Messico. 1913. Il film (per la tv) narra l’incontro tra Pancho Villa - ai tempi della sua rivoluzione - con un altro rivoluzionario, David Wark Griffith, uno dei maestri della settima arte allora agli albori. Il cineasta spedisce un suo uomo in Messico per preparare un lungometraggio sulle gesta di Villa che capisce l’importanza della comunicazione e non lo ostacola. Produzione ricca, con belle scene d’azione. La storia è un po’ statica ma comunque godibile grazie a un intenso Banderas. Ogni tanto si sente la zampata del regista australiano, il mestierante di lusso Bruce Beresford, che diresse un cult degli Anni Ottanta, “A spasso con Daisy”.