Il processo ai Chicago 7 |
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Un film di Aaron Sorkin.
Con Sacha Baron Cohen, Joseph Gordon-Levitt, Frank Langella, Eddie Redmayne, Mark Rylance.
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Titolo originale The Trial of the Chicago 7.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 129 min.
- USA 2020.
- Lucky Red
uscita mercoledì 30 settembre 2020.
MYMONETRO
Il processo ai Chicago 7
valutazione media:
3,47
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quei sette rivoluzionari di Chicago
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Il celebre processo ai "Sette di Chicago" (1968-1969), che all' inizio erano otto, aggiornato all' epoca di Black Lives Matter e di Wikipedia. Il primo per l' accento messo sulla questione razziale, con tutti i possibili rimandi all' America in fiamme dei nostri giorni. La seconda per il gusto di una regia che concede l' indispensabile alla ricostruzione storica ma riduce tutti i personaggi a figurine da incollare nell' album della cultura pop. "Icone" di un' epoca, come si dice oggi, sintetizzate nei loro tratti essenziali (e a volte caricaturali) da un plotone di attori eccellenti e non meno iconici. In testa Frank Langella, giudice scellerato e abusivo, e Sacha Baron Cohen che è invece il survoltato Abbie Hoffman, leader della controcultura anni 60-70, celebre per l' antiautoritarismo e le iniziative surreali.
Come indire una manifestazione per far «levitare il Pentagono», o pubblicare un bestseller per vivere senza soldi ("Ruba questo libro") destinato a mandare in crisi molti librai.
Diretto dallo sceneggiatore di titoli ormai storici come "The Social Network", "The West Wing", "The Newsroom", autorità indiscussa nel campo scivoloso degli intrecci fra politica e vecchi e nuovi media, "Il Processo ai Chicago 7" è anche, fatalmente, un saggio sul modo in cui oggi si mette in scena il passato. Concepito non come un campo di logiche e comportamenti da reinterpretare, ma come un teatrino popolato da figure riconoscibili (e consumabili) in cui lo spettatore ritrova istanze ancora aperte.
Ne esce un "courtroom drama" parlatissimo e spesso molto godibile che però tiene costantemente il piede in tre scarpe. Il contesto politico (il neopresidente Nixon vuole addossare i violenti disordini dell' agosto 1968 a Chicago e le relative vittime ai leader delle forze che avevano organizzato un' imponente manifestazione contro la guerra in Vietnam). Il processo vero e proprio, forse la parte migliore del film. E i retroscena, spesso un poco didascalici, in cui emergono gli attriti e le divisioni delle varie anime del movimento. Tesi di fondo: l' anarchico Abbie Hoffman e l' istituzionale Tom Hayden (Eddie Redmayne) erano in realtà due facce di una stessa medaglia.
Nato per Spielberg, che preferì dedicarsi a "The Post", è già in sala e dal 16 ottobre sarà su Netflix. Più che un film troppo lungo forse sarebbe stato un' ottima miniserie.
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