mauro@lanari
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lunedì 17 dicembre 2018
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come ti divoro truffaut e monicelli.
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Un film d'un'altra epoca, quell'eroica senz'eroi dei cinecomics. Se "Le Quatre Cent Coups" di Truffaut (1959) si presentava com'un lirico biopic sulle difficoltà dell'infanzia alle quali sopravvivere con la letteratura (Balzac) e la cinefilia, al contrario "Tag" del debuttante Jeff Tomsic mostra sia la piena consapevolezza dell'odierno sbandamento epocale, un'inesorabile deriva vers'invecchiamento, malattie nefaste e morte, sia l'unica strategia di sopravvivenza finora escogitata. Dunque anch'esso è sia un survival movie ch'un biopic pur s'il numero dei personaggi reali è stato dimezzato, tuttavia la metà residua del cast eccelle e ci mostra l'unico rimedio sin qui decente al disastro esistenziale: colmar'il tempo con un gioco apparentemente stupido ch'invece serv'almeno a condivider'il tracollo fr'amici.
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Un film d'un'altra epoca, quell'eroica senz'eroi dei cinecomics. Se "Le Quatre Cent Coups" di Truffaut (1959) si presentava com'un lirico biopic sulle difficoltà dell'infanzia alle quali sopravvivere con la letteratura (Balzac) e la cinefilia, al contrario "Tag" del debuttante Jeff Tomsic mostra sia la piena consapevolezza dell'odierno sbandamento epocale, un'inesorabile deriva vers'invecchiamento, malattie nefaste e morte, sia l'unica strategia di sopravvivenza finora escogitata. Dunque anch'esso è sia un survival movie ch'un biopic pur s'il numero dei personaggi reali è stato dimezzato, tuttavia la metà residua del cast eccelle e ci mostra l'unico rimedio sin qui decente al disastro esistenziale: colmar'il tempo con un gioco apparentemente stupido ch'invece serv'almeno a condivider'il tracollo fr'amici. Le "zingarate" di Monicelli? Goliardate geriatriche. Da brividi la cover acustica di "Lake of Fire" d'Eric Bachmann.
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samanta
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venerdì 6 luglio 2018
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si invecchia quando non si gioca più
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Prendimi è attualmente sugli schermi italiani e dal 15 giugno in quelli americani è tratto da una storia vera anche se nella realtà gli amici che continuano a giocare a "preso" sono 10 (tra cui un prete cattolico) e non 5 come nel film.
La trama Hogan (Ed Helmes Una notte da leoni), Jerry (Jeremy Renner (Captain America: Civil War, American Hustle), ,Callahan (John Hamm, un Golden Globe televisivo) , Randy (Jake Johnson) e Hannibal (Kevin Sable) sono 5 amici dell'infanzia che dopo che sono passati ben 30 anni dalla fine della giovinezza, ormai superata la quarantina continuano tutti gli anni a giocare a "preso" nel mese di maggio abbandonando le loro attività professionali e pur vivendo ormai in città lontane.
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Prendimi è attualmente sugli schermi italiani e dal 15 giugno in quelli americani è tratto da una storia vera anche se nella realtà gli amici che continuano a giocare a "preso" sono 10 (tra cui un prete cattolico) e non 5 come nel film.
La trama Hogan (Ed Helmes Una notte da leoni), Jerry (Jeremy Renner (Captain America: Civil War, American Hustle), ,Callahan (John Hamm, un Golden Globe televisivo) , Randy (Jake Johnson) e Hannibal (Kevin Sable) sono 5 amici dell'infanzia che dopo che sono passati ben 30 anni dalla fine della giovinezza, ormai superata la quarantina continuano tutti gli anni a giocare a "preso" nel mese di maggio abbandonando le loro attività professionali e pur vivendo ormai in città lontane. Il loro tormento è che uno di loro Callahan in 30 anni non è mai stato preso in quanto abilissimo a scappare e a sparire quando intravede i suoi amici, i 4 compagnii si mettono d'accordo e di approfittare che il 31 maggio si sposi per finamente "prenderlo". Ovviamente ci saranno innumerevoli inseguimenti, scontri e fughe fino al finale che non diremo.
La regia del film è di Jeff Tomsic che ha un'esperienza di regista televisivo ma alla sua prima esperienza di regista cinematografico. In effetti il fim che a mio avviso è mediocre è penalizzato dalla mancata esperienza del direttore. Innanzitutto se la prima parte è brillante anche dovuto al fatto di una trama interessante e se non altro originale, nella seconda parte scade notevolmente non si comprende dove il regista voglia parare e sia indeciso come concludere la vicenda. Parte come un film comico, ma degenera nel grottesco e nell'inverosimile (ad esemio la scena nel bosco con tronchi che colpiscono il torace di un malcapitato lasciandolo indenne) con capitomboli e cadute che avrebbero ucciso un elefante. Oltretutto sono inseriti temi drammatici e sentimentali che mal si combinano con il quadro generale del film, inoltre il finale del film appare un pò appicicaticcio, messo lì tanto per concludere in qualche modo la pellicola. L'interpretazione è abbastanza buona specie quella di Jeremy Renner e Hed Helms, la musica invece è assordante e fastidiosa, il film è infarcito di parolacce per cui non è neanche consigliabile che lo vedano i bambini.
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mauro@lanari
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sabato 15 dicembre 2018
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come ti divoro truffaut
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Un film d'un'altra epoca, quell'eroica senz'eroi dei cinecomics. Se "Le Quatre Cent Coups" di Truffaut (1959) si presentava com'un lirico biopic sulle difficoltà dell'infanzia alle quali sopravvivere con la letteratura (Balzac) e la cinefilia, al contrario "Tag" mostra sia la piena consapevolezza dell'odierno sbandamento epocale, un'inesorabile deriva vers'invecchiamento, malattie nefaste e morte, sia l'unica strategia di sopravvivenza finora escogitata. Dunque anch'esso è sia un survival movie ch'un biopic anche s'il numero di personaggi reali è stato dimezzato, tuttavia la metà residua del cast eccelle e ci mostra l'unico rimedio sin qui decente al disastro esistenziale: colmar'il tempo con un gioco apparentemente stupido ch'invece serv'almeno a condividere con l'amicizia il tracollo.
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Un film d'un'altra epoca, quell'eroica senz'eroi dei cinecomics. Se "Le Quatre Cent Coups" di Truffaut (1959) si presentava com'un lirico biopic sulle difficoltà dell'infanzia alle quali sopravvivere con la letteratura (Balzac) e la cinefilia, al contrario "Tag" mostra sia la piena consapevolezza dell'odierno sbandamento epocale, un'inesorabile deriva vers'invecchiamento, malattie nefaste e morte, sia l'unica strategia di sopravvivenza finora escogitata. Dunque anch'esso è sia un survival movie ch'un biopic anche s'il numero di personaggi reali è stato dimezzato, tuttavia la metà residua del cast eccelle e ci mostra l'unico rimedio sin qui decente al disastro esistenziale: colmar'il tempo con un gioco apparentemente stupido ch'invece serv'almeno a condividere con l'amicizia il tracollo. Da brividi la cover acustica di "Lake of Fire" di Eric Bachmann.
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