è una di quelle, e il regista Bryan Singer (autore delle pellicole X-Men 1 e 2, Operazione Valchiria e Superman Returna)ha colto l’occassione di sfruttare questa favola, neanche molto famosa, per trarne un film stile Alice in Wonderland, Biancaneve e il Cacciatore e Il Grande e Potenze Oz. Mi dispiace però dire che è uscito un film pacchiano, decisamente scadente e mediocre, un banale mix della classica favola e il banalissimo film d’azione.
In un regno prospero, anni prima una pianta di fagioli che arrivava fino oltre le nuvole, permise ad una popolazione di giganti di invadere la terra, ma grazie ad una corona forgiata appositamente per governarli, che lì sottomettette costringendoli a tornare nel loro mondo, la pianta venne tagliata e i semi malefici assieme alla corona sepolti alla morte del re assieme a lui nel suo loculo.
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Poche favole classiche non sono state ancora sfruttate da questo filone che rilegge le classiche favole in chiave gotica e moderna, “Jack e il Fagiolo Magico” è una di quelle, e il regista Bryan Singer (autore delle pellicole X-Men 1 e 2, Operazione Valchiria e Superman Returna)ha colto l’occassione di sfruttare questa favola, neanche molto famosa, per trarne un film stile Alice in Wonderland, Biancaneve e il Cacciatore e Il Grande e Potenze Oz. Mi dispiace però dire che è uscito un film pacchiano, decisamente scadente e mediocre, un banale mix della classica favola e il banalissimo film d’azione.
In un regno prospero, anni prima una pianta di fagioli che arrivava fino oltre le nuvole, permise ad una popolazione di giganti di invadere la terra, ma grazie ad una corona forgiata appositamente per governarli, che lì sottomettette costringendoli a tornare nel loro mondo, la pianta venne tagliata e i semi malefici assieme alla corona sepolti alla morte del re assieme a lui nel suo loculo. Peccato che il meschino consigliere del re, nonchè promesso sposo della principessa, li desideri così ardentemente, è disposto a tutto pur di possederli per i suoi malefici fini, ovvero quello di scatenare una guerra tra umani e giganti, per poi prendere in possesso la corona e dominarli, sfruttandoli per dominare altre terre, ma i mistici fagioli vengono rubati da un monaco che gli affida ad un misero contadino Jack, che crede che i giganti esistano solo nelle vecchie leggende, disgraziatamente egli annaffierà involontariamente i fagioli, facendo nuovamente crescere la pianta, che trascina con se la casa di Jack (sorgente della pianta), che in quel momento ospitava la principessa Isabel in fuga dalla noiosa vita regale, Jack però si salva e non viene trascinato dai giganti, ma la principessa si. Il re organizza una spedizione, a cui partecipano sia il consiglere che Jack per riportare la donzella a casa, ma questo riaccenderà la vecchia guerra, e dopo che la donzella è stata salvata, con l’aiuto del consiglere del re i giganti fanno ritorno sulla terra, riaccendendo quella guerra placata molto tempo prima.
Il Cacciatore di Giganti, è un mix, mal realizzato, della favola e di un film d’azione alla Bruce Willis e Tom Cruise, iper stereotipato, con una sceneggiatura che dire scarna e orribile sono due arci complimenti, nella quale alcuni passaggi sono accennati o proprio saltati, il tutto mixato da un cupo 3D, che pur rendendo qualche scen gradevole non basta per coprire i numerosissimi buchi di trama. Unici pregi di questo film orribile sono: le scenografie, i costumi e la performance da mattatore di Stanley Tucci. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che questo film, da vedere sgranocchiandosi pop-corn con gli amici, troverà un vasto pubblico, e purtroppo un grande successo. Voto finale: 4.5 .
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lindo
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giovedì 18 luglio 2013
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si risente pollicino
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Un buon 3d con effetti meritevoli di essere apprezzati, la tramA semplice con buoni attori, mescolato al fantasy, produce un buon prodotto.
