stefanocapasso
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giovedì 24 aprile 2014
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il coraggio di crederci
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Agata e la tempesta mi ha lasciato tante diverse sensazioni. Difficile trovare una struttura ordinata a questa commedia surreale, ricca di stimoli, con tanta voglia di raccontarsi. Lo spunto è la scoperta di Romeo, al quale la madre in punto di morte confessa di avere avuto un figlio illegittimo, venduto per necessita economiche, ad un ricco architetto, figlio di cui non aveva saputo mai più nulla. Romeo rintraccia il suo nuovo fratello, Gustavo dando inizio ad un processo di avvicinamento di due mondi molto distanti: quello semplice di campagna di Romeo e della sua compagna e quello borghese e certo più raffinato di Gustavo; processo che coinvolgerà diversi componenti delle famiglie e ne includerà altri che arriveranno magicamente a portare qualcosa di nuovo.
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Agata e la tempesta mi ha lasciato tante diverse sensazioni. Difficile trovare una struttura ordinata a questa commedia surreale, ricca di stimoli, con tanta voglia di raccontarsi. Lo spunto è la scoperta di Romeo, al quale la madre in punto di morte confessa di avere avuto un figlio illegittimo, venduto per necessita economiche, ad un ricco architetto, figlio di cui non aveva saputo mai più nulla. Romeo rintraccia il suo nuovo fratello, Gustavo dando inizio ad un processo di avvicinamento di due mondi molto distanti: quello semplice di campagna di Romeo e della sua compagna e quello borghese e certo più raffinato di Gustavo; processo che coinvolgerà diversi componenti delle famiglie e ne includerà altri che arriveranno magicamente a portare qualcosa di nuovo. E c’è Agata, sorella di Guastavo, che è presente in tanti aspetti nella vita del racconto: è madre, sorella e sorella acquisita, amante, amica; vive nel suo mondo fantastico di reminiscenze dei libri che legge e che vende nel suo negozio. E’ lei con la sua energia catalizzatrice a condurci attraverso il film percorrendo il suo percorso di evoluzione interiore. Al culmine delle sue tempeste emotive comincia, al solo passaggio, a fulminare lampadine e provocare guasti agli apparati elettrici che ha intorno; alla fine del suo percorso acquisirà la capacità di spegnere ed accendere le luci con la forza del pensiero. Gustavo tra tutti è quello che compie un percorso evolutivo ampio e visibile; ricerca e rivive le sue origini abbandonando la vita attuale, chiude alcune parti irrisolte come il matrimonio e poi reintegra tutto in una vita certamente più ricca di verità. Quello che accomuna tutti i personaggi, e quello che è per me il senso della storia, è la capacità di sapere cogliere il momento, la novità, e andare a vedere cosa si nasconde dietro. Il coraggio di “entrare nella tana della tigre” come Agata recita nel finale. Tutti sono disposti ad andare fino in fondo al loro percorso, a quello che la vita gli propone e per tutti questo passaggio porterà un nuovo equilibrio più ricco di sintonia con se stessi. Quando si è disposti ad affrontare il rischio possono avvenire grandi cambiamenti, quasi miracolosi.
C'è molta vitalità nel film, una vivacità che è esaltata dall’uso della fotografia, di tanti colori a tinte forti, dai costumi, cosi come da una sceneggiatura che propone continuamente sorprese a volte un po magiche. Non mancano i momenti difficili e non manca nemmeno la tragedia; perchè il quadro che Soldini dipinge possa essere un quadro magico e credibile.
E’ forte il bisogno del regista di rappresentare questo bisogno di evoluzione, di libertà, di rinnovato senso della vita. E si percepisce anche il lavoro concettuale di preparazione che c’è alla base.
Probabilmente la sensazione costante che ho avuto durante la visione, quella di “inseguire” il film viene da una integrazione delle due parti che non è completamente fluida.
