carloalberto
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venerdì 9 febbraio 2018
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neorealismo americano??
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Il film è decisamente noioso, scritto soprattutto male, con dialoghi di un’imbarazzante superficialità, sequenze paesaggio interminabili e inutili su Roma e Venezia che sembrano uno spot pubblicitario del ministero del turismo. Inizio interessante sulla nascita dell’amicizia dei protagonisti ancora adolescenti, poi qualche flash sull’addestramento militare di uno dei tre, con vaghi richiami a Full Metal Jacket, il cui poster è nella camera del ragazzo, poi il nulla, fino a quei 5 minuti in cui si compie il gesto eroico. Finale con sequenze da cinegiornale sul conferimento della Legion d’onore, che avrebbero avuto un senso se a interpretare la storia fossero stati attori professionisti. Clint Eastwood come De Sica, attore brillante prima e regista di successo in seguito, come De Sica utilizza nel film attori presi dalla strada.
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Il film è decisamente noioso, scritto soprattutto male, con dialoghi di un’imbarazzante superficialità, sequenze paesaggio interminabili e inutili su Roma e Venezia che sembrano uno spot pubblicitario del ministero del turismo. Inizio interessante sulla nascita dell’amicizia dei protagonisti ancora adolescenti, poi qualche flash sull’addestramento militare di uno dei tre, con vaghi richiami a Full Metal Jacket, il cui poster è nella camera del ragazzo, poi il nulla, fino a quei 5 minuti in cui si compie il gesto eroico. Finale con sequenze da cinegiornale sul conferimento della Legion d’onore, che avrebbero avuto un senso se a interpretare la storia fossero stati attori professionisti. Clint Eastwood come De Sica, attore brillante prima e regista di successo in seguito, come De Sica utilizza nel film attori presi dalla strada. Ma il parallelismo si ferma qui. L’esperienza del neorealismo italiano è purtroppo irripetibile. Quei 5 minuti di dramma finiscono annacquati in un mare di luoghi comuni, sono preannunciati dall’inizio, già previsti e scontati nella finzione prima che nella cronaca.
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[+] dal miracolo dell'aereo a quello sul treno
(di antoniomontefalcone)
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andrea19
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domenica 11 febbraio 2018
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noioso e scontato
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Film senza emozioni, scontato fin dalle prime battute. Ridondante la prima parte sull'infanzia dei protagonisti, imbarazzante quella centrale sul viaggio in Europa, il cui senso è difficilmente comprensibile. Anche l'ultima parte di azione non regala emozioni, per sfociare poi nella più banale americanata della chiusura.
poche, pochissime le cose da salvare.
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samanta
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lunedì 12 febbraio 2018
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grazie vecchio clint
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Ore 15.17 Attacco al treno è l'ultimo lavoro di Clint Eastwood che è il regista e il produttore ed è tratto da un libro scritto dai tre protagonisti dell'avventura. Il film narra un episodio reale : il 21 agosto 2015 su un treno nella tratta Amsterdam-Parigi in territorio francese, un mussulmano il marocchino Khazzani armato di fucile d'assalto, pistola e con centinaia di proiettili, provò a fare una strage ferì gravemente un passeggero, ma venne disarmato da tre giovani americani di cui due appartenenti alle forze armate che erano in vacanza in Europa. Per questo atto di eroismo il presidente francese li decorò .
Bisogna subito sgombrare ogni equivoco: il film non è un trhiller, Clint per l'ennesima volta ha sparigliato le carte, il film narra è la storia fin dall'adolescenza di tre ragazzi amici che cercano di conquistarsi un posto nella vita.
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Ore 15.17 Attacco al treno è l'ultimo lavoro di Clint Eastwood che è il regista e il produttore ed è tratto da un libro scritto dai tre protagonisti dell'avventura. Il film narra un episodio reale : il 21 agosto 2015 su un treno nella tratta Amsterdam-Parigi in territorio francese, un mussulmano il marocchino Khazzani armato di fucile d'assalto, pistola e con centinaia di proiettili, provò a fare una strage ferì gravemente un passeggero, ma venne disarmato da tre giovani americani di cui due appartenenti alle forze armate che erano in vacanza in Europa. Per questo atto di eroismo il presidente francese li decorò .
