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martedì 9 novembre 2021
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mr.
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antoniott
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mercoledì 29 aprile 2020
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sono contro i ridoppiaggi
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E' assurdo ridoppiare i vecchi films perche' se é vero che qualcuno ha definito il cinema la settima arte é assurdo modificare l'opera originale non facendo conoscere ai giovani le voci di attori/doppiatori fantastici, cito un nome per tutti LA GRANDE TINA LATTANZI.
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giuseppetoro
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lunedì 29 aprile 2019
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che bel cartone
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Uno dei primi e più antichi cartoni. Una bella storia
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marcloud
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domenica 16 dicembre 2018
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il primo classico disney
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Il primo lungometraggio in cel animation della storia. Indiscusso caposaldo della narrazione Disney che dal 1937 ha disegnato le linee guida del cinema animato per bambini. La principessa, il principe e la regina cattiva gelosa della bellezza di Biancaneve. Un grande classico che mantiene il suo fascino inalterato.
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oscar77
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giovedì 13 ottobre 2016
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il migliore de grande walt!!
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"solo" 5 stelle perché non ce ne sono di più!
è da vedere e gustare, bastano gli sfondi nel bosco oppure nella casa dei nani...talmente belli da togliere il fiato!! sono OPERE D'ARTE!
la storia sicuramente banale è però realizzata ad arte! e le musiche? straordinarie!!
unico vero commento? GRAZIE WALT!
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great steven
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lunedì 4 maggio 2015
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debutto della disney nei lungometraggi animati.
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BIANCANEVE E I SETTE NANI (USA, 1937) diretto da DAVID HAND
Il punto di partenza letterario è la celeberrima e celebrata fiaba dei fratelli Jakob e Wilhelm Karl Grimm, risalente al decennio 1812-22. Biancaneve lavora come inserviente nello sfarzoso castello della matrigna Grimilde, regina malvagia e successivamente strega la cui forza è potenziata da un infuso malefico. Invidiosa della sua bellezza, la crudele regina invia un cacciatore ad ucciderla mentre è fuori dal castello a raccoglier fiori, ma l’uomo decide di salvarla e le permette di fuggire attraverso un oscuro bosco, al termine del quale la giovane trova una casetta che ripulisce da cima a fondo con l’aiuto degli animali della foresta.
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BIANCANEVE E I SETTE NANI (USA, 1937) diretto da DAVID HAND
Il punto di partenza letterario è la celeberrima e celebrata fiaba dei fratelli Jakob e Wilhelm Karl Grimm, risalente al decennio 1812-22. Biancaneve lavora come inserviente nello sfarzoso castello della matrigna Grimilde, regina malvagia e successivamente strega la cui forza è potenziata da un infuso malefico. Invidiosa della sua bellezza, la crudele regina invia un cacciatore ad ucciderla mentre è fuori dal castello a raccoglier fiori, ma l’uomo decide di salvarla e le permette di fuggire attraverso un oscuro bosco, al termine del quale la giovane trova una casetta che ripulisce da cima a fondo con l’aiuto degli animali della foresta. Intanto i sette nani, che sono i legittimi abitanti della casa, rientrano dalla miniera in cui lavorano e accolgono la nuova e desiderata ospite con affetto ed amicizia. Ma le trame di Grimilde, ormai trasformata in un’orribile fattucchiera, non smettono di perseguitare Biancaneve: quest’ultima rimane avvelenata da una mela che la matrigna, sotto mentite spoglie, le regala; tuttavia la strega, inseguita dai nani, precipita da un dirupo e muore. I nani piangono la morte di Biancaneve, ma dopo l’arrivo del Principe Azzurro che le porge un bacio sulle labbra, la donna risorge, suscitando la felicità unanime. Fu il primo lungometraggio a disegni animati nella storia del cinema, alla cui produzione e supervisione provvide lo stesso Walt Disney (1901-1966). Il punto di forza è rappresentato senza dubbio dai nani