felicity
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giovedì 20 agosto 2020
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autodeterminazione come conquista individuale
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"Cambio tutto!", trascinato da Valentina Lodovini capace di mettere in evidenza le debolezze, ma anche la voglia di riscatto del suo personaggio, può essere visto come una soggettiva visione della protagonista il cui sguardo deforma chi la circonda.
Inoltre c’è l’attenzione alle dinamiche familiari con il compagno nullafacente di Giulia con figlio a carico.
Probabilmente la parte più debole è nel rapporto della protagonista con il suo ex e collega di lavoro e i conflitti con la donna che l’uomo che sta per sposare che potevano essere maggiormente amplificati.
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"Cambio tutto!", trascinato da Valentina Lodovini capace di mettere in evidenza le debolezze, ma anche la voglia di riscatto del suo personaggio, può essere visto come una soggettiva visione della protagonista il cui sguardo deforma chi la circonda.
Inoltre c’è l’attenzione alle dinamiche familiari con il compagno nullafacente di Giulia con figlio a carico.
Probabilmente la parte più debole è nel rapporto della protagonista con il suo ex e collega di lavoro e i conflitti con la donna che l’uomo che sta per sposare che potevano essere maggiormente amplificati. Il regista però si muove con sicurezza nel genere.
Cambio tutto! percorre nella maniera più tradizionale possibile gli step della storia di formazione, una donna che prende coscienza di sé, del suo valore, del suo merito e della sua volontà, imparando a non subire, a non dipendere da uomini che non la valorizzano e non sanno starle accanto.
Giulia dovrà urlare, lottare e sgomitare, ma per fortuna, sebbene in alcuni casi la sceneggiatura sia ai limiti della banalità, riesce sempre ad evitare l’isteria che tanto frequentemente dilaga in certo cinema italiano.
La Lodovini è fin troppo bella e carismatica per interpretare la donna in difficoltà, sottomessa e mansueta, e per fortuna, da metà film in poi, esplode in tutta la sua femminilità.
Punteggiato di cliché e qualche situazione non troppo originale, Cambio Tutto! riesce però a conservare una sua autenticità, soprattutto in alcune scelte e dialoghi nella parte finale del film, che mostra identità e consapevolezza della storia che si voleva raccontare e soprattutto chiarezza nel messaggio che si vuole consegnare: l’autodeterminazione è una conquista individuale. L’epilogo può risultare a prima vista scontato, poi diventa liberatorio.
Quello che proprio non funziona di questo film sono i comprimari (dal capo che subisce il fascino delle nuove impiegate all’influencer un po’ cretina fino al compagno pittore squattrinato e alla migliore amica presa solo da se stessa e dal cellulare): tutti poco credibili, eccessivi e pieni di luoghi comuni.
Gli stessi luoghi comuni che questa storia vorrebbe scardinare e dai quali viene invece sommersa, allontanandosi dalle sue buone intenzioni iniziali ovvero quelle di riflettere sull’emancipazione femminile e sulle difficoltà dell’essere donna oggi.
La morale del film è duplice, perché da una parte ci consiglia di tenerci alla larga dalla repressione, ma dall’altra ci suggerisce di non esagerare, perché l’equilibrio è la chiave di tutto e abbiamo bisogno di bilanciare le nostre pulsioni più profonde per sopravvivere in questo mondo e dormire sonni tranquilli.
Cambio tutto!, in questo senso, è un perfetto film «anti stress», una commedia che, nella sua semplicità, può davvero aiutarci, se non a cambiare, almeno a riflettere su noi stessi e su quello che vorremmo o non dovremmo dire.
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wolvie
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venerdì 5 marzo 2021
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deriva non sexy della commedia all'' italiana
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Una simpatica commediola, che allunga la lista delle produzioni Colorado, ora non più promulgatrice di film cuciti addosso (spesso male!) ai vari comici usciti dalla televisione in quota "Zelig" o spesso "Colorado".
In queste produzioni italiane, non più "scollacciate", imperversano sempre i due giovanotti del gruppo pseudo-comico dei "Pampers".
La brava Lodovini si trova a suo agio nei panni della responsabile marketing di una società, mentre si arrabatta come puo' tra : un lavoro insoddisfacente dove deve competere sul lato estetico con starlettine dei social o giovin segretarie "accondiscendenti" con il datore di lavoro, un compagno sfruttatore con figlio a carico pusher, vicini di casa prepotenti e fannulloni.
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Una simpatica commediola, che allunga la lista delle produzioni Colorado, ora non più promulgatrice di film cuciti addosso (spesso male!) ai vari comici usciti dalla televisione in quota "Zelig" o spesso "Colorado".
In queste produzioni italiane, non più "scollacciate", imperversano sempre i due giovanotti del gruppo pseudo-comico dei "Pampers".
La brava Lodovini si trova a suo agio nei panni della responsabile marketing di una società, mentre si arrabatta come puo' tra : un lavoro insoddisfacente dove deve competere sul lato estetico con starlettine dei social o giovin segretarie "accondiscendenti" con il datore di lavoro, un compagno sfruttatore con figlio a carico pusher, vicini di casa prepotenti e fannulloni.
La terapia olistica a cui si sottopone darà i suoi frutti, facendo sbocciare una consapevolezza e una aggressività individualistica senza pari, sinceramente la parte migliore del film.
Peccato che in medium stat virtus, quindi, bisogna assecondare i sensi di colpa, costruendo una terza parte dove la protagonista deve mediare tra repressione sfruttata e individualismo assertivo, riequilibrando la sua consapevolezza e la realizzazione di una vita nuova.
Guido Chiesa è un buon mestierante, ma viene da pensare questo soggetto in mano ad un Salvatores dei tempi d' oro, invece, dobbiamo accontentarci di un prodotto medio per una serata da salotto in tempi da covid.
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alessandro de felice
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mercoledì 11 agosto 2021
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lodovini avanti tutta.
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Peccato!
Il film ha delle idee,ma lentamente e inesorabilmente le perde per strada ...ed è un peccato perché la Lodovini forse è al meglio; tutta faccine ora simpatica ora ironica riesce a tenere benissimo la storia facendola girare attorno a lei.
Il film ha la prima mezz'ora perfetta ( la vita frustrata della protagonista) che merita il plauso agli sceneggiatori perché hanno colto nel segno i malesseri di molte donne;avanzando ,però, arrivano altre sue fasi ( la distruzione e la ricostruzione) che sono meno incisive e anche un po' pasticciate.
Alla fine ( piuttosto irreale visto che la protagonista fa in qualche giorno ciò che donne ci mettono anni) il film arriva quasi ad annoiare e questo anche per la mancanza di ruoli secondari dotati di un certo valore che limitano la riuscita del tutto.
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Peccato!
Il film ha delle idee,ma lentamente e inesorabilmente le perde per strada ...ed è un peccato perché la Lodovini forse è al meglio; tutta faccine ora simpatica ora ironica riesce a tenere benissimo la storia facendola girare attorno a lei.
Il film ha la prima mezz'ora perfetta ( la vita frustrata della protagonista) che merita il plauso agli sceneggiatori perché hanno colto nel segno i malesseri di molte donne;avanzando ,però, arrivano altre sue fasi ( la distruzione e la ricostruzione) che sono meno incisive e anche un po' pasticciate.
Alla fine ( piuttosto irreale visto che la protagonista fa in qualche giorno ciò che donne ci mettono anni) il film arriva quasi ad annoiare e questo anche per la mancanza di ruoli secondari dotati di un certo valore che limitano la riuscita del tutto.
Peccato veramente!
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