Bisogna subito sgombrare ogni equivoco: il film non è un trhiller, Clint per l'ennesima volta ha sparigliato le carte, il film narra è la storia fin dall'adolescenza di tre ragazzi amici che cercano di conquistarsi un posto nella vita. Frequentano una scuola severa d'impronta cristiana (siamo nell'ambito del fondamentalismo protestante) i tre ragazzi (due bianchi allevati da madri single, il terzo è afro americano) amici per la pelle hanno difficoltà sia nell'apprendimento che nella disciplina. Successivamento terminato il periodo scolastico avvienai l'arruolamento per i due bianchi nelle forze armate in due corpi separati ma non in quelli che avrebbero voluto fare. Poi la decisione di fare una vacanza insieme in Europa, in Italia, Germania e Olanda e poi il viaggio a Parigi. I tre ragazzi non son attori ma sono i protagonisti della vicenda:Spencer Stone, Anthony Sadler e Alek Skarlatos e qui c'é l'altra idea originale di Clint e cioé di far recitare i protagonisti della vicenda che si muovono nella scena con buona naturalezza. Certo il viaggio in Italia appare convenzionale sembra il succedersi di carloline turistiche ma è quello che può colpire tre ragazzi della provincia: Roma il Colosseo, Venezia Piazza S. Marco (grazie Clint che non hai dipinto gli italiani come macchiette).
L'episodio di terrorismo occupa solo la parte finale del film è non quindi il centro del film che cerca di descrivere lo sviluoppo di tre giovani ragazzi a cui la vita inconsapevolmente ha concesso un evento importante salvare la vita a molte persone. In questa ottica sta la magia di Clint non fare il convenzionale film di azione, ma puntare sulla vita ordinaria, in questo caso di tre giovani americani della Provincia. Nel finale le immagini del telegiornale con il Presidente Hollande che decora i nostri tre eroi con la Legion d'Onore. Al filmattribuisco 4 stelle perché il pur non essendo al livello di molti altri film di Clint, senza scomodare il suo grandioso curriculum cinematografico tra gli ultimi Gran Torino o Hereafter, certamente è inferiore ad American Sniper o a Sully anch'essi tratti dalla realtà, il film merita però tale riconoscimento per il coraggio di innovare e realizzare qualcosa di diverso.
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[+] gran bel film
(di claudio pilotto)
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paolosalvaro
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martedì 27 febbraio 2018
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film biografico dal titolo fuorviante
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Un Clint Eastwood a tratti irriconoscibile racconta la storia della vita di tre (In realtà due) giovani americani, dal momento del loro incontro a scuola fino all'episodio che li vide coinvolti in un tentato attacco terroristico che ebbe luogo nel 2015 all'interno di un treno in corsa. Quesro rappresenta a mio avviso uno dei punti più bassi della sua carriera da regista; purtroppo a quanto pare nemmeno a lui tutte le ciambelle escono col buco. Il film in sè non sarebbe nemmeno poi così male, il suo intento era quello di raccontare la storia di questi tre (due) ragazzi, la loro infanzia problematica, le difficoltà nel trovare la loro strada comuni a quelle di un qualsiasi altro individuo e da questo punto di vista raggiunge sicuramente il suo obiettivo, ossia il comunicare che qualsiasi persona può diventare un eroe ed aiutare il prossimo anche senza per forza avere dei superpoteri o essere un cavaliere senza macchia e senza paura; basta avere la giusta dose di coraggio, decisione e (soprattutto) fortuna come del resto si sottolinea anche nel film.
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Un Clint Eastwood a tratti irriconoscibile racconta la storia della vita di tre (In realtà due) giovani americani, dal momento del loro incontro a scuola fino all'episodio che li vide coinvolti in un tentato attacco terroristico che ebbe luogo nel 2015 all'interno di un treno in corsa. Quesro rappresenta a mio avviso uno dei punti più bassi della sua carriera da regista; purtroppo a quanto pare nemmeno a lui tutte le ciambelle escono col buco. Il film in sè non sarebbe nemmeno poi così male, il suo intento era quello di raccontare la storia di questi tre (due) ragazzi, la loro infanzia problematica, le difficoltà nel trovare la loro strada comuni a quelle di un qualsiasi altro individuo e da questo punto di vista raggiunge sicuramente il suo obiettivo, ossia il comunicare che qualsiasi persona può diventare un eroe ed aiutare il prossimo anche senza per forza avere dei superpoteri o essere un cavaliere senza macchia e senza paura; basta avere la giusta dose di coraggio, decisione e (soprattutto) fortuna come del resto si sottolinea anche nel film.