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theophilus
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giovedì 20 marzo 2014
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meteorologia del cuore
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AGATA E LA TEMPESTA
La tempesta del titolo non ha nulla a che vedere con sconvolgimenti meteorologici, non poco, invece, con quelli del cuore, che vanno infine a determinare una rilevante e misteriosa perturbazione magnetica per cui la protagonista, Agata, una sempre brava Licia Maglietta, fa fulminare al suo passaggio lampadine, fa impazzire i semafori, spegne i lampioni che illuminano le strade e, certo, fa anche innamorare di sé avidi lettori di libri, che tali diventano andando ad acquistarli nella libreria in cui lei lavora. Agata ha un fratello, Gustavo (Emilio Solfrizzi), che non è un fratello e ne acquisisce un altro, Romeo (Giuseppe Battiston), che, in realtà, è fratellastro del primo.
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AGATA E LA TEMPESTA
La tempesta del titolo non ha nulla a che vedere con sconvolgimenti meteorologici, non poco, invece, con quelli del cuore, che vanno infine a determinare una rilevante e misteriosa perturbazione magnetica per cui la protagonista, Agata, una sempre brava Licia Maglietta, fa fulminare al suo passaggio lampadine, fa impazzire i semafori, spegne i lampioni che illuminano le strade e, certo, fa anche innamorare di sé avidi lettori di libri, che tali diventano andando ad acquistarli nella libreria in cui lei lavora. Agata ha un fratello, Gustavo (Emilio Solfrizzi), che non è un fratello e ne acquisisce un altro, Romeo (Giuseppe Battiston), che, in realtà, è fratellastro del primo. Anche il suo innamorato, alla fine, non lo è più, ma lei ne trova uno nuovo, che è il perfetto sosia del precedente (Claudio Santamaria). Poi ha una compagna di lavoro ossuta e nasuta, Maria Libera (la brava caratterista Giselda Volodi), che è il suo esatto opposto fisico e sembra una macchietta estratta da Il giornalino di Gian Burrasca; ancora una cognata, anch’essa non tale, Ines Silvestri, che fa la psicologa e dà dei consigli alla TV su come far funzionare l’amore, vestita da fattucchiera (Marina Massironi). Romeo porta in giro con la sua ampia automobile un vasto campionario di vestiti maschili e femminili e indossa abiti vistosi, con camicie a righe verticali molto larghe e coloratissime, dalla foggia pittoresca. È sposato con Daria (Monica Nappo), una donna priva dell’uso delle gambe per via di un incidente causato da lui. Romeo l’ama veramente, ma la tradisce di continuo, non per via della sua menomazione, ma perché ne ha bisogno e non riesce a sentirsi in colpa. Il fratello non fratello di Agata, Gustavo, scopre – troppo tardi - di avere un’altra madre e – forse appena in tempo – un altro padre e si ritrova una donna nordica che sembra parlare con inflessioni spagnole. Fa l’architetto e ha una vecchia segretaria, tale geometra Tirabassi (Carla Astolfi) che fa il paio – a parte l’età – con la collega di Agata. Ha anche un figlio con problemi psicologici e difficoltà di inserimento nella scuola. Dimentichiamo qualcuno? Ah sì, una gallina che, riavutasi dallo shock della morte della madre vera di Gustavo, riprende a fare le uova.
Mescoliamo tutti insieme questi personaggi e i loro sogni -quello che ritorna più di frequente e ha una maggiore incidenza nell’evoluzione della trama è un vivaio di trote con balera (di Romeo), alla quale possiamo annettere una libreria (di Agata) e altri spazi a formare una cittadella, ovviamente disegnata da Gustavo - con questi ingredienti, il tutto ambientato in un mondo di fantasia, ma connotato geograficamente ora ad Anita, presso le valli di Comacchio, ora a Genova e forse anche a Ravenna. Ne esce fuori una sorta di pastiche o meglio, una riproduzione fantastica di un sogno suggestivo e amabile, con personaggi che calcano le parole con bizzarri e saporosi accenti dialettali bolognesi e romagnoli. La tempesta di Agata investe tutti i personaggi e rende più elettrico quel mondo un po’naif, un quadro strapaesano che profuma di sagra campestre e che forse si rifà ad un lontanissimo e sbiadito ricordo – magari solo un vago fantasma presente a chi scrive – dell’atmosfera che anima i libri di Fabio Tombari.
