giovanni morandi
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giovedì 13 ottobre 2022
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steve più che attore, vero pilota. giovanni morand
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Da tempo Steve McQueen aveva in mente di girare un film sulla competizione di durata più famosa al mondo.
Del film, in realtà, come storia in sé a Steve interessava poco, a lui interessava "partecipare a quella corsa", e lo fece realmente.
L'auto guidata nel film da McQueen era la Gulf Porsche 917 K n. 20 ufficiale.
Il film, che avrebbe dovuto essere diretto dal grande Sturgees, che, probabilmente avrebbe dato un altro piglio più cinematografico, fu dostituito da Katzin ed ebbe scarso successo al botteghino e costituì un fiasco nella carriera di McQueen, anche perché le riprese durarono più di sei mesi, ma a distanza di anni è ricordato come una stringente testimonianza su una delle gare più famose e come uno tra i migliori film di corse automobilistiche, soprattutto per il suo notevole realismo.
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Da tempo Steve McQueen aveva in mente di girare un film sulla competizione di durata più famosa al mondo.
Del film, in realtà, come storia in sé a Steve interessava poco, a lui interessava "partecipare a quella corsa", e lo fece realmente.
L'auto guidata nel film da McQueen era la Gulf Porsche 917 K n. 20 ufficiale.
Il film, che avrebbe dovuto essere diretto dal grande Sturgees, che, probabilmente avrebbe dato un altro piglio più cinematografico, fu dostituito da Katzin ed ebbe scarso successo al botteghino e costituì un fiasco nella carriera di McQueen, anche perché le riprese durarono più di sei mesi, ma a distanza di anni è ricordato come una stringente testimonianza su una delle gare più famose e come uno tra i migliori film di corse automobilistiche, soprattutto per il suo notevole realismo.
In realtà più che un film, sembra un documentario, fra l'altro per la scena dell'incidente tra una Porsche 917 e una Ferrari 512 si decise di sacrificare una sola macchina tra queste due tanto costose: venne utilizzata una Lola T70 modificata da sembrare la Porsche mentre la Ferrari venne telecomandata.
D'altra parte, parteciparono alle riprese molti piloti, alcuni come Jackie Ickx, piu' come consulente che pilota, non più in attività, ed altri che, viceversa, riportarono ferite reali, durante le riprese.
Nell'incidente finale Michael se la cava con poco, mentre davanti a lui, un collega riportava gravi ferite, ma Michael non poteva continuare la gara, con la sua Porsche n.20 danneggiata.
Senonché, il team manager delle Porsche, gli ordinò di sostituire un compagno di squadra troppo lento...lui, comunque non vinse, ma si accontento' di una seconda piazza.
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gaidem
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giovedì 16 agosto 2018
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"porche" al gran premio di formula 1 di le mans?!
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Se non si è in grado di scrivere correttamente il nome della marca automobilistica Porsche, e non si capisce la differenza abissale tra la Formula 1 e le gare di durata come la 24 ore di Le Mans, bisognerebbe astenersi dal recensire un film che è un mito per tutti gli appassionati di automobilismo.
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iuriv
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venerdì 9 settembre 2016
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imperfetto.
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Si narra che Steve McQueen, risentito per non essere stato inserito nel cast di Grand Prix, abbia investito buona parte dei suoi averi nel progetto di una propria pellicola dedicata al mondo delle corse e che sia uscito dall'impresa distrutto economicamente e moralmente.
A guardare questo le Mans, in effetti, ci si trova davanti a un lavoro strano. Pur essendo uno straordinario interprete di entrambi i mondi, McQueen pare non essere riuscito a costruire l'amalgama tra cinema e corse automobilistiche.
In parte ciò è dovuto alla gestione dei tempi. Soprattutto nella prima parte, il lungometraggio è caratterizzato da attese non proprio cinematografiche, quasi che gli autori ci tenessero di più a far respirare l'atmosfera della maratona francese, più che a concentrarsi sugli sviluppi narrativi della loro storia.
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Si narra che Steve McQueen, risentito per non essere stato inserito nel cast di Grand Prix, abbia investito buona parte dei suoi averi nel progetto di una propria pellicola dedicata al mondo delle corse e che sia uscito dall'impresa distrutto economicamente e moralmente.
A guardare questo le Mans, in effetti, ci si trova davanti a un lavoro strano. Pur essendo uno straordinario interprete di entrambi i mondi, McQueen pare non essere riuscito a costruire l'amalgama tra cinema e corse automobilistiche.
In parte ciò è dovuto alla gestione dei tempi. Soprattutto nella prima parte, il lungometraggio è caratterizzato da attese non proprio cinematografiche, quasi che gli autori ci tenessero di più a far respirare l'atmosfera della maratona francese, più che a concentrarsi sugli sviluppi narrativi della loro storia.
Eppure le intenzioni di McQueen e soci non sembrano prettamente documentaristiche. La star voleva un film di pura finzione, in cui lui potesse ergersi a protagonista indiscusso. Ma l'esile trama è popolata da personaggi impalpabili e caratterizzata da un intreccio poco comprensibile, costruito attorno alla figura della classica bella e incentrato su un dialogo (in una pellicola davvero poco parlata) dal quale viene fuori la solita retorica che tenta di spiegare l'inspiegabile passione per la velocità.