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tonysamperi
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venerdì 12 luglio 2013
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lo sfarzo del fagiolo magico
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SULLA SCENEGGIATURA
Dalla più classica delle fiabe la penna di Christopher McQuarrie (Che ha recentemente collezionato la sua seconda regia, stando dietro le macchine da presa di "Jack Reacher - La prova decisiva" uscito il 3 gennaio) ricava un film niente male.
Senza distorcerlo o depauperarne la sostanza, McQuarrie ha rivisitato questo racconto popolare in chiave moderna, con sfumature più adulte e un ambiente medievale, tetro quanto basta nei punti giusti.
Non si manca però di rendere meno spaventosi i giganti, conferendo loro un'aria non proprio sveglia e alle volte capigliature strane.
In questo calderone sono quindi inseriti temi come le classi sociali, il pregiudizio, la superstizione, la leggenda.
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SULLA SCENEGGIATURA
Dalla più classica delle fiabe la penna di Christopher McQuarrie (Che ha recentemente collezionato la sua seconda regia, stando dietro le macchine da presa di "Jack Reacher - La prova decisiva" uscito il 3 gennaio) ricava un film niente male.
Senza distorcerlo o depauperarne la sostanza, McQuarrie ha rivisitato questo racconto popolare in chiave moderna, con sfumature più adulte e un ambiente medievale, tetro quanto basta nei punti giusti.
Non si manca però di rendere meno spaventosi i giganti, conferendo loro un'aria non proprio sveglia e alle volte capigliature strane.
In questo calderone sono quindi inseriti temi come le classi sociali, il pregiudizio, la superstizione, la leggenda.
Il risultato è una classica avventura, in cui il protagonista deve soccorrere la principessa: così facendo dimostra il suo coraggio, nonchè di non essere il contadinotto che per preconcetto tutti ritenevano.
Con queste premesse abbiamo un plot abbastanza vispo, c'è azione e adrenalina e un piccolo climax nel finale.
Il film riesce e non annoia, ma senza brillare particolarmente.
Spiccano delle ottime realizzazioni grafiche, specialmente col supporto della visione stereoscopica.
Due pecche sulla pellicola: da un lato la totale assenza di immagini in prima persona, ci sono solo pochi secondi in prima persona nel passaggio da un fusto all'altro durante l'arrampicata; dall'altro l'eccessiva stabilità delle immagini, non ho percepito handycam o steadycam, col cui utilizzo si sarebbe potuto maggiormente coinvolgere il pubblico.
SUL CAST
Il primo personaggio da elogiare è sicuramente Stanley Tucci, che, staccandosi dagli ultimi ruoli interpretati al cinema, interpreta il villain con grande caparbietà.
Segue Nicholas Hoult, che tenta una ripresa dopo il colossale fallimento di "Warm Bodies", forse interpretare film più seri fa bene alla sua salute artistica.
Ultimo ma non meno importante Ewan McGregor, che interpreta il capo dell'esercito reale con grande eleganza.
Poi segnalerei Ewen Bremner (che non vedevo da "Pearl Harbor"), Eddie Marsan (che avevo visto nei due episodi di Sharlock Holmes), un irriconoscibile Bill Nighy e Warwick Davis (Entrambi dal set di Harry potter).
Un punto negativo invece per Eleanor Tomlinson, che dell'avventuriera proprio l'impressione non dà.
SUL DOPPIAGGIO
Massimiliano Manfredi doppia Ewan McGregor, Luca Biagini doppia Stanley Tucci e il grande Rodolfo Bianchi doppia il sovrano Brahmwell.
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lodex83
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domenica 7 luglio 2013
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ottimo film
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consiglio a molti di vedere questo film è adatto sopratutto per i ragazzi, gli effetti speciali sono fatti in modo eccellente non si nota molto che sono fatti con il computer;
insomma lo consiglio a tutti bellissimo!!!
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asdrubale03
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domenica 30 giugno 2013
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la nuova storia di jack
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gli effetti speciali sono buoni,ma potevano fare di meglio.Il film ha una storia carina che si svolge molto bene.Si può guardare tranquillamente in 2d
il voto che gli do è 9
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