fermat
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venerdì 11 novembre 2022
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un occasione decisamente mancata
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Grande delusione da questo seguito, che riesce a suscitare emozioni solo appellandosi al suo predecessore e al defunto Chadwich Boseman. Se i primi 15 minuti sono un capolavoro, il resto è un disastro. L'antagonista è uno dei peggiori, meno credibili e riusciti nella storia dell'MCU, e in genereale le motivazioni di ogni persona/fazione non hanno alcun senso. Tipo una nazione (Wakanda) che si schiera per difendere la vita di una singola donna quando per secoli ha lasciato l'Africa a se stessa, a morire fra povertà, guerre civili e colonizzazioni, e in generale se n'è sempre fregata del resto del mondo.
Un film pieno di forzature, personaggi ai limiti della caricatura e la nuova black panther che proprio non ci azzecca nulla in quel ruolo.
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Grande delusione da questo seguito, che riesce a suscitare emozioni solo appellandosi al suo predecessore e al defunto Chadwich Boseman. Se i primi 15 minuti sono un capolavoro, il resto è un disastro. L'antagonista è uno dei peggiori, meno credibili e riusciti nella storia dell'MCU, e in genereale le motivazioni di ogni persona/fazione non hanno alcun senso. Tipo una nazione (Wakanda) che si schiera per difendere la vita di una singola donna quando per secoli ha lasciato l'Africa a se stessa, a morire fra povertà, guerre civili e colonizzazioni, e in generale se n'è sempre fregata del resto del mondo.
Un film pieno di forzature, personaggi ai limiti della caricatura e la nuova black panther che proprio non ci azzecca nulla in quel ruolo. Noioso e poco coinvolgente e la futura Iron "man" qui introdotta non fa ben sperare per il futuro.
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umberto
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venerdì 11 novembre 2022
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bello, ma non entusiasmante...
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BLACK PANTHER: WAKANDA FOREVER... Dire che fossi prevenuto su questo film è dire poco visto che non mi convinceva il fatto di far diventare Shuri la nuova Pantera Nera, nonostante questa non sia una storpiatura della narrazione fumettistica. Questo mio giudizio è parzialmente migliorato dopo averlo visto in sala. Il film è, ovviamente, il giusto tributo a Chadwick Boseman la cui scomparsa improvvisa ha stravolto la storia che era stata pensata per questo secondo capitolo. Da 10 la parte iniziale, grazie ad una regia attenta e curata nei minimi dettagli che racconta molto bene la morte di T'Challa, ma poi inizia a scendere di tono e di ritmo, salvato ogni tanto da una carismatica Regina Ramonda, ma soprattutto da un meraviglioso Namor che, nonostante fosse stato stravolto come personaggio, risulta il vero protagonista della storia.
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BLACK PANTHER: WAKANDA FOREVER... Dire che fossi prevenuto su questo film è dire poco visto che non mi convinceva il fatto di far diventare Shuri la nuova Pantera Nera, nonostante questa non sia una storpiatura della narrazione fumettistica. Questo mio giudizio è parzialmente migliorato dopo averlo visto in sala. Il film è, ovviamente, il giusto tributo a Chadwick Boseman la cui scomparsa improvvisa ha stravolto la storia che era stata pensata per questo secondo capitolo. Da 10 la parte iniziale, grazie ad una regia attenta e curata nei minimi dettagli che racconta molto bene la morte di T'Challa, ma poi inizia a scendere di tono e di ritmo, salvato ogni tanto da una carismatica Regina Ramonda, ma soprattutto da un meraviglioso Namor che, nonostante fosse stato stravolto come personaggio, risulta il vero protagonista della storia. Quest'ultimo compensa alla grande i vuoti di Shuri che, pur rivalutata rispetto ai miei preconcetti, manca purtroppo di presenza scenica. Parte finale molto buona, di poco inferiore a quella iniziale, e post credit da interpretare.
Voto: 8,5
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felicity
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venerdì 24 febbraio 2023
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the show must go on con orgoglio e rispetto
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Black Panther: Wakanda Forever è un ambizioso affresco epico sulla continuità storica dei crimini dell’uomo bianco.
Un film di due ore e quaranta è sfrontato sin dalla sua durata e sembra che tutta la produzione abbia deciso di abbracciare questa attitudine. Il risultato finale è un’ostentazione di orgoglio addirittura superiore a quella del primo film.
Ma come si fa funzionare, quindi, il seguito di un film su un personaggio che muore nei primi 5 minuti? Avendo a disposizione quasi tre ore, Ryan Coogler se la prende mega comoda e trova la quadra spostando il focus su tutte le donne della vita di T’Challa, la regina madre Ramonda, la sorella Shuri, la guardia reale Okoye e il love interest Nakia.
