giomo891
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sabato 24 settembre 2022
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spettacolare ricostruzione dello sbarco. giomo891
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"SOLO I MORTI HANNO VISTO LA FINE DELLA GUERRA"- frase impropriamente attribuita a Platone.
Non amo molto questa pellicola pluricelebrata, anche se ne riconosco la spettacolarità, specialmente nella prima e nell'ultima parte. Certo può essere un documento, in queste parti assai fedele e cruento dei primi giorni dello sbarco In Normandia.
Il 6 giugno 1944 il cap. John Miller (Hanks) sbarca con i suoi uomini a Omaha Beach. È un massacro sotto il micidiale fuoco tedesco. Il generale George Marshall (Presnell), comandante supremo dell'armata angloamericana, apprende che la famiglia Ryan dell'Iowa ha già perduto tre figli e che un quarto fratello, James Francis Ryan (Damon), è stato paracadutato in Normandia oltre le linee nemiche.
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"SOLO I MORTI HANNO VISTO LA FINE DELLA GUERRA"- frase impropriamente attribuita a Platone.
Non amo molto questa pellicola pluricelebrata, anche se ne riconosco la spettacolarità, specialmente nella prima e nell'ultima parte. Certo può essere un documento, in queste parti assai fedele e cruento dei primi giorni dello sbarco In Normandia.
Il 6 giugno 1944 il cap. John Miller (Hanks) sbarca con i suoi uomini a Omaha Beach. È un massacro sotto il micidiale fuoco tedesco. Il generale George Marshall (Presnell), comandante supremo dell'armata angloamericana, apprende che la famiglia Ryan dell'Iowa ha già perduto tre figli e che un quarto fratello, James Francis Ryan (Damon), è stato paracadutato in Normandia oltre le linee nemiche. Dà ordine che sia ritrovato e rimandato a casa. L'incarico è affidato al cap. Miller che, con sei uomini e un interprete (Davies), parte alla sua ricerca.Come sostiene Morandini, si tratta di un dramma bellico in 3 atti e una cornice. 1° atto: lo sbarco in Normandia, la guerra come carneficina e caos (i primi 24 minuti, fin troppo acclamati: da vedere, comunque, e da sentire); 2° atto: la ricerca di Ryan: apparentemente convenzionale e già vista, ma ricca di problemi e di domande senza risposta; 3° atto: la battaglia nel paesino di Ramelle per salvare Ryan e tenere un ponte: un compendio del war film made in USA che pone il film sotto il segno di una sospetta ridondanza, rivelata anche dal ricorso insistito alle riprese "a spalla" e agli effetti speciali. Film di forti impatti e molte bellezze, ma anche di numerosi stereotipi, interamente dentro la prassi e la retorica di Hollywood. I tedeschi sono nemici e la Francia è vuota. "La memoria diventa così - più che un'occasione per riflettere, per parlare di storia e di etica - un argomento nostalgico di propaganda" (G. Cremonini). Salvate il soldato Ryan è un film di guerra, 5 Oscar: regia, fotografia (J. Kaminski), suono (R. Judkins, G. Rydstom, G. Summers, A. Nelson), effetti speciali sonori (G. Rydstom, R. Hymns), montaggio (M. Kahn).
Come ho detto sopra non amo molto questa pellicola, pur ammettendo l'efficacia scenica ed il realismo della fase dello sbarco. Troppa retorica nel discorso iniziale (citando A.Lincoln) del generale Marshall e finale in stile "Arrivano i nostri", che avrei evitato. Parte centrale, quella della ricerca di un Ryan, che non si trova, molto lenta e direi noiosa. Quello che si salva è il rapporto tra Miller ed i suoi uomini, lo spirito di condivisione (non uso il termine "cameratismo" per non essere frainteso).
Nel complesso un'opera ottima, ma non un capolavoro.
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gabrymalaka
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lunedì 6 aprile 2020
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il migliore film di guerra, in assoluto.
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Spielberg ha voluto scrivere una pagina di cinema che restasse nella storia e per farlo non poteva non scegliere l'evento più drammatico e allo stesso tempo decisivo, del secondo conflitto mondiale.