Il messaggio arriva, il film raggiunge il suo intento ed alcuni movimenti della macchina da presa sono tutt'altro che scontati o disprezzabili; tuttavia, il grosso problema di questa pellicola è che nè il trailer nè il titolo lasciavano presagire un film di questa tipologia, specialmente quello italiano che ha enfatizzato sull'Attacco al treno; tuttavia anche quello internazionale pone l'accento sul viaggio dei tre amici e la locandina lasciava presagire che il loro atto eroico sarebbe stato dedicato buona parte del film. Nel complesso, la pellicola è stata presentata male e venduta peggio, facendo passare un di per sè anche rispettabile lungometraggio biografico, incentrato sulla comune vita e crescita di tre (due) comuni americani come un film d'azione, drammatico o intenso, tutti aggettivi che gli si attribuiscono con grande fatica anche nel momento in cui si arriva finalmente al dunque; il confronto finale viene infatti reso nella maniera più realistica ma anche meno coinvolgente possibile e non è un caso se buona parte della critica e del pubblico hanno giudicato in maniera negativa questa pellicola ed invece elogiato, a suo tempo, un capolavoro come l'Elephant di Gus Van Sant. In quel film la storica strage avviene solo negli ultimi minuti della pellicola, eppure quasi nessuno rimase deluso quando lo vide poichè (oltre al fatto di essere un grandissimo film) venne presentato nella maniera corretta, venduto nel modo giusto ed il titolo stesso lasciava ad intendere come il fulcro non sarebbe stato affatto l'evento in sè, quanto piuttosto ciò che è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vuol vedere. La stessa cosa non si può assolutamente dire di un film intitolato The 15:17 to Paris in cui si passa più tempo a Venezia che dentro il treno in cui effettivamente si sviluppa la vicenda che si sarebbe dovuta collocare al centro della narrazione.
Sottolineo che a me non ha dato fastidio tanto lo spazio concesso al racconto della normale vita dei tre normali americani, quanto piuttosto il fatto che dei tre soltanto due siano al centro della vicenda (Stone e Skarlatos), mentre il terzo (Anthony Sadler) è collocato totalmente ai margini della storia, anzi quasi si va ad ironizzare sul fatto che lui essendo nero non possiede un arsenale di armi nella sua cameretta (non che ci sia niente di male a possedere un'arma giocattolo o due), a quanto pare a differenza di un qualsiasi ragazzino bianco americano che si rispetti (ma poi il problema sono i film ed i videogiochi violenti!). Dei primi due ragazzi si arriva a sapere vita, morte e miracoli di tutto ciò che hanno fatto dai tempi della scuola fino al momento in cui sono saliti sul treno; del terzo manco mi ricordo che mestiere stesse facendo, non so nemmeno se se abbiano effettivamente parlato, mentre dei poveri ma altrettanto eroici europei rimasti coinvolti quanto loro e che hanno a loro volta contribuito mi sa che non hanno detto nemmeno i nomi. Oltre a ciò, molte delle sequenze riguardanti la loro vita sono totalmente inutili ai fini della storia e montate solo per allungare un brodo sempre più annacquato ed indisponente, fino a toccare il fondo con la sequenza della discoteca con postumi della sbornia annessi uscita direttamente dagli inferi. Nel complesso viene quindi gestito male lo spazio da dedicare a ciascuno dei personaggi, confinando poi il potenziale attentatore all'ingrato ruolo di anonimo squilibrato che senz'altro pure meriterebbe, ma visto che si è dedicata più di un'ora a raccontare la vita di due dei tre e più eroi della situazione, un minimo di approfondimento anche su chi era costui e sulle influenze religiose o meno che lo hanno portato a prendere la decisione di progettare un così folle e disumano atto a mio avviso sarebbe stato degno di lode; questo ovviamente senza voler mancare di rispetto a coloro che hanno probabilmente salvato la vita a centinaia di persone.
