thomas
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martedì 28 dicembre 2021
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supereroi o peter pan?
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Se fosse possibile mettere a confronto con una proporzione aritmetico/metaforica "Perfetti sconosciuti" e "Supereroi", si potrebbe dire che il primo sta agli scacchi come il secondo sta alla dama. Tanto è complesso, impegnativo e profondo il primo, quanto è semplice, piatto e superficiale il secondo. Tanto è razionalmente spietato il primo, quanto è favolisticamente consolatorio il secondo. Le coppie di "Perfetti sconosciuti" sono costituite da uomini e donne in carne e ossa con il loro carico di illusioni giovanili sfumate, di difficoltà di comunicazione che soffoca la sincerità, di stanchezza del vivere quotidiano che induce a una via di fuga reale o virtuale, mentre la coppia di "Supereroi" appare fasulla, quasi vuota.
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Se fosse possibile mettere a confronto con una proporzione aritmetico/metaforica "Perfetti sconosciuti" e "Supereroi", si potrebbe dire che il primo sta agli scacchi come il secondo sta alla dama. Tanto è complesso, impegnativo e profondo il primo, quanto è semplice, piatto e superficiale il secondo. Tanto è razionalmente spietato il primo, quanto è favolisticamente consolatorio il secondo. Le coppie di "Perfetti sconosciuti" sono costituite da uomini e donne in carne e ossa con il loro carico di illusioni giovanili sfumate, di difficoltà di comunicazione che soffoca la sincerità, di stanchezza del vivere quotidiano che induce a una via di fuga reale o virtuale, mentre la coppia di "Supereroi" appare fasulla, quasi vuota. Due bamboccioni che non si sposano e quindi non assumono obblighi giuridici reciproci (il vero amore supereroico parte da lì), trascorrono lustri insieme rifiutando di avere un figlio (il vero amore supereroico parte da lì), si tradiscono reciprocamente per noia o altro e omettono di confessarselo (quanto supereroico è rischiare di perdere l'altro pur di non lasciar scorrere un rapporto nella menzogna!). Non due Supereroi, quindi, ma due Peter Pan che sfidano il tempo uscendo con gli amici, bevendo vino, parlando del tutto e del niente, cantando canzoni di Lucio Dalla in gruppo e lavorando serenamente. E qui c'è un altro punto dolente del film: in anni e anni di convivenza, possibile vada tutto così tranquillamente bene sul fronte del lavoro? Il direttore di lei sempre paciosamente così accomodante (Severgnini non dice praticamente mai un "no" in tutti i dialoghi), le dinamiche universitarie di lui sempre così serene (quando invece è notorio che quella universitaria è una realtà molto competitiva e a volte conflittuale)? La verità è che si è Supereroi quando in coppia si sa resistere agli obblighi giuridici di un matrimonio, agli impegni estenuanti imposti dalla crescita dei figli, ai malumori derivanti dalle scorrettezze vere o presunte dei colleghi di lavoro, alle insoddisfazioni economiche che magari di tanto in tanto non consentono di pagare le bollette. È tutto questo che rende Supereroi i membri di una coppia che resiste, non il semplice fluire del tempo. Il tempo reca con sé abitudine, spesso disillusione, a volte stanchezza, il tempo è un contenitore che potenzia la tossicità di alcuni contenuti, ma non è di per sé un nemico delle coppie, ce ne sono altri ben più insidiosi di lui. Il film invece si concentra sul tempo, cerca di esorcizzarlo, viene ripetuto più volte che il tempo è una convenzione, che non esiste, la stessa struttura narrativa non è lineare, bensì va continuamente avanti e indietro, ma la verità è un'altra: il tempo esiste perché noi invecchiamo e ciò che viviamo oggi è lo sviluppo logico di ciò che c'era ieri. Jasmine Trinca è come sempre eccellente, insicura quanto basta, entusiasta quando occorre, una fuoriclasse del nostro Cinema. Borghi rende bene l'idea del bamboccione, ed è un complimento, non una stroncatura. Genovese ha tutta la nostra stima: "Perfetti sconosciuti" rimane uno dei grandi capolavori del Cinema italiano, quindi torni a raccontare la vita come è nella realtà, non come è nei film natalizi
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(di erciccio)
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felicity
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martedì 16 agosto 2022
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melò classico ma ambizioso
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Supereroi è un film ambizioso, ma anche lontano dal presente. Un film solo apparentemente nazional popolare, in realtà costantemente ripiegato sul suo regista, che ne controlla ogni dettaglio ma gli impedisce di camminare davvero sulle sue gambe, rendendolo un freddo prodotto laboratoriale, paradossalmente più interessante come gioco linguistico che come l’affresco di amore invincibile che, forse, vorrebbe essere.
Tutto scorre, panta rei, insegnamento di vita millenario e sempre valido a maggior ragione nelle dinamiche amorose. Questione di tempo e di tempi, quindi, per questi supereroi spaventati e fragili, ma anche capaci di sovrumani sforzi di comprensione e identificazione con la persona amata.
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Supereroi è un film ambizioso, ma anche lontano dal presente. Un film solo apparentemente nazional popolare, in realtà costantemente ripiegato sul suo regista, che ne controlla ogni dettaglio ma gli impedisce di camminare davvero sulle sue gambe, rendendolo un freddo prodotto laboratoriale, paradossalmente più interessante come gioco linguistico che come l’affresco di amore invincibile che, forse, vorrebbe essere.
Tutto scorre, panta rei, insegnamento di vita millenario e sempre valido a maggior ragione nelle dinamiche amorose. Questione di tempo e di tempi, quindi, per questi supereroi spaventati e fragili, ma anche capaci di sovrumani sforzi di comprensione e identificazione con la persona amata.
Un viaggio a fasi alterne, con momenti calibrati e coinvolgenti e altri meno convincenti. Sarà facile identificarsi almeno in alcuni riti di passaggio, anche grazie a una sincera e palese urgenza in chi ha scritto, diretto, ma anche ha interpretato il film. Nonostante questo non fila tutto liscio, ci sono alcune sottolineature formali di troppo che fanno perdere slancio e calore a questa storia. Si pone, poi, in inevitabile quanto diretta competizione con un film recente, molto riuscito e convincente, come Ricordi? di Valerio Mieli, che portava in dote un lavoro di elaborazione più raffinato e intenso.
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