Biancaneve e i sette nani |
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Un film di David Hand, Walt Disney.
Titolo originale Snow White and the Seven Dwarfs.
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 82 min.
- USA 1937.
- Walt Disney
MYMONETRO
Biancaneve e i sette nani
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Debutto della Disney nei lungometraggi animati.di Great StevenFeedback: 70013 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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lunedì 4 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
BIANCANEVE E I SETTE NANI (USA, 1937) diretto da DAVID HAND
Il punto di partenza letterario è la celeberrima e celebrata fiaba dei fratelli Jakob e Wilhelm Karl Grimm, risalente al decennio 1812-22. Biancaneve lavora come inserviente nello sfarzoso castello della matrigna Grimilde, regina malvagia e successivamente strega la cui forza è potenziata da un infuso malefico. Invidiosa della sua bellezza, la crudele regina invia un cacciatore ad ucciderla mentre è fuori dal castello a raccoglier fiori, ma l’uomo decide di salvarla e le permette di fuggire attraverso un oscuro bosco, al termine del quale la giovane trova una casetta che ripulisce da cima a fondo con l’aiuto degli animali della foresta. Intanto i sette nani, che sono i legittimi abitanti della casa, rientrano dalla miniera in cui lavorano e accolgono la nuova e desiderata ospite con affetto ed amicizia. Ma le trame di Grimilde, ormai trasformata in un’orribile fattucchiera, non smettono di perseguitare Biancaneve: quest’ultima rimane avvelenata da una mela che la matrigna, sotto mentite spoglie, le regala; tuttavia la strega, inseguita dai nani, precipita da un dirupo e muore. I nani piangono la morte di Biancaneve, ma dopo l’arrivo del Principe Azzurro che le porge un bacio sulle labbra, la donna risorge, suscitando la felicità unanime. Fu il primo lungometraggio a disegni animati nella storia del cinema, alla cui produzione e supervisione provvide lo stesso Walt Disney (1901-1966). Il punto di forza è rappresentato senza dubbio dai nani Dotto, Brontolo, Gongolo, Pisolo, Mammolo, Eolo e Cucciolo, che regalano non solo ad un pubblico di bambini un gruppo di personaggi simpaticissimi e tutti caratterialmente personalizzati da una sceneggiatura attenta alle differenze emotive di una truppa eterogenea e capace di divertire senza forzature ma ricorrendo bensì alla genuinità dei sentimenti e ad una buffoneria scevra di volgarità. Da lodare anche la solida e ben articolata struttura narrativa, l’abile mescolanza dei toni (pauroso, patetico, comico, romantico) e l’efficace garbo dei brani musicali ("Whistle While You Work", "Heigh Ho", "Some Day My Prince Will Come"). Cadute di ritmo rilevanti non se ne ravvisano, e la carineria della messinscena animata, malgrado qualche eccesso zuccheroso e svenevole che probabilmente non si poteva arginare, conquista il cuore e strappa l’applauso per il candore sensazionale e la voglia di divertirsi, fondamentalmente puerile ma pur sempre corretta e adeguata. Il momento più spassoso è la lunga sequenza del ballo nel salone della casetta, dove i nani salgono l’uno sulle spalle dell’altro, abbigliati con una lunga veste, per poter danzare a pari altezza con una divertita ed estasiata Biancaneve (la cui voce italiana è Rosetta Calavetta, allora appena diciannovenne, che diventerà poi nota come doppiatrice nostrana di Marilyn Monroe). Le uniche pecche si riscontrano sul piano di una livellatura che non ha lavorato benissimo di sottrazione, nel senso che le parti poetiche soffrono di un Kitsch natalizio abbastanza fastidioso e che i due personaggi più amorosi patiscono purtroppo un nerbo scialbo e un po’ inconsistente. La sua importanza risiede anche nel fatto che fu la prima pellicola a promuovere per pubblicità i più svariati prodotti, naturalmente coperti dal diritto d’autore. Un enorme successo di pubblico lo premiò quando uscì nelle sale, e un simile risultato così positivo è anche da attribuire alla sua ricerca di una perfezione stilistica tutt’altro che manierata, e al sagace evitamento di un formalismo buonista.
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