Nel complesso risulta un film non disprezzabile ma che si presenta come qualcosa che assolutamente non è, come se non bastasse fiacco o banale anche in quelle parti in cui vorrebbe comunicare qualcosa allo spettatore e che non eccelle sotto nessun punto di vista. Due stelle credo siano il massimo che merita.
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maurizio.meres
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lunedì 12 febbraio 2018
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un film che non vuole essere un film
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Questo film se così si può definire in quanto girato con gli stessi personaggi dell'attentato,ambientato così come loro vivono quel momento è la loro vita,diventa una specie di diario raccontato nel più assoluto neorealismo,una cosa è certa tutte le scene rispecchiano in pieno la realtà ,cinematograficamente non si può giudicare,mancavano gli attori professionisti quindi i dialoghi diventano spesso banali così come tra la gente comune spesso capita,non c'è una sceneggiatura è quella della vita di tutti i giorni sia bella o brutta,l'ambientazione non è curata ma è quella che noi vediamo nella vita quotidiana,e soprattutto la realtà vissuta dai tre ragazzi.
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Questo film se così si può definire in quanto girato con gli stessi personaggi dell'attentato,ambientato così come loro vivono quel momento è la loro vita,diventa una specie di diario raccontato nel più assoluto neorealismo,una cosa è certa tutte le scene rispecchiano in pieno la realtà ,cinematograficamente non si può giudicare,mancavano gli attori professionisti quindi i dialoghi diventano spesso banali così come tra la gente comune spesso capita,non c'è una sceneggiatura è quella della vita di tutti i giorni sia bella o brutta,l'ambientazione non è curata ma è quella che noi vediamo nella vita quotidiana,e soprattutto la realtà vissuta dai tre ragazzi.
Come suo solito da vero patriota Clint vuole omaggiare i veri eroi,non storici ma attuali quelli che qualsiasi persona può incontrare per strada e spesso vengono dimenticati e il più delle volte anche evitati,nel film Clint rimarca la grande ottusità delle istituzioni Americane nel sociale,e soprattutto chi le rappresenta,burattini che si muovono a comando.
Comunque Clint non si può criticare sommariamente e soprattutto con superficialità,sicuramente leggere il film tra le righe può portare ad una conclusione logica di vita vissuta,cogliere quel momento,forse ci siamo dimenticati di tutti i fatti accaduti negli ultimi anni,che raccontarli come in questo film porterebbe le persone ad una conclusione,quella che il cinema non è fatto solo di effetti speciali.
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lbavassano
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domenica 18 febbraio 2018
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un eastwood non al suo meglio
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Il capitolo più debole della saga eastwoodiana dedicata agli eroi dell'America contemporanea. Manca la tensione drammatica che dovrebbe condurre all'acme, la sua preparazione, e manca l'acme stesso, che dal punto di vista della resa cinematografica si riduce a poca cosa. Nuoce probabilmente al film l'eccesso di aderenza alla realtà dei fatti. Nuoce sicuramente la parte turistica cartolinesca. Molto più interessante avrebbe potuto essere quella dedicata all'infanzia dei protagonisti, ma qui forse il freno è stato il pudore nel non voler approfondire nuclei problematici cui pur si allude. Peccato, perché la storia resta molto bella. Peccato soprattutto per chi, come me, considera Eastwood un ottimo regista, da cui molto si attende.
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Il capitolo più debole della saga eastwoodiana dedicata agli eroi dell'America contemporanea. Manca la tensione drammatica che dovrebbe condurre all'acme, la sua preparazione, e manca l'acme stesso, che dal punto di vista della resa cinematografica si riduce a poca cosa. Nuoce probabilmente al film l'eccesso di aderenza alla realtà dei fatti. Nuoce sicuramente la parte turistica cartolinesca. Molto più interessante avrebbe potuto essere quella dedicata all'infanzia dei protagonisti, ma qui forse il freno è stato il pudore nel non voler approfondire nuclei problematici cui pur si allude. Peccato, perché la storia resta molto bella. Peccato soprattutto per chi, come me, considera Eastwood un ottimo regista, da cui molto si attende.
