carloalberto
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mercoledì 23 dicembre 2020
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un''operazione ardita quanto inutile
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La domanda che sorge spontanea ad ogni rifacimento dell’opera di Eduardo, sia esso una nuova messa in scena teatrale oppure un adattamento filmico, come in questo caso, è perché ci si ostina a rifare l’opera di Eduardo senza Eduardo.
Fatta salva la performance attoriale del cast, la bravura di De Angelis, che è uno dei registi emergenti più interessanti del cinema italiano, bellissimo il suo Il vizio della speranza del 2018, la colonna sonora di Enzo Avitabile, musicista straordinario ed unico che ha riportato in vita la tradizione musicale partenopea, il paragone con l’originale, anzi con i due originali, gli adattamenti televisivi fatti dallo stesso Eduardo nel 1962 e nel 1977, è naturalmente impietoso.
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La domanda che sorge spontanea ad ogni rifacimento dell’opera di Eduardo, sia esso una nuova messa in scena teatrale oppure un adattamento filmico, come in questo caso, è perché ci si ostina a rifare l’opera di Eduardo senza Eduardo.
Fatta salva la performance attoriale del cast, la bravura di De Angelis, che è uno dei registi emergenti più interessanti del cinema italiano, bellissimo il suo Il vizio della speranza del 2018, la colonna sonora di Enzo Avitabile, musicista straordinario ed unico che ha riportato in vita la tradizione musicale partenopea, il paragone con l’originale, anzi con i due originali, gli adattamenti televisivi fatti dallo stesso Eduardo nel 1962 e nel 1977, è naturalmente impietoso.
Non si può dire Eduardo è morto viva Eduardo, parafrasando il detto è morto il re evviva il re o il proverbio morto un papa se ne fa un altro. Eduardo è unico, e vive nelle rappresentazioni teatrali filmate per al televisione.
Non si crede forse all’unicità irripetibile di Eduardo, si pensa che possa essere sostituito da un pur bravo professionista come Castellitto, oppure, errando egualmente, si ritiene che i testi di Eduardo siano talmente grandi da valere al di là di chi li rappresenta. L’opera di Eduardo drammaturgo e l’interpretazione di Eduardo attore sono immense perché inscindibili.
Fatta questa premessa, non si comprendono alcune scelte che sembrano un timido tentativo di innovare l’opera senza avere il coraggio di stravolgerla. Per prima cosa, nella scena iniziale compare un soldato di colore americano, mentre il dramma è stato scritto nel 1931, poi si sono inserite delle frasi che non ci sono nel testo di Eduardo e se ne sono omesse delle altre. Perché trasferire il dramma nell’immediato dopoguerra? Perché tradire il testo per aggiungere elementi inutili che non mutano il significato dell’opera e perché, se si è scelto di non stravolgere il testo, allora ometterne delle parti?
Infine, pur comprendendo le ragioni di Castellitto, che si è sottoposto ad una prova che eufemisticamente si può dire ardua, ma nei fatti resta impossibile e non soltanto per lui ma per chiunque, non si condivide la caratterizzazione che ha voluto dare al personaggio. Lucariello non è un iracondo isterico che ha scatti di rabbia improvvisi ed ingiustificati, Lucariello è un sognatore, è un uomo che rifiuta la realtà e si chiude nel suo mondo ideale ipostatizzato nel presepe, a sua volta simbolo delle tradizioni che la modernità minaccia. In questo disperato sforzo di tramandare alle nuove generazioni le tradizioni popolari del passato, Eduardo, nel 1931, ha anticipato un tema che si rivelerà attuale nel dopoguerra, quando il conflitto generazionale ed il rifiuto dei valori dei padri si è manifestato nella sua concreta drammaticità.
L’operazione è quindi in definitiva inutile ed in futuro non penso che ci si porrà mai il dubbio se rivedere Natale in casa Cupiello in una delle due versioni di Eduardo o nella versione di Castellito.
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fabio 3121
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giovedì 24 dicembre 2020
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strepitoso ed emozionante film tv
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il film tv, tratto dall'omonima opera teatrale di Eduardo De Filippo, è ambientato a Napoli nel 1950 ed è tutto girato nella casa della famiglia Cupiello nei giorni dell'antivigilia e della vigilia di Natale. Luca (Sergio Castellitto) è alle prese con la preparazione del presepe che però non piace al figlio Tommasino, detto "Nennillo", giovane scapestrato che arriva a vendersi le scarpe e il cappotto dello zio Pasqualino, precedentemente malato, che convive temporaneamente nella casa. La moglie di "Lucariello" è Concetta (Marina Confalone) alla quale la figlia Ninuccia comunica di aver scritto una lettera perché vuole lasciare il marito Nicola (cui è stata costretta a sposare essendo ricco) perchè ama il giovane Vittorio, amico di Tommasino.
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il film tv, tratto dall'omonima opera teatrale di Eduardo De Filippo, è ambientato a Napoli nel 1950 ed è tutto girato nella casa della famiglia Cupiello nei giorni dell'antivigilia e della vigilia di Natale. Luca (Sergio Castellitto) è alle prese con la preparazione del presepe che però non piace al figlio Tommasino, detto "Nennillo", giovane scapestrato che arriva a vendersi le scarpe e il cappotto dello zio Pasqualino, precedentemente malato, che convive temporaneamente nella casa. La moglie di "Lucariello" è Concetta (Marina Confalone) alla quale la figlia Ninuccia comunica di aver scritto una lettera perché vuole lasciare il marito Nicola (cui è stata costretta a sposare essendo ricco) perchè ama il giovane Vittorio, amico di Tommasino. Di questa decisione Luca ne è però all'oscuro ed involontariamente consegnerà la lettera a "Nicolino" con il conseguente dramma familiare che ne scaturirà. Decisamente siamo di fronte ad un gran bel film, in cui regia e sceneggiatura hanno leggermente velocizzato i tempi teatrali ma senza snaturarne il testo. Davvero strepitosa l'interpretazione di tutto il cast e particolarmente intensa è risultata quella di Sergio Castellitto. Molto belle pure la scenografia e i costumi che ci fanno calare nel predetto contesto storico. Ad accompagnare il tutto le stupende musiche del maestro Enzo Avitabile. Consiglio la visione di questo film dal finale emozionante.
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