Silvio Soldini, abbandonata la vena malinconica e socio-esistenziale dei suoi primi film (Giulia in Ottobre del 1985 – L’Aria serena dell’Ovest del 1990 – Un’anima divisa in due del 1993 – Le acrobate del 1997) o quella più cupa e livida dell’ultimoBrucio nel vento (2002), ritorna qui alle atmosfere più distese e sognanti che già aveva dipinto in Pane e tulipani (2000), il film che l’ha definitivamente consegnato ad un meritato successo di pubblico. Ci sembra però che in Agata e la tempesta la sua tavolozza cromatica ecceda in tinte sgargianti e il piano prospettico si vada ad ampliare a dismisura. Forse troppa carne è stata messa al fuoco e il delicato quadro surreale di Pane e tulipani finisce per trascolorare in un rappresentazione non di rado marcatamente grottesca, talora macchiettistica. La storia fila comunque piuttosto bene e la mano del regista rimane sempre felice.
Enzo Vignoli,
5 marzo 2004.
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adadf
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martedì 20 novembre 2012
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la tempesta di soldini
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Commedia all'italiana che si discosta dai tipici schemi di tali opere; una Licia Maglietta che ben si adatta ad un nuovo tipo di personaggio rispetto ai precedenti impersonati, qui molto più fluida e meno drammatica; molto più donna italiana del ventunesimo secolo.
già nel primo quarto d'ora il regista ha già messo in tavola tutta le basi per creare una storia che ruota attorno ad Agata e all'oramai fratellastro architetto, alla cui parte ben si adatta Solfrizzi con la sua divertente ingenuità, per una famiglia di cui non sente il peso sulle spalle (rimettendo tutte le questioni nelle mani della moglie psicologa) e per un lavoro che quasi dimentica, in vista di un progetto più grande.
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Commedia all'italiana che si discosta dai tipici schemi di tali opere; una Licia Maglietta che ben si adatta ad un nuovo tipo di personaggio rispetto ai precedenti impersonati, qui molto più fluida e meno drammatica; molto più donna italiana del ventunesimo secolo.
già nel primo quarto d'ora il regista ha già messo in tavola tutta le basi per creare una storia che ruota attorno ad Agata e all'oramai fratellastro architetto, alla cui parte ben si adatta Solfrizzi con la sua divertente ingenuità, per una famiglia di cui non sente il peso sulle spalle (rimettendo tutte le questioni nelle mani della moglie psicologa) e per un lavoro che quasi dimentica, in vista di un progetto più grande.
L'intento di Soldini è quello di portarci da una realtà caotica della città, tra lavoro e lampadine bruciate dall'eccessivo stress, ad un ritorno alla famiglia e alle origini (peraltro appena scoperte) di un architetto e un rappresentante d'abbigliamento, il tutto incorniciato da un'incantevole atmosfera romagnola. il distacco tuttavia è forte, forse anche troppo tempestoso; dopo la scomparsa della madre di Romeo (un latin lover Battiston) la pellicola prende tutto un altro andamento; per molto tempo viene tralasciata la storia tra Agata e il suo corteggiatore con la passione per la lettura, per poi ritornare come se niente fosse, dopo un espediente narrativo di rottura-riappacificazione forse un po' più ricercabile..; poco verosimile anche il totale disinteresse che comincia a presentare Emilio per la famiglia, la casa ed il lavoro, che abbandona totalmente per dedicarsi al progetto, tanto ad arrivare a sorprendersi al ricordo di avere un figlio a casa; forse un pò troppo anche per un personaggio "solfrizziano" che dinnanzi ad uno sfogo della moglie non può far altro che tacere e subire. il regista vuole poi forse punire Battiston per i continui tradimenti verso la moglie paralitica, facendolo uscire di strada; anche questo uno stratagemma per giungere ad un finale, al limite delle due ore (forse un pò troppo), che può lasciare un po' di amarognolo in bocca..