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udiego
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martedì 13 febbraio 2018
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attacco al cinema
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21 agosto del 2015, ore 15.17: tre amici americani in viaggio per l’Europa si trovano sul treno Amsterdam–Parigi quando un fondamentalista islamico con un arsenale al seguito tenta di fare una strage, cercando di uccidere il maggior numero di civili possibili. La prontezza di questi tre ragazzi permetterà di fermare il terrorista e di evitare il peggio. Tre ragazzi comuni, tre amici da una vita, che, con il loro coraggio e la loro prontezza riusciranno a salvare la vita a molte persone.
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21 agosto del 2015, ore 15.17: tre amici americani in viaggio per l’Europa si trovano sul treno Amsterdam–Parigi quando un fondamentalista islamico con un arsenale al seguito tenta di fare una strage, cercando di uccidere il maggior numero di civili possibili. La prontezza di questi tre ragazzi permetterà di fermare il terrorista e di evitare il peggio. Tre ragazzi comuni, tre amici da una vita, che, con il loro coraggio e la loro prontezza riusciranno a salvare la vita a molte persone.
Clint Eastwood porta alla luce i drammatici e convulsi fatti di quel 21 agosto di due anni e mezzo fa, non limitandosi a mostrarceli, rappresentando l’accaduto, ma partendo da molto più lontano. Inizia il suo racconto da quando i tre amici, Spencer, Alek ed Anthony, erano ancora dei bambini e si incontrarono per la prima volta fuori dalla porta del preside della scuola, pronti ad essere rimproverati insieme.
Eastwood con “Ore 15:17 – Attacco al Treno” vuole mostrarci il percorso di crescita umano di questi tre personaggi. Descrivendo, per ognuno di loro, i punti di forza ed i punti di debolezza, i loro sogni e le loro preoccupazioni, le loro ansia e le loro speranze. Ci svela il loro cambiamento con il passare del tempo, il loro evolversi come persone, il loro diventare quello che sono attraverso un percorso di vita a volte duro e difficile, ma sempre uno a fianco all’altro, pronti ad essere sostegno reciproco.
Il regista americano per consentire allo spettatore di calarsi in maniera più approfondita nella vicenda decide di non utilizzare degli attori professionisti per il suo film, ma di fare interpretare i diversi personaggi ai veri eroi della vicenda. La scelta ha tutto il potenziale per essere apprezzata dal pubblico, ma perde del tutto di credibilità per via della sceneggiatura e della struttura che viene data al film. Lo sviluppo della vicenda vede una fase preparatoria troppo lunga ed infarcita da clichè che hanno l’unico effetto di appesantire il racconto e di renderlo banale e retorico. La sceneggiatura non regge, diventando a tratti stucchevole ed irritante nel cercare sempre il buonismo, rappresentando questi tre giovani come degli eroi puri fin dai primi anni di vita, con qualche marachella sulle spalle, ma con il pensiero e la vita rivolte sempre al sogno americano di libertà ed uguaglianza.
Il lavoro sembra quasi ed esclusivamente costruito per celebrare i valori cardine della società occidentale, dipingendo queste esistenze quasi costruite con un unico scopo, come se per tutta la vita il destino dei protagonisti fosse stato quello di trovarsi su quel treno in quel momento per evitare quella strage. E se non è nostro compito discutere sulla bontà o meno dei valori portati al giorno d’oggi dalla nostra società, non ci risparmieremo nel giudicare come in questo lavoro il tutto venga rappresentato senza la spina dorsale necessaria a regalare un certo tipo d’identità al racconto nei confronti dello spettatore. Tutto è già visto e rivisto, descritto in modo poco incisivo e del tutto scialbo.
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elgatoloco
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giovedì 28 maggio 2020
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the great clint, ever
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Anche"The 15:17-to Paris"(Clint Eastwood, 2018, basato sul libro autobriografico di Jeffrey Stern, coordinatore-curatore, con le testimonianze dirette di Spencer Stone, Anthony Sadler e Alek Skarlatos, protagonisti della vicenda)è un ulteriore tassello nel carnet-puzzler straordinario di Clint Eastwood, che negli ultimi anni, diciamo meglio nell'ultimo lustro comprende"Sully"/2016), "The Mule"(2018, come"THe 15-17", poi nel 2019"Richard Jewell"- tutte storie ispirate da fatti reali("cronaca", volendo...)che, tra l'altro, coinvolgono sempre personaggi "comuni", ossia non stars(lo diventa, ma per poco, un eroe, il comandante del'aereo di"Sully", ma.
