Lei mi parla ancora

Mi è sembrato sinceramente un film su commissione di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi realizzato per rendere omaggio ai propri genitori ma anche valorizzare le imprese di famiglia nel campo del collezionismo d'arte e dell'editoria. L'intento affettivo e celebrativo è degno di rispetto ma non produce di per sé un buon film, forse perché le istanze biografiche hanno forzato la mano al regista. Il film è troppo lento all'inizio, troppo precipitoso negli sviluppi sia nel presente narrativo che nei flashback. Inspiegata nella narrazione l'evoluzione della coppia innamorata in sodalizio di abilissimi collezionisti d'arte. Ingiustificata l'evoluzione dei personaggi (il vecchio padre chiuso nel suo lutto, la figlia in carriera chiusa nella sua rigidità) che all'improvviso da una scena all'altra lasciano cadere le loro corazze e rivelano le loro emozioni. Forzata la contrapposizione tra l'antico amore eterno e la moderna incapacità di avere rapporti stabili. Bravo come sempre Pupi Avari per le atmosfere, ma questa volta la bellezza del film è patinata e non sostanziale.