Riconosciuto dal ministero dei beni culturali come bene d'interesse culturale nazionale, probabilmente aveva tutte le buone basi per arrivare ad una narrazione più fluida e continuativa, dove invece è ora frettolosa, ora discontinua, ora irreale; un bel film da guardare in spensieratezza, senza la presunzione di voler vedere un capolavoro
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f.vassia 81
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giovedì 1 luglio 2010
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commedia surreale e un po' enigmatica
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Commedia corale dai toni magico-surreali ( e questo spiega, almeno credo, il cromatismo acceso e variopinto ), che però, francamente, non si capisce molto bene cosa voglia dire. Regia e sceneggiatura, comunque, presentano alcune buone idee ( ma anche trovate un po' banalotte ), e il livello di recitazione risulta assai soddisfacente, grazie anche all'apporto ( cosa piuttosto rara nell'odierno cinema italiano ) di validi caratteristi.
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disgo
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lunedì 29 dicembre 2008
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mediocre
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Mediocre, insulso. Recitato da cani.
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motocletta
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venerdì 17 ottobre 2008
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una storia magica e surreale, carica di emozioni.
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Bello, intenso, divertente, dolce, malinconico, a volte esilarante, solare. Alla fine della proiezione nessuno aveva voglia di alzarsi dalla sedia come se ci si aspettasse di poterlo rivedere un'altra volta.
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liuk
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martedì 23 settembre 2008
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battiston da 10 e lode
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Nel complesso il film non è dei migliori e la storia è debole e spesso insensata ma il cast è veramente ottimo con un Battiston strepitoso e polivalente. La trama si sviluppa tra Genova e la Romagna, credo nelle zone di Comacchio, con un fotografia stupenda che dona un tocco di surreale alla pellicola. Tecnicamente perfetto ma da rivedere nella parte portante. 3 stelle per l'impegno.
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sgozzman
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lunedì 22 settembre 2008
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una storia senso senza
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Allora, smettiamola tutti con questa storia dei film alternativi. NON HA SENSO ma che significa? Cioè succedono cose strane, personaggi strani, privi di senso alcuno. Che motivazione c'è per fare un film del genere. Non è che sono io che sono limitato, credetemi, sono abbastanza intelligente ma uno si deve sforzare per dare un senso a qualcosa che non ha senso. L'unica cosa buona del film è Agata che nonostante l'età conserva inoppugnabilmente il suo fascino. E poi "Agata e la tempesta" ma la tempesta dov'è??? Sarebbe stato al massimo opportuno chiamarlo Agata e la corrente. In conclusione se guardate questo film e vi ponete dubbi sulle vostre capacità celebrali vuol dire che siete intelligenti.
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Allora, smettiamola tutti con questa storia dei film alternativi. NON HA SENSO ma che significa? Cioè succedono cose strane, personaggi strani, privi di senso alcuno. Che motivazione c'è per fare un film del genere. Non è che sono io che sono limitato, credetemi, sono abbastanza intelligente ma uno si deve sforzare per dare un senso a qualcosa che non ha senso. L'unica cosa buona del film è Agata che nonostante l'età conserva inoppugnabilmente il suo fascino. E poi "Agata e la tempesta" ma la tempesta dov'è??? Sarebbe stato al massimo opportuno chiamarlo Agata e la corrente. In conclusione se guardate questo film e vi ponete dubbi sulle vostre capacità celebrali vuol dire che siete intelligenti. Se invece credete di aver colto un senso "superiore" alle vicende di un film senza trama, senza logica e senza tutto e senza SENZA, allora siete degli intellettualoidi che a conti fatti non significano niente e siete anche voi senso senza.
P.S. La mia trama è alternativa quanto il film ma rileggendola attentamente ha senso compiuto a differenza del film
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ciccio
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mercoledì 19 dicembre 2007
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ottimi attori
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catia
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mercoledì 10 marzo 2004
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per chi non ha nulla da fare la domenica
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Soldini non ha idee nuove , il film sembra la brutta copia di Pane e tulipani, sempre gli stessi personaggi e la storia è a dir poco assurda (chi è la madre che si vende un figlio?) .Santamaria? un addormentato.
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