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Black Panther: Wakanda Forever è un ambizioso affresco epico sulla continuità storica dei crimini dell’uomo bianco.
Un film di due ore e quaranta è sfrontato sin dalla sua durata e sembra che tutta la produzione abbia deciso di abbracciare questa attitudine. Il risultato finale è un’ostentazione di orgoglio addirittura superiore a quella del primo film.
Ma come si fa funzionare, quindi, il seguito di un film su un personaggio che muore nei primi 5 minuti? Avendo a disposizione quasi tre ore, Ryan Coogler se la prende mega comoda e trova la quadra spostando il focus su tutte le donne della vita di T’Challa, la regina madre Ramonda, la sorella Shuri, la guardia reale Okoye e il love interest Nakia.
Sulla carta, idea fichissima. Nella realizzazione funziona fino a un certo punto.
L’estetica è fantastica, le armature dei Talokanil, i gioielli di Namor, le acconciature, le facce, sentire i personaggi parlare in maya yucateco e vederli massacrare i conquistadores nei flashback e soldati americani nel presente è onestamente rinfrescante. Troppo però è affidato agli spiegoni e al fatto che, una volta chiarito che questi sono come i Wakandiani, ma blu, lo spettatore riempirà i vuoti da solo.
Namor, in più, è il classico cattivo MCU con delle ottime argomentazioni ma che poi tira un calcio a un cucciolo e passa automaticamente dalla parte del torto (il solco del resto è quello tracciato da Killmongler nello scorso Black Panther) e Tenoch Huerta, per carità, ha il fisico per fare quello che gli pare ma non il carisma di Michael B. Jordan né di Jason Aquaman Momoa, se vogliamo guardare alla concorrenza.
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jonnylogan
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domenica 13 novembre 2022
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siamo tutti pantera nera
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Il Vibranio come fonte di ricchezza in possesso di una piccola nazione nel cuore dell’Africa. Un regno privo di un Re, scomparso ancora giovane e da celebrare degnamente. Un regno per questo inevitabilmente destabilizzato e che dovrà sotto la guida di Ramonda, madre di T’Challa, impersonata in maniera convincente da Angela Basset, affrontare nuove sfide per la propria sopravvivenza.
Tutto il sequel diretto e firmato ancora una volta dal trentaseienne Ryan Coogler, è più di una semplice celebrazione del Black Panther originario e di chi lo aveva impersonato nella pellicola del 2018.
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Il Vibranio come fonte di ricchezza in possesso di una piccola nazione nel cuore dell’Africa. Un regno privo di un Re, scomparso ancora giovane e da celebrare degnamente. Un regno per questo inevitabilmente destabilizzato e che dovrà sotto la guida di Ramonda, madre di T’Challa, impersonata in maniera convincente da Angela Basset, affrontare nuove sfide per la propria sopravvivenza.
Tutto il sequel diretto e firmato ancora una volta dal trentaseienne Ryan Coogler, è più di una semplice celebrazione del Black Panther originario e di chi lo aveva impersonato nella pellicola del 2018. Con una scelta per molti aspetti contro tendenza Coogler e Coole riescono a rimettere mano al personaggio ideato da Jack Kirby sotto la supervisione del solito Stan Lee, creando una narrazione che vive dell’assenza iniziale del protagonista, portando la trentesima pellicola dell’ MCU in una dimensione differente, perché maggiormente cerebrale e giocata più sulla trama e meno sugli scontri corpo a corpo. Prediligendo maggiormente una fase di cross over con un altro personaggio della golden age della casa delle idee. Namor il Sub Mariner, portato in scena dall’attore di origini messicane Tenoch Meija, e divenuto per l’occasione non più l’odiato e odioso sovrano di Atlantide ma del regno di derivazione azteca Talocan.
Riscrivendo l’agiografia di un personaggio amato e rappresentante della cultura nera Coogler riesce a creare un prodotto che forse troppo sbrigativamente è definibile di fortuna, a causa della scomparsa inattesa di Chedwick Boseman, deceduto a soli 43 anni, per una forma aggressiva di tumore. Riuscendo a lasciare nelle solide mani della sorella Shuri, ancora una volta impersonata dall’attrice di origini Guyanesi Letitia Wright lo scettro dell’eroina alla quale affidare le sorti del proprio regno. Come detto piacerà molto a chi non credeva fosse possibile resuscitare un personaggio senza un nuovo attore nella parte di T’Challa e soprattutto piacerà molto a chi ama le rivisitazioni dei fumetti senza rimanere ancorati troppo alle trame originarie per l’occasione riscritte per ragioni narrative.
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