Blinded by the Light - travolto dalla musica |
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Un film di Gurinder Chadha.
Con Viveik Kalra, Kulvinder Ghir, Meera Ganatra, Nell Williams.
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Titolo originale Blinded By the Light.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 117 min.
- Gran Bretagna 2019.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 29 agosto 2019.
MYMONETRO
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Il suono della riscossa
di GreyhoundFeedback: 2909 | altri commenti e recensioni di Greyhound |
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sabato 7 settembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Blinded by the light. Apparentemente un titolo piuttosto contradditorio, quasi un ossimoro dato dal verbo inglese “blind” (accecare in italiano) e dalla parola light, ovverosia luce. Conseguentemente se ne potrebbe ricavare l’espressione “accecati dalla luce”. Ma a quale luce fa riferimento la pellicola? Essenzialmente essa ruota attorno alla vita piuttosto complicata di un giovane inglese di origine pachistana, che nel bel mezzo degli anni ’80 tenta di trovare il suo posto nel mondo facendosi largo tra diversi ostacoli che progressivamente gli si parano di fronte. Prima di tutto vi è il razzismo strisciante che permea la società britannica del tempo, in particolar maniera quella provincia che deve fare i conti con la disoccupazione, la povertà e le drastiche politiche liberiste attuate dal governo di Margaret Thatcher. Ma questo è solo il più apparente e, forse, meno problematico dei suddetti ostacoli: la vera questione giace attorno alle dinamiche che permeano la sua famiglia, luogo nella quale domina la figura di quel padre-padrone che guida moglie e figli secondo radicate tradizioni patriarcali, impedendo una reale integrazione del proprio nucleo famigliare. Ciò in particolar maniera nei confronti dei figli, che solo attraverso sotterfugi (leggasi, per esempio, le frequentazioni mattutine della discoteca da parte della sorella di Javeed) riescono a vivere una vita simile a quella dei coetanei inglesi. Ma la svolta, la luce di cui parla il titolo, si palesa tramite una musicassetta (si è pur sempre negli anni ’80) prestata da un amico del protagonista, anch’esso figlio di immigrati sikh. Bastano pochi ascolti per comprendere come quel cantante di nome Bruce Springsteen, figlio del New Jersey operaio, con la sua musica ma soprattutto le sue parole sia capace di descrivere al meglio la vita quotidiana dei soggetti più umili di una società e le relative difficoltà, sogni, voglia di fuggire ma anche speranze. E tutto ciò condurrà ben presto un rinnovato Javeed a comprendere come sia fondamentale credere nelle proprie capacità al fine di poter almeno provare a mutare la propria vita, lottando sino all’estremo pur di raggiungere la serenità nelle sue più mutevoli forme: lavorative, economiche nonché nell’ambito dei sentimenti. Proprio perché, probabilmente, la luce suddetta non è nient’altro che colei che emerge dall’animo di una persona in pace con se stessa e con gli altri. In definitiva si può affermare come “Blinded by the light”, nonostante appaia come un film leggero e senza velleità di premi cinematografici, in realtà si sostanzi come un condensato di molteplici tematiche piuttosto importanti nella realtà temporale descritta, e finanche tutt’oggi. In special maniera la difficile integrazione degli immigrati, le forti differenze culturali e il razzismo implicito (per non parlare della sua espressione manifesta) all’interno delle società occidentali. Esemplificativo e piuttosto rilevante la frase che l’anziano vicino di casa di Javeed, prima diffidente nei suoi confronti e una volta imparato a conoscerlo suo primo supporter, pronuncia: “…40 anni fa ho combattuto in Europa la svastica. Ora non voglio che si manifesti qui in Inghilterra”. In ogni caso un esempio di come la musica possa toccare i cuori e svegliare le menti sonnacchiose e condurle verso un cambiamento. Se poi le canzoni sono quelle di Bruce Springsteen, l’effetto trascinamento e incitamento non può essere che certo. Consigliato per i fan del “Boss” e per chi voglia trascorrere un paio d’ore di pura allegria.
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