Pronti via, e si è già a bordo di una delle migliaia di imbarcazioni che presero parte all'operazione Overlord. Gli eventi dello sbarco sono raccontati in tutta la loro cruenza, con il sangue che colorerà l'acqua della costa di rosso e il sacrifico di tanti ragazzi che perirono sulla spiaggia di Omaha beach.
Il film prosegue, con il gruppo di uomini guidati da Tom Hanks che si mettono in marcia alla ricerca di Ryan. Spielgerg racconta anche i diversi combattimenti, come i corpo a corpo o le imboscate da cecchino.
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Spielberg ha voluto scrivere una pagina di cinema che restasse nella storia e per farlo non poteva non scegliere l'evento più drammatico e allo stesso tempo decisivo, del secondo conflitto mondiale.
Pronti via, e si è già a bordo di una delle migliaia di imbarcazioni che presero parte all'operazione Overlord. Gli eventi dello sbarco sono raccontati in tutta la loro cruenza, con il sangue che colorerà l'acqua della costa di rosso e il sacrifico di tanti ragazzi che perirono sulla spiaggia di Omaha beach.
Il film prosegue, con il gruppo di uomini guidati da Tom Hanks che si mettono in marcia alla ricerca di Ryan. Spielgerg racconta anche i diversi combattimenti, come i corpo a corpo o le imboscate da cecchino. Le scene piene di suspence, le ricostruzioni minuziose e il proseguio mai banale del film, fanno di questa pellicola l'icona del war movie.
Grazie zio Steven.
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paolomiki
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lunedì 6 aprile 2020
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magistrale
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Questo film è senza dubbio uno dei capolavori della cinematografia mondiale. Possiamo criticatre e tacciare di troppa americanità la storia nel suo scorrere lento e crudo, ma non posssiamo non plaudire alla grandezza di Spieelberg. Qualche registruncolo da quattro soldi deve assolutamente guardare e riguardare questo film, e trarne giovamento.Il resto sono parole al vento. Splendido!
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francesco nunzio citro
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venerdì 27 marzo 2020
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meritiamocelo
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Film che mi ha colpito molto lanciando impressioni nel mio animo e instaurando in me un messaggio che anni di Storia sui libri non mi aveva trasmesso con quella chiarezza e potenza. È una lezione a tutti noi sul meritare e difendere tutti i giorni i valori di democrazia e libertà per cui quel drappello di soldati alla ricerca di Ryan si era immolato. La frase finale è emblematica e un messaggio per i posteri
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great steven
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domenica 9 febbraio 2020
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tutti i soldati auspicano un ritorno a casa.
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SALVATE IL SOLDATO RYAN (USA, 1998). Diretto da Steven Spielberg. Interpretato da Tom Hanks, Edward Burns, Tom Sizemore, Matt Damon, Jeremy Davies, Giovanni Ribisi, Harve Presnell, Vin Diesel, Dennis Farina, Adam Goldberg, Barry Pepper
Il 6 giugno 1944 l’Esercito degli Stati Uniti sbarca ad Omaha Beach e porta a compimento l’operazione passata alla storia come il D-Day. Nel frattempo la signora Ryan, madre di quattro figli maschi tutti arruolati nell’Armata Suprema, tramite un telegramma, viene a sapere che tre di essi sono stati uccisi in combattimento, ma il quartogenito, James Francis Ryan, potrebbe essere ancora vivo in quanto è stato paracadutato in Normandia oltre le linee nemiche lo stesso giorno dell’invasione.