Dotto, Brontolo, Gongolo, Pisolo, Mammolo, Eolo e Cucciolo, che regalano non solo ad un pubblico di bambini un gruppo di personaggi simpaticissimi e tutti caratterialmente personalizzati da una sceneggiatura attenta alle differenze emotive di una truppa eterogenea e capace di divertire senza forzature ma ricorrendo bensì alla genuinità dei sentimenti e ad una buffoneria scevra di volgarità. Da lodare anche la solida e ben articolata struttura narrativa, l’abile mescolanza dei toni (pauroso, patetico, comico, romantico) e l’efficace garbo dei brani musicali ("Whistle While You Work", "Heigh Ho", "Some Day My Prince Will Come"). Cadute di ritmo rilevanti non se ne ravvisano, e la carineria della messinscena animata, malgrado qualche eccesso zuccheroso e svenevole che probabilmente non si poteva arginare, conquista il cuore e strappa l’applauso per il candore sensazionale e la voglia di divertirsi, fondamentalmente puerile ma pur sempre corretta e adeguata. Il momento più spassoso è la lunga sequenza del ballo nel salone della casetta, dove i nani salgono l’uno sulle spalle dell’altro, abbigliati con una lunga veste, per poter danzare a pari altezza con una divertita ed estasiata Biancaneve (la cui voce italiana è Rosetta Calavetta, allora appena diciannovenne, che diventerà poi nota come doppiatrice nostrana di Marilyn Monroe). Le uniche pecche si riscontrano sul piano di una livellatura che non ha lavorato benissimo di sottrazione, nel senso che le parti poetiche soffrono di un Kitsch natalizio abbastanza fastidioso e che i due personaggi più amorosi patiscono purtroppo un nerbo scialbo e un po’ inconsistente. La sua importanza risiede anche nel fatto che fu la prima pellicola a promuovere per pubblicità i più svariati prodotti, naturalmente coperti dal diritto d’autore. Un enorme successo di pubblico lo premiò quando uscì nelle sale, e un simile risultato così positivo è anche da attribuire alla sua ricerca di una perfezione stilistica tutt’altro che manierata, e al sagace evitamento di un formalismo buonista.
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sonic123
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martedì 16 settembre 2014
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l'animazione parte col botto
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Solitamente le opere prime non sono le migliori, sono apprezzabili dal punto di vita dell'inventiva e per alcuni arcogimenti tecnici ma non si va mai oltre, qui si sta parlando non solo di un film che ha più di 80 anni, non si parla solo del primo lungometraggio Disney, ma del primo lungometraggio animato della storia del mondo. Siamo, dunque, di fronte ad una vera e propria svolta in cui c'è da apprezzarne (a prescindere dal film) la volontà di Walt Disney nel voler ideare qualcosa di simile e quella del suo staff per averla realizzata, nonché il semplice fatto di essere stato il primo lingometraggio d'animazione. Al di là di ciò, Walt deve creare una storia che tenga allerta il pubblico per più di un'ora e dunque deve inventare nuove forme registiche: attingendo dal cinema di quegli anni e dalla sua lunga e travagliata esperienza con i cortometraggi d'animazione, dà vita ad una nuova e terza forma d'arte.
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Solitamente le opere prime non sono le migliori, sono apprezzabili dal punto di vita dell'inventiva e per alcuni arcogimenti tecnici ma non si va mai oltre, qui si sta parlando non solo di un film che ha più di 80 anni, non si parla solo del primo lungometraggio Disney, ma del primo lungometraggio animato della storia del mondo. Siamo, dunque, di fronte ad una vera e propria svolta in cui c'è da apprezzarne (a prescindere dal film) la volontà di Walt Disney nel voler ideare qualcosa di simile e quella del suo staff per averla realizzata, nonché il semplice fatto di essere stato il primo lingometraggio d'animazione. Al di là di ciò, Walt deve creare una storia che tenga allerta il pubblico per più di un'ora e dunque deve inventare nuove forme registiche: attingendo dal cinema di quegli anni e dalla sua lunga e travagliata esperienza con i cortometraggi d'animazione, dà vita ad una nuova e terza forma d'arte. La struttura del film, infatti, è composta da due tipologie di scene: quelle gioviali, allegre, dai toni ironici e quelle tetre, minacciose, dai toni che toccano l'horror fuso con i traumi psicologici. Questa alterzanza visiva costituisce lo scheletro narrativo della vicenda per utilizzare uno degli espedienti filmici più adatti per catturare e mantenere l'attenzione dello spettatore: il climax, un climax ascendente che passando nel suo punto più caldo (la trasformazione della regina) sfocia nel momento in cui Biancaneve morde la mela.
