Chicago ai giorni nostri: è in ballo l'elezione di un consigliere comunale per un distretto importante della città. Si fronteggiano due uomini e due diversi poteri: Jack Mulligan (Colin Farrell) boss del partito democratico e figlio di un anziano, ma ancora valido consigliere Tom (Robert Divall) e Jamal Manning (Brian Tyree Henry) boss di un gruppo mafioso. Il film inizia con una rapina i cui i 4 rapinatori dopo avere rubato 2 milioni di $ a Manning muoiono bruciati nell'incendio del furgone, ma sono scomparsi i soldi. Manning si vuole vendicare sulla vedova Veronica (Viola Davis) del capo della Banda Rawlins (Liam Neeson) per riavere i soldi. Per uscire dalla grave situazione Viola convince due delle tre altre vedove: Linda (Michelle Rodriguez) e Alice (Elisabeth Debicki, Guardiani della Galassia) a partecipare a un piano di rapina (lasciatogli dal Marito) in una casa privata in cui sono nascosti 5 milioni di dollari. Al terzetto si aggiungera Belle (Cyntia Erivo) una parrucchiera, il piano viene messo in azione, ma non rivelerò la parte finale salvo dire che ci sono numerosi colpi di scena abbastanza originali.
Il regista del film è l'inglese Steve McQueen (omonimo del grande attore scomparso), che ha un modesto curriculum cinematografico :12 anni schiavo,per cui ha vinto l'Oscar per la regia (film che francamente ho trovato noioso), Shame la storia di un sesso dipendente e Hunger, è quindi un regista eclettico e in questo film ha diretto un thriller e un poliziesco noir denso però di connotzioni sociali specie relativamente all'intrecciarsi tra criminalità e politica. La regia è buono, il regista senza ricorrere a forsennati inseguimenti o a particolari effetti speciali è riuscito a confezionare un film che avvince lo spettatore, c'é una notevole pesantezza nella parte centrale del film, un po più di snellezza avrebbe giovato alla trama, ma il fim si riscatta con la parte finale che rivela numerose sorprese. Interessante la commistione tra criminalità e politica, i Mulligan da tre generazioni politici sono non solo corrotti, ma intrecciano affari con la criminalità organizzata, a sua volta Manning con il giovane fratello si decide, senza tralasciare i suoi sporchi affari di capo mafioso, a gettarsi in prima persona nell'agone politico (afferma che si guadagna di più !). Aggiungete che il Pastore della più influente congregazione protestante vende i suoi voti al migliore offerente, certo non esce un quadro lusinghiero di Chicago (ma non era la città di Obama ?). Ottima in generale l'interpretazione dei protagonisti in cui svetta Viola Davis (premio Oscar migliore attrice n.p.), bravi come al solito Richard Duvall e Liam Neeson, ma anche Colin Farrell recita bene abbandonando la sua solita inespressività.
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antonio montefalcone
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venerdì 23 novembre 2018
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coinvolgente heist movie, di genere ma impegnato
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Steve McQueen adatta per il grande schermo l'omonima serie tv inglese ideata da Lynda La Plante (del 1983 e poi rifatta negli USA nel 2002) e realizza un film pieno di ritmo, tensione, colpi di scena. La pellicola è un thriller autoriale e di intrattenimento, che risulta efficace soprattutto nelle sequenze action (il montaggio alternato iniziale che contrappone le effusioni tra Veronica e Harry all'inseguimento che si conclude con una spettacolare esplosione) ma anche nella caratterizzazione dei personaggi, che, attraverso dinamiche relazionali e flashback funzionali, offrono anche connotazioni socio-politiche all'intera opera: vedi la componente razziale americana e il ruolo del maschio predatore sessuale.
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Steve McQueen adatta per il grande schermo l'omonima serie tv inglese ideata da Lynda La Plante (del 1983 e poi rifatta negli USA nel 2002) e realizza un film pieno di ritmo, tensione, colpi di scena. La pellicola è un thriller autoriale e di intrattenimento, che risulta efficace soprattutto nelle sequenze action (il montaggio alternato iniziale che contrappone le effusioni tra Veronica e Harry all'inseguimento che si conclude con una spettacolare esplosione) ma anche nella caratterizzazione dei personaggi, che, attraverso dinamiche relazionali e flashback funzionali, offrono anche connotazioni socio-politiche all'intera opera: vedi la componente razziale americana e il ruolo del maschio predatore sessuale. Una visione politica che si confronta con la presa di riscatto, potere e di coscienza di un femminismo molto attuale. La chiave di lettura sociale e il dinamismo dell'azione, l'interesse per l'aspetto tematico e la cura formale/estetica, sembrano nel complesso ben coniugati tra loro, anche se, a tratti, si sfiora l'inverosimile o l'eccesso; e l'eleganza stilistica, narrativa e di messinscena spesso resta scollegata da una vera necessità espressiva o emozionale e più in generale dal discorso teorico (allo script ha contribuito Gillian Flynn, l'autrice di 'Gone Girl' del film di Fincher). Comunque, tra pregi e difetti, questo heist movie al femminile (brave le quattro attrici che interpretano le vedove) coinvolge lo spettatore e sa come rendere piacevole la sua visione.
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