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SALVATE IL SOLDATO RYAN (USA, 1998). Diretto da Steven Spielberg. Interpretato da Tom Hanks, Edward Burns, Tom Sizemore, Matt Damon, Jeremy Davies, Giovanni Ribisi, Harve Presnell, Vin Diesel, Dennis Farina, Adam Goldberg, Barry Pepper
Il 6 giugno 1944 l’Esercito degli Stati Uniti sbarca ad Omaha Beach e porta a compimento l’operazione passata alla storia come il D-Day. Nel frattempo la signora Ryan, madre di quattro figli maschi tutti arruolati nell’Armata Suprema, tramite un telegramma, viene a sapere che tre di essi sono stati uccisi in combattimento, ma il quartogenito, James Francis Ryan, potrebbe essere ancora vivo in quanto è stato paracadutato in Normandia oltre le linee nemiche lo stesso giorno dell’invasione. Il capitano John Miller viene incaricato di una pericolosa missione speciale: trovare il soldato e portarlo a casa. Parte dunque coi suoi sei uomini, più un interprete, nel difficile viaggio di ricerca sul territorio francese. Durante la spedizione, i soldati ai suoi ordini mettono in discussione il compito ricevuto fin quasi al limite dell’insubordinazione, ponendosi agghiaccianti quesiti: perché rischiare la vita di otto persone per salvarne una sola? Ognuno dovrà cercare la propria risposta e fare del suo meglio in un’impresa in cui saranno premiati (sopravvivendo) solo coloro che sapranno offrire l’onore, la generosità e il coraggio. Dramma bellico in tre atti circondato da una convalidata cornice. Primo: lo sbarco in Normandia (esemplari i primi ventiquattro minuti, fin troppo acclamati, ma comunque da vedere e da sentire per la minuziosa ricostruzione della brutalità della guerra, combattuta non da eroi ma da uomini comuni). Secondo: la ricerca di Ryan. Qui il film si sostiene soprattutto di ingegnosi stereotipi, in particolar modo nella descrizione dei rapporti camerateschi fra i soldati, ma trova anche l’occasione di porre domande importanti senza l’assillo obbligatorio di risposte. Terzo: la battaglia nel paesino di Ramelle per salvare il ricercato e tenere un ponte; un compendio del war movie di matrice statunitense che rivela, insieme ad un ampio respiro, anche una sospetta ridondanza di temi e convenzioni che si confermano al di là dell’apparenza, irrobustiti loro malgrado dal ricorso frequente a riprese "a spalla" e agli effetti speciali. Se il suo merito maggiore consiste nel dimostrare che nella guerra non si ricerca la gloria in quanto la combatte gente di tutti i giorni che in tempo di pace pensa unicamente a mantenerla e vivere al meglio, l’opera pecca di retorica propagandistica quando perde l’occasione per riflettere sulla storia e sull’etica in favore di un messaggio piuttosto appesantito dall’ideologia interamente compresa nella prassi di Hollywood. Tant’è vero che i tedeschi rappresentano il nemico e la Francia è quasi vuota. Relativamente al 1998, Salvate il soldato Ryan è un film di guerra, mentre La sottile linea rossa è un film sulla guerra. Tuttavia numerosi espedienti narrativi funzionano e donano veridicità e riconoscibilità alla vicenda, dal tremore alle mani del capitano Miller (indicativo della paura su come finirà la missione e la consapevolezza non del tutto consolatoria che, per ogni uomo morto sotto i suoi ordini, se ne salvano dieci volte tanto) alle preghiere di Reiben ogniqualvolta si posiziona per mirare un bersaglio e sparare, alla lettera insanguinata di Caparzo che infine nessuno dei commilitoni riesce a far pervenire al destinatario. Un realismo spietato che non nasconde la rilevanza dell’impegno strutturale che sussiste dietro alla lavorazione né dimentica la lezione impartita, almeno a livello di suspense e credibilità, del kubrickiano Full Metal Jacket. Malgrado alcune forzature, il disegno psicologico del drappello militare protagonista lascia di stucco: ognuno con la faccia "giusta", gli interpreti tracciano un quadro di umanità nel contesto osceno e incrudelito dal conflitto, dal ruvido sergente Horvath all’impacciato caporale di quinto grado Upham, passando per i soldati semplici Mellish e Jackson, il soldato scelto Caparzo e l’infermiere Wade. Su una sceneggiatura di Robert Rodat, Spielberg realizza un apologo sul significato della libertà, a cui, pur nella stringente logica d’oltreoceano, le vite di coloro chiamati al servizio di leva vanno sacrificate all’altare della patria per riportare una pace remota alla quale non si può comunque tornare, ferma restando che è meglio optare per un futuro il più possibile sereno coi superstiti e le loro famiglie all’insegna dei successi affettivi da meritare dal momento che nulla è dato gratis. Due curiosità: in I sacrificati di Bataan (1945), John Wayne si chiama Rusty Ryan, ma è tenente; le grigie stelle e strisce che sventolano all’inizio e alla fine sono una citazione d’una foto di Mapplethorpe. 5 Oscar: regia, fotografia (Janusz Kaminski), suono (R. Judkins, G. Rydstom, G. Summers, A. Nelson), effetti speciali sonori (G. Rydstom, R. Hymns), montaggio (M. Kahn). Successo internazionale e terzo posto nella lista degli incassi sul mercato italiano nella stagione 1998-99.