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Anche"The 15:17-to Paris"(Clint Eastwood, 2018, basato sul libro autobriografico di Jeffrey Stern, coordinatore-curatore, con le testimonianze dirette di Spencer Stone, Anthony Sadler e Alek Skarlatos, protagonisti della vicenda)è un ulteriore tassello nel carnet-puzzler straordinario di Clint Eastwood, che negli ultimi anni, diciamo meglio nell'ultimo lustro comprende"Sully"/2016), "The Mule"(2018, come"THe 15-17", poi nel 2019"Richard Jewell"- tutte storie ispirate da fatti reali("cronaca", volendo...)che, tra l'altro, coinvolgono sempre personaggi "comuni", ossia non stars(lo diventa, ma per poco, un eroe, il comandante del'aereo di"Sully", ma...), anzi, come nel caso di questo come di"The Mule", persibnaggi inizialmente in difficoltà, per non dire quasi"emarginati". Qui, tre soldati, tutti della città di Sacramento, che non è una"metropoli di grido", di cui uno di colore, grandi amici fin dai tempi della scuola, in cui non brillavano, essendo anche figli di madre single, con un'eccezione, comunque di famiglie non benestanti, indisciplinati a scuola ma poi soldati per"vocazione", che nell'agosto di un lustro fa(2016, appunbto)sul treno Amsterdam-Paris dell'orario indicato, salvano molte persone dall'attacco di un terrorista islamista. Intelligentissima, ça va sans dire, la scelta di Eastwoood di proporrre un film non pienamente incentrato sulla vicenda specifica, ma molto anche sulle vite precedenti dei tre"moschettieri", dalla scuola"media"all'addestramento militare, al ritrovarsi nel viaggio in Europa(durante ll quale non si vede proprio nulla di "turistico", del resto Eastwood non cade mai in questa banalità...), alla vicenda in sè, che però si vede veramente solo alla fine, salvo qualche"flash-back to future"all'inizio e nella parte centrale del film. Film, se vogliamo, cui non è estraneo lo spirito patriottico made in USA(Eastwood non è statunintese per caso...), ma che è alieno da ogni celebrazione di per sé solo apologetica(anche la parte finale, con i tre premiati dall'allora presidente francese François Hollande e il carro trionfale al ritorno a Sacramento, è un doveroso hommage"documentaristico" ai tre). In più la scelta(dopo qualche esitazione, sembra, dato che sembrava in un primo momento che Clint scegliesse"attori veri", titolati, per dire meglio...)di far interpretare agli stessi Stone, Sadler, Skarlatos i loro rispettivi personaggi. "Neorealismo"di ritorno?Difficile a dirsi(forse un giorno lo chiarirà questo straordinario autore di ormai 90 anni):se la concezione filmica di Clint è lontana dal"neorealismo", non è però detto che non abbia sussunto in essa anche il neorealismo, almeno in parte... El Gato
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dandy
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venerdì 5 febbraio 2021
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qualcosa di più grande...
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Dopo "American Sniper" e "Sully" Eastwood racconta nuovamente una storia di "eroi comuni",gente ordinaria trovatasi inmprovvisamente in una situazione drammatica e comportatasi in modo encommiabile.A prima vista la vicenda può sembrare semplicistica e meramente patriottistica,ma sarebbe una lettura superficiale."Non siete sempre voi a risolvere i problemi" dice una guida tedesca a uno dei protagonisti durante la visita al bunker di Hitler.E la scelta di far interpretare i personaggi ai reali protagonisti dell'evento è certamente azzardata e funzionale,costringendo lo spettatore a un punto di vita inedito e accentua lo spaesamento dei giovani non solo nel momento drammatico ma anche nelle loro gite turistiche(dove prevalgono i clichè di osservazioni scontate su una parte del mondo a loro sconosciuta e i rituali selfie a raffica).