Il film ottiene la perenne attenzione grazie all'assenza di punti morti, non vi è un momento del film in cui non accada qualcosa che sollecita lo spettatore, ora per le straordinarie gag dei sette nani, ora per le dolci canzoni della protagonista, ora per le trame oscure della regina, il ritmo è così preciso e ben gestito che ci si scorda di una presenza essenziale: il principe, il quale compare solo all'inizio e alla fine del film, ma la cui assenza passa di mente e viene recuperata da un'arguta didascalia finale.
Insomma, oltre agli elogi dovuti per il primato, vanno fatti anche gli elogi a tutti coloro che lavorarono per questo lungometraggio, perché riuscirono a creare al primo colpo un genere filmico ed un capolavoro che a più di 80 anni non mostra la decadenza di molti altri lungometraggi animati di altre case di produzione, che uscirono in seguito al successo di Biancaneve.
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lynette
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mercoledì 10 luglio 2013
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meraviglia d'animazione
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Biancaneve è una bellissima principessa, che vive con la matrigna malvagia e vanitosa. Quest'ultima, chiede ogni giorno al suo specchio magico "chi è la più bella del reame". Quando lo specchio le risponde che Biancaneve è più bella di lei, l'invidiosa regina ordina ad un cacciatore di uccidere la fanciulla. Biancaneve allora è costretta a fuggire nel bosco e trova rifugio nella casetta dei sette nani, i quali la ospitano volentieri. Ma la regina non si da per vinta: usando la magia per travestirsi da vecchia, va dalla principessa e la inganna facendole mordere una mela avvelenata. I nani, dopo aver trovato Biancaneve morta, la mettono in una bara di vetro e vegliano su di lei.
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Biancaneve è una bellissima principessa, che vive con la matrigna malvagia e vanitosa. Quest'ultima, chiede ogni giorno al suo specchio magico "chi è la più bella del reame". Quando lo specchio le risponde che Biancaneve è più bella di lei, l'invidiosa regina ordina ad un cacciatore di uccidere la fanciulla. Biancaneve allora è costretta a fuggire nel bosco e trova rifugio nella casetta dei sette nani, i quali la ospitano volentieri. Ma la regina non si da per vinta: usando la magia per travestirsi da vecchia, va dalla principessa e la inganna facendole mordere una mela avvelenata. I nani, dopo aver trovato Biancaneve morta, la mettono in una bara di vetro e vegliano su di lei. La fanciulla ritorna in vita quando viene baciata da un principe.
Era il lontano 1934 quando Disney annunciò la produzione del suo primo lungometraggio animato. Il suo progetto sembrava impossibile all'epoca, ma alla fine il nostro Walt, dopo aver speso soldi, tempo e tutte le sue energie, riuscì a regalarci questa meraviglia: delle animazioni eccezionali, delle scene d'impatto e una grafica incredibile. Anche la caratterizzazione dei personaggi è resa bene: non credo serva soffermarsi sui fantastici nanetti o sulla regina cattiva. La protagonista è spesso oggetto di critiche da parte di chi la definisce 'troppo sdolcinata, mielosa, ingenua'. Ricordatevi che quelli erano altri tempi. Al giorno è naturale che il pubblico (compresa la sottoscritta) impazzisca per una Principessa Fiona che mette k.o. Robin Hood, oppure per una Rapunzel che colpisce gli avversari a suon di padellate. Ma Biancaneve è Biancaneve: è giusto che sia pura, innocente e che abbia un pò di lato materno; perchè è questa la sua vera bellezza.
Biancaneve e i sette nani è impeccabile per essere un film del 1937, non solo per la sua perfezione grafica, ma soprattutto per l'atmosfera musicale e fiabesca che coinvolge lo spettatore e lo porta al di fuori della realtà, quell'atmosfera che, d'ora in poi, caratterizzerà quasi tutti i film d'animazione, Disney e non. Un vero capolavoro da trasmettere alle successive generazioni.
VOTO: 10
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jon sugar
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mercoledì 5 settembre 2012
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grande film, peccato per biancaneve
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Sarà un ottimo film d'animazione, il primo, degno, di una lunga sfilza di capolavori, ma ammettiamolo, quella ragazza fa venire un po' i nervi, o no? I nani sono mitici e immortali, la regina deliziosamente perfida, ma Biancaneve... troppo melensa. Troppo dolce, troppo ingenuotta. In questi ultimi tempi le principesse si sono svegliate, per fortuna (da Mulan fino ad arrivare a Rapunzel). La quinta stella non me la sento di dargliela, perchè quella bambina ben poco intraprendente e spropositatamente mielosa mi ha rovinato un grande film d'animazione.
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