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cinephilo
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lunedì 22 luglio 2019
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il peggior film di spielberg
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Uno dei peggiori se non il peggiore del maestro Spielberg. Ok i primi 20 minuti dello sbarco ma poi...canonico, prevedibile, noioso, banale. Uno dei film più sopravvalutati della storia.
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sellerone
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domenica 18 novembre 2018
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salvate la cosa giusta da fare
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E’ giusto mandare a morte delle vite per salvarne una sola? Domanda sbagliata, è giusto sacrificare delle vite per un principio? Questo è alla base del film, si parte da una domanda sbagliata per dare una giusta risposta. Salvato il soldato Ryan, ma in realtà è la guerra che cerca di darsi una impronta di umanità nell’unico modo che conosce, salvando una vita in cambio di altre. Bellissimo film ed attori perfetti. Terribilmente cruento ma veritiero.
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rmarci05
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venerdì 15 giugno 2018
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la prima mezz'ora è un'esperienza indimenticabile
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In questa recensione scriverò riguardo alla prima mezz'ora circa del film, ovvero lo sbarco in Normandia, quindi tutto ciò che scrivo sarà riguardo a questa parte del film. Oltre all'esattezza storica e per niente romanzata, cosa non scontata nei film di guerra, S. Spielberg ci fa vivere un'esperienza realistica, sconvolgente e indimenticabile nella scena dello sbarco sulla costa della Normandia, curando ogni minimo particolare con un realismo assai insolito che ci trasporta in quel lontano giugno del 1944, in cui nel giro di poche ore persero la vita, furono dispersi e rimasero feriti più di 10.000 uomini (non soldati, uomini). Attraverso una fotografia magistrale e ad un montaggio che fa venire i brividi, Spielberg riproduce il suono dei proiettili che sbattono sulle navi da trasporto, le urla dei soldati terrorizzati e le gesta di uno straordinario Tom Hanks in un'interpretazione indimenticabile.
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In questa recensione scriverò riguardo alla prima mezz'ora circa del film, ovvero lo sbarco in Normandia, quindi tutto ciò che scrivo sarà riguardo a questa parte del film. Oltre all'esattezza storica e per niente romanzata, cosa non scontata nei film di guerra, S. Spielberg ci fa vivere un'esperienza realistica, sconvolgente e indimenticabile nella scena dello sbarco sulla costa della Normandia, curando ogni minimo particolare con un realismo assai insolito che ci trasporta in quel lontano giugno del 1944, in cui nel giro di poche ore persero la vita, furono dispersi e rimasero feriti più di 10.000 uomini (non soldati, uomini). Attraverso una fotografia magistrale e ad un montaggio che fa venire i brividi, Spielberg riproduce il suono dei proiettili che sbattono sulle navi da trasporto, le urla dei soldati terrorizzati e le gesta di uno straordinario Tom Hanks in un'interpretazione indimenticabile. Particolarmente toccante la scena in cui gli tremano le mani. Al regista non interessa quanto è violento il film in modo che lo possano vedere anche i bambini, ma vuole farci capire quale tragico massacro sia avvenuto in quelle coste, mostrandoci anche soldati orribilmente feriti e mutilati. Un film necessario, crudo, realistico, tragico, tecnicamente impeccabile, emotivamente forte e con una straordinaria interretazione di Tom Hanks. Assolutamente consigliata la prima mezz'ora, il resto del film non l'ho visto. Voto a questa parte del film: 9.
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gustibus
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giovedì 17 maggio 2018
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quando la guerra racconta..poesia!
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Non fraintendere la guerra e'sporca e non sono petali di rose.Qui pero'siamo nel mondo del Cinema e chi lo racconta e'un eccelso S.Spielberg.E'un po' che non vedevo questo splendido film e nel 2018 visto come e'stata intensamente diretto non ha perso nulla del capolavoro che ricordavo.La sequenza dello sbarco ormai e'storia visiva,talmente e'realistica.Ho letto anche critiche severe su questo film....e' troppo americano,la guerra non e'mai bella ecc.ma va la'..sciocchezze..quando ce'un regista da oscar,attori tutti diretti magistralmente,una fotografia bellissima,un montaggio superlativo e la musica che ti entra nelle vene,questo e'vero cinema.