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Dopo "American Sniper" e "Sully" Eastwood racconta nuovamente una storia di "eroi comuni",gente ordinaria trovatasi inmprovvisamente in una situazione drammatica e comportatasi in modo encommiabile.A prima vista la vicenda può sembrare semplicistica e meramente patriottistica,ma sarebbe una lettura superficiale."Non siete sempre voi a risolvere i problemi" dice una guida tedesca a uno dei protagonisti durante la visita al bunker di Hitler.E la scelta di far interpretare i personaggi ai reali protagonisti dell'evento è certamente azzardata e funzionale,costringendo lo spettatore a un punto di vita inedito e accentua lo spaesamento dei giovani non solo nel momento drammatico ma anche nelle loro gite turistiche(dove prevalgono i clichè di osservazioni scontate su una parte del mondo a loro sconosciuta e i rituali selfie a raffica).Se da un lato è necessario mostrare il corso degli eventi dall'infanzia all'amicizia fino al viaggio che li ha condotti all'attentato per una migliore identificazione(in partcolare con Stone,che a dispetto dell'impegno nel corso degli anni continua a sbagliare e solo nel momento cruciale saprà comportarsi adeguatamente),questo è anche il punto debole del film poichè finisce per prevalere su quello che è il momento decisivo.E la recitazione "non professionale" dei protagonisti (ulteriormente appiattita dal doppiaggio)può influire sull'emotività generale.Comunque un esperimento non privo di fascino,e che riesce a ribadire ancora una volta la filosofia del regista sull'imprevedibilità della vita come mezzo per trarne il meglio.Dall'omonimo libro scritto dai 3 protagonisti.
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eugen
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martedì 2 aprile 2024
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muy biografico, pero...
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Stavolta Clint Eastwood, in "The 15-17 to Paris"ha scelto di raccontare la storia dei tre ragazzi made in the USA , che nell'agosto del 2015 avevano sventato un attacco terroristico sul treno Amstedam-Paris , ricostruendone il difficile cammino di vista(scuola, segnatamente)nel perocroso delle scuole medie, fino alla maggiore sicurezza nella scelta del lavoro(due saranno militari), fino al tour europeo . Il tutto tratto dal libro scritto dai tre(Stone, Sadler, Karlatos)insieme con Jeffrey E.,Stern e con la sceneggiatura di Dorothy Blyskal, non vuole in alcun modo essere meramente celebrativo, mostra anzi anche i limiti della loro esperienza di vita, al tempo stesso, insistendo, pero, sul"riscatto"dei tre , che riescono ad affermarsi comunque nel mondo, compiendo un gesto lodevolisismo, che li porta ad aver la"le'gion d'honneur"in Francia, da parte dell'allora presidente Francois Hoillande.
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Stavolta Clint Eastwood, in "The 15-17 to Paris"ha scelto di raccontare la storia dei tre ragazzi made in the USA , che nell'agosto del 2015 avevano sventato un attacco terroristico sul treno Amstedam-Paris , ricostruendone il difficile cammino di vista(scuola, segnatamente)nel perocroso delle scuole medie, fino alla maggiore sicurezza nella scelta del lavoro(due saranno militari), fino al tour europeo . Il tutto tratto dal libro scritto dai tre(Stone, Sadler, Karlatos)insieme con Jeffrey E.,Stern e con la sceneggiatura di Dorothy Blyskal, non vuole in alcun modo essere meramente celebrativo, mostra anzi anche i limiti della loro esperienza di vita, al tempo stesso, insistendo, pero, sul"riscatto"dei tre , che riescono ad affermarsi comunque nel mondo, compiendo un gesto lodevolisismo, che li porta ad aver la"le'gion d'honneur"in Francia, da parte dell'allora presidente Francois Hoillande. Antireotrico, comunque, il film li mette in scena come intepreti, con una scelta che, more italico, sarebbe definita di"neorealismo"y el producto vale como experimento pero tambie'n como algo de importante, sin que tienga alguna significacion(o no mucha, de toda menra)saber lo que hace ahora, casi nueve anos despue's. La vacacio'n europea de los(futuros)heroes no es una documentacion tjuristica, pero un "prologo"a la "impresa". Eugen
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