Certo, l'attore americano si è circondato di professionisti straordinari per realizzare il suo progetto. Con tutti i limiti del tempo (la notte, ad esempio, è relegata a pochi fotogrammi), dal punto di vista tecnico questo lavoro raggiunge vette inarrivabili, superando perfino l'opera “rivale” di Frankeneimer. Tutto ciò, però, non è sufficiente a sostenere una pellicola che sotto l'aspetto narrativo è troppo debole per rimanere in piedi.
Stupisce relativamente, quindi, la scarsa accoglienza che il film si porta dietro. A Steve non andò bene a quel tempo. Tuttavia, anche questo lavoro aggiunse un mattone alla costruzione del mito che ammanta la grande star hollywoodiana.
Perché di Steve McQueen c'è ne è solo uno (ehm).
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luca scialò
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martedì 21 dicembre 2010
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coinvolgente solo a tratti
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Siamo al Gran Premio di Le mans, della durata di 24 ore. La Ferrari e la Porche si sfidano all'ultimo secondo per vincere la gara, avendo gli stessi problemi, commettendo gli stessi errori, vivendo le stesse emozioni, come fossero in perfetta simbiosi. Su tutti il pilota della Porche Delaney, che un anno prima su quel circuito aveva avuto un drammatico incidente dal quale era riuscito a sopravvivere miracolosamente.
Il film scade spesso nella banalità ed offre il meglio di sè, proprio come accade nella vera Formula 1, solo nella parte finale della gara, con inquadrature dettagliate e ravvicinate dei sorpassi. Del resto, girare un film sulla Formula uno non è facile, dovendo alternare ciò che avviene in pista con le storie dei protagonisti.
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Siamo al Gran Premio di Le mans, della durata di 24 ore. La Ferrari e la Porche si sfidano all'ultimo secondo per vincere la gara, avendo gli stessi problemi, commettendo gli stessi errori, vivendo le stesse emozioni, come fossero in perfetta simbiosi. Su tutti il pilota della Porche Delaney, che un anno prima su quel circuito aveva avuto un drammatico incidente dal quale era riuscito a sopravvivere miracolosamente.
Il film scade spesso nella banalità ed offre il meglio di sè, proprio come accade nella vera Formula 1, solo nella parte finale della gara, con inquadrature dettagliate e ravvicinate dei sorpassi. Del resto, girare un film sulla Formula uno non è facile, dovendo alternare ciò che avviene in pista con le storie dei protagonisti. Lee H. Katzin ci ha provato.
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(di emulman)
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francesca
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domenica 30 novembre 2008
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i suoi occhi parlano
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Non concordo con alcune recensioni poco lusinghiere della critica;trovo che il film abbia un nobile intento (la vita è al primo posto)e che McQueen,grande come sempre,parli moltissimo con i suoi occhi.
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bobo
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martedì 27 maggio 2008
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mm
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Delaney arriva secondo su porsche (la 21) ma dietro la porsche 22. La Ferrari è battutra (solo terza). La 24 ore di le mans non è mai stata una gara di formula 1....
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bob
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lunedì 3 dicembre 2007
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inversione risultati
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Avete sbagliato perché Delaney con la sua Porsche si piazza dietro il suo compagno di squadra con un'altra Porsche, non dietro la solita Ferrari!
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edo
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venerdì 25 febbraio 2005
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e' la vera vita di un pilota
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esistono numerosi esempi di film puramente sceneggiati attorno a automobili in movimento, per cui la trama diviene assolutamente un corollario al rombo dei motori. a mio parere le mans esce da questa categoria, non essendo solo un film sulle corse. e' una profonda riflessione sul mondo che gli ruota attorno. e sulla sfortuna dei piloti di aver bisogno di guidare a velocita' sempre maggiori per sentirsi vivi. il non eroe vince , mc queen prima distruge la macchina per una a distrazione, poi nel momento classico del riscatto del protagonista, non riesce ad arrivare alla scontata prima posizone. che sarebbe stata banale, perche' nelle corse non si arriva sempre primi.e nemmeno secondi.tutte i drammi e le storie parallele dei singoli piloti si svolgono mentre attorno scorre tranquilla la vita che attira un grande spettacolo come le mans.
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esistono numerosi esempi di film puramente sceneggiati attorno a automobili in movimento, per cui la trama diviene assolutamente un corollario al rombo dei motori. a mio parere le mans esce da questa categoria, non essendo solo un film sulle corse. e' una profonda riflessione sul mondo che gli ruota attorno. e sulla sfortuna dei piloti di aver bisogno di guidare a velocita' sempre maggiori per sentirsi vivi. il non eroe vince , mc queen prima distruge la macchina per una a distrazione, poi nel momento classico del riscatto del protagonista, non riesce ad arrivare alla scontata prima posizone. che sarebbe stata banale, perche' nelle corse non si arriva sempre primi.e nemmeno secondi.tutte i drammi e le storie parallele dei singoli piloti si svolgono mentre attorno scorre tranquilla la vita che attira un grande spettacolo come le mans.
non sto anunciando il capolavoro, solo uno di quei film che contengono di piu' di cio' che semplicemente vedi sullo schermo.
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(di francesco)
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steve
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domenica 18 gennaio 2004
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steve mcqueen un mito
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La storia d'amore inessenziale per il film non intacca le immagini spaziali di corsa da dentro l'abitacolo e fuori.
L'incidente di Delaney e gli ultimi 15 minuti di corsa sono assolutamente un mito della storia del cinema.
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