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Non fraintendere la guerra e'sporca e non sono petali di rose.Qui pero'siamo nel mondo del Cinema e chi lo racconta e'un eccelso S.Spielberg.E'un po' che non vedevo questo splendido film e nel 2018 visto come e'stata intensamente diretto non ha perso nulla del capolavoro che ricordavo.La sequenza dello sbarco ormai e'storia visiva,talmente e'realistica.Ho letto anche critiche severe su questo film....e' troppo americano,la guerra non e'mai bella ecc.ma va la'..sciocchezze..quando ce'un regista da oscar,attori tutti diretti magistralmente,una fotografia bellissima,un montaggio superlativo e la musica che ti entra nelle vene,questo e'vero cinema.Si ha ragione J.Cameron..i film della Marvel fanno incassi stratosferici,ma sono per un pubblico giovane,manca la recitazione,il sonoro che una volta si fischiettava,tanti effetti speciali e il pubblico impazzisce.Ce'invece rimpianto che non escano veri film completi di quello che un film che rimane nei ricordi.Sento la mancanza di "Seven"Il silenzio d.innocenti"Heat"..Il Gladiatore..perche' no?...torniamo al cinema che incanta fosse anche di guerra,non ce'divieto di idee,Clint Eastwood insegna!W.il vero caro vecchio Cinema!
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leonardolucarelli
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lunedì 18 dicembre 2017
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spielberg, un nome una garanzia
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Salvate il soldato Ryan riesce nel suo intento di rappresentare le orridezze della guerra con un film dal grande impatto emotivo ma un po' lungo. Nonostante i primi 24 minuti magistrali dove lo spettatore è catapultato sulla spiaggia di Omaha durante lo sbarco degli alleati in Normandia, nonostante il film sia scritto molto bene e nonostante Tom Hanks nel ruolo del capitano Miller sia solamente favoloso, il film non è esente dai difetti. Difatti il film ha una durata eccessiva, 167 minuti, causata da alcune scene che potevano durare molto meno senza portare modifiche al prodotto finale e Timothy Hupman (Jeremy Davies) è un personaggio poco dinamico che non fa praticamente alcun cambiamento all'interno del film, rimanendo sempre il solito soldato impacciato che non ha mai vissuto la guerra in prima persona.
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Salvate il soldato Ryan riesce nel suo intento di rappresentare le orridezze della guerra con un film dal grande impatto emotivo ma un po' lungo. Nonostante i primi 24 minuti magistrali dove lo spettatore è catapultato sulla spiaggia di Omaha durante lo sbarco degli alleati in Normandia, nonostante il film sia scritto molto bene e nonostante Tom Hanks nel ruolo del capitano Miller sia solamente favoloso, il film non è esente dai difetti. Difatti il film ha una durata eccessiva, 167 minuti, causata da alcune scene che potevano durare molto meno senza portare modifiche al prodotto finale e Timothy Hupman (Jeremy Davies) è un personaggio poco dinamico che non fa praticamente alcun cambiamento all'interno del film, rimanendo sempre il solito soldato impacciato che non ha mai vissuto la guerra in prima persona. Altro difetto è l'espediente narrativo utilizzato, un grande flashback di Ryan per raccontare un viaggio dove non era presente. Da lodare invece sono invece la favolosa fotografia di Janusz Kaminski (che gli valse il suo secondo Oscar dopo quello vinto per Schindler's List, film sempre di Spielberg) e la maestosa regia di Spielber che riesce a farti vivere in prima persona l'orrore della guerra. Menzioni speciali vanno anche a personaggi secondari come Adrian Caparzo (Vin Diesel) o Irwin Wade (Giovanni Ribisi) che, nonostante sullo schermo si vedano per una durata minore rispetto agli altri membri dello squadrone, hanno il compito di reincarnare gli aspetti che rendono l'uomo vulnerabile quali l'amore e la paura della morte.
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